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- Una vacanza inaspettata –
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arry era seriamente convinto che niente al mondo fosse più noioso delle lezioni di Storia della Magia. Ogni volta che entrava in quell’aula, il suo cervello aveva un’autonomia di circa trenta secondi, prima di trasferirsi totalmente al campo da Quidditch. Naturalmente, questo è il minimo che ci si può aspettare da una materia insegnata da un docente fantasma. Il professor Rüf, oltretutto, aveva anche una voce talmente monotona da essere degna di un documentario sulla politica.
Quel pomeriggio di tardo Dicembre Harry stava contando i fiocchi di neve caduti sulla finestra dell’aula, come alternativa all’ascoltare i discorsi di Rüf sulle Convenzioni Anti-Vampiro del quindicesimo secolo. Hermione, accanto a lui, lo guardava accigliata incitandolo a stare attento, mentre Ron, dall’altro lato, sembrava ancora più addormentato.
- Harry, Ron, avanti, sono cose importanti, volete ascoltare?- bisbigliò la ragazza, vagamente alterata. - Non potete sempre contare sui miei appunti, siete come dei parassiti!-
- Hermione, dai!- gli rispose Ron con voce inespressiva. - Saremo pure dei parassiti, ma siamo parassiti tuoi amici, no? Perciò, aiutaci: te sei l’unico essere in tutta la terra con il cervello resistente al potere soporifero di Rüf!-
- Non è affatto vero, guarda come è attento Neville! Non stacca gli occhi dal professore!- replicò lei. In effetti il ragazzo fissava con apparente interesse l’insegnante.
Ma Ron emise un verso scettico: - Come sei ingenua, guarda….. Psst, Neville ! Ehi, Neville!- bisbigliò poi rivolto al ragazzo, due banchi più in là. Neville non fece una piega.
- Vedi? Dorme ad occhi aperti!- sussurrò Ron, trionfante.
- Ma no, è che non ti sente, sciocco!- replicò piano Hermione.
- Ah, si, eh?- mormorò Ron in tono di sfida. - Guarda, allora. Wingardium Leviosa!- concluse, puntando, da sotto il banco, l’astuccio di Neville con la bacchetta magica. Questo fece fare un breve balzo in aria e poi ricadde piuttosto pesantemente sulla mano del ragazzo, che non si scompose minimamente. A questo punto Hermione si dovette arrendere.
- Accidenti! Eppure sembrava interessato!-
- E’ facile farsi trarre in inganno, cara mia…- sussurrò Ron soddisfatto.
- Ok ,ma ciò non è un buon motivo per….-
- Weasley! Granger! Volete fare silenzio?!- li riprese il professor Rüf. - Allora, come stavo dicendo, l’unico Stato che non aderì alla convezione Anti-Vampiri fu la Biellorussia che….-
Il professore si interruppe di colpo. Qualcuno stava bussando alla porta.
- Avanti!- disse Rüf.
Dalla porta dell’aula fece capolino la testa della professoressa McGranitt, con i capelli naturalmente avvolti nel suo stretto chignon.
- Scusa un attimo, Rüf . Potter! Weasley! Granger!- disse, autoritaria. - Siete desiderati dal Preside. Rüf, posso prelevarli un attimo?-
- Certo,… certo… - rispose lui, che non sembrava essersi accorto di niente.
Harry fece un rapido esame di coscienza. Aveva fatto qualcosa di sbagliato tanto da finire dal Preside? No, non credeva. Così si alzò, e, non riuscendo a nascondere un po’ di timore, si avviò fuori dalla classe con Hermione, Ron e la McGranitt.
- Non fate quelle facce, non è successo niente!- sentenziò secca la McGranitt, vedendo i volti preoccupati dei tre studenti.
- Ma, professoressa, allora perché…- chiese timidamente Harry.
