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Autore: Martina1705    29/07/2011    3 recensioni
Sesto e ultimo capitolo di Good morning baby ;w; l'unica fluff
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Good morning, baby'
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Is this what you dream of? Is this what you dream of?

 

Sollevo malvolentieri la testa dal cuscino, prendo il cellulare, la suoneria di solito è bassa e discreta, nel cuore della notte è amplificata di mille volte e mi attacca insensibilmente le orecchie. Provo a guardare, ma non mi sono ancora svegliato del tutto e quando la luce colpisce i miei occhi li richiudo e li riparo con un braccio. Stropiccio gli occhi, guardo ancora, è Jonghyun. Un flusso di sangue sproporzionato e improvviso mi fa diventare rosso, quasi violaceo, per la preoccupazione che ho addosso; sono pietrificato, non riesco nemmeno a rispondere.

E poi mi ricordo tutto; subito dopo questo attimo, ricordo sempre tutto. Mi ricordo soprattutto delle miliardi di volte in cui questo si è ripetuto. Rispondo, cerco di sembrare il più sveglio possibile, non voglio che pensi di avermi disturbato.

"Key... Mio dio, scusa, so che è tardissimo, stavi dormendo?"

"Sono le tre di notte, Jjongie... No, no non stavo dormendo, ero sveglio, ero al computer."

"Ah, menomale, non volevo disturbarti."

Anche se non può vedermi, o forse proprio per questo, sorrido. Ma poi, oltre alle parole, nella mia testa compare qualcos'altro, così, un avviso estemporaneo, una piccola insegna al neon che mi dice: sta piangendo.

"Jjongie va tutto bene?"

Un singhiozzo più forte degli altri mi fa tremare il cuore e afferrare il telefono forse con troppa forza.

"NO! NO CHE NON VA TUTTO BENE!"

"Jonghyun ti prego non fare così, scommetto che stai solo esagerando un po', vero? Scommetto che non è niente di grave, che si può riparare tutto; che ne dici intanto di venire qua da me, mh? Possiamo parlarne."

E da qui la storia è uguale, ogni volta, ogni singola volta, aspetto per cinque, al massimo dieci minuti, sento la macchina che arriva, il motore che si spegne; bussa, e io sono già dietro la porta e apro; e mi aspetto ogni volta lo stesso spettacolo, un Jonghyun magari un po' ubriaco, un faccino triste e degli occhi enormi che mi fissano e mi chiedono scusa per la centesima volta per l'orario indecente.

Ma stavolta non è così.

Stavolta a vederti, ho paura che da un momento all'altro tu possa crollare ai miei piedi, nel tuo sangue non circola una goccia di alchool, sono sicuro, e quegli occhi che di solito sono solo grandi e dispiaciuti, oggi sono rossi, stropicciati, gonfi. Ti guardo disperato e confuso, vorrei fare qualcosa, ma non so cosa; a dirla tutta, cosa potrei fare, se non so nemmeno cosa è successo?

"Mi ha lasciato, di nuovo; e questa volta è l'ultima. E' stanca di me, è stanca del mio romanticismo, del mio amore; è stanca di vedere la mia faccia ogni giorno. Me l'ha detto. E le credo, ha ragione. Era tutto perfetto, e ho rovinato tutto."

Mi viene voglia di romperti la mascella con un pugno, ma preferisco avvicinarmi e abbracciarti.

"Non essere stupido, Jjongie, non essere stupido. Sei sicuro di non stare un po' esagerando? Nemmeno un pochino pochino?"

Scuote debolmente la testa contro il mio petto, no, non sta esagerando, e lo so da quando mi ha rivolto la prima parola.

"Entra."

Si siede, io preparo un thè, ormai ho perso le speranze in un'altra ora di sonno, so come vanno queste cose. Lui sta zitto, mi guarda, dopo un po' inizia a parlare, mentre io ancora gli do le spalle.

"E' il suo compleanno, le ho solo fatto gli auguri, e lei mi ha urlato contro, mi ha urlato contro tutte quelle cattiverie, ma è vero, è tutto vero, ha ragione, sono stressante, sono troppo romantico, sono noioso."

Mi giro e lo guardo, sa che gli conviene tapparsi la bocca, perchè sta per ricevere uno schiaffo epocale.

"Sta zitto, Kim Jonghyun. Zitto. Non dire cazzate."

Mi guarda incredulo, questo di sicuro non è un linguaggio che appartiene a Kibum.

Verso il thè nelle tazze, mi avvicino al tavolo e mi siedo accanto a lui, mi poggia la testa su una spalla, sorrido e prendo un sorso del mio thè.

Lo guardo con lo stesso sguardo incantato di ogni volta.

Quegli occhi, quegli occhi grandi da bambino, quando li apre le stelle smettono di brillare.

Quei capelli, quei capelli, ci affonderei le mani e quel profumo... Mi fa diventare pazzo ogni volta.

Quelle labbra, quelle labbra, le bacerei ogni momento se me lo permettesse.

