L'amore
conta. Sembrava inutile fino a ieri.
Verdena.
Kate era al
centro della stanza mentre si dondolava nervosamente da un piede
all’altro
ispezionando accuratamente tutta la sala.
Dopo
un’ultima occhiata si rassicurò, lei non era
lì.
Forse Ronnie
aveva saggiamente deciso di rimanere a casa, forse aveva capito che era
alquanto ridicolo cercare di recuperare il loro rapporto dopo tre anni
di
silenzio.
O forse,
più
semplicemente, era solo in ritardo.
Kate
guardò
il tavolo delle bevande con un’espressione simile a quella di
un bambino di
fronte ad un negozio di caramelle. Stava morendo di sete, ma fino a
cinque
minuti prima aveva visto Jamie girare attorno al tavolo, e se voleva
evitare di
ucciderla, era meglio starle alla larga in quel periodo. Per quanto le
fosse
possibile.
Jamie era
una delle persone più care che aveva ed a cui voleva
più bene al mondo, ma in
quel periodo pareva si divertisse a giocare con i suoi nervi,
già di per se non
molto saldi, mettendo ogni volta in mezzo il discorso “Ronnie”.
Quello che
voleva Jamie era molto semplice, voleva che Kate parlasse con Ronnie da
persona
matura e che almeno provasse a risolvere la situazione.
Quello che
voleva Kate, era ancora più semplice: evitare
Ronnie.
Approfittando
della momentanea sparizione dell’amica, si fiondò
al tavolo pronta a bere
qualsiasi cosa di potabile. A pochi passi dal tavolo, isolata in un
angolino,
intravide una figura familiare e, dopo essersi pentita di essersi
avvicinata a
quel tavolo, convinta che quella figura fosse Jamie, si rese conto che
invece
era solo Joe.
Sorrise,
contenta di poter intrattenere una conversazione con qualcuno che non
l’avrebbe
ossessionata con Ronnie inducendola al suicidio, ed afferrò
un bicchiere dal
tavolo dirigendosi verso di lui.
Non aveva
pensato al fatto che fosse più che strano che il ragazzo
stesse da solo in un
angolo, invece di stare al centro della pista dove sarebbe stato
più naturale
trovarlo. Non notò nemmeno la testa china e lo sguardo perso
nel vuoto.
Era troppo
occupata ad essere felice, in quel momento.
-Hei!-
urlò
esuberante come sempre, piazzandosi di fronte al ragazzo
Joe
alzò di
scatto la testa trovando la rossa sorridente, con gli occhi che le
brillavano.
Joe Jonas
era stato con tante ragazze bellissime e, dato l’ambiente in
cui lavorava, ne
aveva viste di altrettanto belle. Ormai non si stupiva poi
così tanto di fronte
ad un paio di gambe lunghe, occhi blu da cerbiatta e capelli come la
seta.
Eppure, la
prima cosa che pensò quando vide il sorriso della ragazza,
fu che lei era in
assoluto la ragazza più bella che avesse mai visto.
-ciao- gli
venne spontaneo sorriderle
Solo quando
Kate sentì il tono triste e malinconico del ragazzo, che
assolutamente non gli
apparteneva, si rese conto che non era da Joe restare in un angolo e,
soprattutto, silenzioso.
-tutto bene?-
chiese accigliandosi
-si, certo,
è che qui dentro c’è troppa gente-
tentò di giustificarsi, ma Kate non era
stupida.
Il ragazzo
non faceva l’impiegato, era un divo del cinema, ex rock star,
cresciuto in
mezzo a milioni di persone, abituato ad essere circondato da centinaia
di
ragazzine urlanti, di certo la poca folla raggruppata in quel salone
non poteva
spaventarlo.
Ma forse era
solo un “giorno no”.
-vuoi uscire
a prendere un po’ d’aria?- chiese comprensiva la
ragazza poggiandogli una mano
sul braccio
-no!- disse
duro lui ritirando il braccio dal suo tocco –non ce ne
bisogno, grazie- ripetè
cercando di essere più gentile, ma sempre con uno strano
tono freddo.
Kate
osservò
la sua mano scivolare dal braccio di Joe e alzò lo sguardo,
stupita, cercando
di trovare nei suoi occhi la risposta a quello strano gesto ed a quella
strana
freddezza, ma gli occhi di Joe guardavano altrove, verso la punta delle
sue
scarpe.
-va bene-
sussurrò confusa
Non aggiunse
nulla, convinta che il ragazzo l’avrebbe fatto al suo posto,
magari scusandosi
del suo strano comportamento. Le venne un tuffo al cuore quando il
ragazzo
continuò ad evitare il suo sguardo, e a non dire nulla.
