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Autore: svolazzante    28/07/2011    1 recensioni
Tre uomini,tre vite legate da una linea di sangue,dolore,legati dal tempo. Tre anime che nel loro tran tran quotidiano attuano scelte gravemente vitali. Spero che vi piaccie,è la prima che scrivo da tanto tempo. Vorrei dimostrare a tutti quelli per cui sfioro la mediocrità che sono qualcuno e da voi vorrei farmi conoscere. Scusate se perderete tempo,ma è per il raggiungimento di un sogno,il mio:diventare scrittrice.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loch Ness,Sud-Ovest di Inverness, Scozia 21 Settembre 1960 Eccomi qui, finalmente. Strano, fino a ieri, stando seduto in quel bar ho immaginato decide, migliaia di volte questa scena, e tutte le volte la mia fine era repentina,indolore,senza remore. Certo avrei potuto spararmi con un colpo di pistola o con un fucile, o avvelenarmi, ma sarebbe stato troppo veloce il primo e troppo annebiante il secondo. Non avrei potuto pensare, non avrei potuto ripensare a tutta la mia vita, a quello che mi ha portato a essere quello che sono, a quello che mi ha riportato sui miei passi, a te Ryan. Anche se ormai troppo tardi. Mi chiamo Markus Mcfree,e ho settant'anni. Sono nato in una piccola casa, con una mamma piccola e triste che non faceva altro che bere e urlare dalla mattina alla sera e con un padre del tutto indifferente sia a l'una che all'altra cosa. Lei romantica ricca figlia di un proprietario di un allevamento di cavalli , lui povero,ma avvenente stalliere orfano. Due persone provenienti da ambienti così differenti, fatti incontrare dal Destino e istantaneamente fulminati da Cupido, almeno per mia madre, e infine uniti nel sacro vincolo del matrimonio. Peccato che mio padre,come cacciatore di dote,non fosse proprio un asso,poichè si aveva individuato come preda la fanciulla ingenuamente giusta, ma non mise in conte il membro più importante:suo padre. Timoteo Johnson,grande nell'allevare i cavalli,mediocre nel solo voler bene a sua figlia,che cacciò appena scoperta la tresca, togliendola immediatamente dalla mente,dal cuore e dal testamento. E si,Tim lasciò tutto ai cavalli. Capite bene che dopo l'infausto accaduto l'amore cocente che mio padre aveva per mia madre scemò quasi subito,per poi sparire del tutto dopo il matrimonio. Anzi,l'avrebbe lasciata sicuramente se non fosse stato per l'erede che portava in grembo. Dopo la mia nascita tutto quello che mio padre celava a mia madre venne a galla,comprese le sue tresche,anche perchè lui non si preoccupava minimamente di nasconderle. Ci lasciava soli nella stamberga che ci aveva comprato e andava dalle sue conquiste,una più giovane dell'altra,una più ricca dell'altra. Mia madre comunque cercava di non farmi mancare niente, e tutto sommato,quando non era del tutto sbronza,sorrideva,perchè lei amava mio padre ed era certa che non ci avrebbe mai abbandonati. Certezza che svanì quando una delle sue gallinelle rimase incinte,e stavolta il padre non lo mise al posto di comando nel suo ranch,allora papà si eclissò più veloce della luce. Mia madre,sorda alle mie preghiere e a quelle del prete,si gettò prima completamente nell'alcool,infine nel dirupo più vicino. Suo padre non venne nemmeno al funerale,anche se la notizia,facendo scalvore,volò via di bocca in bocca,veloce come una foglia portata via dal vento dell'oralità e della macabra curiosità popolare. Povera mamma,tre uomini aveva amato,due l'avevano tradita mortalmente,uno era troppo piccolo per tutto,tranne per amarla veramente. Io fui affidato ad una vicina piena di altri bambini suoi,ma in fondo venni sù abbastanza bene. Non dimenticai mai mia madre nè quello che le avevano fatto,ma per il bene comune andai avanti. Mi feci un nome,una reputazione con sudata fatica,e infine incontrai tua madre,Erika,il mio grande amore. Ci innamorammo ,ci sposammo e infine nascesti tu,piccolo fagottino biondo con gli occhi color del mare e le guanciotte rosa. Mamma mi raccontava spesso l'immensa gioia di essere genitore,ma mai avrei creduto che fosse così immensa. Quando ti misero in braccio a me mi promisi che ti avrei datto tutto e l'infinito e non ti avrei mai fatto soffrire come aveva fatto mio padre con me. Ma purtroppo non feci i conti col mio odio di figlio abbandonato e privato della madre, che riemerse quando,incontrandolo per caso,scoprì che era lui il malvagio essere che voleva distruggere me,la mia famiglia e tutto ciò che avevo costruito. Voleva farlo per ripicca,perchè secondo lui la mia vita era migliore della sua ingiustamente. Sappi solo che quel giorno ero andato lì ,nella sua vecchia villa solo per parlargli,ma appena vidi ciò che reallmente era e quante famiglie per la sua ingordigia aveva distrutto,gli sparai. Da allora divenni un codardo,quando fuggì inseguito dalle guardie,quando vi abbandonai,incurante del dolore che vi avrei causato,quando non mi feci più vedere. Non tornai nemmeno dopo aver saputo della morte di Erika,lascinadoti solo nel tuo dolore. Poi ,quando che la mia colpa se l'era addossata un creditore di mio padre,credetti di poter ritornare e ricominciare. Ma ormai tutto era cambiato,e io ti ero sconosciuto ,se non indifferente. Ho provato a scriverti,a parlarti ,ma la mia colpa è troppo grande e quandò ti sentii dire ad un amico:" Se un giorno incontrassi mio padre lo vorrei vedere bruciare all'inferno!", capii . Non per la frase in se,ma per il modo e lo sguardo che utilizzavi mentre lo dicevi. Ed ora,dirigendomi verso le acque gelate, faccio ciò che avrei dovuto fare tanto tempo prima,me ne vado via,affondando nell'immenso dei tuoi occhi, consapevole di aver fallito in tutto,tranne in questo,raggiungendo tua madre. Sta tranquillo,non saprai mai nulla di me, tranne che da qualche giornale locale o in quella lettera, che ti ho lasciato nella tua giacca quel giorno senza che tu te ne accorgessi. Scusa per tutto e ... addio, mio piccolo tesoro, I love you so much my son! Goodbye, ti chiedo perdono...
  
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