Quella
volta l’odore acre del fumo gli aveva raggiunto impietoso le
narici,
riempiendogli il petto quasi a soffocarlo, e i suoi polmoni si
colmarono di
quella densa nuvola nera che si stagliava dal rogo innalzato al centro
della
piazza.
Ben presto, il puzzo di carne bruciata si aggiunse ad esso,
risvegliando in lui
un forte senso di nausea, causandogli un capogiro, tanto che
faticò a tenersi
in piedi, imponendosi di non distogliere mai lo sguardo, nonostante la
vista
gli fosse stata annebbiata dalle lacrime.
Lei lo stava guardando...
Dal cima di quel macabro altare stava lei, arsa tra le fiamme,
illuminata da un
luce quasi divina che discendeva dall’alto sul suo corpo,
squarciando le dense
nubi di quella giornata grigia, quasi fosse lo stesso cielo a
rattristarsi per
la sua tragica fine.
Lei non piangeva, non chiedeva pietà, nonostante il dolore
che la straziava,
semplicemente continuava a guardarlo, concentrandosi su di lui come se
fosse
l'unico presente al raccapricciante spettacolo, come se non vi fossero
neppure
il fuoco a consumarla. L'osservava intensamente, quasi volesse
imprimersi per
sempre nella memoria il ricordo del suo viso, cosi da poterlo portare
con se
nella prossima vita, o in quel cielo sopra alla loro teste, ovunque
stesse
andando, magari al fianco di quel dio che l’aveva portata a
quelle fiamme.
- Dio mi ha detto che ti avrei incontrato...-
furono le prime parole
pronunciate dalle sue labbra ancora acerbe, da ragazzina, al loro primo
incontro,
- E forse ti ha anche detto come vincere questa guerra?..-
l’aveva
denigrata lui, ancora cosi stupido e diffidente di fronte a quella che
era poco
più di una bambina,
- Non sarò di certo io a rivoltare le sorti di
questa battaglia che dura da
più di un secolo, il compito affidatomi da dio è
un altro- aveva
continuato ignorando le sue parole, o forse non cogliendo il sarcasmo
nascosto
in esse, -... Io sono qui per risollevare il
“tuo” spirito mio caro Francia,
dilaniato e sminuzzata da questa infinita guerra-
- L’unico modo che hai per
“risollevarmi” è portando
l’intera Francia alla
vittoria- aveva replicato acidamente questi, sfidandola e
guardandola
dall’altro in basso.
"Adesso se ne andrà con la coda tra le gambe",
si era detto,
ma si sbagliava.
- Se questo è l’unico modo, cosi sia...
Correggo la mia precedente
affermazione: sarò io a portare la Francia alla vittoria!-
esclamò lei
portando in alto il braccio, quasi avesse un invisibile spada in pugno
e stesse
facendo un giuramento al cielo limpido di quel mattino primaverile.
- Cosa dici, sei solo una bambina, e per di più
una femmina, dovresti essere
a casa ad aiutare tua madre e non qui a parlare di cosa ti ha detto
dio! Ti
potrebbero prendere per un eretica- provò a
dissuaderla il francese, ma non
vi ormai più nulla da fare,
- Io sono Jeanne, è un piacere conoscerti Francis-
si era infine
presentata sorridendogli.
Sembrava cosi luminosa quando sorrideva a quel modo, nemmeno brillasse
di luce
propria, avrebbe pensato in seguito Francia.
Ed ora stava Jeanne sul quel rogo, a concludere tra atroci sofferenza
quella
sua fin troppo breve esistenza e tutto per cosa, per lui?.. Solo per
lui?
La “voce di dio” come la chiamava Jeanne, le aveva
detto di aiutare il suo
spirito ormai decadente, e il giorno del loro primo incontro Francis
aveva
creduto che l’unico modo per salvarlo forse salvando le sorti
della Francia
intera, eppure ora, nel vedere il corpo di lei ridotto ad un cumulo di
cenere,
con una guerra ancora in atto, Francis capì che Jeanne aveva
adempiuto al
compito voluto per lei da dio.
Il dolore bruciava nel petto di Francis con la stessa forza di quel
fuoco
divoratore di carni. Ormai non aveva più tempo per
deprimersi!
Dalle stesse fiamme in cui aveva visto sparire Jeanne, avrebbe tratto
la forza
per vendicarla, per portare finalmente a termine quella stupida guerra.
Nemmeno più gli importava chi ne sarebbe uscito vincitore o
vinto, voleva solo
farla finita!
Il suo più grande desiderio in quel momento non stava nel
portare alla gloria
la Francia, non stava nel nobile sentimento che nutriva per la sua
Jeanna. Nel
suo petto vi era posto solo per la furia causata dalla sua profonda
perdita,
non vi era nemmeno più il dolore a bagnarli le guance, le
lacrime erano evaporate,
ingoiato dall'ira.
Voleva vendicare la propria eroina, l'eroina di tutta la Francia.
Ma stava mentendo.
Lui non voleva vendicare la Jeanna di tutta la nazione.
Francis voleva vendicare la propria Jeanne, quella che lo aveva salvato
si, ma
non nel campo di battaglia a menar fendenti, o a stagliarsi sui corpi
dei
nemici come lo stesso Francis aveva creduto, no.
Lo aveva salvato risvegliando il battito nel suo petto, rimasto sopito
per
troppo tempo, da cosi tanto da fargli persino dimenticare di possederlo
un
cuore.
Jeanne fu il primo "vero" amore di Francis.
E lui non era sicuro che ce ne sarebbero mai stati altri...
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Saaalve
^^ , non conosco troppo bene la coppia FrancisxJeanna, ma spero di non
aver
offeso nessun fan di questa coppia scrivendo su di loro xP (sapete
credo
fermamente nella regola: scrivi su quello che conosci... Forse con loro
ho un
pò azzardato xP )
Cmq volevo solo scusarmi per gli eventuali errori e sperare che questa
breve
one-shot vi sia piaciuta.
Il titolo disperazione è ovviamente riferito a Francis che
incomincia a desiderare vendetta, dimenticandosi persino della propria
nazione.
p.s: se qualcuno sta seguendo la mia FF "il ragno vinofilo" non si
preoccupi, la sto continuando, sto solo sviluppando un pò
lentamente la trama
sorry xP ...
Coomunque, ripeto: spero vi sia piaciuta e vi ringrazio per averla
letta,
PLEASE commentate ^^
bye-bye
e alla prossima ;-)))