Era il primo
silenzio imbarazzante tra loro due da quando si erano conosciuti.
-E’
successo
qualcosa? Ne vuoi parlare?- chiese preoccupata, ma Joe scosse la testa,
in
segno negativo.
Cosa stava
succedendo? Perché Joe pareva avercela con lei? Non
ricordava di aver fatto
nulla di sbagliato.
Ripercorse
mentalmente gli ultimi istanti in cui erano stati assieme qualche
giorno prima,
e non gli parve di trovare nulla di strano. Lei era andata a prenderlo
sul set
del suo ultimo film, poi tra chiacchiere e risate erano andati in giro
per
negozi cercando il regalo di nozze perfetto.
Improvvisamente
un flash si aprì nella sua mente, ed una scena in
particolare si materializzò
di fronte a lei, come se la stesse rivivendo per la seconda volta.
–Seth, come puoi dirmi
questo?-
disse in un lamento
Joe continuò a guardare
Kate
immobile, sconcertato, era sicuro che si stesse avviando verso un
vicolo ceco,
nulla di buono.
-la verità…-
balbettò indeciso, ma
quando Kate si aprì in uno sei suoi soliti sorrisi
mozzafiato tutto, tutto,
scomparve attorno a loro.
Non c’era più
Seth, non c’era più
Cindy, non c’era più nessun film.
Erano semplicemente loro,
semplicemente Kate e Joe.
-la verità, Cindy,
è che sono
stanco- puntò gli occhi in quelli della ragazza
–ti ho sempre dimostrato il mio
amore e cosa ho ricevuto in cambio? Nulla!-
Kate scosse la testa con aria
afflitta e fece un passo verso il ragazzo –non dire
così! Lo sai…- si bloccò un
attimo perdendosi negli occhi del ragazzo
-cosa? Cosa dovrei sapere, Cindy?-
sussurrò Joe facendo un passo verso di lei e prendendole il
viso tra le mani,
sperando di star seguendo il copione
-lo sai che ti amo-
sussurrò Kate
sentendo il suo stomaco attorcigliarsi su se stesso
Joe avvicino ancora il viso a
quello
della ragazza fino a sfiorare il naso col suo, la guardò per
un istante
paralizzata, mentre non era in grado di fare niente.
Oh,
miseriaccia.
Joe
aveva capito tutto. Aveva capito che lei non stava
recitando, aveva capito che non provava una semplice amicizia per lui,
aveva
capito che era un idiota, ed ora la stava allontanando.
Perché?
Semplice, perché lui non ricambiava i suoi
sentimenti e glielo stava facendo capire in modo più che
palese.
-se
non ti dispiace…- sussurrò quasi il ragazzo
facendo risvegliare Kate dai suoi pensieri e facendole rendere conto
che erano
rimasti buoni cinque minuti in assoluto silenzio -…ora vado
a cercare gli
altri- e si allontanò senza darle il tempo di rispondere o degnarla di uno sguardo,
lasciandola
impalata, con gli occhi fissi nel vuoto, fino a poco prima occupato dal
ragazzo, ed un bicchiere in mano.
Come
una cretina.
Kate
boccheggiò un paio di volte, sorpresa
dall’atteggiamento del ragazzo. Lei non era una delle sue
ochette usa e getta,
loro erano amici da anni, non poteva improvvisamente trattarla in quel
modo, le
doveva almeno una misera spiegazione!
Respirò
a fondo. Doveva allontanarsi dalla folla se
voleva evitare che la sua rabbia si riversasse su qualche povero
sconosciuto lì
attorno.
Si
avviò verso la cucina, attraversandola come un
razzo, spalancò il balcone e l’aria fredda le
colpì violentemente il viso
facendola rimanere per un attimo senza fiato.
Uscì
fuori senza curarsi di richiudere la finestra
alle sue spalle e si lasciò letteralmente cadere sulla
ringhiera in legno
poggiandovi le braccia incrociate sopra.
Guardò
il prato verde di fronte a lei e pensò che in
quel momento avrebbe tanto voluto fare come da bambina, togliersi le
scarpe e
camminare sull’erba sentendo il fresco sotto i piedi, e non
pensare a niente.
Niente
voglia di scappare via, niente voglia di
entrare e prendere Joe a schiaffi, niente voglia di sfogarsi con
Ronnie, Jamie
e Lexus come una volta.
Voleva
solo sparire in un buco nero, non chiedeva
molto infondo.
Remember
when, you were my boat
and I was your sea
together we'd float, so delicately
But that was back when we could talk about
anything..
