She's got eyes of the bluest skies
#1. She
takes me away to that special place
Shikamaru guardò con un broncio la bambina dal caschetto biondo di
fronte a sé, spaventato da quei grandi occhi azzurri dalla luce vivace e
maliziosa, che lo fissavano sin da quando aveva varcato la soglia di casa
Yamanaka al fianco di suo padre, Shikaku Nara. Avrebbe dovuto essere una visita
breve, invece i loro genitori si erano messi a parlare dei vecchi tempi,
ridendo con voce grossa e facendo imitazioni di persone che non conoscevano.
Si chiamava Ino, e quando i loro genitori li avevano cacciati a giocare
malamente, gli si era avvicinata con un sorriso luminoso e la mano tesa, proprio
come i grandi.
«Sono Ino. Piaci ad alcune mie amiche, lo sai?» Ed aveva sbattuto le
ciglia divertita, lasciandolo di stucco. Shikamaru sapeva che Ino fosse una
gran chiacchierona, l’aveva vista numerose volte circondata dalle amiche,
ciarlare e ciarlare, lanciare occhiate adoranti a Sasuke Uchiha e ridere come
civetta ad ogni complimento delle maestre.
A Shikamaru Ino non piaceva, quindi mise il broncio e non contraccambiò
la stretta di mano, facendole arricciare le labbra.
«Ti va di giocare a nascondino?»
Shikamaru scosse il capo, sedendosi a terra e sollevando gli occhi al
cielo – ecco, gli occhi di Ino erano di quel colore, e lui preferiva di gran
lunga il bianco delle nuvole.
«A lupo?»
La testa di Ino gli aveva oscurato la visuale, facendogli così
assottigliare gli occhi.
«Sei super noioso, Nara. Dovresti svegliarti un po’,» e gli diede uno
scossone, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
«Non ne ho voglia. Sto guardando le nuvole.»
Ino si sollevò perplessa, lanciando sguardi da Shikamaru al cielo, e il
bambino sapeva già cosa stava pensando: gli stava dando del bambino strano,
pensava che lui fosse antipatico e che…
«Allora andiamo sul prato dietro la scuola. Su quella collinetta, piena
di fiori. Lì sarà molto più bello! O forse anche questo è troppo per te,
pigrone?» Esclamò Ino con un gran sorriso, prendendogli le mani e sollevandolo
di forza da terra: non ammetteva repliche, era lei a decidere.
Shikamaru si ritrovò ad un passo dai suoi grandi occhi azzurri, e lo
stomaco si arrotolò improvvisamente, come se avesse fame.
«Vuoi guardare le nuvole?» Domandò Shikamaru, lasciando che Ino lo
trascinasse con sé per la prima volta, guardando la sua schiena ed i capelli
muoversi a causa del leggero venticello.
La biondina si girò ad osservarlo con un sorriso esasperato, ammiccando
nella sua direzione: «Oltre che pigro sei anche tardo? Certo che le voglio
vedere, stupido. Anche se sei super noioso.»
E Shikamaru sentì ancora i morsi della fame allo stomaco.
#2. I’m just
too far from where you are
Shikamaru gettò un’occhiata al cielo sgombro di nuvole, sorridendo al
pensiero che, anche a giorni di distanza da lei, il suo pensiero non se ne
voleva proprio andare dalla mente. Tutto quell’azzurro sconfinato sembrava
stesse a guardare ogni sua mossa curioso, pronto a criticarlo per la pigrizia o
per le parole strascicate che sempre utilizzava.
Non c’era vento, il sole picchiava e la sabbia entrava continuamente
nei sandali ninja, costringendolo a fermarsi ai cigli delle strade per
levarseli e pulirli, come una nenia noiosa che lo stava portando allo stremo.
Erano due settimane che non rivedeva i prati verdi di Konoha, che non osservava
i movimenti lenti delle nuvole. Non aveva più nessun suono sgranocchiante nelle
orecchie, né una voce acuta che gli diceva di alzarsi da terra e portarla da
qualche parte, prima che partisse di nuovo.
«Ehi, Nara, mio fratello vuole parlarti del prossimo esame dei
chuunin.»
La voce forte e dura di Temari gli fece alzare gli occhi al cielo –
nuovamente quell’azzurro – e sbuffare, contrariato all’idea di doversi fare
altri chilometri a piedi sotto il sole cocente.
