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Autore: JustALittleLie    28/07/2011    12 recensioni
Li avevamo lasciati lì.
Lui era tornato a Los Angeles, lei era su un aereo per Madrid.
Lontani per sempre, divisi da un destino che li ha fatti incontrare, li ha fatti innamorare e poi, li ha separati.
E se ora il destino volesse ripagarli di tutto questo?
Ronnie verrà ricatapultata improvvisamente nella sua vecchia vita a Los Angeles, dove la aspettano le sue amiche e lui, dove potrebbe riavere la sua vita.
Ma, si sa, nella vita nulla è così semplice.
Sequel "Let me under your skin"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'There's a fine line between love and hate'
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L'amore conta. Sembrava inutile fino a ieri.
Verdena.

 

 

Kate era al centro della stanza mentre si dondolava nervosamente da un piede all’altro ispezionando accuratamente tutta la sala.

Dopo un’ultima occhiata si rassicurò, lei non era lì.

Forse Ronnie aveva saggiamente deciso di rimanere a casa, forse aveva capito che era alquanto ridicolo cercare di recuperare il loro rapporto dopo tre anni di silenzio.

O forse, più semplicemente, era solo in ritardo.

Kate guardò il tavolo delle bevande con un’espressione simile a quella di un bambino di fronte ad un negozio di caramelle. Stava morendo di sete, ma fino a cinque minuti prima aveva visto Jamie girare attorno al tavolo, e se voleva evitare di ucciderla, era meglio starle alla larga in quel periodo. Per quanto le fosse possibile.

Jamie era una delle persone più care che aveva ed a cui voleva più bene al mondo, ma in quel periodo pareva si divertisse a giocare con i suoi nervi, già di per se non molto saldi, mettendo ogni volta in mezzo il discorso “Ronnie”.

Quello che voleva Jamie era molto semplice, voleva che Kate parlasse con Ronnie da persona matura e che almeno provasse a risolvere la situazione.

Quello che voleva Kate, era ancora più semplice: evitare Ronnie.

Approfittando della momentanea sparizione dell’amica, si fiondò al tavolo pronta a bere qualsiasi cosa di potabile. A pochi passi dal tavolo, isolata in un angolino, intravide una figura familiare e, dopo essersi pentita di essersi avvicinata a quel tavolo, convinta che quella figura fosse Jamie, si rese conto che invece era solo Joe.

Sorrise, contenta di poter intrattenere una conversazione con qualcuno che non l’avrebbe ossessionata con Ronnie inducendola al suicidio, ed afferrò un bicchiere dal tavolo dirigendosi verso di lui.

Non aveva pensato al fatto che fosse più che strano che il ragazzo stesse da solo in un angolo, invece di stare al centro della pista dove sarebbe stato più naturale trovarlo. Non notò nemmeno la testa china e lo sguardo perso nel vuoto.

Era troppo occupata ad essere felice, in quel momento.

-Hei!- urlò esuberante come sempre, piazzandosi di fronte al ragazzo

Joe alzò di scatto la testa trovando la rossa sorridente, con gli occhi che le brillavano.

Joe Jonas era stato con tante ragazze bellissime e, dato l’ambiente in cui lavorava, ne aveva viste di altrettanto belle. Ormai non si stupiva poi così tanto di fronte ad un paio di gambe lunghe, occhi blu da cerbiatta e capelli come la seta.

Eppure, la prima cosa che pensò quando vide il sorriso della ragazza, fu che lei era in assoluto la ragazza più bella che avesse mai visto.  

-ciao- gli venne spontaneo sorriderle

Solo quando Kate sentì il tono triste e malinconico del ragazzo, che assolutamente non gli apparteneva, si rese conto che non era da Joe restare in un angolo e, soprattutto, silenzioso.

-tutto bene?- chiese accigliandosi

-si, certo, è che qui dentro c’è troppa gente- tentò di giustificarsi, ma Kate non era stupida.

Il ragazzo non faceva l’impiegato, era un divo del cinema, ex rock star, cresciuto in mezzo a milioni di persone, abituato ad essere circondato da centinaia di ragazzine urlanti, di certo la poca folla raggruppata in quel salone non poteva spaventarlo.

Ma forse era solo un “giorno no”.

-vuoi uscire a prendere un po’ d’aria?- chiese comprensiva la ragazza poggiandogli una mano sul braccio

-no!- disse duro lui ritirando il braccio dal suo tocco –non ce ne bisogno, grazie- ripetè cercando di essere più gentile, ma sempre con uno strano tono freddo.

Kate osservò la sua mano scivolare dal braccio di Joe e alzò lo sguardo, stupita, cercando di trovare nei suoi occhi la risposta a quello strano gesto ed a quella strana freddezza, ma gli occhi di Joe guardavano altrove, verso la punta delle sue scarpe.

