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Autore: Nobody Is Perfect    29/07/2011    7 recensioni
Sara, una giovane ragazza, fredda e distaccata, non permette a nessuno di entrare nella sua vita.
Non ha amici e soprattutto, non ne vuole.
Non crede nell’amore, a causa di eventi passati che le hanno segnato l’infanzia.
Tom, chitarrista di una band di successo, bello e dannato, riesce a far cadere ai suoi piedi, ogni donna.
Ottiene tutto ciò che vuole.
Ma ora Tom, vuole Sara.
Una semplice sfida personale si trasformerà in qualcosa di più, facendo cambiare ai due, le loro opinioni sull’amore.
Genere: Erotico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò sudata e spaventata.
Respirava affannosamente e dei flash le si presentarono davanti.
Quei sogni continuavano a tormentarla, nonostante fosse passato molto tempo da quegli eventi, non riusciva a dimenticare.
Questa volta non riuscì a trattenere le lacrime, appoggiò la testa sul cuscino e lo strinse a sé.
Il suo corpo tremava, sentiva la paura crescere dentro come quella volta.
Già, quella volta che aveva cercato di dimenticare, ma era tutto inutile.
Inutile andare da uno psicologo, inutile prendere delle pasticche.
Ricordava quel momento troppo bene, nei minimi particolari, ogni gesto, parola.
Era insopportabile, non riusciva più a dormire bene la notte.
Si svegliava urlando nel mezzo della notte e non riusciva più a chiudere occhio.
A volte aveva incolpato se stessa per l’accaduto, ma lei non aveva colpe.
Solo ora a distanza di anni se ne rendeva conto.
Però continuava a chiedersi perché era successo a lei.
All’inizio aveva pensato di risolvere tutto iniziando a drogarsi, ma delle persone l’avevano convinta a non farlo, le erano state vicine e l’avevano aiutata a superare quel momento.
Quel momento non era mai passato.
L’avrebbe ricordato per sempre, nonostante la buona volontà di dimenticarlo.
La verità era che l’aveva segnata.
Sospirò lievemente.
Solo di una cosa aveva bisogno in quel momento...un abbraccio.
Un abbraccio sarebbe stato l'ideale per calmarla.
Faceva la dura o forse era meglio dire la stronza, ma lo faceva solo per proteggersi.
Per non soffrire di nuovo.
Nessuno aveva mai capito che lei non stava bene, anzi nessuno si era mai interessato.
Karl era l'unica persona a cui aveva accennato qualcosa, tralasciando i particolari più dolorosi da ricordare.
Si ricordò di quando andava a scuola, probabilmente nel paese si era sparsa la voce di quello che era accaduto e forse anche Annika sapeva.
Si alzò di scatto preoccupata, e se Tom sapeva qualcosa?
No, non poteva saperlo altrimenti lo avrebbe capito.
Se lo avesse saputo, gli avrebbe fatto pena e lei non voleva essere compatita da nessuno.

Quando il battito tornò regolare, scese in cucina e ascoltò la segreteria telefonica.
"ehi ciao! sono Macky, prima è passato Tom, ti cercava. Gli ho detto che non c'eri e così ha detto che passerà dopo.
Però..."
Oh no! c'era un però!
"non ti arrabbiare, ma gli ho dato il tuo numero di telefono. Non uccidermi, alla fine è un ragazzo simpatico..."
Stoppò il messaggio e si sedette in cucina.
Alla fine è un ragazzo simpatico? Stavano parlando della stessa persona?
Il telefono iniziò a squillare e vedendo il numero sconosciuto fu tentata di non rispondere, ma alla fine rispose.
"ben svegliata rosellina!" disse una voce fin troppo familiare.
"smettila di chiamarmi rosellina" ringhiò lei.
"perché non ti piace? mi è venuto in mente questo nome, quando ho visto il tatuaggio sulla tua spalla...una rosa"
"come hai fatto a vedere il mio tatuaggio?" chiese confusa.
Non si ricordava di aver messo delle canottiere, quindi Tom non poteva aver visto nulla.
"beh sai, sono uno che nota i particolari" disse ridendo.
"perché mi hai chiamato?" chiese lei, cambiando discorso.
"i ragazzi hanno accettato la proposta, ora dobbiamo parlare meglio del mini-concerto...sei libera oggi?"
"ehm...no" disse tutto d'un fiato.
"non mentire, so che oggi pomeriggio non lavori al negozio"
Uffa! Era chiaro: Macky non sapeva tenere la bocca chiusa.
"ho un altro impegno"
"passo a prenderti alle quattro a casa tua, so dove abiti. Ciao!" disse ridendo.
"come fai a sapere dove abito?"
"ho i miei contatti"
"e comunque io non ho ancora accettato" disse sospirando.
"io verrò comunque e se non ci sarai, pensi che il tuo capo ne sarà felice?"
Si morse il labbro per evitare di mandarlo a quel paese.
"accetto" disse socchiudendo gli occhi.
"ok a dopo...vestiti carina, mi raccomando!"
"vaffan.."
"ti voglio bene anch'io" disse il ragazzo, prima di chiudere la chiamata.
Maledetto il giorno in cui era andata a quel matrimonio!

