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Autore: Miza    28/07/2011    39 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Triwiz2



Capitolo Due:
Memories: Waiting, Telling, Kissing.







Un silenzio sonnacchioso riempiva il dormitorio maschile di Grifondoro, il mattino seguente.
Ron aprì gli occhi nella luce dorata
offuscata dal pesante velluto delle tende del suo baldacchino.
Per qualche istante si sentì stordito, tanto che dovette tirarsi su a sedere e battere le palpebre diverse volte.
Gli ci volle un pò per ricordare che si trovava nel suo letto, ad Hogwarts.
Era tornato.
Era tornato ed era al sicuro, e aveva un anno intero da trascorrere con Harry ed Hermione.
Hermione.
Pensare al suo nome gli strappò un sorriso.
Aveva ancora difficoltà nel credere davvero che, finalmente, fosse sua.
Ed ogni volta che se ne ricordava una piccola, folle fitta di felicità si impadroniva di lui.
La stessa fitta di quel primo Maggio, durante la guerra, nel quale lei lo aveva baciato nella Stanza delle Necessità.
La stessa fitta di quella sera, alla Tana, durante l'estate appena trascorsa.
Sembrava passata un'infnità di tempo, e al tempo stesso sembrava fosse accaduto soltanto il giorno precedente.
Lentamente il ricordo riaffiorò in lui, e Ron vi si abbandonò tornando a sdraiarsi sui cuscini.


Era finito tutto.
Era finita per davvero.
Era passato tutto talmente in fretta che quasi non se ne era accorto.
La fine della guerra, il funerale dei caduti in riva al Lago Nero, il ritorno a casa con la salma di Fred.
Ron aveva vissuto tutto ciò come prigioniero di una bolla.
Tutto sembrava appartenere alla vita di un altro.


Pochi giorni dopo erano tornati alla Tana, tutti quanti.
Anche Harry e Hermione.
I due amici però avevano dovuto assentarsi per qualche giorno:
Harry voleva tornare in Grimmauld Place e a Godric's Hollow, sistemare delle faccende; e si sentiva in dovere di recarsi dalla mamma di Tonks e da Ted, il suo figlioccio.
Hermione, dal canto suo, doveva andare in Australia, ritrovare i suoi genitori e riportarli a casa.
-Torneremo presto, Ron- gli avevano detto entrambi, quando si era proposto di accompagnare sia uno che l'altra.
-E' questione di pochi giorni, adesso che sappiamo perfettamente gestire la smaterializzazione- aveva aggiunto Hermione.
Harry aveva annuito.
-Resta qui con la tua famiglia, Ron- aveva detto piano -Hanno bisogno di te.-
Ron si era limitato ad alzare le spalle.
Non aveva avuto il coraggio di confessare che era proprio da quello che voleva fuggire.
Dalle lacrime di sua madre.
Dagli sguardi persi di suo padre.
Dal silenzio di George.
Ma era rimasto lì con la sua famiglia, perchè in fondo Harry aveva ragione.

