Novembre 1980
-
Puoi ripetermi perché siamo qui?
Marlene
sbuffò, scuotendo vistosamente la testa.
-
Sir, hai presente cosa voglia dire “tacere”?
-
Non sono qui per approfondire la conoscenza della lingua inglese. Beh,
in tutta
onestà, approfondirei la conoscenza della tua…
La
ragazza, in un unico, elegante e fluido gesto, gli mollò uno
schiaffo in pieno
viso, ritraendo la mano subito dopo.
-
E smettila di guardarmi con quegli occhi da cane bastonato, Sir!-
esclamò,
stringendosi un po’ di più nel lungo mantello blu
notte. Sirius, al suo fianco,
alzò gli occhi al cielo e si mise a giocherellare con la sua
bacchetta, facendo
schizzare qua e là scintille rossicce.
-
Sir, Malocchio non ti ha insegnato proprio nulla, eh? Vuoi farci
scoprire?
-
Tanto siamo già nella fossa, McKinnon. E’ inutile
continuare a girare intorno
alla questione: qui schiatteremo tutti.
-
La prossima volta dirò a Malocchio di farmi fare il turno di
ronda qui a Villa
Malfoy con Lily. Almeno lei sa quando è tempo di tacere.
-
Non dureresti mezzo secondo con Evans, ragazza mia. Finireste bruciate
vive
nelle segrete di quel biondo da strapazzo- sibilò malevolo
lui, infilando una
mano nel mantello umido di pioggia. Marlene si appoggiò con
la testa al suo
braccio, reprimendo a stento uno sbadiglio. Sirius le passò
un braccio intorno
alle spalle, lei si adagiò meglio contro il suo petto.
-
Non credo che Tu-Sai-Chi stanotte verrà qui-
mormorò a bassa voce la ragazza,
giocando con una ciocca dei suoi capelli rossicci.
-
Non dopo quello che ha combinato Malfoy l’ultima
volta…- proseguì,
stropicciandosi gli occhi. Sirius, al suo fianco, rabbrividì
vistosamente.
-
Abbiamo avuto una botta di fortuna grande come tutta Londra. Se avesse
davvero
catturato Fabian, a quest’ora l’Ordine sarebbe
spacciato!- assentì Sirius,
lisciando le pieghe del mantello; alzò il capo verso le
stelle che sovrastavano
Villa Malfoy.
-
Questa storia del Custode Segreto e dell’Incanto Fidelius mi
sta mandando in
bestia!- sbottò Marlene e strinse le nocche così
tanto che le divennero bianche,
cadaveriche. Sirius allungò una mano verso la sua e le
distese le dita rigide
di paura e di freddo.
-
Siamo salvi, almeno per il momento. E’ tutto quello che
conta, no?- chiese
retoricamente Sirius. Poi prese nuovamente a cercare qualcosa nel suo
lungo
mantello.
-
Cosa vai cercando, Black?
-
Sigarette babbane. Ottime contro lo stress- rispose laconico lui, fin
quando
non tirò fuori un pacchetto da dieci umido
anch’esso.
-
Ne vuoi una, McKinnon?- le chiese, porgendole l’incarto
bianco e azzurro. Lei
ne prese una con un po’ di riluttanza, studiandone il filtro
ed il tabacco
odoroso.
-
Incendio!- mormorò poi, dando fuoco alla punta.
Aspirò, sperando che tutto quel
catrame le bucasse i polmoni. Almeno l’ultima cosa che
avrebbe visto sarebbe
stato il volto tirato di Sirius e non un lampo di luce verde. Per un
istante,
sul luogo del loro appostamento ad una cinquantina di metri dal
cancello di Villa
Malfoy, calò un tetro silenzio.
-
Marlene?
-
Cosa vuoi?
