Capitolo Due:
Memories: Waiting, Telling, Kissing.
Ron aprì gli occhi nella luce dorata offuscata dal pesante velluto delle tende del suo baldacchino.
Per qualche istante si sentì stordito, tanto che dovette tirarsi su a sedere e battere le palpebre diverse volte.
Gli ci volle un pò per ricordare che si trovava nel suo letto, ad Hogwarts.
Era tornato.
Era tornato ed era al sicuro, e aveva un anno intero da trascorrere con Harry ed Hermione.
Hermione.
Pensare al suo nome gli strappò un sorriso.
Aveva ancora difficoltà nel credere davvero che, finalmente, fosse sua.
Ed ogni volta che se ne ricordava una piccola, folle fitta di felicità si impadroniva di lui.
La stessa fitta di quel primo Maggio, durante la guerra, nel quale lei lo aveva baciato nella Stanza delle Necessità.
La stessa fitta di quella sera, alla Tana, durante l'estate appena trascorsa.
Sembrava passata un'infnità di tempo, e al tempo stesso sembrava fosse accaduto soltanto il giorno precedente.
Lentamente il ricordo riaffiorò in lui, e Ron vi si abbandonò tornando a sdraiarsi sui cuscini.
Era
finito tutto.
Era finita per davvero.
Era passato tutto talmente in fretta
che quasi non se ne era accorto.
La fine della guerra, il funerale
dei caduti in riva al Lago Nero, il ritorno a casa con la salma di
Fred.
Ron aveva vissuto tutto ciò come
prigioniero di una bolla.
Tutto sembrava appartenere alla vita
di un altro.
Pochi giorni dopo erano tornati alla
Tana, tutti quanti.
Anche Harry e Hermione.
I due amici però avevano dovuto
assentarsi per qualche giorno:
Harry voleva tornare in Grimmauld
Place e a Godric's Hollow, sistemare delle faccende; e si sentiva in
dovere di recarsi dalla mamma di Tonks e da Ted, il suo figlioccio.
Hermione, dal canto suo, doveva
andare in Australia, ritrovare i suoi genitori e riportarli a casa.
-Torneremo presto, Ron- gli avevano
detto entrambi, quando si era proposto di accompagnare sia uno che
l'altra.
-E' questione di pochi giorni, adesso che sappiamo
perfettamente gestire la smaterializzazione- aveva aggiunto Hermione.
Harry aveva annuito.
-Resta qui con la tua famiglia, Ron-
aveva detto piano -Hanno bisogno di te.-
Ron si era limitato ad alzare le
spalle.
Non aveva avuto il coraggio di
confessare che era proprio da quello che voleva fuggire.
Dalle lacrime di sua madre.
Dagli sguardi persi di suo padre.
Dal silenzio di George.
Ma era rimasto lì con la sua famiglia, perchè
in fondo Harry aveva ragione.
I giorni
senza di loro erano
trascorsi con una lentezza esasperante, tuttavia Harry era tornato
presto, con la promessa di trascorrere lì il resto
dell'estate.
Ron gli fu davvero grato.
Ma di Hermione nessuna traccia.
E Ron, intanto, continuava a
sentirsi soffocare nella sua bolla di nulla.
Tanto che una notte dovette uscire
di casa per lenire la sensazione di claustrofobia che si stava
impadronendo di lui.
In silenzio, senza svegliare Harry
che dormiva accanto a lui, uscì dalla stanza.
Scese la scale quasi correndo,
bisognoso d'ossigeno com'era.
Quando spalancò la porta sul retro
sentì l'aria fresca della notte spettinargli i capelli.
Inspirò a fondo, grato, e sedette
sui gradini di legno della piccola veranda.
Le stelle bruciavano sopra di lui,
piccole schegge di cristallo intrappolate in quell'immenso velluto
nero.
Osservò il giardino buio, beandosi
del vento gentile che increspava l'erba e carezzava la sua pelle.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì
fuori quando uno schiocco sonoro lo fece trasalire.
Alzò lo sguardo, allarmato,
distinguendo una figura che si era chiaramente materializzata pochi
metri più in là.