I giorni senza di loro erano trascorsi con una lentezza esasperante, tuttavia Harry era tornato presto, con la promessa di trascorrere lì il resto dell'estate.
Ron gli fu davvero grato.
Ma di Hermione nessuna traccia.
E Ron, intanto, continuava a sentirsi soffocare nella sua bolla di nulla.
Tanto che una notte dovette uscire di casa per lenire la sensazione di claustrofobia che si stava impadronendo di lui.
In silenzio, senza svegliare Harry che dormiva accanto a lui, uscì dalla stanza.
Scese la scale quasi correndo, bisognoso d'ossigeno com'era.
Quando spalancò la porta sul retro sentì l'aria fresca della notte spettinargli i capelli.
Inspirò a fondo, grato, e sedette sui gradini di legno della piccola veranda.
Le stelle bruciavano sopra di lui, piccole schegge di cristallo intrappolate in quell'immenso velluto nero.
Osservò il giardino buio, beandosi del vento gentile che increspava l'erba e carezzava la sua pelle.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì fuori quando uno schiocco sonoro lo fece trasalire.
Alzò lo sguardo, allarmato, distinguendo una figura che si era chiaramente materializzata pochi metri più in là.
Stava per balzare in piedi e urlare qualche avvertimento quando la riconobbe.
Era Hermione.
Era tornata, i capelli gonfi di vento, un borsone in spalla, la pelle d'oca per l'abito troppo leggero.
Avrebbe voluto alzarsi, correrle incontro e abbracciarla.
Invece si limitò a rimanere seduto ed osservarla in silenzio.
Hermione si avvicinò lentamente, guardandolo cauta.
Si tolse il borsone dalla spalla e lo lasciò cadere con un tonfo, poi sedette accanto a lui.
-Ciao- disse, dopo qualche istante di silenzio.
Pur continuando a fissare il prato, Ron poteva sentire il suo sguardo su di sé.
-Sei tornata- sentì dire alla propria voce.
Che affermazione stupida.
Certo che era tornata.
Hermione, dalla quale si era aspettato come minimo un'alzata di occhi al cielo, continuò a guardarlo in silenzio.
-Ci è voluto un po' di tempo, sai- disse piano, abbracciandosi le ginocchia. -Trovarli non è stato troppo difficile, ma riuscire a fargli tornare la memoria senza farmi scoprire è stato complicato. Poi ho dovuto spiegargli tutto. Be', non proprio tutto- si corresse, aggrottando la fronte -Insomma, non ho voluto turbarli troppo.-
Ron annuì appena, lo sguardo fisso davanti a sé.
Hermione esitò per un momento prima di continuare.
-Poi per tornare abbiamo dovuto prendere l'aereo, sai, non me la sono sentita di farli smaterializzare. Non l'hanno mai fatto, e se si fossero spaccati...-
La frase si spense in un mormorio, ed Hermione prese a fissarsi le scarpe.


-Quando tornerai da loro?- chiese ad un tratto Ron.
La ragazza sollevò gli occhi, stupita.
-Da loro?- disse piano -Io... non lo so, gli ho detto che sarei rimasta qui per l'estate. Ho pensato che...- arrossì di botto -che potesse farti star meglio, avere qui me e Harry.-
Finalmente Ron si voltò a guardarla.
La vide tormentarsi una ciocca di capelli, a disagio.
-Hermione- disse -Voglio... voglio parlarti di una cosa.-
Lei annuì con foga, raddrizzando la schiena, e lanciò uno sguardo automatico alla collina lì accanto.
Seguendo i suoi occhi, Ron capì.
Lì nel boschetto, metri e metri sotto la terra umida, riposava Fred.
Forse pensava che volesse parlarle di quello.
-Non è di Fred che voglio parlarti- si affrettò a dire.
Gli occhi di Hermione si spalancarono.
Assunse un'espressione perplessa, come a dire “E di cos'altro potresti aver voglia di parlarmi?”
Ron si schiarì la voce.
Tutto ad un tratto avvertiva un vago disagio,ma aveva quella domanda intrappolata in gola da tempo, ed era più che mai determinato a tirarla fuori.
-Hermione- iniziò di nuovo, fissandosi le mani -Perchè mi hai baciato?-

