E …
Egoista
Passarono molti mesi nei quali i due
amanti trascorrevano
insieme sempre più tempo, diventando mano a mano un libro
aperto per l’altro.
Bastava uno sguardo e l’uno
sapeva per certo cosa pensava o
provava l’altro.
Erano divenuti un tutt’uno.
E si amavano, questo era certo a
entrambi.
Ma le incomprensioni ci sono anche
tra le coppie migliori
no?
È vero, litigavano
raramente.
Era una cosa che non piaceva a
nessuno dei due.
Ma Mello aveva sempre avuto un
comportamento troppo
impulsivo e poco razionale.
“Near dannazione! Mi vuoi
spiegare come fai sempre a
prendere voti più alti dei miei?”
I litigi riguardavano sempre un
argomento fisso.
Era quasi routine.
Lo stesso Nate non sapeva mai cosa
rispondergli.
Non lo faceva apposta per fargli un
dispetto.
Studiava, svolgeva il compito,
prendeva voti alti.
“Sai cosa ti dico? Mi sono
stufato di passare sempre in
secondo piano rispetto a te. Anzi … Mi sono proprio stancato
di te!”
Sbottava di rabbia, rabbia che Mello
cercava di sopprimere,
ma che ogni tanto sentiva di dover estraniare per liberarsi e
tranquillizzarsi.
Non pensava minimamente cosa potesse
provare Near durante
quei momenti.
Non pensava a quello che sentisse
dentro di sé il giovane a
venir costantemente insultato.
A Mihael andava bene così.
Era egoista.
Non si rendeva conto che ad ogni
frase, ad ogni insulto, il
piccolo cuore di Nate piangeva in silenzio.
Si chiudeva in sé stesso
cercando di non dare troppa
importanza alle parole dell’altro, sapeva che lo amava e
sapeva che quelli erano
solo capricci momentanei.
Ma era difficile.
“Nate, come stai?”
Domanda perenne quando il biondo si
sentiva liberato da quel
peso.
A volte passavano molte ore, a volte
un giorno intero, prima
che Mello andava nella camera di Near.
Pronto a far tornare tutto come prima.
Quella volta fu diverso.
Bastarono poche ore a calmare Mihael.
“Mel, lasciami
stare.”
Gli occhi arrossati dal pianto, il
volto in un’espressione
di amarezza e rassegnazione.
A quella visione Mello si rese conto
di quello che ogni volta
doveva passare il giovane albino.
Si maledisse mentalmente e si
domandò come aveva potuto fare
una cosa del genere.
Lui che aveva giurato di difenderlo
da tutto il male del
mondo, gli stava facendo del male con le proprie mani.
“Near …
Scusami”
Nate, che fino a poco prima fissava
con falso interesse il
pavimento, alzò lo sguardo su di lui.
La voce del biondo era bassa e rotta
dai sentimenti che
provava in quell’istante.
Ma Near sapeva che dietro quella
parola si celava tutto.
Mello non aveva mai chiesto scusa a
nessuno, anche quando
era palesemente in torto.
Perché chiedere scusa era
un modo per ammettere di aver
sbagliato.
E Mello, secondo sè
stesso, non sbagliava mai.
Sì, aveva capito di essere
stato un egoista nei confronti
dell’amato.
E aveva fatto una promessa.
Mihael
sarebbe
cambiato … E lo avrebbe fatto solo per Nate
Nota
dell’Autrice:
Ok, non voglio far passare Mello dalla parte del
“cattivo” di turno. Quindi
perdonatemi ^^ Solo che me lo sono immaginata più volte
sbottare contro Near,
senza farlo con intenzione di ferirlo ma per scaricare la sua rabbia.
Ma si
accorge che non deve più farlo, o almeno… Ci
avrebbe provato. Non so se sono
riuscita a spiegarmi bene con queste parole, ma spero che il risultato
sia
positivo.
Grazie
a tutti,
come sempre. Siete davvero la mia forza!
Lady lawliet 1996, L_Nael,
ryuga hideki,
HunterKeehl , Nijinsky.
Un bacio, Liena <3