Stava per balzare in piedi e urlare
qualche avvertimento quando la riconobbe.
Era Hermione.
Era tornata, i capelli gonfi di
vento, un borsone in spalla, la pelle d'oca per l'abito troppo
leggero.
Avrebbe voluto alzarsi, correrle
incontro e abbracciarla.
Invece si limitò a rimanere seduto
ed osservarla in silenzio.
Hermione si avvicinò lentamente,
guardandolo cauta.
Si tolse il borsone dalla spalla e
lo lasciò cadere con un tonfo, poi sedette accanto a lui.
-Ciao- disse, dopo qualche istante
di silenzio.
Pur continuando a fissare il prato,
Ron poteva sentire il suo sguardo su di sé.
-Sei tornata- sentì dire alla
propria voce.
Che affermazione stupida.
Certo che era tornata.
Hermione, dalla quale si era
aspettato come minimo un'alzata di occhi al cielo, continuò
a
guardarlo in silenzio.
-Ci è voluto un po' di tempo, sai-
disse piano, abbracciandosi le ginocchia. -Trovarli non è
stato
troppo difficile, ma riuscire a fargli tornare la memoria senza farmi
scoprire è stato complicato. Poi ho dovuto spiegargli tutto.
Be',
non proprio tutto- si corresse, aggrottando la fronte -Insomma, non
ho voluto turbarli troppo.-
Ron annuì appena, lo sguardo fisso
davanti a sé.
Hermione esitò per un momento prima
di continuare.
-Poi per tornare abbiamo dovuto
prendere l'aereo, sai, non me la sono sentita di farli
smaterializzare. Non l'hanno mai fatto, e se si fossero spaccati...-
La frase si spense in un mormorio,
ed Hermione prese a fissarsi le scarpe.
-Quando tornerai da loro?- chiese ad
un tratto Ron.
La ragazza sollevò gli occhi,
stupita.
-Da loro?- disse piano -Io... non lo
so, gli ho detto che sarei rimasta qui per l'estate. Ho pensato
che...- arrossì di botto -che potesse farti star meglio,
avere qui
me e Harry.-
Finalmente Ron si voltò a
guardarla.
La vide tormentarsi una ciocca di
capelli, a disagio.
-Hermione- disse -Voglio... voglio
parlarti di una cosa.-
Lei annuì con foga, raddrizzando la
schiena, e lanciò uno sguardo automatico alla collina
lì accanto.
Seguendo i suoi occhi, Ron capì.
Lì nel boschetto, metri e metri
sotto la terra umida, riposava Fred.
Forse pensava che volesse parlarle
di quello.
-Non è di Fred che voglio parlarti-
si affrettò a dire.
Gli occhi di Hermione si
spalancarono.
Assunse un'espressione perplessa,
come a dire “E di cos'altro potresti aver voglia di
parlarmi?”
Ron si schiarì la voce.
Tutto ad un tratto avvertiva un vago
disagio,ma aveva quella domanda intrappolata in gola da tempo, ed era
più che mai determinato a tirarla fuori.
-Hermione- iniziò di nuovo,
fissandosi le mani -Perchè mi hai baciato?-
Nel
momento stesso in cui sentì le
orecchie prendergli fuoco, lanciò un'occhiata veloce ad
Hermione e
vide che era diventata paonazza.
La ragazza batté le palpebre
diverse volte, come se non fosse stata certa di aver capito bene.
Quando finalmente parlò, aveva la
voce innaturalmente acuta.
-Q-questa- balbettò -Questa...
insomma Ron, ma che domanda è?!-
Ron alzò le spalle.
-E' una domanda- rispose -E
vorrei... vorrei una risposta da te.-
Ci fu qualche istante di teso
silenzio, in cui nessuno dei due sembrava aver voglia di guardare
l'altro.
Poi Hermione fece un piccolo
sospiro.
-Avevo paura.- disse piano -Temevo
che se non l'avessi fatto in quel momento non avrei più...
insomma,
sai, stavamo per uscire a combattere e... e tu hai detto quella cosa
sugli elfi domestici, e io...-
Tacque di botto e, se possibile,
divenne ancora più rossa.