Nel momento stesso in cui sentì le orecchie prendergli fuoco, lanciò un'occhiata veloce ad Hermione e vide che era diventata paonazza.
La ragazza batté le palpebre diverse volte, come se non fosse stata certa di aver capito bene.
Quando finalmente parlò, aveva la voce innaturalmente acuta.
-Q-questa- balbettò -Questa... insomma Ron, ma che domanda è?!-
Ron alzò le spalle.
-E' una domanda- rispose -E vorrei... vorrei una risposta da te.-
Ci fu qualche istante di teso silenzio, in cui nessuno dei due sembrava aver voglia di guardare l'altro.
Poi Hermione fece un piccolo sospiro.
-Avevo paura.- disse piano -Temevo che se non l'avessi fatto in quel momento non avrei più... insomma, sai, stavamo per uscire a combattere e... e tu hai detto quella cosa sugli elfi domestici, e io...-
Tacque di botto e, se possibile, divenne ancora più rossa.
-Avrei dovuto farlo io.-
La voce di Ron suonò un po' incerta quando parlò di nuovo.
Hermione gli lanciò un'occhiata confusa e lui scosse il capo.
-Avrei dovuto... anzi, avrei voluto baciarti io. Ma non l'ho fatto. Sei sempre stata tu la più coraggiosa tra i due.-
Hermione sospirò e gli posò una mano su una gamba.
-Oh Ron- mormorò -Non è vero. Tu sei tanto coraggioso.... No, dico davvero!- protestò decisa quando lui fece un sorrisetto di scherno. -Nemmeno immagini quanto tu sia coraggioso, Ron. Io... io non so cosa avrei fatto senza di te. Avevo bisogno di te.- arrossì -E ho ancora bisogno di te.-
Ron sollevò gli occhi azzurri e li puntò in quelli marroni di lei.
-Avrei dovuto baciarti io- ripeté, prendendole la mano -E invece non l'ho fatto-
Hermione si morse il labbro inferiore.
-Sai... non è mai troppo tardi...- disse piano, imbarazzata ma decisa.
E fu allora che Ron sentì qualcosa montare dentro di sé.
Senza più nemmeno un attimo di esitazione, prese il viso di Hermione tra le mani e la bacio.

Le loro labbra inesperte si cercavano, si trovavano, si sfioravano e poi lambivano con maggior sicurezza.
Sentiva Hermione tremare, non certo per il vento che spettinava loro i capelli, e anche lui rabbrividì quando la ragazza gli sfiorò il collo e i capelli con le mani piccole.
La bolla soffocante che opprimeva Ron da tempo esplose.
Finalmente poteva respirare a pieni polmoni, respirare l'aria fresca, il profumo di Hermione.
Continuando a baciarla la strinse a sé, e solo dopo molto tempo lei scansò appena la testa e lo guardò, gli occhi grandi e sorridenti, le guance rosse.
-Sono io ad avere bisogno di te- le disse Ron tenendola stretta -E' sempre stato così.-
Lei sorrise e gli sfiorò una mano.
-Abbiamo bisogno l'uno dell'altra- lo corresse sottovoce.
-E' sempre stato così. E sarà sempre così.-



-...Ron, stai ancora dormendo?!-
Spaventato, Ron fece un balzo dal letto.
Harry aveva spalancato le tende del baldacchino e lo fissava, perplesso.
-E' un quarto d'ora che ti parlo- protestò -Mi stavi ascoltando?-
Imbarazzato, Ron prese a cercare qualcosa nel baule, a casaccio.
-No, stavo, um... mi ero assopito...- balbettò.
Harry sospirò e scosse il capo.
-Sei sempre il solito. Dai muoviti, subito dopo colazione abbiamo la prima lezione con la nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure!-
-Arrivo subito Harry, scendi pure- rispose Ron, infilandosi la camicia della divisa -Ti raggiungo tra un minuto!-
Harry gli lanciò un'ultimo sguardo perplesso, poi alzò le spalle e uscì dal dormitorio.
Ron sedette sul letto e sorrise.
Aveva bisogno ancora di qualche minuto per strappare via la mente dalla serata ventosa alla Tana.


