Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: Thefoolfan    30/07/2011    1 recensioni
In un epoca imprecisa Lei e Lui si dicono addio. Un addio obbligato a causa della guerra, un addio voluto dal destino. Lei incapace di dirgli addio, Lui troppo orgoglioso per dire la verità.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Sull'alto della torre ella osservava la sua terra ricoperta dal manto bianco e gelido della neve, i campi spogli, gli alberi avvizziti, il fumo provenire dai villaggi oltre le montagne. Socchiudendo gli occhi quasi riusciva a sentire le urla di quelle donne, bambini, uomini che imploravano pietà, che chiedevano un aiuto che non sarebbe giunto. Erano arrivati in una notte buia e piovosa, solo un silenzio innaturale anticipò la loro venuta poi, sotto i loro passi pesanti, la terra iniziò a tremare mentre i fulmini risplendevano contro i loro scudi, le loro spade, e i tuoni si mischiavano alle loro grida di battaglia. Molti erano morti, pochi erano i sopravvissuti di quei brutali attacchi ed ora quell'armata si muoveva imperterrita come un fiume senza trovare il minimo ostacolo lungo il suo cammino. Erano rimasti solo loro, la Rocca Dochais, la fortezza della speranza come molti l'avevano chiamata. L'ultimo manipolo di uomini coraggiosi che avevano deciso di tentare il tutto per tutto per salvare ciò che rimaneva delle loro case, della loro terra, della loro famiglia. Spostando lo sguardo su quei soldati che si preparavano alla marcia cercò il volto di lui per vederlo almeno un ultima volta. Quasi come se avesse sentito gli occhi posarsi su di lui si voltò alzando il capo e in un istante i loro occhi entrarono in contatto. Seppur per un breve istante il resto svanì e a loro sembrò di trovarsi uno di fronte all'altra, allungarono le mani per sfiorarsi un ultima volta, per asciugare quella lacrima che stava scendendo sul volto di lei ma il suono dei tamburi ruppe quella magia. Sentendosi chiamare si diresse verso il suo cavallo e vi sali sopra pronto a guidare la marcia di quei valorosi verso il luogo prescelto alla battaglia finale. Ancora un istante, un ultimo sguardo, un ultimo sussurrato addio e poi l'uomo lasciò il posto al soldato, al condottiero. Nulla fu proferito, solo il rumore del vento gelido accompagnava quegli uomini, niente pianti dalle mogli e dalle madri, niente parole di orgoglio dai padri, quello era un giorno di lutto. Solo quando anche l'ultimo soldato scomparì dalla sua vista ella si lasciò cadere a terra, in ginocchio, piangendo l'amore perduto, mordendosi le labbra per sentire ancora il suo sapore. Portò la mano al petto desiderosa di stringere la collana che portava sempre con se, per sentire quel calore rassicurante che i ricordi legati ad essa le riscaldavano l'animo, ma i suoi occhi persero la loro vitalità quando sotto la veste non senti nulla, per un attimo credette di averla persa ma in quello stesso istante ricordò quanto successo poche ore prima.

“Abbandoniamo tutti la Rocca e scappiamo verso le Black Hills, li troveremo altri eserciti pronti a combattere al nostro fianco”

“Noi non scappiamo”

“Voi morirete”

“Ma almeno vi daremo il tempo di raggiungere i nostri alleati sani e salvi”

Non sapendo cosa dire ella scostò le coperte e scese dal letto osservandolo mentre indossava la propria armatura. Il dolore che provava le impediva di parlare perciò si limitò semplicemente ad andargli vicino e a stringerlo più forte che potesse implorandolo di non partire. Lui si voltò staccandosi dal suo abbraccio e allontanandosi di un mezzo passo.

“Ho un esercito da guidare. Non posso lasciarmi condizionare da queste debolezze. Sono un soldato, solo l'odio e la vendetta devono dominarmi in questa giornata”

“Non tutti siamo in grado di diventare cosi di pietra come fai tu. Non tutti riescono a dimenticare i sentimenti cosi facilmente come fai tu. Io non riesco a non dare importanza a quello che c'è tra noi come fai tu” Quel silenzio le lacerava l'anima più che una pugnalata al petto.

Si senti sollevare il mento cosicché i loro sguardi si incrociassero e in un fugace momento le loro labbra si fusero. Ma fu troppo breve e lui si diresse verso un tavolino, prese le sue ultime cose e usci dalla stanza per unirsi agli altri soldati. Solo in quel momento, sulla torre, sentendo le pietre gelide sotto le proprie mani, con il volto rigato dalle lacrime capi. Ormai lontano dal castello e sempre più vicino all'incontro con il proprio destino lui scostò la mano dall'elsa della spada e la portò al collo estraendo ciò che l'armatura nascondeva. Tra le sue dita la collana di lei.

---------------------------------------------------------------------------

Questa storia breve l'ho scritta mesi fa in uno dei miei tanti momenti di insonnia e mi son detta perchè non pubblicarla.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Thefoolfan