-Avrei dovuto farlo io.-
La voce di Ron suonò un po' incerta
quando parlò di nuovo.
Hermione gli lanciò un'occhiata
confusa e lui scosse il capo.
-Avrei dovuto... anzi, avrei voluto
baciarti io. Ma non l'ho fatto. Sei sempre stata tu la più
coraggiosa tra i due.-
Hermione sospirò e gli posò una
mano su una gamba.
-Oh Ron- mormorò -Non è vero. Tu
sei tanto coraggioso.... No, dico davvero!- protestò decisa
quando
lui fece un sorrisetto di scherno. -Nemmeno immagini quanto tu sia
coraggioso, Ron. Io... io non so cosa avrei fatto senza di te. Avevo
bisogno di te.- arrossì -E ho ancora bisogno di te.-
Ron sollevò gli occhi azzurri e li
puntò in quelli marroni di lei.
-Avrei dovuto baciarti io- ripeté,
prendendole la mano -E invece non l'ho fatto-
Hermione si morse il labbro
inferiore.
-Sai... non è mai troppo tardi...-
disse piano, imbarazzata ma decisa.
E fu allora che Ron sentì qualcosa
montare dentro di sé.
Senza più nemmeno un attimo di
esitazione, prese il viso di Hermione tra le mani e la bacio.
Le loro
labbra inesperte si
cercavano, si trovavano, si sfioravano e poi lambivano con maggior
sicurezza.
Sentiva Hermione tremare, non certo
per il vento che spettinava loro i capelli, e anche lui
rabbrividì
quando la ragazza gli sfiorò il collo e i capelli con le
mani
piccole.
La bolla soffocante che opprimeva
Ron da tempo esplose.
Finalmente poteva respirare a pieni
polmoni, respirare l'aria fresca, il profumo di Hermione.
Continuando a baciarla la strinse a
sé, e solo dopo molto tempo lei scansò appena la
testa e lo guardò,
gli occhi grandi e sorridenti, le guance rosse.
-Sono io ad avere bisogno di te- le
disse Ron tenendola stretta -E' sempre stato così.-
Lei sorrise e gli sfiorò una mano.
-Abbiamo bisogno l'uno dell'altra-
lo corresse sottovoce.
-E' sempre stato così. E sarà
sempre così.-
-...Ron,
stai
ancora dormendo?!-
Spaventato, Ron
fece un balzo dal letto.
Harry aveva
spalancato le tende del baldacchino e lo fissava, perplesso.
-E' un quarto d'ora
che ti parlo- protestò -Mi stavi ascoltando?-
Imbarazzato, Ron
prese a cercare qualcosa nel baule, a casaccio.
-No, stavo, um...
mi ero assopito...- balbettò.
Harry sospirò e
scosse il capo.
-Sei sempre il
solito. Dai muoviti, subito dopo colazione abbiamo la prima lezione
con la nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure!-
-Arrivo subito
Harry, scendi pure- rispose Ron, infilandosi la camicia della divisa
-Ti raggiungo tra un minuto!-
Harry gli lanciò
un'ultimo sguardo perplesso, poi alzò le spalle e
uscì dal
dormitorio.
Ron sedette sul
letto e sorrise.
Aveva bisogno
ancora di qualche minuto per strappare via la mente dalla serata
ventosa alla Tana.
*
-Professoressa...
Dianne... Framboos...-
Mano a mano che la donna scandiva la frase, le parole comparivano sulla
lavagna.
-Nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure ed ex collaboratrice
degli Auror!-
Con un ultimo svolazzo della bacchetta mise un punto, poi sedette
dietro la scrivania ed accavallò le gambe.
-Allora!- esordì con un sorriso -Voi siete i ragazzi del
settimo
anno,eh? La preside mi ha informata che siete molto brillanti,
perciò ho alte aspettative su di voi!-
Gli studenti si lanciarono sguardi curiosi e perplessi.