*

-Professoressa... Dianne... Framboos...- 
Mano a mano che la donna scandiva la frase, le parole comparivano sulla lavagna.
-Nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure ed ex collaboratrice degli Auror!-
Con un ultimo svolazzo della bacchetta mise un punto, poi sedette dietro la scrivania ed accavallò le gambe.
-Allora!- esordì con un sorriso -Voi siete i ragazzi del settimo anno,eh? La preside mi ha informata che siete molto brillanti, perciò ho alte aspettative su di voi!-
Gli studenti si lanciarono sguardi curiosi e perplessi.
-Molto bene!- continuò lei sfregandosi le mani -Non vedo l'ora di iniziare a lavorare con voi... Ah, ma vedo una mano alzata! Sì?-
Senza che nessuno se ne stupisse, Hermione aveva alzato la mano, e fissava l'insegnante.
-Ecco, mi chiedevo soltanto- disse -Se potesse darci qualche delucidazione sulla sua carriera pre insegnamento.-
Ron le lanciò uno sguardo confuso, così come metà della classe.
L'insegnante fece un sorrisetto.
-Il suo nome, signorina?-
-Granger!- rispose in fretta Hermione -Hermione Granger!-
-Hermione Granger...- ripetè lentamente l'insegnante, scrutandola coi suoi occhi neri -Hai un bellissimo nome, Hermione.-
La ragazza arrossì un po', ma non abbassò lo sguardo.
-Mi scusi, professoressa...-
Stavolta fu Harry a parlare, e molte teste si voltarono verso di lui.
-Credo che... sì insomma, se lei è d'accordo, credo che Hermione abbia ragione, sarebbe utile sapere qualcosa in più su di lei. Non è curiosità o mancanza di rispetto- si sbrigò ad aggiungere -E' solo che, sa... non abbiamo mai avuto troppa fortuna con gli insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure...-
La professoressa Framboos lo fissò in silenzio per qualche secondo.
Harry deglutì; forse aveva esagerato.
Ma poi, stupendo tutti, la donna scoppio a ridere.
Una bella risata aperta che riempì l'aula.
-Mi perdoni se non le chiedo il suo nome, signor Potter, ma credo di conoscerla già!- disse sempre ridendo.
-E sa una cosa? Lei e la signorina Granger avete ragione! -
Fece un grande sorriso, si alzò in piedi e si poggiò alla cattedra, guardandoli tutti in faccia.
-Molto bene. Come vi ho detto ho collaborato con gli Auror, e forse vorrete sapere di cosa mi sono occupata di preciso.-
Fece una piccola pausa, in cui gli occhi di tutti i ragazzi la fissavano avidi.
Poi sorrise di nuovo.
-Sono una ex cacciatrice di vampiri!-
Quasi tutti gli studenti trattennero il fiato.
Poi presero a parlottare tra loro, colpiti. L'intera aula era pervasa dall'eccitazione; Ron fissava Harry con gli occhi sgranati per l'emozione.
Soltanto Hermione non sembrava particolarmente entusiasta. Semmai decisamente contrariata.
-Mi scusi!- disse di nuovo, alzando la voce per sovrastare il caos.
La professoressa li richiamò all'ordine e poi fece cenno ad Hermione di proseguire.
La ragazza si schiarì la voce.
-Perchè dare la caccia ad altre creature? Voglio dire, non lo trovo giusto. Ho letto che i rapporti con i vampiri nel corso dei secoli sono stati spesso problematici, ma pensavo si fosse giunti ad un accordo, o sbaglio?-
La professoressa Framboos sedette sulla cattedra con grazia.
-Apprezzo molto il suo punto di vista, signorina Granger. E sono completamente d'accordo con lei. Ho sempre detestato profondamente i soprusi e le disuguaglianze tra le diverse creature viventi.-
Hermione parve ancora più confusa.
-Ad ogni modo- proseguì l'insegnante -Non tutti i vampiri  si sono attenuti al patto del 1336. E molti di loro continuano ad attaccare e sterminare interi villaggi. Sia magici che babbani.-
Un brivido attraversò l'intera classe, mentre con gli occhi sgranati osservavano la donna.
-Il mio compito e quello degli altri cacciatori è, o nel mio caso era, fermare gli attacchi. Non uccidiamo i vampiri per divertimento. Anzi, finchè ci è possibile evitiamo di  fargli del male. Ma se si ribellano, se non intendono fermarsi o se ci attaccano... ZAC!- fece un gesto esplicito che li fece trasalire -Siamo obbligati a colpire. E vi assicuro che non è piacevole impalare qualcuno, neanche il più feroce tra i criminali.-
Un silenzio meditabondo cadde sull'aula.
La Framboos fece un sorrisetto e spinse indietro i capelli neri.
-Bene, c'è qualche altra domanda?-
Ma in quel momento la campanella trillò, e molti di loro protestarono: Sì, evidentemente c'era qualche altra domanda, e più di una.
-Su su!- li esortò l'insegnante alzandosi in piedi -Avremo tempo e modo di chiarire qualsiasi vostro dubbio! Ora andate alle altre lezioni, coraggio!-
In un chiacchiericcio concitato, tutti si alzarono sfregando le sedie sul pavimento, raccolsero le borse ed uscirono dall'aula.
-Miseriaccia! Sa il fatto suo, eh?- disse Ron eccitato quando furono nel corridoio.
Harry annuì e aprì la bocca, ma Hermione fu più rapida.
-Non sono sicura che mi piaccia!- protestò -Una cacciatrice di vampiri! Oh insomma, ma perchè dobbiamo avere sempre un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure con un lato sinistro della propria personalità?!-
-Ma dai Hermione, sembra veramente in gamba.- disse Harry- Secondo me cambierai idea sul suo conto.-
Ron annuì.
-Anche secondo me è davvero forte. Insomma, a me piace, è davvero una figata!-
Hermione si voltò a guardarlo, furiosa.
-Dici così solo perchè è bella!- sbottò.