*

Si diresse al negozio di fretta, era in ritardo!
"Sara! oh mio dio, Sara devo parlarti" disse Macky non appena lei varcò la soglia.
"se vuoi scusarti per aver dato il mio numero a quella specie di ragazzo, sappi che non basteranno delle scuse"
"no, non centra niente Tom"
"e allora chi centra?" chiese con un sopracciglio alzato.
"Ehm...Bill"
"Bill?" chiese confusa.
"si, mi ha detto di andare a casa sua, per parlare del mini-concerto"
"ma anche Tom ha detto che dobbiamo parlare di questo"
"veramente Bill ha detto che saremo soli, perché Tom aveva un impegno"
"Mi ha mentito, Kaulitz mi ha preso in giro, pazzesco!"
Quel ragazzo si era preso gioco di lei!
"ma non capisci? non è questo il problema! come mi vesto? oddio ti rendi conto? io e Bill saremo soli...ho paura" disse Macky piagnucolando.
"devi essere te stessa, semplice no?"
" e se non riesco a parlare?"
"beh, in piscina mi sembra che avete dialogato"
"non ce la farò, farò una figuraccia, me lo sento"
"tu non preoccuparti, dovete parlare di lavoro mica ti ha fatto una proposta indecente...anche se sono sicura che tu avresti accettato" disse Sara ridendo.
"ok ora devo calmarmi e rilassarmi" disse sedendosi.
"sono sicura che andrà tutto bene" disse poggiandole una mano sulla spalla.
Non riusciva a capire i sentimenti di Macky, però ci provava.
Era chiaro come il sole che lei fosse una fan, soprattutto del cantante ed era ancora più chiaro che trovarsi il proprio idolo davanti, non era una cosa da tutti i giorni.
Sorrise.
Beh alla fine, andare a quel matrimonio era servito a qualcosa.
Si sentiva bene, aveva reso felice Macky, ma qualcuno avrebbe mai reso felice lei?

*

Tom arrivò davanti casa puntuale come un orologio svizzero.
Sara uscì di casa e il respiro le mancò, notando la figura del chitarrista.
Indossava un paio di jeans chiari, ovviamente larghi abbinati con una maglia a righe rosse e bianche.
Sopra la maglia portava un giacchetto di pelle nero.
Non capiva perché si volesse vestire con quelle tende da campeggio.
Aveva un fisico da far invidia ad un modello eppure si ostinava a nasconderlo.
Non si poteva negare che fosse bello, ma non era quello il momento di pensarci, doveva fargliela pagare.
Si avvicinò al ragazzo appoggiato allo sportello della macchina e gli tirò uno schiaffo.
"ma che diavolo fai? sei impazzita" disse massaggiandosi la guancia colpita.
"potevi dirmelo chiaramente che questo era un appuntamento" disse sorridendo.
"appuntamento? noi dobbiamo parlare del mini..."
La sua faccia era diventata improvvisamente pallida.
Sorrise divertita, non si aspettava di essere scoperto.
Rosellina-1 Kaulitz-0
"non attacca Kaulitz, Bill e Macky dovranno parlare di questo"
"ma..."
"dove hai intenzione di portarmi?" chiese interrompendolo.
"al mare" disse aprendole lo sportello.
"sei sicuro di stare bene? da dove arriva tutta questa galanteria?"
"sempre simpatica eh?"
"lo so, è una delle mie qualità"
"mi sto quasi pentendo di averti chiamato"
"beh faccio ancora in tempo ad andarmene" disse afferrando la maniglia e facendo per uscire.
"no, dai scherzavo!" disse prendendola per un polso.
Lo guardò negli occhi e si rimise seduta sul sedile.
"come mai mi hai chiamato?" chiese osservando il panorama fuori dal finestrino.
"volevo conoscerti meglio" disse osservando la strada davanti a lui "sei strana, non riesco a capirti"
"perchè tu capisci le persone? pensavo guardassi altro in una persona"
"anche" disse osservando malizioso la scollatura del vestito.
"porco!"
"che vuoi farci? sono un uomo" disse ridendo.
La risata di Tom era bella, forse non era così antipatico come pensava.
Sorrise, osservandolo.
Ne era sicura, lui non sapeva niente di quella storia e non avrebbe dovuto saperlo.

*

"ciao" disse Macky.
"vieni, accomodati in cucina" le fece segno di seguirlo.
Il pomeriggio era passato normalmente, aveva evitato di guardarlo negli occhi.
Continuava a scrivere la scaletta delle canzoni e anche quando lui le rivolgeva la parola, teneva lo sguardo basso.
Era andato tutto per il meglio, a parte alcuni momenti in cui le loro mani si toccavano casualmente e lei sentiva i battiti del cuore aumentare.
Si alzò in piedi e raccolse tutte le carte per andarsene.
"Macky" il suono del suo nome detto da quelle labbra era semplicemente magnifico.
"dimmi" disse osservando le sue scarpe.
"per caso ti faccio paura?" chiese lui cautamente.
"eh?" alzò finalmente lo sguardo e se ne pentì immediatamente.
Calmati si diceva. Ma non funzionava.
"oggi non mi hai mai guardato, non sono stupido, per caso ti faccio paura?"
"ehm...no" disse timidamente.
Il ragazzo si avvicinò a lei.
E' troppo vicino!Muoviti ed esci di qui-continuava a ripetersi.
Le sue gambe non si muovevano.
Sapeva che se stava per succedere quello che lei si aspettava, non sarebbe riuscita a respingerlo.
Le accarezzò una guancia, che andò a fuoco dopo quel contatto così semplice, ma significativo.
Si abbassò leggermente fino a guardarla negli occhi.
Diminuì le distanze e posò le sue labbra su quelle della ragazza, che non oppose resistenza.
Non c'erano parole per descrivere quel momento.
Dire che si sentiva in paradiso sarebbe stato troppo banale e stupido.
Macky schiuse le labbra per permettere alle loro lingue di incontrarsi, ma Bill si staccò improvvisamente, osservando un punto alle sue spalle.
Si voltò incuriosita e notò con sorpresa che avevano avuto uno spettatore.
Annika li osservava dallo stipite della porta con occhi spalancati.

  
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