«Non ci puoi andare tu e poi riferirmi i dettagli?»
Temari sollevò un sopracciglio, e Shikamaru si stupì che non sollevasse
anche lui da terra, come il giorno prima e quello prima ancora: le stava dando
un sacco di grattacapi.
«Senti, ninja innamorato, prima finisci il tuo lavoro, prima torni
dalla tua bella. Quindi, muovi il culo,» sbottò Temari oltrepassandolo,
lasciandolo con la bocca aperta e gli occhi intrisi di un leggerissimo stupore.
Il ragazzo si passò una mano sul collo sudato, sbuffando: «Non sono
innamorato.»
La bionda di Suna gli puntò addosso il ventaglio, le sopracciglia
inarcate ed un sorriso che non prometteva nulla di buono.
«Nara, non ci sono nuvole lassù, ma il cielo lo guardi ugualmente. Ci
può essere un solo motivo, e di certo Akimichi non ha gli occhi azzurri.»
#3. Kiss
while your lips are still red
Shikamaru toccò le braccia magre di Ino, baciandone ogni lembo la sua
bocca potesse raggiungere. La sentiva fremere sotto ogni tocco, sotto l’umidità
della sua lingua, sotto la ruvidità dei propri polpastrelli: Ino era lì, tesa
esclusivamente per lui, gli occhi illuminati di un devastante desiderio che lo
rendevano cieco.
«Fare questo non ti da noia?» La ragazza aveva usato una nota maliziosa
ed al tempo stesso canzonatoria in quelle parole, arrotolando volutamente la
erre per donare al tutto un aspetto più sensuale. Ino avvicinò il naso a quello
di Shikamaru, sbattendo le palpebre ridente. «Deduco di no, dal tuo amico lì
sotto.»
Le tappò la bocca prima che la risata acuta riempisse la stanza,
facendo in modo che Yoshino accorresse a vedere cosa stava succedendo lì
dentro, tra magliette puzzolenti e vecchie riviste mai aperte. Anche così,
sotto le lenzuola, coperti da chissà quale pericolo, Shikamaru poteva vedere
gli occhi azzurri di Ino brillare.
«Sei rozza in qualsiasi situazione, Yamanaka,» borbottò Shikamaru,
scostandole una ciocca di capelli dal volto. Probabilmente quei fili biondi
erano finiti ovunque, da quando aveva deciso di slegarle la coda e ammirarli
per una volta liberi. A sua madre sarebbe venuto un ictus, l’indomani, ma non
gli importava poi molto l’idea di doversi subire una paternale sul sesso e le
donne.
La baciò. La baciò e la sentì ridere e gorgogliare contro di sé, mentre
si abbarbicava al suo corpo come una bambina e gli levava la maglietta. Seguita
a terra quasi immediatamente dai pantaloni: dal sorriso che crebbe sul volto di
Ino, Shikamaru capì che toccava a lui.
Mentre la guardava sollevare le braccia all’aria, gli venne da
sorridere. Calò su di lei, veloce, e la sentì fremere ancora: nonostante
sapesse che quell’attimo di smarrimento sarebbe durato solo pochi secondi, per
una volta fu contento di vedere una Ino docile sciogliersi sotto il suo tocco.
Fu però quando lei lo spinse e si issò sul suo corpo che Shikamaru
sentì di volerla davvero. Desiderò sentirla muovere su di sé, vedere i suoi
occhi sempre più lucidi di un caldo piacere, e fu per questo che, con un colpo
secco, spinse.
Ino bestemmiò, sotto voce.
«Ti hanno mai parlato dei preliminari, Nara?»
Lui rise, quando Ino mosse il bacino e l’ultima vocale del suo cognome
divenne una nota languida.
«Avrebbero potuto annoiarmi.»
«Vedremo la prossima volta, se ti annoieranno tanto.»
#4. Tell me your secrets and ask me your questions
Shikamaru lasciò che le dita di Ino stringessero forte la sua pelle,
andando così a lasciare un segno violaceo proprio sul braccio destro. Inarcò un
sopracciglio, mentre lei gli sorrideva colpevole.