- Ora vedrai, Potter. Ape Frizzola!- disse. Infatti erano appena arrivati al gargoyle di pietra posto a guardia dell’ufficio di Silente, che si spostò rivelando le scale in movimento che portavano dal Preside. La McGranitt li condusse fino al portone e bussò tre volte. La porta di aprì da sola. Dentro, Silente stava chiacchierando animatamente con un ritratto, ma si interruppe appena li vide entrare. - Oh, grazie mille, professoressa … Buongiorno, Harry. Signor Weasley…. Signorina Granger…- salutò educato il Preside. Dentro l’ ufficio, con gran sorpresa di Harry, c’erano già i gemelli Fred e George Weasley e loro sorella Ginny. I ragazzi si scambiarono occhiate interrogative. - Buongiorno, professore.- dissero quasi in coro loro tre. Ancora non riuscivano a capire il motivo della loro convocazione. Come leggendo nella loro mente, Silente cominciò a parlare.
- Allora, vi ho fatti chiamare tutti quanti perché ho appena ricevuto un messaggio dalla madre del signor Weasley.- Fred si incuriosì.
- Mamma? - chiese. - E cosa voleva?-
-Voleva dirvi che ha appena organizzato una vacanza al mare per Natale. In Spagna per l’esattezza. Vuole farvi cambiare un po’ aria, dopo tutto quello che sta succedendo. -
- Cosa? Una vacanza?!- ripeté incredulo Ron.
- Esattamente. - rispose pacato Silente. - Ovviamente siete invitati anche voi.- disse, rivolto ad Harry ed Hermione.
- Davvero?!- esclamò Harry, raggiante. La prospettiva di trascorrere due settimane in Spagna con i suoi due migliori amici era veramente allettante.
Peccato solo per Sirius, lasciato solo in Grimmauld Place con Kreacher.
- Certo, davvero-
continuò Silente. - Per quanto riguarda lei, signorina Granger, Molly ha già
provveduto ad avvisare i suoi genitori, ed hanno detto che saranno felicissimi
di farti partire.-
- Oh… ma… è
magnifico!- disse Hermione, sorridente. I fratelli Weasley sembravano ancora non credere alla notizia.
- Una vacanza… wow…
Ma dove li ha presi i soldi?!- chiese George.
- Non guardi me,
signor Weasley!- disse divertito il Preside. In realtà si era girato da
un'altra parte e fischiettava con aria piacevolmente colpevole.
- Lei… lei ha
pagato…- boccheggiò Fred incredulo.
- Beh, certo, ho
dato un aiutino, ma l’idea era di sua madre...- rispose sempre più divertito
Silente.
- Noi… cioè..…
Grazie!- dissero infine gli Weasley. - Grazie davvero, lei non doveva….- -
Infatti non dovevo, volevo. - disse infine il Preside. - Ora sarà meglio che
andiate a fare i bagagli, sono già le sei e venti. Alle sette il Nottetempo e Alastor
vi aspettano per portarvi alla Tana. Da lì partirete. Ah, mi raccomando, non
fatevi troppo notare, cercate di uscire dal paese nel modo più silenzioso
possibile. Non si sa mai… bene, ora andate. Salutatemi Molly!- concluse infine.
- Ci scorterà Moody?-
chiese un po’ seccato Fred. - Ma
possiamo anche farcela da soli!-
- Non è per voi-
disse calmo Silente. - E’ per Harry!-
Harry si senti in
imbarazzo. Per colpa sua, tutti dovevano essere seguiti.
Alla fine, i sei
ragazzi salutarono Silente e uscirono
dall’ufficio.
Parevano tutti
increduli.
- Una.. una
vacanza!- esclamò Fred.- Pagata da Silente! Cioè, vi rendete conto!? Harry,
devi essere veramente il tuo preferito… - Harry lo fulminò con lo sguardo -
Ehi, amico, scherzo!- ridacchiò il gemello.
- In Spagna! Lì
probabilmente fa ancora caldo e si può fare il bagno in mare!- disse sognante
Hermione.
- Non vedo l’ora!-
affermò Ron. - E tu, Harry, non sei contento?!- continuò, rivolto all’amico.
- Cos?.. ah, si,
certo! Sarà una forza!- disse sorridente lui.
