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Autore: b r i c i o l a    29/07/2011    6 recensioni
[Dalla shot]
- Sono stanca di combattere sai? Sono stanca di vedere la gente morire … Prima Sirius, adesso potrebbe succedere … a te. Hai la minima idea di come mi uccide il solo pensiero di non poterti rivedere mai più? Di non sentirti più dire quanto io sia buffa …-
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Quotes - Wotcher Wolvie'
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Non ti dimenticherai di me, vero?

 

 

Ora ascolta: ovunque io sia, riconoscerò le tue risate,

vedrò il sorriso nei tuoi occhi, sentirò la tua voce.

Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà,

nell’Inferno, il mio angolo di Paradiso.

(M. Levy, Sette giorni per l’eternità)

 

 

- Non puoi andare.-

Le parole le erano uscite di getto fuori dalle labbra. Avrebbe dovuto contenerle, lasciare che rimanessero nella sua testa – nel suo cuore – senza prendere il sopravvento. Sarebbe dovuta rimanere in silenzio, beandosi solo della possibilità di poterlo guardare, di poter accarezzare con i suoi occhi, la sua figura magra e luminosa.

- Devo.-

Doveva davvero? Era così necessario andare a rischiare la vita in un gruppo di persone che avrebbero potuto ucciderlo da un momento all’altro, magari solamente per il suo aspetto? Sì. Lo sapevano sia lui, che lei.

Era necessario per combattere Voldemort.

Era necessario per permettere alla comunità magica di andare avanti senza più alcun problema.

Era necessario.

- Devi? Cosa ti obbliga a farlo? Chi ti obbliga?-

Non poteva capire. O forse poteva, ma semplicemente non voleva. Rimanere lì, in quella casa, dopo che per l’ennesima volta aveva visto un amico morire. Rimanere lì, in quella casa, insieme a lei, la cui sola vista gli provocava terribili fitte all’altezza del cuore. Al cuore.

- Devo, perché questa guerra non si combatte da sola. È la mia coscienza, ad obbligarmi.-

La sua coscienza. Maledetta. Gli impediva di vivere davvero quegli occhi che ogni volta lo cercavano, tentando disperatamente di aggrapparsi a lui, senza lasciarlo più andare perché era una ragione di vita.

- Sono stanca di combattere sai? Sono stanca di vedere la gente morire … Prima Sirius, adesso potrebbe succedere … a te. Hai la minima idea di come mi uccide il solo pensiero di non poterti rivedere mai più? Di non sentirti più dire quanto io sia buffa …-

Le si avvicinò lentamente, desideroso di potersene fregare di tutto e di tutti per poterla stringere tra le sue braccia, baciare ogni singolo lembo di pelle che quegli assurdi vestiti che si ostinava a comprare lasciavano libero. Riusciva a sentire solo il dolore che lui stesso si procurava tenendola lontana.

- Non morirò. Starò attento, te lo prometto.-

- Ma sarai comunque lontano da me.-

- Ninfadora pensa al lato positivo: non mi vedrai e ti passerà più in fretta. Smetterai di essere innamorata di me e tornerai a vivere la tua vita seriamente.-

Quante volte aveva pronunciato quelle parole davanti a lei? Quante volte era stato costretto – dalla coscienza – a dirle che tra loro non c’era futuro? Troppe volte, tanto che aveva perso il conto. Perché lui era vecchio, povero, pericoloso. Eppure lei era sempre rimasta lì, a fregarsene di tutto ciò che la gente pensava e diceva, pronta ad essere la sua ancora. Non era mai andata via, neanche quando era stata cacciata con poca gentilezza.

- Ti prego Remus, non ricominciare. Credi davvero che se rischi la vita, io possa dimenticarmi tutto? Non puoi essere così sciocco.-

Sciocco.

Lo era sempre di più in quel periodo. Così sciocco che faticava a riconoscersi a volte.

L’abbracciò forte, immergendo il viso in quei capelli che adorava veder cambiare colore, beandosi di quell’odore che solo lei sembrava avere.

Era così bella, la sua Ninfadora.

- Ti amo Remus.- sussurrò lei, affondando ancora di più il viso nel petto di lui. Era così dolce il battito del suo cuore.

- Dora …-

- Non lascerai che loro prendano il sopravvento vero? Non ti dimenticherai di me, Remus, vero?-

Le baciò la fronte. Dolcemente, desiderando che fossero le sue labbra.

- Come puoi pensare che io possa dimenticarti, Dora?-

E sulle sue labbra ci arrivò.

Per giorni si era ripromesso di non farlo, di non varcare mai quel lieve confine tra amore e amicizia, ma in quel frangente non era sbagliato.

Perché se doveva morire, voleva che le sue labbra fossero l’ultimo pensiero stupendo che avrebbe attraversato la sua mente.

In fin dei conti, lei aveva ragione. La amava, benchè non avesse ancora trovato il coraggio di dirglielo. Forse, perché sperava che lei sarebbe rinsavita, un giorno. O forse avrebbe voluto ripeterglielo ogni attimo della sua esistenza.

 

 

 

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Indovinate un po’ cosa stavo facendo prima di scrivere questa? U.U Spulciavo il quadernetto delle citazioni, ovvio.

L’altro giorno era Musso, oggi (tecnicamente dovrei dire ieri) è Levy. Gente, se non avete letto Sette giorni per l’eternità … beh mi chiedo come facciate ad esistere. È il mio libro preferito, quello. Adoro il personaggio di Zofia e persino Lucifero mi sta più simpatico, per non parlare poi di tutti gli altri personaggi e Lucas e … ok, va bene, va bene la smetto.

La shot, se non si fosse capito, è ambientata poco prima della partenza di Remus verso il clan di Greyback. Per poco, intendo dire che quando Ninfadora inizia a parlare, Remus sta facendo i bagagli (in senso figurato, ovviamente. Credo che sarebbe stato strano, presentarsi al cospetto dei mannari con una valigia in mano, in effetti.)

Mpf stamattina sono più schizzata del solito.

Spero che un po’ vi sia piaciuta, io ora evaporo.

Smack!

   
 
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