-
Mi stavo assicurando che tu fossi ancora sveglia. Sai, non vorrei dover
fuggire
trasportandomi un peso morto dietro!- mormorò giocosamente
lui. Evidentemente
Marlene trovò la sua ironia fuori luogo, perché
gli tirò un pugno contro il
braccio passato intorno alle sue spalle.
-
McKinnon, solo perché hai due anni più di me
questo non ti da il diritto di…
-
Oh, taci- sbottò lei, dandogli una gomitata nelle costole.
Un rumore secco li
fece improvvisamente voltare. Qualcuno si era Smaterializzato proprio a
pochi
metri dal grande cancello in ferro battuto. L’uomo
– la figura era troppo
massiccia per appartenere ad una donna- si guardò intorno
più volte prima di
puntare la propria bacchetta contro il ferro, che si contorse come
fosse stato
vivo. Nel momento esatto in cui si era voltato verso di loro, senza
tuttavia
poterli vedere a causa degli incantesimi di protezione, sul suo viso
era
brillata la maschera argentea da Mangiamorte. Marlene
rabbrividì e tese le
orecchie, evitando perfino di fare il più piccolo rumore.
Sirius tratteneva
pericolosamente il respiro. Il Mangiamorte, una volta che gli fu dato
il via
libera, scomparve lungo il viale che portava alla villa, lasciandosi
dietro
odore di morte e disperazione.
-
Quello doveva essere Travers…- mormorò Marlene,
quando la figura lontana
scomparve del tutto nell’oscurità.
-
Di ritorno da una delle sue scorribande contro i Babbani-
proseguì sicuro
Sirius, prendendo nuovamente a rovistare nel mantello.
-
Dio, Sir! Mi sembri Hagrid! Cosa vai cercando adesso?
In
tutta risposta, il ragazzo tirò fuori un pacchetto di
patatine abbastanza
malridotto.
-
Non mangiamo nulla dalle cinque di questo pomeriggio ed è
quasi mezzanotte-
spiegò lui, facendo spallucce. Solo allora Marlene si rese
conto del fatto che
effettivamente il suo stomaco stava tentando di farle capire di avere
fame.
Addentò il pacchetto con un che di animalesco e ne
strappò l’involucro.
-
Prego, Black!- esclamò poi, porgendogli la confezione
plastificata. Sirius
prese a mangiare rudemente.
-
Sei proprio un cane schifoso!- commentò lei, ritraendosi
dalla sua stretta ed
allontanandosi di qualche centimetro. Sirius non diede segno di aver
sentito,
perché continuò a ruminare le sue patatine in
silenzio. Nel silenzio della
notte non si sentiva altro rumore se non quello delle sue mandibole.
Dopo
qualche secondo Sirius parve ricordarsi che Marlene non stava ancora
mangiando.
Le porse una patatina, avvicinandola alle sue labbra scolorite e
secche. Lei la
afferrò tra i denti. Vi fu un attimo in cui il dito di
Sirius e le sue labbra
si sfiorarono appena ed in quel preciso istante lei ignorò
pesantemente il
brivido che l’aveva attraversata da capo a piedi. Sirius
scoppiò nella sua
tipica risata simile ad un latrato.
-
A cosa mi sono ridotto… Provarci con una scema
più grande di me!
Era
piegato in due dalle risate. Marlene, incupitasi, non rispose nemmeno
alle sue
provocazioni. Sirius continuò a mangiare e lei a rimanere in
silenzio, non
potendo ignorare il fatto che aveva realmente provato quel brivido. Ad
interrompere la loro meditazione silenziosa fu la comparsa di una
fenice
argentea, splendida nel suo piumaggio inconsistente.
“Dorcas
è morta. Al
quartier generale, adesso.”
La
voce di Silente, solitamente calma, era carica di apprensione. Gli
occhi di
Sirius e Marlene si incontrarono un attimo prima che la fenice
scomparisse in
un ultimo sbuffo argentato. Erano entrambi carichi di paura. La guerra
era
arrivata davvero. La morte di Dorcas aveva appena spalancato le porte
del vero
inferno.