In realtà in quel
momento aveva un pensiero che lo tormentava. Che gli soffocava la gioia di
partire in vacanza con gli Weasley. Che gli andava sgradevolmente su e giù per
lo stomaco.
Si trattava di
Sirius.Il suo padrino, Sirius Black, sarebbe dovuto restare da solo tutto quel
tempo, a Natale, per giunta. Forse avrebbe celebrato la più bella festa
dell’anno insieme a quel ripugnante elfo domestico, bevendo una solitaria
Burrobirra. A questo pensiero il senso
di colpa si fece più pesante. Non poteva chiedere agli Weasley di invitare
anche lui, avrebbe voluto dire approfittare della loro gentilezza.
Perciò, dopo poco,
riuscì a scacciare, per quanto possibile, questo pensiero dalla sua testa.
Ormai erano
arrivati nella sala comune, ed i sei si separarono: Fred e George piegarono
verso il dormitorio degli studenti del settimo anno, Harry e Ron in quello dei
ragazzi del quinto e Ginny e Hermione verso quello delle ragazze.
Appena entrati
nella loro camera, incominciarono a fare i bagagli. Riposero tutta la roba nel
baule, ancora meravigliati dalla notizia. Ad un certo punto, Ron si interruppe,
tenendo in mano il suo manico di scopa con fare dubbioso.
- Che cosa c’è?- chiese Harry.
- E’ che…che dici, la porto la
Tornado?- chiese, rivolto ad Harry.
- Stai scherzando? Certo!
Anch’io porto la Firebolt! Pensa a quante gare potremo fare sulla spiaggia!-
rispose lui.
-Hai ragione!- concluse lui. -La porto!- disse, lo ripose con delicatezza in fondo al baule.
- Bene!- disse Harry, guardando
l’orologio.- Ehi, dobbiamo muoverci, sono già le sei e tre quarti! Baule locomotor!- disse, trasportando con la bacchetta
il pesante baule come se fosse legato da piccole funi invisibili. Anche Ron
ripeté lo stesso incantesimo e, anche se la prima volta sbagliò e si fece
cadere il cofano su un piede, riuscì a scendere le scale.
Al piano di sotto, nella sala
comune, i fratelli Weasley erano già pronti per uscire, avvolti in pesanti
mantelli da viaggio. Hermione era talmente coperta che a stento gli si vedevano gli occhi. Quando Ron glielo fece
notare, sogghignando, lei rispose che ci teneva alla sua salute e non voleva
ammalarsi proprio prima di partire.
Poco dopo, i tre erano già fuori dal cancello. Davanti all’entrata, Alastor Malocchio Moody gli aspettava con indosso un pesante mantello da viaggio. Il suo occhio magico blu elettrico roteava sinistramente quando salutò Harry.
-Eccoti, Potter! Tutto bene!?- ringhiò .
Subito dopo, Moody allungò la bacchetta sulla strada, ed apparve , con un sonoro bang,il gigantesco autobus viola a tre piani, il Nottetempo.
- Ma guarda chi abbiamo qui!- esclamò poi Stan Picchetto, il bigliettaio. Era un ragazzo sui ventuno anni, con un bel po’ di brufoli e le orecchie a sventola. - Ern, guarda, c’è Harry! Harry Potter! Era da un po’ che non lo vedevamo, eh, Ern? Su, sali a bordo! Dove vi portiamo?- chiese poi rivolto a Moody . - Ad Ottery St. Catchpole, o direttamente alla Tana, se puoi- bofonchiò Moody, dopo aver fatto salire sul pullman tutti i Weasley più Harry ed Hermione.
- Alla Tana, eh? Va bene, vi posso portare direttamente là, sono venticinque falci l’uno.- disse poi il bigliettaio, mentre Moody gli dava una moneta d’oro più qualche altra di argento.
Poco dopo, erano già in viaggio e, tra un bang ed un altro ,( - Giuro che non viaggerò MAI più su questo coso!- aveva sentenziato Ron, verde in faccia) finalmente l’autobus si fermò nel cortile della malandata Tana. Appena scesero, Harry trovò una festante Molly Weasley ad accoglierli.
