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Autore: makeba    30/07/2011    2 recensioni
Eloise si chiese se la stesse prendendo in giro o gli mancasse sul serio qualche neurone.
Forse era la vicinanza ad Harry Potter a renderli tutti un po’… toccati, ecco. Si ripromise di non sedersi mai più accanto a lui durante i pasti. E magari trovarsi un tavolo sotto l’occhio vigile di Madama Pince, la prossima volta.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Coccinelle.

 

 

Eloise Midgen amava la tranquillità. La calma, possibilmente senza conseguente tempesta e annessi e connessi. Il silenzio.

Per questo il pomeriggio rinunciava a studiare in Sala Comune – era risaputo che la Torre di Grifondoro fosse la più chiassosa – e si rifugiava in biblioteca.

Non c’erano individui particolarmente fastidiosi, a parte quella coppia di Tassorosso accampata nella sezione di Storia della Magia da settimane ormai, ben conscia del fatto che nessuno avrebbe mai preso sul serio le ricerche assegnate dal professor Ruf. A parte Hermione Granger, ovviamente.

Quel pomeriggio fu proprio lei a uscire da dietro gli scaffali imbestialita e quando la vide, Eloise Midgen seppe che alla calma quel giorno, sarebbe seguita inevitabilmente una tempesta, ma non ne avrebbe mai immaginato le conseguenze.

 

Da studentessa modello gentile ed educata, Hermione Granger aveva subìto una trasformazione da quando era diventata Prefetto.

I primini tremavano al suo passaggio, i fantasmi la evitavano, i quadri fingevano di dormire.

Si diceva avesse tolto trenta punti a Corvonero per una cravatta allentata. C’erano storie sui suoi occhi inceneritori e sulla smorfia che le deformava le labbra quando notava qualcosa fuori posto. Qualche Tassorosso aveva anche raccontato di una certa pozione che la McGrannitt le faceva ingurgitare a forza per calmarla.

Eloise non amava i pettegolezzi, sapeva bene che bisognava filtrare quello che girava, specialmente se l’origine fosse stato un Tassorosso, eppure quel pomeriggio, quando la vide, per un attimo si chiese se fosse tutto vero.

 

Sbatté i libri sul tavolo che occupava, facendola sobbalzare e borbottò qualcosa che aveva a che fare con dei conigli che non afferrò.

Delira, pensò subito Eloise, brutto segno.

Continuò a borbottare, e tra un’imprecazione e l’altra richiamò a sé dei libri dagli scaffali che le circondavano.

- Tutto bene? – chiese timidamente Eloise. Avrebbe preferito mordersi la lingua, ma non poteva studiare con quel mormorio in sottofondo.

Gli occhi infiammati dalla rabbia di Hermione si placarono un po’ al sentire la sua timida vocina calma.

- Tutto risolto, grazie. – disse secca, ostentando un autocontrollo che faticava a riacquistare.

Eloise sperò non volesse dire che li aveva ammazzati.

Da quella parte, in fondo, non li aveva visti uscire e non si sentiva più quel risucchio disgustoso di quando erano in attività.

Si guardò intorno alla ricerca di altri testimoni e quando si voltò nuovamente, Hermione aveva preso posto di fronte a lei.

- Sei Eloise giusto? – le chiese, tranquilla, sorridendole persino mentre apriva due o tre libri davanti a sé.

- Sì. – rispose annuendo con forza, sperando che il gesto aiutasse le immagini macabre a uscire dalla sua testa.

Si concentrò sulla conversazione.

Non era sorpresa, era comune che ricordassero il suo nome.

L’anno prima era stato sulla bocca di tutti dopo l’incidente con la maledizione. Sua madre le aveva detto che soltanto gli stupidi avrebbero potuto ricordarla per quello, invece che per i suoi enormi occhi e la sua gentilezza ma Eloise sapeva che lo diceva soltanto perché era sua madre, e, a parte Olbliviarle, nulla avrebbe fatto desistere le pettegole a tramandare quell’orribile episodio.

La prima impressione sarebbe stata per sempre quella: “Eccola, la brufolosa Eloise Midgen col naso storto”.

Pix avrebbe potuto scriverci su una canzone. Il suo nome era musicale, almeno.

Così quando Hermione disse - Mi ricordo di te. – Eloise pensò “Ci risiamo”.

Ma poi lei aggiunse: - Il professor Piton ci disse che eri stata una delle poche a ottenere una E al test dello scorso anno. E sai quant’è difficile per noi Grifondoro ricevere un minimo di gratificazione da lui! È dal primo anno che ci provo.

Ed Eloise rimase un attimo a bocca aperta prima di dire: - Già. Diciamo che l’obbiettività non è il suo fort...

Ma non era riuscita a finire la frase che una testa di capelli rossi, come sparata da una catapulta, piombò letteralmente sul loro tavolo.

- Hermione, ti prego devi aiutarmi. – cominciò, più veloce dell’Espresso, Ronald Weasley, ignorando completamente la sua presenza e le buone maniere.

La ragazza sbuffò:- Ron, ne abbiamo già parlato. Questa volta non ti aiuterò. Sei Prefetto, inoltre, e il buon esempio è un tuo dovere. Questi sono i libri, leggili. – disse, spostando pergamene e chiudendo e aprendo tomi con una logica che Eloise non riusciva a carpire.

- M-ma c-come faccio a finirli tutti per domani? – squittì Ron. Sembrava sul punto di mettersi a piangere.

- Mi dispiace, ma questo è un problema tuo.- proruppe in un vano tentativo di tenere la voce bassa.