***
-
E quindi è stato proprio Lei-Sa-Chi in persona a farla
fuori?- chiese
apprensivamente Alice rivolta al volto cupo di Silente. Lui, per una
volta
nella sua vita, non rispose. Le sottili mani del mago stringevano
convulsamente
i lembi della bacchetta; forse era realmente spaventato.
-
Io lo uccido!- continuava ad urlare Gideon, andando su e giù
per la grande
cucina di casa Paciock, non trovando pace. Lily stava singhiozzando su
una
sedia ed esalava lamenti da animale ferito.
-
Come è potuto succedere? Dorcas era una delle migliori!-
esclamò Sirius,
battendo violentemente un pugno sul tavolo di legno massiccio. Marlene,
al suo
fianco, era più pallida che mai.
-
Davanti al male della guerra, sono pochi quelli che conservano la
speranza-
proferì Silente, la voce che rimbombò nella tetra
cucina. Fabian alzò gli occhi
al cielo, stringendo i pugni con forza.
-
Cosa succederà? Come possiamo sapere che non abbia estorto a
Dorcas qualche
informazione sul nostro Incanto Fidelius?- domandò James,
lasciando che sua
moglie si adagiasse contro il suo petto.
-
Siamo ancora vivi. E’ la migliore garanzia che possiamo
avere- mormorò Silente,
più vecchio e stanco che mai. Sirius sbuffò
sonoramente.
-
Dobbiamo organizzare meglio la resistenza! I telegiornali babbani
continuano a
parlare di morti misteriose. Quella famigliola di sei persone nel Kant,
come
credete che sia morta, eh?
La
rabbia di Marlene sembrava totalmente fuori luogo.
-
Mio padre è stato fatto fuori una settimana fa! Mio
fratello, mia madre… Io!
Probabilmente stiamo per fare la stessa fine!- urlò la
ragazza, trattenendo a
stento le lacrime. Sembrava una ragazzina, indifesa davanti
l’ombra cupa della
guerra.
-
Ti stai sacrificando per una buona causa, Marlene!- la riprese Silente,
invitandola con una mano a risistemarsi sulla sedia. Marlene tremava.
-
Mi sto sacrificando? A nessuno qui dentro è mai venuto in
mente che ho appena vent’anni?
Che potrei schiattare domani senza aver concluso nulla di buono? Non
saprò mai
cosa voglia dire essere felici, andare là fuori e non
aspettarsi una pioggia di
Maledizioni contro!
-
Marlene, questa è la strada che hai scelto. Sei libera di
andare via, se vuoi.
Purtroppo la libertà ha un prezzo- scandì
pacatamente Silente, rimettendo a
posto la bacchetta.
-
Quale sarebbe? Vuole montagne di galeoni? Vuole tutte le mie ricchezze
alla
Gringott?
-
Voglio che lei dimentichi. E’ pronta a farlo?
Marlene
rimase per un attimo interdetta.
-
Come… Dimenticare?
-
Con un semplice “Oblivion”. Lei sa troppe cose,
signorina McKinnon, e potrebbe
rappresentare un pericolo per il resto dell’Ordine.
Sarà necessario modificare
pesantemente la sua memoria, ma, in cambio, sarà libera.
Definitivamente.
Marlene
non lo degnò nemmeno di una riposta. Si avviò
verso l’uscita e sbatté
violentemente la porta. Una volta uscita dalla protezione
dell’Incanto
Fidelius, girò su se stessa e svanì nella notte.
***
-
Si rende conto di ciò che ha fatto? Adesso chissà
dov’è finita!- sbottò Sirius,
all’indirizzo di Silente. Il vecchio, in tutta risposta, gli
sorrise.
-
La signorina McKinnon ritornerà. Non è pronta a
perdere tutto questo- rispose
con la sua calma flebile il Preside, ammirando gli ultimi riflessi
arancioni sulla
sua barba ormai quasi bianca.