- Harry caro! - disse, stritolandolo con un abbraccio. - Come va? Tutto bene, vero? Cicatrice? Sogni strani? -
- No… sto bene… grazie.. signora Weasley!- rispose lui col fiato mozzo.
- Mamma, lascialo respirare! - disse Ron, liberando Harry dalla morsa. Ma poco dopo anche lui fu catturato da questa temibile arma della signora Weasley. Anche a Fred, George e Ginny toccò la stessa sorte. Dopo aver chiesto a Moody se era andato tutto bene, la signora Weasley incominciò a condurre gli ospiti in casa.
- Purtroppo non siamo tutti, Bill è ancora a Londra in ufficio e Charlie non è potuto venire… comunque, Alastor, non ti rimettere in viaggio a quest’ora…- disse rivolta a Moody. Erano già quasi le nove ed il cielo era già diventato buio. - Saremo felici di averti a cena!- concluse. - No, grazie, Molly, devo tornare a Londra…- rispose lui, scrutando il cielo come per scorgere eventuali segnali di pericolo.
- Beh, se sei sicuro…. - disse la signora Weasley.
- Si, grazie. Credo che partirò subito….Ciao, Molly, grazie ancora comunque per l’invito!- concluse lui.
- Prego! Ciao, Alastor!-
Dopo di che, Moody scomparve con un sonoro Crack.
- Bene, entriamo!- disse poi la signora Weasley, guidando la piccola folla attraverso l’uscio di casa. Dentro, Arthur Weasley, il padre di Ron, li aspettava con un gran sorriso.
- Salve, Harry!- disse, stringendogli la mano - Come va?-.
- Buonasera! Bene, grazie, signor Weasley….- rispose lui.
- Ciao papà!- dissero poi in coro gli Weasley, andandolo ad abbracciare.
- Ciao, figlioli… -
-
A proposito , mamma, saluti da Silente..- disse Ron,
- Uh? Davvero? Grazie!- rispose lei.
La tavola della piccola cucina della Tana era imbandita con carne e patate arrosto. Harry si rese conto di avere molta fame, e fu veramente grato ad Arthur Weasley quando questo disse:- Ora basta ciance! A tavola!-
Durante la cena, Harry, dalla fame che aveva, parlò davvero poco, perché era troppo occupato a mangiare. I gemelli parlottavano tra loro. Hermione chiacchierava animatamente con Ginny, e Ron stava chiedendo al padre dettagli sulla vacanza.
- Vi dirò tutto dopo cena!- ripeté il signor Weasley per la quinta volta.
Dopo cena, infatti, con un colpo di bacchetta la signora Weasley iniziò a riordinare il tavolo, aiutata da alcuni suoi figli. ( Fred provò a far volare fino alla credenza un piatto, ma la mancò e lo fece invece schizzare fuori dalla finestra, scatenando le ire di Molly, che però per fortuna si calmò subito.)
- Bene.- iniziò il signor Weasley. - E’ ora che vi racconti tutto su questa vacanza.- Tutti erano attentissimi, perfino i gemelli.
- Prima di tutto, la destinazione. Andremo a San Pedro Gõuillo, un paesino completamente di maghi nel sud della Spagna .-
- E fa caldo?- chiese speranzoso Ron - Cioè, si può fare il bagno?-
-Certo! E’ una temperatura quasi tropicale!- rispose raggiante il signor Weasley.
-Wow!- dissero in coro tutti presenti.
- Ciò vuol dire una sola cosa, vero, ragazze? - disse la signora Weasley con espressione più vispa e giovane del solito.
- Si,- rispose Ginny - Abbronzatura!- dissero poi ridendo, in coro, tutte le ragazze.
Harry sorrise al pensiero della signora e del signor Weasley a prendere il sole in costume da bagno. Ora che ci pensava, lui nemmeno ce l’aveva, un costume da bagno. Nei loro vari viaggi al mare, i Dursley lo avevano sempre lasciato dalla signora Figg.