-va bene- sussurrò confusa

Non aggiunse nulla, convinta che il ragazzo l’avrebbe fatto al suo posto, magari scusandosi del suo strano comportamento. Le venne un tuffo al cuore quando il ragazzo continuò ad evitare il suo sguardo, e a non dire nulla.

Era il primo silenzio imbarazzante tra loro due da quando si erano conosciuti.

-E’ successo qualcosa? Ne vuoi parlare?- chiese preoccupata, ma Joe scosse la testa, in segno negativo.

Cosa stava succedendo? Perché Joe pareva avercela con lei? Non ricordava di aver fatto nulla di sbagliato.

Ripercorse mentalmente gli ultimi istanti in cui erano stati assieme qualche giorno prima, e non gli parve di trovare nulla di strano. Lei era andata a prenderlo sul set del suo ultimo film, poi tra chiacchiere e risate erano andati in giro per negozi cercando il regalo di nozze perfetto.

Improvvisamente un flash si aprì nella sua mente, ed una scena in particolare si materializzò di fronte a lei, come se la stesse rivivendo per la seconda volta.

 

–Seth, come puoi dirmi questo?- disse in un lamento

Joe continuò a guardare Kate immobile, sconcertato, era sicuro che si stesse avviando verso un vicolo ceco, nulla di buono.

-la verità…- balbettò indeciso, ma quando Kate si aprì in uno sei suoi soliti sorrisi mozzafiato tutto, tutto, scomparve attorno a loro.

Non c’era più Seth, non c’era più Cindy, non c’era più nessun film.

Erano semplicemente loro, semplicemente Kate e Joe.

-la verità, Cindy, è che sono stanco- puntò gli occhi in quelli della ragazza –ti ho sempre dimostrato il mio amore e cosa ho ricevuto in cambio? Nulla!-

Kate scosse la testa con aria afflitta e fece un passo verso il ragazzo –non dire così! Lo sai…- si bloccò un attimo perdendosi negli occhi del ragazzo

-cosa? Cosa dovrei sapere, Cindy?- sussurrò Joe facendo un passo verso di lei e prendendole il viso tra le mani, sperando di star seguendo il copione

-lo sai che ti amo- sussurrò Kate sentendo il suo stomaco attorcigliarsi su se stesso

Joe avvicino ancora il viso a quello della ragazza fino a sfiorare il naso col suo, la guardò per un istante paralizzata, mentre non era in grado di fare niente.

 

Oh, miseriaccia.

Joe aveva capito tutto. Aveva capito che lei non stava recitando, aveva capito che non provava una semplice amicizia per lui, aveva capito che era un idiota, ed ora la stava allontanando.

Perché? Semplice, perché lui non ricambiava i suoi sentimenti e glielo stava facendo capire in modo più che palese.

-se non ti dispiace…- sussurrò quasi il ragazzo facendo risvegliare Kate dai suoi pensieri e facendole rendere conto che erano rimasti buoni cinque minuti in assoluto silenzio -…ora vado a cercare gli altri- e si allontanò senza darle il tempo di rispondere  o degnarla di uno sguardo, lasciandola impalata, con gli occhi fissi nel vuoto, fino a poco prima occupato dal ragazzo, ed un bicchiere in mano.

Come una cretina.

Kate boccheggiò un paio di volte, sorpresa dall’atteggiamento del ragazzo. Lei non era una delle sue ochette usa e getta, loro erano amici da anni, non poteva improvvisamente trattarla in quel modo, le doveva almeno una misera spiegazione!

Respirò a fondo. Doveva allontanarsi dalla folla se voleva evitare che la sua rabbia si riversasse su qualche povero sconosciuto lì attorno.

Si avviò verso la cucina, attraversandola come un razzo, spalancò il balcone e l’aria fredda le colpì violentemente il viso facendola rimanere per un attimo senza fiato.

Uscì fuori senza curarsi di richiudere la finestra alle sue spalle e si lasciò letteralmente cadere sulla ringhiera in legno poggiandovi le braccia incrociate sopra.

Guardò il prato verde di fronte a lei e pensò che in quel momento avrebbe tanto voluto fare come da bambina, togliersi le scarpe e camminare sull’erba sentendo il fresco sotto i piedi, e non pensare a niente.

Niente voglia di scappare via, niente voglia di entrare e prendere Joe a schiaffi, niente voglia di sfogarsi con Ronnie, Jamie e Lexus come una volta.

Voleva solo sparire in un buco nero, non chiedeva molto infondo.