-Molto bene!- continuò lei sfregandosi le mani -Non vedo
l'ora
di iniziare a lavorare con voi... Ah, ma vedo una mano alzata!
Sì?-
Senza che nessuno se ne stupisse, Hermione aveva alzato la mano, e
fissava l'insegnante.
-Ecco, mi chiedevo soltanto- disse -Se potesse darci qualche
delucidazione sulla sua carriera pre insegnamento.-
Ron le lanciò uno sguardo confuso, così come
metà della classe.
L'insegnante fece un sorrisetto.
-Il suo nome, signorina?-
-Granger!- rispose in fretta Hermione -Hermione Granger!-
-Hermione Granger...- ripetè lentamente l'insegnante,
scrutandola coi suoi occhi neri -Hai un bellissimo nome, Hermione.-
La ragazza arrossì un po', ma non abbassò lo
sguardo.
-Mi scusi, professoressa...-
Stavolta fu Harry a parlare, e molte teste si voltarono verso di lui.
-Credo che... sì insomma, se lei è d'accordo,
credo che
Hermione abbia ragione, sarebbe utile sapere qualcosa in più
su
di lei. Non è curiosità o mancanza di rispetto-
si
sbrigò ad aggiungere -E' solo che, sa... non abbiamo mai
avuto
troppa fortuna con gli insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure...-
La professoressa Framboos lo fissò in silenzio per qualche
secondo.
Harry deglutì; forse aveva esagerato.
Ma poi, stupendo tutti, la donna scoppio a ridere.
Una bella risata aperta che riempì l'aula.
-Mi perdoni se non le chiedo il suo nome, signor Potter, ma credo di
conoscerla già!- disse sempre ridendo.
-E sa una cosa? Lei e la signorina Granger avete ragione! -
Fece un grande sorriso, si alzò in piedi e si
poggiò alla cattedra, guardandoli tutti in faccia.
-Molto bene. Come vi ho detto ho collaborato con gli Auror, e forse
vorrete sapere di cosa mi sono occupata di preciso.-
Fece una piccola pausa, in cui gli occhi di tutti i ragazzi la
fissavano avidi.
Poi sorrise di nuovo.
-Sono una ex cacciatrice di vampiri!-
Quasi tutti gli studenti trattennero il fiato.
Poi presero a parlottare tra loro, colpiti. L'intera aula era pervasa
dall'eccitazione; Ron fissava Harry con gli occhi sgranati per
l'emozione.
Soltanto Hermione non sembrava particolarmente entusiasta. Semmai
decisamente contrariata.
-Mi scusi!- disse di nuovo, alzando la voce per sovrastare il caos.
La professoressa li richiamò all'ordine e poi fece cenno ad
Hermione di proseguire.
La ragazza si schiarì la voce.
-Perchè dare la caccia ad altre creature? Voglio dire, non
lo
trovo giusto. Ho letto che i rapporti con i vampiri nel corso dei
secoli sono stati spesso problematici, ma pensavo si fosse giunti ad un
accordo, o sbaglio?-
La professoressa Framboos sedette sulla cattedra con grazia.
-Apprezzo molto il suo punto di vista, signorina Granger. E
sono completamente d'accordo con lei. Ho sempre
detestato
profondamente i soprusi e le disuguaglianze tra le diverse creature
viventi.-
Hermione parve ancora più confusa.
-Ad ogni modo- proseguì l'insegnante -Non tutti i vampiri
si sono attenuti al patto del 1336. E molti di loro
continuano ad
attaccare e sterminare interi villaggi. Sia magici che babbani.-
Un brivido attraversò l'intera classe, mentre con gli occhi
sgranati osservavano la donna.
-Il mio compito e quello degli altri cacciatori è, o nel mio
caso era, fermare gli attacchi. Non uccidiamo i vampiri per
divertimento. Anzi, finchè ci è possibile
evitiamo di
fargli del male. Ma se si ribellano, se non intendono
fermarsi o
se ci attaccano... ZAC!-
fece
un gesto esplicito che li fece trasalire -Siamo obbligati a colpire. E
vi assicuro che non è piacevole impalare qualcuno, neanche
il
più feroce tra i criminali.-
Un silenzio meditabondo cadde sull'aula.