- Signora Weasley, ecco…- cominciò, un po’ imbarazzato.
- Dimmi, caro!-
- Ecco, io non ho il…costume da bagno!-
-Ah, caro, non ti preoccupare, nemmeno Ron! Domani andremo a Diagon Alley a comprare tutto!-
- Ah, bene!- disse Harry.
- Allora, come stavo dicendo, - continuò il signor Weasley - Andremo a San Pedro Gõuillo… partiremo dopodomani, che è…- guardò il calendario appeso vicino alla credenza - …Sabato ventidue, e torneremo il giorno prima dell’inizio della scuola- concluse.
- Come ci andiamo?- chiese Fred - Non tutti possiamo smaterializzarci…-
-… e nei mezzi Babbani ci noterebbero!- finì per lui George.
Anche Harry era curioso di saperlo. Come sarebbero arrivati fino in Spagna? Non poteva immaginare l’intera famiglia Weasley stipata su un aereo di linea, con bacchette, bauli, e tutto il resto.
- Infatti andremo con una Passaporta .-
Silenzio generale.
- Ma… papà… non sei autorizzato a crearne una… o si?- disse Ron ,
perplesso.
- Già… infatti non la creerò io! Useremo una normale Passaporta
autorizzata dal Ministero!- continuò il signor Weasley.
- Ma… ti hanno organizzato una Passaporta Internazionale per San
Pietro…no..san Pedra… insomma, come cavolo si chiama, in Spagna?!- chiese
incredulo George.
- Ebbene si. Ho chiesto a un po’ di colleghi e mi sono venuti incontro..-
Harry ebbe la netta sensazione che ci fosse lo zampino di Silente.
- Dunque, partenza prevista per dopodomani da Col dell’Ermellino…-
- Di nuovo così lontano!?
- si lamentò Ron. Anche Harry gemette. L’anno prima, infatti, erano dovuti
andare fin lassù per partire per la finale della coppa del mondo di Quidditch,
e servivano parecchie ore di cammino, per arrivarci.
- Beh, la base ufficiale per Passaporte di questa zona è lì, perciò…. -
replicò calmo il signor Weasley.
- Aha ha ha!- I gemelli stavano ridacchiando in modo beffardo.
- Volete essere così gentili da spiegarci cosa avete da ridere?-
gli chiese acido Ron.
-Niente, fratellino…- iniziò Fred.
- E’ solo che voi dovrete fare una grandissima camminata a
piedi!- concluse George, sempre ridendo.
- E perché, voi no?- chiese Ron.
- Noi sappiamo smaterializzarci, fratellino caro….- dissero in
coro i gemelli.
Ron si incupì e bofonchiò - Caspita, è vero… fortuna sfacciata!-
- Su, adesso basta…- disse il signor Weasley.- Non sarà poi tanto
faticoso andare a piedi, su….-
- Noooo, per niente, papà….- ribatte Ron, sarcastico.
- Bene. La Passaporta è quella delle sette e venti, quindi…- continuò il
signor Weasley.
-Viva gli orari comodi!- esclamò Ron, sempre più cupo.
- Insomma, Ron!- la signora Weasley era balzata in piedi, alterata. - Se non ti va bene puoi anche restare qui! Smettila di lamentarti! -
- Ok, mamma, scusa…- si scusò Ron.
- Molly cara, dai, siediti. Allora, stavo dicendo, ci dovremo svegliare verso le cinque…- Harry gemette in modo sommesso. -...penso, e non ci resta altro che comprare le ultime cose, domani. Beh, questo è tutto.-
- E, papà, poi….- incominciò Fred.
- Eh no, ora basta, avete visto che ore sono?!- lo interruppe la signora Weasley. In effetti era molto tardi, ed Harry incominciava ad avere sonno.
- Ma, mamma…>
- Niente storie! A letto, subito!-
Dopo aver dato la buonanotte a tutti, Harry seguì Ron in camera sua, dove era apparso un altro letto che, insieme all’altro, occupava praticamente tutta la stanza. Dopo essersi lavato i denti e messo il pigiama, Harry si infilò sotto le coperte, e così fece Ron nel letto accanto a lui.