 

 

 

Remember when, you were my boat
and I was your sea
together we'd float, so delicately
But that was back when we could talk about
anything..

(Fireworks – You Me At Six)

 

 

 

Ronnie si fermò giusto un istante sulla soglia del balcone, per poi farsi coraggio, prendere un respiro profondo, ed avviarsi a passo lento ed insicuro verso la ragazza poggiata al balcone.

Kate era immersa nei suoi pensieri, troppo occupata a deprimersi per accorgersi del rumore dei passi dietro di lei, troppo occupata a pensare a quanto fosse stata stupida ad innamorarsi di Joe.

Era talmente distratta che quando Ronnie sussurrò un flebile –ciao- pieno di insicurezza e timore, quasi non la sentì.

Ronnie a sua volta rimase immobile accanto alla ragazza aspettando una sua qualsiasi reazione. Uno schiaffo, un urlo isterico, un “vaffanculo”. Ma Kate non fece nulla di tutto questo. Rimase immobile per alcuni secondi, che a Ronnie parvero un’eternità, e solo alla fine di questi si voltò riluttante verso di lei, giusto per un attimo, per poi tornare a fissare il vuoto avanti a se.

Ronnie si accigliò; di certo non si aspettava quell’apatia da parte della ragazza, piuttosto si aspettava che da un momento all’altro le tirasse qualcosa dietro.

-Kate? Va tutto bene?- chiese apprensiva cercando di guardarla in volto

-si- sospirò

-ne sei sicura?- insistette l’altra

Kate sospirò ancora, stavolta più forte –francamente Ron, credi che anche se ci fosse qualcosa che non va, ne parlerei con te?-

Ronnie si morse il labbro ferita, per l’ennesima volta, dalle parole dell’amica. Poggiò a sua volta le braccia conserte alla ringhiera, perdendo lo sguardo nel vuoto.

-ricordi cosa facevamo quando eravamo tristi?- chiese Ronnie sorridendo, sperando di ottenere qualche chance in più giocando la carta “ricordi del passato”.

Kate non rispose, allora Ronnie continuò –facevamo scorta di schifezze ed alcolici, andavamo in spiaggia, e cantavamo a squarciagola fino al mattino- abbassò il volto quando un senso di nostalgia e malinconia la colpirono forte allo stomaco –eravamo così…-

-felici- concluse Kate per lei

Ronnie girò di scatto la testa verso Kate e stavolta riuscì chiaramente a vederle il viso.

Non era affatto come lo ricordava, spensierato e sempre sorridente, no. Quel viso ora era segnato dalla stanchezza e dalla fatica e, con uno sguardo più attento Ronnie scorse un velo leggero di lacrime offuscarle gli occhi.

Cosa le era successo? Cosa aveva spento il suo sorriso e i suoi occhi vispi in quel momento?

Qualsiasi cosa fosse, era evidente che Kate non volesse parlarne con lei, cosa poteva fare allora, se non cercare di farla ridere?

-Già- commentò Ronnie sorridendo –poi arrivava Lexus e con le sue stonature spezzava l’atmosfera-

Kate sorrise appena, era un passo.

-perché non l’hai detto?- chiese improvvisamente facendo accigliare Ronnie

Di cosa stava parlando ora?

-Ci hai lasciate senza una parola…- spiegò sussurrando –noi avremmo capito-

-avevo diciotto anni Kate, ero immatura, ed allora scappare dai miei problemi mi sembrava l’unica via di fuga- rispose Ronnie sospirando. Se solo avesse avuto l’opportunità di tornare indietro, avrebbe affrontato tutto diversamente. Forse sarebbe partita lo stesso, o forse no.

-si ma perché? Perché non dircelo?Perchè andartene così senza una parola?- Kate finalmente si voltò riversando tutta la rabbia dei suoi occhi sulla ragazza che la guardava spiazzata.

-perché non ce l’avrei fatta Kate- rispose sostenendo lo sguardo dell’amica –sapevo che se vi avessi guardato mentre dicevo di voler partire, sarebbe bastato anche un solo sguardo da parte vostra per farmi rimanere lì-

Kate annuì e tornò a guardare di fronte a lei –spero che almeno sia servito a farti superare i tuoi problemi-

Ronnie non rispose. Rimase lì, accanto a lei, a fissare il buio che le circondava.

Era servito a farle superare i suoi problemi? Non ne era certa.

 

*          *         * 

Ok.

Questo è osceno, veramente -.-‘

E’ un capitolo idiota e so che lo state pensando anche voi, quindi date libero sfogo alle vostre offese nei miei confronti ùù

Allora! Come va la vostra estate? Partirete? Siete già partite? Raccontatemi ùù

Vi amo!

 

 

   
 
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