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Autore: Gray Lady    29/07/2011    2 recensioni
Hermione, ormai adulta, racconta qualcosa alla figlia Rose per farla addormentare… ma non una delle solite Fiabe di Beda il Bardo, no… un segreto, celato dalla polvere degli anni, che mai ha svelato!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Dopo aver dato la buonanotte ai bambini, Hermione si stava richiudendo la porta alle spalle, quando la voce sottile di Rose la chiamò indietro.
“Mamma…”
Lei tornò sui suoi passi, felice di poter stare un po’ più di tempo con sua figlia, fossero solo stati quei dieci minuti in cui la osservava sprofondare nel sonno, nel mondo sconosciuto dei suoi sogni.
“Che c’è, tesoro?”
“Non riesco a dormire”.
“Parla piano, tuo fratello ci riesce eccome”.
Rose scoccò una rapida occhiata a Hugo, nel letto accanto al suo, e continuò: “Non posso chiudere occhio. E se torna?”
Nonostante fossero passati quasi vent’anni, non c’era bisogno di chiedere a chi si riferisse.
I suoi figli, com’era giusto, sapevano di Voldemort; non avrebbe potuto essere altrimenti; la sua celebre sconfitta era riportata sui libri che parlavano di Harry (tutti).
Tuttavia, non ne avevano mai molto parlato, non c’era motivo di allarmarli.
Hermione guardò sua figlia negli occhi.
“Voldemort è morto, tesoro. E non tornerà”.
“Lo so” fece Rose, con un gran sorriso “era una scusa per tenerti qui”.
L’indignazione della madre si spense nel guardarla.
“Raccontami qualcosa” sussurrò la ragazzina.
Hermione si voltò automaticamente verso le Fiabe di Beda il Bardo poggiate sul comodino.
“No, non Baba Raba e il Ceppo Ghignante” ridacchiò Rose. “Sono troppo cresciuta ormai”.
“Sì”. Sua madre la guardò, un sorriso triste e infinitamente dolce sul volto. “E’ vero”.
“Raccontami di quando combattevi Voldemort” chiese lei con voce sicura.
Hermione provò un’ondata di felicità: i suoi figli non rabbrividivano, pronunciando quel nome, non come lei, non come i suoi amici, alla loro età.
Nessuno avrebbe più avuto paura. Mai più. Nessun ragazzo o ragazza avrebbe più temuto per la propria vita, ma avrebbe detto a testa alta, con fierezza: “Sì, sono un Mezzosangue”.
“Mamma?”. Sua figlia la scrutava ansiosa. “Tutto bene?”
“Certo, amore. Più che bene”.
“Dicevo, raccontami di quando lo combattevi, con papà e Harry. Anzi, dimmi della cosa che più ti ha stupito, durante il vostro viaggio”.
Sorprendentemente, sua madre si mise a ridere.
Una breve risata amara, a dire il vero, ma pur sempre un risata.
Poi, le piantò in viso i suoi occhi scintillanti, il volto serio, quasi si fosse pentita dell’ilarità di poco prima.
Lo sguardo che sua figlia le rivolse era limpido e grave, adulto.
E Hermione cominciò a parlare. 
  
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