Green lasciò che le sue dita scivolassero lungo la giugulare del ragazzo stretto contro di lui, che si mosse in un improvviso inarcamento di schiena. Sorrise compiaciuto dall’effetto che aveva avuto su di lui, leccando la base del collo.
«Sei in ritardo,» soffiò all’orecchio del ragazzo, mentre al di là della porta un gran vociare arrivava forte e chiaro.
Si trovavano in un vecchio stanzino puzzolente delle scope, posto nel luogo più raggiungibile dagli spazzini dell’Indigo Plateau. Green era divertito da quella situazione, eccitato dall’avere Red tra le sue braccia, silenzioso e crucciato come al solito.
«Sono stato trattenuto,» spiegò rapido il moro, bloccando l’ascesa di Green prontamente. Lo trattenne per un polso, avvicinandosi d’un passo: se uno dei due l’avesse desiderato, avrebbero potuto baciarsi senza nemmeno battere ciglio.
Red sentiva il respiro caldo di Green contro la bocca, contro la gola, ovunque. Lungo tutto il suo corpo c’erano brividi mascherati dalla solita facciata di freddezza, brividi che invocavano Green e la sua lingua, le sue mani, il suo tutto.
Prima che potesse solo pensarci, lo stava già baciando. Un bacio che non sapeva di necessità, ma di urgenza: si lasciò trascinare tra i secchi coperti di polvere, mentre abbandonava a terra la cintura dei pantaloni e Green lo voltava di spalle.
«Questa volta chi era? La solita ragazzina intenzionata a batterti o il ragazzino che vuole partire con te per un lungo viaggio?»
Red piegò le labbra in un sorriso, fissandolo dalla sua posizione schiacciata.
«La gelosia non ti si addice,» mormorò sentendolo spingere, secco: ancora una volta, era riuscito a farlo arrabbiare.
Lo sentì premere maggiormente contro di sé, e udì il gemito roco sfuggire dalle labbra di Green. Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dalle secche spinte di bacino del ragazzo dietro di sé, lo stadio che rimbombava sotto lo scrosciare delle urla e degli applausi.
«Fottiti, Red,» mormorò Green leccandogli l’orecchio, più ansante di quanto volesse dimostrare; più appagato di quanto volesse dare a vedere agli occhi del suo eterno rivale.
Si staccò dal moro di colpo, mentre questi si riallacciava i pantaloni divertito. Con gli occhi assottigliati in un’espressione di acuta malizia, gli diede un calcio negli stinchi.
Green gemette forte, aggrappandosi a lui.
«Mi hai fottuto tu poco fa. Sii almeno originale, la prossima volta,» lo disse con indifferenza, mentre l’altro avanzava a carponi verso la porta, «Ora andiamo: là fuori un sacco di gente non vede l‘ora di vederti perdere. Ancora.»
Green lo maledì ad alta voce, mentre cercava invano di raggiungerlo e di riallacciarsi i pantaloni. Questa volta, questa volta non avrebbe sicuramente perso!
…o forse sì.

[Dedicata a Kioss,
perché in questi giorni senza di lei sarebbe tutto grigio.
Noi amiamo il bianco. ;)]

N/a
Lo dicono tutti che bisogna sempre sfogarsi in qualche modo. Io scrivo.
La fic di per sé non è nulla di speciale, ma spero vi strappi un…sorriso malizioso. ;)
Alla prossima.