"E' vero, so che è tutto vero, non difendermi."

E' sempre così terribile, sapere che lui non vede quello che vedo io. Però non avrei mai pensato che prima o poi sarei esploso.

"Io non ne posso più. E non parlo del vederti spuntare dal nulla nel bel mezzo della notte, non parlo di tutto il sonno che ho perso. Non ne posso più di vederti ridotto così per una qualunque sciacquetta ogni volta, mi sta facendo diventare pazzo. E' una cosa terribile. Non puoi semplicemente darti via ogni volta di più. Tu non capisci quello che dici. Tu sei perfetto. Non c'è una cosa in te che cambierei, ed è solo un problema del mondo se non lo capisce. E non ne posso più di vederti regalare il tuo cuore alla persona sbagliata, sempre, ma non lo capisci?"

Si alza e mi guarda, mi uccide, quell'espressi"Sono io che ti salvo sempre. Sono io che raccolgo i pezzi di te e ogni volta li rimetto assieme. E' a ME che puoi chiamare nel mezzo della notte e trovarmi sempre sveglio. Ci hai mai pensato a tutto questo?"

"Key..."

Lo bacio, è scioccato, terrorizzato, quegli occhi già grandi, sono spalancati e mi osservano.

Mi allontano umiliato e so solo darmi dello stupido. L'ho spaventato, sono un mostro.

"Scusa... Scusa, non dovevo."

E lui sta lì, mi guarda ancora in quel modo e io vorrei solo morire e sparire e nascondermi nell'angolo più buio e stretto del mio armadio.

"Ho sbagliato, non dovevo."

"Tu... Perchè non me l'hai mai detto?"

"Mi pare scontato; non è che di solito vai dal tuo migliore amico e gli dici: oh, sai, non solo sono gay, ma ti amo da quando ci siamo conosciuti, e non riesco a smettere di pensare a te, la notte non riesco a dormire perchè continuo a pensare a te e a... sorridere come una stupida tredicenne innamorata..."

Mi rendo conto della valangata di nozioni superflue che mi è scappata, mi tappo la bocca con le mani, forse è l'unico modo che mi rimane per fermarmi.

"Tu... Io sono il tuo migliore amico. Mi ami da quando ci siamo conosciuti. La notte. .. La notte pensi a me. Wow."

Ha lo sguardo perso.

Mi alzo, prendo la mia tazza vuota e la lavo; anche quando è già pulita, continuo a dare colpi di spug na, farei di tutto per dargli le spalle solo qualche altro secondo, qualche altro secondo ancora. Sentendo strisciare la sua sedia, mi irrigidisco; si avvicina alle mie spalle, io non mi muovo, le mani ancora sotto il getto d'acqua, la spugna inizia a muoversi al doppio della sua normale, così come il mio battito cardiaco.

Poggia la tazza ancora per metà piena accanto a me, mi abbraccia e si stringe completamente a me. Avvicina timidamente le labbra al mio collo, mi poggia un bacio tanto leggero da farmi il solletico.

"E' a questo che pensi? Pensi a come sarebbe se ti abbracciassi, se ti baciassi così?"

" Jjongie ti prego..."

Provo a spostarmi, ma è impossibile.

"Ti prego... Non prendermi in giro. Come fai poi a chiedermi perchè non te l'ho detto prima?!"

Provo di nuovo, stavolta con più forza, a divincolarmi da quell'abbraccio che mi mette tanto a disagio, ma l'unica cosa che ottengo è di ritrovarmi sulla mia schiena. Serro gli occhi, credendo nella teoria: se non puoi vederlo, lui non può vedere te.

Non vedo il suo sorriso che si fa più vicino, le sue labbra, che delicatamente si poggiano sulle mie. Non posso credere che stia succedendo davvero; ed è davvero tanto fantastico, è tutto come l'avevo immaginato, le sue labbra sono davvero tanto morbide, e i suoi capelli, li accarezzo e davvero non vorrei lasciarli più.

Si allontana e mi sorride, con quei grandissimi, adorabili, incredibili occhi, l'unica cosa che spero è di non risvegliarmi in questo momento nel mio letto.

"Dormi qui stasera?"

"Come ogni volta."

E mi bacia di nuovo, più delicatamente.

Ma non è come ogni volta, stavolta non dormirà sul divano, stavolta mi prende la mano e sale in camera con me, ci stringiamo nel mio letto a una piazza e socchiudiamo gli occhi. Mi circonda con un braccio, io mi faccio piccolo piccolo e mi rannicchio contro di lui.

"Iniziavo a chiedermi da quante ragazze ancora dovessi farmi lasciare prima che ti decidessi a farti avanti."

"Hai... Usato quelle ragazze? Tutte? Sei orribile. Orribile."

"Si, un mostro senz'anima."

Mi abbraccia più forte, vorrei che questa notte fosse infinita.

"Buonanotte."

Guardo la sveglia, sono le quattro e mezza del mattino.

"Buongiorno, baby."

  
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