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Autore: HarryJo    28/07/2011    11 recensioni
Chi meglio di Argus Gazza può sapere cos’è la mancanza di affetto? Lui, che è odiato da tutti gli studenti, che non ha mai saputo nemmeno far uscire un po’ di luce dalla bacchetta…
Terza classificata al Dreams contest di Alyssia98.
Seconda classificata al Half Day Contest di June_ e Roxanne Potter, vincitrice del Premio Fantasma e del Premio Miglior Personaggio Maschile.
Seconda classificata al "Flash Contest! Quando la giudiciA + in spiaggia..." di Fabi_Fabi.
Ricordo ancora quando mio padre mi raccontava delle avventure che aveva vissuto a Hogwarts, dei sotterfugi, degli amori che aveva provato. Me li raccontava talmente bene che io rimanevo anche per ore attento ad ascoltare, con gli occhi sgranati dalla meraviglia, ed un solo pensiero.
Anche io, un giorno, vivrò tutto questo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nick autore sul forum: Erica Weasley

 

 

Magonò

 

 

 

« Ehi, voi! Smettetela di pastrugnarvi in quel modo! »

Guardo con disgusto quei gesti d’amore, quelle carezze, quei sguardi languidi che gli studenti si scambiano. Mi avvicino, riluttante, e separo due ragazzi Corvonero che si stanno mangiando la faccia.

« Che schifo » commento guardandoli con disprezzo, e poi me ne vado, diretto al mio ufficio.

Posso sentirla distintamente la voce che alle mie spalle dice: « Sei tu che fai schifo! », ma decido di non curarmene.

Dopotutto che cosa posso dire? Quel ragazzo ha ragione.

Non era sempre così. Una volta, da giovane, ero ben stimato dalla mia famiglia.

Ricordo ancora quando mio padre mi raccontava delle avventure che aveva vissuto a Hogwarts, dei sotterfugi, degli amori che aveva provato. Me li raccontava talmente bene che io rimanevo anche per ore attento ad ascoltare, con gli occhi sgranati dalla meraviglia, ed un solo pensiero.

 

Anche io, un giorno, vivrò tutto questo.

 

Ricordo i miei undici anni, quelli più sofferti. Perché avevo una speranza, avevo un sogno che mi stava per raggiungere.

Non so nemmeno come definire la delusione di tutti quanti quando non mi arrivò nessuna lettera per Hogwarts. Quando finalmente scoprii di essere diverso. Di non aver alcun potere.

 

Era stato umiliante, a dir poco.

 

La mia famiglia mi guardava in modo diverso. Ogni volta che mia madre usava un incantesimo pronunciava la formula a bassa voce per non farsi sentire. Era convinta che mi avrebbe fatto sentire meglio se non mi fossi accorto della magia che girava per casa.

 

Magia di cui io non avevo possesso.

 

Mio padre, invece, era ostinato a non crederci. Voleva che io avessi dei poteri. Diceva che era impossibile. Secondo lui avevo ascoltato le sue storie con una luce negli occhi, una luce di magia. Non potevo essere un Magonò. La sola parola lo disgustava.

Allora continuava a dirmi di impugnare la sua bacchetta e di mormorare qualche stupida formula magica. Cercava di farmi uscire un potere, anche minimo, per dire: « Sì! Sei anche tu un mago! »

 

Non ci riuscì mai.

 

Un giorno era davvero arrabbiato, continuava a spronarmi e a dirmi che non ci credevo abbastanza.

« Argus! Devi concentrarti! » mi sbraitò dopo l’ennesimo invano tentativo.

Cominciai a piangere e per la prima volta urlai contro mio padre.

« Smettila, papà! Sono un Magonò! Un Magonò! Accettalo e basta! »

E, con quelle parole, ero scappato in camera.

Lui capì. Si arrese, finalmente. Ma tra noi tutto era cambiato. Non mi raccontava più delle sue avventure, non parlava più di Hogwarts. Semplicemente, non parlava più.

 

L’avevo deluso.

 

Me ne andai di casa quando avevo diciassette anni. Non salutai nessuno. Lasciai solo un biglietto dove avevo scritto che non sarei più tornato. Nessuno mi cercò più.

Avevano finalmente tagliato quel ramo sbagliato della famiglia, che senso aveva desiderare che tornasse? Che senso aveva ritrovare un figlio che aveva disonorato tutti loro?

Avevo passato i primi tempi in una stanza al Paiolo Magico, ma dovevo guadagnarmi dei soldi per vivere.

Così, un giorno, mentre passavo per Diagon Alley, incontrai il famoso Albus Silente. Non so perché, ma si fermò a parlare con me. Mi chiese di raccontargli la mia storia, e lui mi offrì un posto a Hogwarts.

Accettai, anche curioso di veder finalmente quel luogo di cui tanto avevo sentito parlare. Speravo di ritrovare la pace, di ritrovare un posto dove esser finalmente felice ed esser amato.

Il giorno in cui mi trasferii a Hogwarts trovai un gatto nel giardino. Rimasi immobile a guardarlo per un pezzo, e poi lui mi raggiunse e cominciò a fare le fusa attorno alle mie caviglie.

Credo che quella fosse la prima volta dopo aver scoperto di essere un Magonò in cui ero veramente felice. Chiamai la gatta – scoprii in seguito che era una femmina – Mrs Purr. E mi sentii nuovamente amato.

Ma può un animale sopperire ad una mancanza d’affetto così grande?

Ero contento all’inizio del mio nuovo lavoro. Lo svolgevo in allegria, soddisfatto.

Ma vedere gli studenti imparare ciò che a me era stato tolto mi faceva arrabbiare. Con il tempo diventai scorbutico; i ragazzi cominciarono a prendermi in giro ed io cominciai a detestarli, dal primo all’ultimo, indistintamente.

 

Ed ora chi sono?

 

Sono semplicemente un custode che tutti detestano, una persona ripugnante, senza alcun affetto.

« La mia vita è sola ed infelice » mormoro rivolto a Mrs Purr appena entro nel mio ufficio. « Se non ci fossi tu, sarei solo uno stupido Magonò ».

Lei mi guarda con i suoi grandi occhi gialli. È il suo modo per consolarmi. Si avvicina al tavolo, e indica con la zampa una busta sbiadita. La afferro, ma mi basta vedere il destinatario per gettarla nel fuoco.

Speedy Magic.

Quel corso stupido che ti fa credere di poter acquisire i poteri. Ci ho anche creduto, per un pezzo, e sono anche andato. Ma ogni volta che impugno una bacchetta riesco solo a sentire la voce di un bambino che grida: « Smettila, papà! Sono un Magonò! Un Magonò! Accettalo e basta! »

E quando ho fatto la prima lezione con quel corso mi sembrava di rivedere sulla faccia dell’insegnante la stessa delusione che portava in volto mio padre.

 

Devo accettarlo anch’io.

 

 

 

 

 

 

{ Spazio HarryJo.

Questa storia si è classificata terza al Dreams – sogno o son desto? – Contest di Alyssia98. ^^

Mi sono innamorata di Gazza, scrivendola.

Spero vi sia piaciuta, ditemi che ne pensate!

A presto,

Erica

   
 
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