Ron rimase interdetto per un istante. Poi scoppiò a ridere.
-Ah, non posso crederci!- rise -Sei gelosa di un'insegnante!-
-Non sono gelosa!-  protestò lei, rossa d'imbarazzo e d'indignazione.
-E' gelosa- disse Ron ad Harry con l'espressione di uno che la sa lunga.
Poi cinse Hermione con un braccio, ridendo, mentre lei cercava di svignarsela.
-E dai, dammi un bacio gelosona!-
Harry restò un pò indietro, e sorrise osservando Hermione che si divincolava e Ron che cercava di placcarla.
Era felice per loro, e lo era davvero.
All'inizio aveva paura che la loro relazione potesse stravolgere il loro rapporto d'amicizia, che tutto potesse cambiare.
Ma il rapporto di Ron ed Hermione era rimasto quasi lo stesso, fatto di frecciatine e battibecchi.
Erano solo più teneri l'uno con l'altra, ed ogni tanto Harry beccava uno dei due fissare l'altro con aria sognante (Ma d'altronde questo accadeva già da anni).
Non l'avevano mai fatto sentire escluso o di troppo, e le loro effusioni pubbliche erano quasi pari a zero.
Harry provò un profondo moto di gratitudine e d'affetto per i due amici.
E quando vide Ron riuscire finalmente a stampare un bacio sulle labbra di Hermione e lei rispondere con un pugno ed una risata, non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
Certe cose non sarebbero cambiate proprio mai.











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Mentre scrivevo questo capitolo ho divorato qualcosa come un chilo di pizza, quindi se diventerò una grassona sarà tutta colpa vostra! u_u
Come vanno le vostre vacanze? Splendide splendenti?
Le mie proprio no ._.
Dopo domani però parto anche io, finalmente! Il Primo Agosto ho un matrimonio!
Sì, mio cugino si sposa lo stesso giorno di Bill e Fleur!
 E casa di mia nonna somiglierà spaventosamente alla Tana, dato che staremo stipati lì dentro tipo in 25!
Mi ritrovo sempre coinvolta in queste situazioni Potteresche xD
Oh, a proposito della mia partenza, starò via per un pò, e se lì non c'è la Wi Fi il prossimo aggiornamento tarderà un pochino ad arrivare.
Bene, vi lascio!
Pensatemi l' 1 agosto, avrò bisogno di sostegno psicologico strizzata nel mio vestito, con millemila ferretti nei capelli e barcollante sui tacchi! :S

Un bacetto e a presto! ^^

Miza

PS: CHI NON RECENSISCE PUZZA!!!!    xP
   
 
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