-
E se non ritorna? Se qualcuno la farà fuori prima che possa
trovare un posto
sicuro?
-
Forse è meglio se corre a cercarla, signor Black. Magari
dopo si sentirà
meglio.
Sirius
lo guardò di sbieco e si avviò anche lui verso
l’uscita. Marlene non poteva
essere andata lontana, non poteva essersi Smaterializzata
dall’altra parte del
mondo. Il freddo pungente della notte lo colpì in pieno
viso, mentre si
introduceva trafelato nella casa un malconcio Malocchio.
-
Black, dove fuggi?- abbaiò, puntandogli contro la bacchetta.
-
Ho una commissione urgente da fare.
-
Invece di perdere tempo, pensa a trovare Travers e uccidilo. Ti
manderò i
dettagli via Patronus. La situazione comincia a diventare pericolosa.
-
Non posso.
-
Black!- ringhiò furiosamente Malocchio, non accennando ad
abbassare la
bacchetta.
-
Non posso- ripeté lui, convinto.
-
Sei solo un ragazzino. Cosa hai intenzione di fare?
-
Trovare Marlene. E’ l’unica cosa che conta, adesso.
E,
detto ciò, si Smaterializzò anche lui.
***
Londra
era particolarmente buia. Erano forse le due di notte, forse le tre, ma
la
nebbia non accennava a diradarsi. Sirius si recò senza
esitazioni sulla soglia
del numero 5 e bussò forte.
-
Avanti Marlene, so che sei lì dentro! Non fare la stupida ed
aprimi!
Nessuna
risposta.
-
McKinnon, non costringermi a sfondare la porta! Fammi entrare!
I
suoi pugni si facevano sempre più frequenti contro il legno
duro.
-
Avanti, ragazzina! Sono qui per te.
La
porta cigolò in maniera sinistra. Marlene era sulla soglia,
i capelli bagnati e
le gote rosse. Si stringeva convulsamente nel suo maglione blu.
-
Sir, vattene! Travers mi sta cercando, è pericoloso!
-
Fanculo, Marlene! Sono qui per te.
-
Come hai fatto a trovarmi?- chiese lei, non accennando a spostarsi
dalla soglia.
-
Sapevo che ti avrei trovata qui, nella tua vecchia casa- rispose
laconico lui.
-
Sir, sparisci! Quel matto mi troverà entro poche ore. Sono
fritta.
-
C’è qualcosa che vuoi fare prima di morire?-
domandò lui, la voce incrinata da
una strana sfumatura. Marlene lo fissò con occhi sbarrati.
-
Lasciami entrare, McKinnon.
-
No.
-
Lasciami entrare.
-
No.
Marlene
sfoderò la bacchetta, puntandola contro la sua gola.
-
Sparisci Black, altrimenti ti faccio fare io una brutta fine.
-
McKinnon, se davvero questa è la tua ultima notte, ti
conviene passarla come si
deve.
Sorrise.
Marlene abbassò la bacchetta.
-
Lasciami entrare.
-
No.
-
Baciami.
Marlene
si fiondò sulle sue labbra, in uno scricchiolio di ossa e
desideri. I loro
corpi si incontrarono, entrarono nel buio dell’ingresso. La
porta si chiuse
sulle soglie di quel mattino di inizio Novembre.
Sì,
per chi se lo stesse chiedendo, ormai sono impazzita per le
Sirius/Marlene.
Questa in origine era nata come una one-shot, ma dato che sarebbe
risultata troppo
lunga, ho preferito dividerla in tre capitoli, tre momenti della stessa
notte.
Qui abbiamo il primo spezzone, da mezzanotte alle tre. Dato che la
storia è già
stata scritta, non dovrete aspettare molto nemmeno per
l’aggiornamento. :)
Sperando
che vi sia piaciuta,
Jules