Ronnie
si fermò giusto un istante sulla soglia del
balcone, per poi farsi coraggio, prendere un respiro profondo, ed
avviarsi a passo
lento ed insicuro verso la ragazza poggiata al balcone.
Kate
era immersa nei suoi pensieri, troppo occupata a
deprimersi per accorgersi del rumore dei passi dietro di lei, troppo
occupata a
pensare a quanto fosse stata stupida ad innamorarsi di Joe.
Era
talmente distratta che quando Ronnie sussurrò un
flebile –ciao- pieno di insicurezza e timore, quasi non la
sentì.
Ronnie
a sua volta rimase immobile accanto alla
ragazza aspettando una sua qualsiasi reazione. Uno schiaffo, un urlo
isterico,
un “vaffanculo”.
Ma Kate non fece
nulla di tutto questo. Rimase immobile per alcuni secondi, che a Ronnie
parvero
un’eternità, e solo alla fine di questi si
voltò riluttante verso di lei,
giusto per un attimo, per poi tornare a fissare il vuoto avanti a se.
Ronnie
si accigliò; di certo non si aspettava
quell’apatia da parte della ragazza, piuttosto si aspettava
che da un momento
all’altro le tirasse qualcosa dietro.
-Kate?
Va tutto bene?- chiese apprensiva cercando di
guardarla in volto
-si-
sospirò
-ne
sei sicura?- insistette l’altra
Kate
sospirò ancora, stavolta più forte
–francamente
Ron, credi che anche se ci fosse qualcosa che non va, ne parlerei con
te?-
Ronnie
si morse il labbro ferita, per l’ennesima
volta, dalle parole dell’amica. Poggiò a sua volta
le braccia conserte alla
ringhiera, perdendo lo sguardo nel vuoto.
-ricordi
cosa facevamo quando eravamo tristi?- chiese
Ronnie sorridendo, sperando di ottenere qualche chance in
più giocando la carta
“ricordi del passato”.
Kate
non rispose, allora Ronnie continuò –facevamo
scorta di schifezze ed alcolici, andavamo in spiaggia, e cantavamo a
squarciagola fino al mattino- abbassò il volto quando un
senso di nostalgia e
malinconia la colpirono forte allo stomaco –eravamo
così…-
-felici- concluse
Kate per lei
Ronnie
girò di scatto la testa verso Kate e stavolta
riuscì chiaramente a vederle il viso.
Non
era affatto come lo ricordava, spensierato e
sempre sorridente, no. Quel viso ora era segnato dalla stanchezza e
dalla
fatica e, con uno sguardo più attento Ronnie scorse un velo
leggero di lacrime
offuscarle gli occhi.
Cosa
le era successo? Cosa aveva spento il suo sorriso
e i suoi occhi vispi in quel momento?
Qualsiasi
cosa fosse, era evidente che Kate non
volesse parlarne con lei, cosa poteva fare allora, se non cercare di
farla
ridere?
-Già-
commentò Ronnie sorridendo –poi arrivava Lexus e
con le sue stonature spezzava l’atmosfera-
Kate
sorrise appena, era un passo.
-perché
non l’hai detto?- chiese improvvisamente facendo
accigliare Ronnie
Di
cosa stava parlando ora?
-Ci
hai lasciate senza una parola…- spiegò
sussurrando
–noi avremmo capito-
-avevo
diciotto anni Kate, ero immatura, ed allora
scappare dai miei problemi mi sembrava l’unica via di fuga-
rispose Ronnie
sospirando. Se solo avesse avuto l’opportunità di
tornare indietro, avrebbe
affrontato tutto diversamente. Forse sarebbe partita lo stesso, o forse
no.
-si
ma perché? Perché non dircelo?Perchè
andartene
così senza una parola?- Kate finalmente si voltò
riversando tutta la rabbia dei
suoi occhi sulla ragazza che la guardava spiazzata.
-perché
non ce l’avrei fatta Kate- rispose sostenendo
lo sguardo dell’amica –sapevo che se vi avessi
guardato mentre dicevo di voler
partire, sarebbe bastato anche un solo sguardo da parte vostra per
farmi
rimanere lì-
Kate
annuì e tornò a guardare di fronte a lei
–spero che
almeno sia servito a farti superare i tuoi problemi-
Ronnie
non rispose. Rimase lì, accanto a lei, a
fissare il buio che le circondava.
Era
servito a farle superare i suoi problemi? Non ne
era certa.
Ok.
Questo
è osceno, veramente -.-‘
E’
un capitolo idiota e so che lo state pensando anche
voi, quindi date libero sfogo alle vostre offese nei miei confronti
ùù
Allora!
Come va la vostra estate? Partirete? Siete già
partite? Raccontatemi ùù
Vi
amo!