«Te lo meriti. Oggi non ti sei presentato per la lezione con i bambini,
ed è toccato a me sostituirti,» lo sgridò con voce acuta, mentre Shikamaru
roteava gli occhi, spazientito e divertito, lasciandola fare. Era sempre così,
ogni sera, quando si trovavano sul tetto di casa Yamanaka a notte fonda ed
erano costretti a parlare a bassa voce. O meglio, Ino era costretta a parlare
come una qualsiasi persona, senza urlare, strillare od ocheggiare.
Si beccò un morso, questa volta, e prima che Ino potesse anche
pizzicarlo le cinse le spalle e la attirò a sé, stringendola forte. Come un
tempo.
«Sei una seccatura, Yamanaka.»
Lei rise. Rise forte, senza trattenersi, contenta che lui l’avesse
etichettata ancora così. Quando sollevò il viso ridente, si ritrovò a pochi
centimetri dalle sue labbra. Oh, quant’avrebbe voluto poterlo baciare…
«Non sono una seccatura, stupido d‘un Nara!»
Allungò una mano e riuscì a mollargli una leggera sberla sul capo,
prima che lui la guardasse con penosa ovvietà. Nient’altro negli occhi, nessun
desiderio eguale a quello istintivo di Ino.
«Se tu non sei una seccatura, Ino, crollano tutte le certezze della mia
vita.»
Avrebbe tanto voluto dirgli che le sue, di certezze, erano crollate
mesi prima, quando le aveva confessato di non trovare più così speciale quel
sentimento che li univa. Nutriva il desiderio impellente di confessargli che
tutto quello che aveva fatto dopo di lei erano state numerose pugnalate
al cuore, che ancora non avevano smesso di sanguinare.
Ma la rozza, dura e senza peli sulla lingua Yamanaka uccise le parole
nella sua bocca, la consapevolezza che lui se ne sarebbe andato, altrimenti.
Perché sì, era orgogliosa, ma sapeva bene di aver ancora bisogno di
quelle braccia per rialzarsi, quindi continuava quella sceneggiata patetica,
interpretando l’amica ritrovata e gioendo dei successi di Shikamaru, come ninja
e come uomo.
Si stava auto distruggendo.
«Per il resto, tutto bene seccatura? Sei strana.»
Con il miglior sorriso sulla faccia, annuì: avrebbe smesso di amarlo
presto, si ripeté.
#5. When you love someone but it goes to waste
Ino si abbracciò le ginocchia al petto, poggiando le costose scarpe al
suo fianco. Shikamaru, steso sull’erba con la giacca del completo slacciata,
fumava placidamente osservando il cielo plumbeo.
«Avresti mai creduto che saremmo arrivati a questo punto?» La voce di
Ino non lo fece sussultare, aveva sentito il fruscio del vestito lungo sul
selciato, così come qualche imprecazione dovuta ai sassi appuntiti sotto i
piedi nudi. L’avrebbe riconosciuta anche a chilometri, quella seccatura…
«Quale punto, Ino? Quello di Sakura e Naruto che si giurano eterno
amore, pensando ad un cadavere?»
Sputò la cicca a terra, sollevandosi leggermente per poter vedere gli
occhi di Ino tingersi di grigio, come gli era capitato solamente due volte
nella vita. Si diede dello sciocco, avvicinandosi a lei e allungando un
braccio.
La kunoichi lo scansò decisa, mormorando un “non mi va” sottovoce.
«Non credo che Sakura pensi ancora a Sasuke in quel modo, sai?»
Scansò nuovamente l’abbraccio di Shikamaru, mentre il suo stomaco
brontolava infastidito. A casa, Ino avrebbe dovuto bere dell’insetticida per
uccidere quelle neonate (nuovamente) farfalle.
«Non parlavo di Sakura, ma di una promessa che logorerà Naruto per
sempre.»
Rimasero in silenzio, l’uno di fianco all’altra mentre una
consapevolezze attraversava quei pochi centimetri che li separavano. Shikamaru
avrebbe voluto voltarsi, voltarsi e guardare Ino negli occhi, ritrovare
quell’azzurro cielo che tanto aveva amato anni prima.
Prima che potesse solo pensare d’agire, però, Ino si era già rimessa in
piedi ed aveva spolverato il lungo vestito viola. L’unica cosa che riuscì a
fare, fu afferrarle una mano.
