CAPITOLO 2
UNA
LETTERA INASPETTATA
“Questa no, cartolina per mamma, pubblicità, bolletta del metano, lettera di Nana, raccomandata... lettera di Nana??” elencava una giovane facendo passare tra le mani delle buste che le aveva appena consegnato il postino “Ragazze sono arrivati!!!!” urlò aprendo l’ultima busta e gettando a terra le altre. In un attimo fu raggiunta da altre due ragazze poco più grandi di lei.
“I
biglietti per il concerto dei Blast!!! VAI!!” urlarono tutte insieme
abbracciandosi, poi una di loro l’aprì impaziente ed il sorriso che poco prima
le illuminava il volto si spense “N-non... non ci sono! BWAA!!!” e mostrò la
sola lettera che c’era all’interno
10/8
Care Niniel, Antares e Dior,
mi dispiace moltissimo ma non sono riuscita a trovarvi i
biglietti per il concerto, e il nostro manager ci ha impedito di tenerne da
parte... mi dispiace tantissimo, avevo così tanta voglia di vedervi! Spero sarà
per il prossimo!
A presto, un bacio
Nana
P.S. Hachi e Nobu vi
mandano un bacione!
Yasu vi saluta
e Shin vuole chiedervi se la prossima volta uscite con lui!
“NOOOO!!
Leggi meglio Niniel! Ne sei sicura??” le chiesero mentre stavano già aprendo
un’altra lettera
“Sicurissima...”
purtroppo non sarebbero potute andare al concerto che una loro carissima amica
avrebbe tenuto a Tokyo la terza settimana d’Agosto, ed erano piuttosto tristi
dal momento che ci tenevamo moltissimo e attendevano da tanto quella data.
Le
tre ragazze erano sorelle anche se a guardarle non si sarebbe proprio detto.
Dior,
aveva 15 anni, i capelli neri che teneva quasi sempre legati con un mollettone,
lunghi sino al sedere e gli occhi marrone scuro, indossava sempre abiti neri
che le fasciavano il magro corpo ben modellato. Aveva un piercing al
sopracciglio sinistro e cinque fori nel lobo sinistro ed un anello
all’ombelico. Antares Lorien e Niniel Nienor avevano 17 anni ed erano gemelle
ma non avevano nulla di simile: la prima, che era anche la più giovane tra le
due, aveva gli occhi verdissimi e i capelli biondo chiaro lisci, anche lei
prediligeva i vestiti neri ma utilizzava molto spesso anche l’azzurro e il
viola. Aveva due fori nel lobo sinistro ed uno nell’estremità superiore
dell’orecchio che era collegato da una catenella d’argento ad uno degli altri
due buchi, mentre dal restante e anche dal foro sul lobo destro pendevano due
orecchini d’argento lisci ed incastonati da pietre di acquamarina lunghi fino a
sfiorarle le spalle; la seconda aveva gli occhi di un azzurro scuro ed i
capelli tendenti al castano, inoltre aveva il viso cosparso di lentiggini e
doveva indossare degli occhiali; adorava indossare vestiti dai colori chiari o
pastello, soprattutto azzurri e bianchi. Le due gemelle avevano un corpo
mozzafiato e ben proporzionato e lo stesso taglio di capelli (alla pari, lunghi
fino al seno, che erano solite acconciare Antares con mollette o treccine,
Niniel tirati su e arrotolati su una bacchetta di legno). Quasi nessuno però
era a conoscenza dei loro secondi nomi che non erano affatto comuni.
Oltre
che nell’aspetto le sorelle divergevano anche nel carattere e nei gusti:
Antares e Dior erano decise, astute, impulsive e non avevano alcun problema a
trasgredire le regole, inoltre se venivano offese sapevano diventare
tremendamente cattive, perfide per non dire pericolose. Niniel, invece, era più
calma, indecisa, pacata e riflessiva; cercava sempre di risolvere le situazioni
difficili con le buone, non come le sorelle che non ci avrebbero pensato due
volte a cominciare una rissa, ma se non ci riusciva poteva diventare anche lei
un tipetto pericoloso. Quando litigavano tra loro era davvero un guaio perché
era impossibile fermare loro o gli oggetti che si lanciavano da una camera
all’altra!
I
loro genitori provenivano da due mondi completamente diversi e i genitori della
madre, Dania, non avevano accettato il loro matrimonio a causa anche della
differenza di età tra i due innamorati e, ad aggravare la situazione fu anche
la decisione della ragazza di abbandonare gli studi a soli 17 anni. Appena si
fu sposata non si fecero più sentire e cancellarono la figlia dalla loro vita,
infatti, non andarono al suo matrimonio e neppure quando nacquero le figlie. Le
ragazze non avevano mai conosciuto i loro nonni.
Dania
lavorava al Ministero e spesso faceva orari impossibili tanto che fin dalla
prima infanzia affidò le figlie ad una loro vicina di casa in modo che le
facesse da baby-sitter, la povera donna però era continuamente vittima degli
scherzi e le chiamava ‘quelle piccole streghe’, senza mai chiamarle con il loro
nome, tuttavia era molto affezionata alle bimbe.