La Framboos fece un sorrisetto e spinse indietro i capelli neri.
-Bene, c'è qualche altra domanda?-
Ma in quel momento la campanella trillò, e molti di loro
protestarono: Sì, evidentemente c'era qualche altra domanda,
e
più di una.
-Su su!- li esortò l'insegnante alzandosi in piedi -Avremo
tempo
e modo di chiarire qualsiasi vostro dubbio! Ora andate alle altre
lezioni, coraggio!-
In un chiacchiericcio concitato, tutti si alzarono sfregando le sedie
sul pavimento, raccolsero le borse ed uscirono dall'aula.
-Miseriaccia! Sa il fatto suo, eh?- disse Ron eccitato quando furono
nel corridoio.
Harry annuì e aprì la bocca, ma Hermione fu
più rapida.
-Non sono sicura che mi piaccia!- protestò -Una cacciatrice
di
vampiri! Oh insomma, ma perchè dobbiamo avere sempre un
insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure con un lato sinistro della
propria personalità?!-
-Ma dai Hermione, sembra veramente in gamba.- disse Harry- Secondo me
cambierai idea sul suo conto.-
Ron annuì.
-Anche secondo me è davvero forte. Insomma, a me piace,
è davvero una figata!-
Hermione si voltò a guardarlo, furiosa.
-Dici così solo perchè è bella!-
sbottò.
-Ah, non posso crederci!- rise -Sei gelosa di un'insegnante!-
-Non sono gelosa!- protestò lei, rossa d'imbarazzo e d'indignazione.
-E' gelosa- disse Ron ad Harry con l'espressione di uno che la sa lunga.
Poi cinse Hermione con un braccio, ridendo, mentre lei cercava di svignarsela.
-E dai, dammi un bacio gelosona!-
Harry restò un pò indietro, e sorrise osservando Hermione che si divincolava e Ron che cercava di placcarla.
Era felice per loro, e lo era davvero.
All'inizio aveva paura che la loro relazione potesse stravolgere il loro rapporto d'amicizia, che tutto potesse cambiare.
Ma il rapporto di Ron ed Hermione era rimasto quasi lo stesso, fatto di frecciatine e battibecchi.
Erano solo più teneri l'uno con l'altra, ed ogni tanto Harry beccava uno dei due fissare l'altro con aria sognante (Ma d'altronde questo accadeva già da anni).
Non l'avevano mai fatto sentire escluso o di troppo, e le loro effusioni pubbliche erano quasi pari a zero.
Harry provò un profondo moto di gratitudine e d'affetto per i due amici.
E quando vide Ron riuscire finalmente a stampare un bacio sulle labbra di Hermione e lei rispondere con un pugno ed una risata, non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
Certe cose non sarebbero cambiate proprio mai.
-------------------------------------------------*
Mentre scrivevo questo capitolo ho divorato qualcosa come un chilo di pizza, quindi se diventerò una grassona sarà tutta colpa vostra! u_u
Come vanno le vostre vacanze? Splendide splendenti?
Le mie proprio no ._.
Dopo domani però parto anche io, finalmente! Il Primo Agosto ho un matrimonio!
Sì, mio cugino si sposa lo stesso giorno di Bill e Fleur!
E casa di mia nonna somiglierà spaventosamente alla Tana, dato che staremo stipati lì dentro tipo in 25!
Mi ritrovo sempre coinvolta in queste situazioni Potteresche xD
Oh, a proposito della mia partenza, starò via per un pò, e se lì non c'è la Wi Fi il prossimo aggiornamento tarderà un pochino ad arrivare.
Bene, vi lascio!
Pensatemi l' 1 agosto, avrò bisogno di sostegno psicologico strizzata nel mio vestito, con millemila ferretti nei capelli e barcollante sui tacchi! :S
Un bacetto e a presto! ^^
Miza
PS: CHI NON RECENSISCE PUZZA!!!! xP