- Che forza, questa vacanza…- disse.
- Già,- rispose Harry - ci sarà da divertirsi…’notte, Ron-
- ‘notte, Harry.-
Ma Harry era ripiombato nel mare dei sensi di colpa per
Sirius. A quest’ora, pensò, starà dormendo, laggiù a Londra, con solo Kreacher
e Fierobecco al suo fianco.
Poco dopo, in preda a questi pensieri, sprofondò in un
sonno inquieto.
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Il giorno dopo, Harry e Ron furono svegliati dalla signora
Weasley . Dopo pochi minuti, erano già al pianterreno, dove una fumante tazza
di the, del bacon e delle uova erano pronte sul tavolo. Hermione, Fred, George
e Ginny stavano già mangiando quando Harry e Ron si sedettero. Il signor
Weasley doveva essere già al Ministero a lavorare.
-Su, avanti, muovetevi a mangiare!- disse concitata la
signora Weasley. - Dobbiamo andare a fare compere!-
- Si, un attimo, mamma, arriviamo…- disse stancamente Ron,
con la bocca piena.
Dopo che tutti ebbero fatto colazione, la signora Weasley
prese una manciata di polvere da un
certo vasetto e la buttò nel caminetto acceso, facendoci comparire guizzanti
fiamme verdi.
Uno ad uno, tutti i presenti nella stanza scomparirono tra
le fiamme smeraldine, e quando anche Harry, l’ultimo, ebbe scandito chiaramente
le parola - Diagon Alley- sparendo nel fuoco, la signora Weasley li seguì.
Dopo il vorticoso viaggio, Harry cadde in piedi nel camino
de “ Il Paiolo Magico” e, dopo aver battuto sui mattoni del giardino nel retro
con la bacchetta, seguì Ron ed Hermione a Diagon Alley.
Il lungo e tortuoso viottolo era ora coperto di neve, e
molti tetti risplendevano di bianco. Quando entrarono da Madama McClan per
prendere i costumi di bagno, si trovarono davanti la scelta più vasta in
proposito. C’erano costumi che cambiavano colore ad intermittenza , costumi che
si infilavano da soli, ed anche costumi mimetici per osservare e non spaventare
pesci. Quest’ ultimo tipo colpì molto Harry e Ron, che, quando se lo provarono,
lo colpirono con la bacchetta e videro
la zona dall’ombelico alle ginocchia sparire, o , per l’esattezza, assumere
forma e consistenza dello scaffale accanto a loro. Così optarono per questa
scelta.
- Divertenti, quei costumi!- osservò Hermione,
uscendo dal negozio. - Devono aver
incorporato un incantesimo di
Disillusione che si attiva non appena viene sfiorato da una
bacchetta….ingegnoso…-
Pranzarono al Paiolo Magico e per il resto del
pomeriggio gironzolarono per il paese.
Harry passò a ritirare del denaro alla Gringott, e Ron venne quasi morso da un
topo ( - quello stupido mostriciattolo… se solo mi avesse morso, lo avrei
ucciso con le mie mani!- ) mentre accompagnava Hermione al Serraglio
Stregato per comprare il cibo per Grattastinchi, affidato, durante
l’assenza di Hermione, a Lavanda Brown. Alla fine, verso sera, fecero ritorno
alla Tana, pieni di pacchetti che infilarono nei bagagli ormai ultimati e
stracolmi.
Subito dopo cena, tutti i ragazzi furono spediti a letto,
in attesa del grande giorno della partenza. Ron era eccitatissimo.
- Non vedo l’ora… sarà una favola! Mare, sole, e, perché
no, belle ragazze!-
- Già…- disse Harry. Anche lui era molto emozionato, ma
quel senso di colpa per Sirius lo attanagliava sempre. Comunque, cercò di non
pensarci e si addormentò pregustando lo splendido viaggio che lo aspettava.