Abitavano
in una piccola villetta in campagna a due piani e con un grande giardino dove
d’estate organizzavano piccole feste per il vicinato; sul retro c’era un orto
dove crescevano numerose erbe e fiori disposti in belle ed ordinate aiuole
curate con grande amore dalle sorelle che potevano accomunare tra loro solo la
grande passione per la natura e le sue piante. Al piano terra c’era la cucina
al cui centro era posto un grande tavolo con numerose sedie ed una grande e
bellissima pendola che Niniel aveva smontato per il ticchettio che le impediva
di dormire la notte e, non essendo in grado di rimontarla era rimasta ferma,
tuttavia era troppo bella per essere gettata. Il salotto era arredato in modo
antico: sulla parete più lunga troneggiava un grande camino di mattoni rossi.
Gli altri muri erano coperti di scaffali pieni di libri; in un angolo della stanza
erano situate le due ceste per i gatti di Dior e Antares e la gabbia per il
gufo di Niniel. Le camere si trovavano al piano superiore: le sorelle dormivano
in un’enorme stanza colorata con il soffitto a nuvolette da una parte e la
notte dall’altra, sotto una grande finestra che dava sul giardino si trovavano
tre scrivanie. Nella parete opposta c’era un lungo armadio e sparsi a terra
tanti e morbidissimi cuscini, per non parlare degli innumerevoli peluche quasi
tutti di Antares che li adorava. La camera accanto fungeva da biblioteca
infatti tutte le pareti era interamente ricoperte da scaffali da cui facevano
capolino libroni neri con i titoli scritti in oro e boccette di vetro con
liquidi dai mille colori o con piante essiccate. La camera da letto dei genitori
era accanto al bagno, quest’ultimo era in marmo blu ed al centro si trovava una
grande vasca idromassaggio incassata nel pavimento. Sugli scaffali c’erano
infinite boccette di bagnoschiuma e shampoo di tutti i tipi, tanto che Dania
una volta vuotandone uno si era ritrovata il bagno pieno di bolle!
Era
decisamente una gran bella casa anche se da fuori nessuno avrebbe mai giurato
quella grandezza... ma torniamo dalle ragazze...
“E
questa lettera cos’è?” chiese Dior sventolando furiosa una lettera di pergamena
davanti agli occhi della madre appena questa fu tornata dal lavoro, cioè
all’una e trenta di notte.
“Oh,
è arrivata? È la conferma dell’iscrizione alla vostra nuova scuola!” rispose
con estrema calma la donna come se nulla fosse accaduto.
“E
quando pensavi di informarci del fatto che avremmo dovuto trasferirci in
Inghilterra?!” urlò Niniel perdendo il suo autocontrollo.
“Ma
ve l’avrei detto! prima però volevo essere sicura...” tentò di giustificarsi la
madre ma venne subito interrotta da Antares che le disse:
“E
come mai dovremmo lasciare amici, casa, scuola, lingua, nazione?!?”
“Il
Ministero mi ha offerto una grossa promozione, ma posso averla solo se ci
trasferiamo... e comunque quella Inglese è una delle migliori al mondo, se non
LA migliore! Prima di incontrare vostro padre la frequentavo anche io! e voi
due” disse indicando le gemelle “avete sempre desiderato andarci, o mi
sbaglio?”
“Sei
brava a plagiare le persone!” affermò infastidita Dior
“Comunque
fatto sta che il lavoro della mamma è molto più importante dei nostri
capricci...” affermò Antares guardando i fatti, poi si ritirarono nella loro
camera.
A
loro non dispiaceva affatto abbandonare la ‘SIMES’, infatti i compagni di
classe le evitavano ad alcuni avevano perfino paura di loro a causa del loro
strano comportamento. Una volta al primo anno le gemelle avevano perso il
controllo ed avevano distrutto un’intera classe; per questo il preside aveva
dovuto prendere adeguati provvedimenti nei confronti di futuri eventi simili.
Comunque
le ragazze per quanto urlassero e protestassero la decisione era stata ormai
presa ed il giorno dopo di pomeriggio si trovavano già a Londra e il tempo che
mancava all’inizio della scuola lo passarono studiando chiuse in camera,
infatti fu la madre ad andare a procurare loro tutto ciò di cui avevano bisogno
per affrontare il nuovo anno, dal momento che le ragazze si rifiutavano anche
solo di parlare.
Il
primo settembre la donna fu costretta a trascinarle a forza alla stazione da
cui avrebbero preso il treno per la scuola.
“No,
ti prego, studierò a casa!! Farò l’autodidatta!!” cercò di convincerla
un’ultima volta Antares
“Nemmeno
per sogno!! E tu non scappare!!” urlò afferrando Dior che tentava di tornare a
casa.
“NO!
LASCIAMII!! Se devo morire lo farò nella mai camera!!” protestò verso la madre.
Niniel,
si era invece già arresa e camminava con la testa tra le nuvole mentre spingeva
il suo carrello. Poi improvvisamente si ricordò che non avevano la ben che
minima idea di dove fosse il loro binario e mancavano solo dieci minuti alla
partenza del loro espresso; stavano ancora guardandosi attorno quando si
avvicinò loro un ragazzo di circa 18 anni e gli chiese se per caso occorreva
loro aiuto nel trovare il treno.
“La
prima volta è così per tutti!” disse rivelando loro che aveva capito che
frequentavano la stessa scuola per prima cosa dai bagagli e poi per il modo in
cui si guardavano attorno, quindi si offrì di accompagnarle. Le ragazze
salutarono la madre poi, spingendo i loro carrelli, si avviarono con Mike che,
appena arrivate al treno le salutò e corse da un gruppo di ragazzi.