«Non parlavo di Sakura o Naruto, prima. Parlavo di noi, parlavo del
fatto che non abbiamo più bisogno di noi.» gli disse guardandolo negli occhi e
staccandosi con un gesto secco del gomito. «Hai altre spalle da cingere,
adesso. Altri occhi da asciugare.»
Shikamaru non ribatté. Guardo gli occhi di Ino e promise che li avrebbe
cancellati in ricordo solo di quell’azzurro sconfinato che, ormai, riempiva le
sue giornate da quando l’aveva lasciata sola. Sarebbe stato faticoso - e
doloroso, ma non poteva più avere quel profumo di prato sulla pelle. E ad Ino
la nicotina non piaceva per niente.
#6. You trick your lovers that you’re wicked and
divine
Shikamaru bevve un sorso di sakè, la risata squillante di Ino nelle
orecchie e le sue cosce bianche sotto gli occhi, lasciate nude dal kimono di
seta pregiata che suo padre le aveva regalato per il compimento dei vent’anni.
Quella sera Ino era devastante. Se l’era trovata di fronte con un
sorriso spavaldo a quella festa di paese, e Shikamaru aveva da subito compreso
che quella serata sarebbe stata una totale seccatura. Non noiosa, una
seccatura.
Tenere a bada i guaiti di Kiba e le occhiate di Sai era diventato
difficile, soprattutto da quando l’alcool aveva iniziato a segnarli tutti, dal
primo all’ultimo. E da quando Ino aveva deciso di avere caldo, distraendo tutti
loro dai buoni propositi che si erano prefissati vedendola.
Shikamaru ben sapeva che quell’arpia non fosse né ubriaca né brilla, lo
capiva dei luminosi ed ardenti occhi azzurri che lo fissavano di continuo,
sfacciati come il taglio dei suoi seni in bella vista.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì le labbra di Ino erano di fronte a
lui.
«Mi guardi.»
«Lo fanno tutti, Ino.»
La Yamanaka sorrise maliziosa, accomodandosi sulle sue ginocchia. Anche
Shikamaru sentì improvvisamente caldo, e, se la mano di Ino non fosse stata più
svelta della sua, si sarebbe slacciato il colletto del giubbotto senza indugi.
«Tu più di tutti. Sei quasi seccante, Nara,» soffiò ad un
centimetro della sua bocca, maliziosa e ridente. I suoi occhi languidi erano la
cosa più sensuale che Shikamaru avesse mai visto in vent’anni di vita, e pensò
che non gli dispiacesse poi molto aver bevuto così tanto alcool.
«Qui mi annoio.»
«Tipico, Nara. Ce ne andiamo a casa mia?»
«Ci sono venuto ieri. Oggi tocca a te.»
Kiba lì accanto piagnucolò infastidito da quelle confessioni, mentre
Ino circondava il collo di Shikamaru con le braccia.
«A casa mia non c‘è nessuno, Nara.»
In fondo, lui abitava molto più lontano da lì, sarebbe stata una
seccatura in più.
[Dedicata alle persone
che mi sono virtualmente vicino:
Gin, Ale e, soprattutto,
la Kioss - che ormai sento più di mia madre.
Grazie.]
· I titoli appartengono rispettivamente a:
1. Guns’n’Roses, Sweet Child o’Mine;
2. Michael Bublè, Home;
3. Nightwish, While your slips are still red;
4. Coldplay, The scientist;
5. Coldplay, Fix you;
6. Muse, Undisclosed Desires;
7. TITOLO: Guns’n’roses, Sweet child o’mine.
Personaggi proprietà di Masashi Kishimoto,
niente di tutto ciò è utilizzato a scopi lucrativi.
Piesse: ascoltate le canzoni. In particolare
quelle dei Coldplay, è tutta un’altra cosa. O forse sono io ad essere
sentimentale, sic.
N/a
Niente da dire, a parte che Ino l’ho fatta
leggermente OOC nella prima flash. Poi, beh, nessuna di esse è collegata tra
loro eccetto la quarta e la quinta, quindi se avete cercato di trovare un senso
al tutto me ne dispiaccio.
Purtroppo mi è stato impedito di uccidere
Shikamaru, altrimenti ce ne sarebbe stata una settima. J
Grazie a chi leggerà.