E addio alla calma duramente conquistata. Eloise cominciava a capire perché fosse così stressata. Responsabilità da Prefetto, studio, nessuna gratificazione e a quanto ne sapesse coinvolgimenti in pericolosi accadimenti ogni anno. Si chiese se c’erano possibilità di diventare come lei, ma poi si ricordò di non avere alcun tipo di rapporto con Harry Potter. Forse quello l’avrebbe salvata.

- Siediti qui e non alzarti finché non hai finito. – ordinò.

Gli occhi strabuzzati di Ron dicevano tutto. Era talmente in stato di shock e senza fiato che non oppose resistenza quando Hermione lo spinse verso la sedia che prima era occupata da lei.

- Ciao, Eloise.- la salutò, prima di andarsene a passo di carica, lasciandola a guardare un ancora sconvolto ragazzo dai capelli rossi, mentre passava in rassegna la pila di volumi che avrebbe dovuto leggere.

Forse sarebbe svenuto.

Eloise si rimise a scribacchiare sulla sua pergamena in attesa del tonfo della sua testa sul legno.

Dopo un po’ però sentì uno strano formicolio alla base del collo e si rese conto che il ragazzo la stava fissando.

Quando alzò lo sguardo, lui non perse tempo. - Sei Eloise Midgen, giusto? – chiese incuriosito.

- Esatto.

Notò che aveva ripreso un colorito umano. Parve addirittura sorriderle e per un attimo lei ripensò alla conversazione che aveva avuto con Hermione.

Forse si era sbagliata a condannarsi in anticipo. Pix avrebbe dovuto trovare un nuovo soggetto per i suoi testi. Forse le pettegole sul serio erano state scalzate dal tempo e dai suoi risultati scolastici.

Ma poi lui disse: - Vedo che l’acne va meglio.

E capì che il sorriso altro non era che una risata trattenuta.

Avrebbe dovuto scrivere a sua madre e dirle che, come sempre, aveva avuto ragione.

 

- Grazie.- rispose facendo vibrare la r in modo da rendere la parola minacciosa.

Lui parve non accorgersi della sua irritazione e alzò le spalle.

- Sul serio. Hermione l’aveva detto ma non ho mai voluto crederle. Devi essere felice di esserti liberata finalmente di tutti quei punti in faccia.- disse, infatti, con un largo sorriso.

Eloise si ripeté mentalmente che il tatto era una virtù a non tutti concessa e non doveva per questo sentirsi ferita, ma i suoi occhi cominciarono a pizzicare automaticamente.

Cercò di distogliere lo sguardo ma nell’abbassare le palpebre non fece che spingere una lacrima sulla pergamena sotto le sue mani. L’inchiostro si sciolse proprio in quel punto e Ron non poté non vederlo così deglutì, cominciò ad agitarsi sulla sedia, a scuotere la testa e aprire la bocca senza emettere suono come se la sua voce fosse stata succhiata via o come se una mano invisibile lo stesse soffocando.

- C-co…ch…co… -disse solo per un paio di minuti, e aveva una faccia così buffa che Eloise sarebbe scoppiata a ridere se si fossero trovati in situazione diversa.

Ma lei era furiosa. Furiosa con sé stessa, più che con Ron, per averci sul serio creduto, e aver permesso di nuovo a quella storia di buttarla giù.

Ron si passò una mano tra i capelli:- Che ti sta succedendo? – le chiese finalmente. – O-oh è … è per quello che ho detto? Io non… era un complimento! Cioè… era per dire che stai meglio! Non sei più a pallini! E il naso sembra più… al centro… volevo solo… oh, miseriaccia, stai bene?

Eloise serrò i pugni e cominciò a raccogliere la sua roba, decisa ad andare via.

Non aveva nessuna intenzione di rimanere ad ascoltarlo. Già troppe volte aveva subìto quel genere di trattamento.

Ron, dal canto suo, continuava a balbettare ed incespicare nelle parole.

- I-io non pensavo…

- Certo, certo che non pensavi, mi è sembrato piuttosto chiaro. – esplose, senza riuscire a trattenersi oltre - Se avessi pensato, probabilmente ti saresti reso conto delle cose che stavi dicendo e magari non le avresti dette.

La boccetta d’inchiostro rischiò di rovinare a terra, ma con un incantesimo la fece volare direttamente nella sua mano, che la infilò nella borsa, già stracolma.

C’erano altri tre libri sul ripiano di legno. Eloise ebbe un moto di stizza: come aveva fatto a farli entrare tutti, prima?

Al diavolo. Si alzò prendendo i restanti tra le braccia e solo allora si rese conto che Ron aveva continuato per tutto il tempo a parlare.

- Aspetta, no, aspetta…- disse infatti alzandosi di poco dalla sedia, una mano tesa verso di lei in un gesto quasi implorante che Eloise trovò patetico ed esagerato.

- No, ora basta. Sono davvero stanca di starvi a sentire tutti quanti. Il mio naso, i miei capelli, i miei brufoli. È ora che vi guardiate un po’ voi. Io non ti prendo in giro per i tuoi permanenti punti in faccia, Ron Weasley!- disse con una voce stridula che non riconobbe come sua. – Né tantomeno per i tuoi fallimenti nel Quiddditch.

Questo parve colpirlo in pieno. Ricadde seduto, mentre il suo viso assumeva una tonalità scarlatta e la bocca s’apriva in un’espressione offesa.

Ma Eloise non vi badò. Felice di aver colpito nel segno, girò i tacchi e uscì, furiosa ma soddisfatta, dalla biblioteca.

Sperò che questo servisse da lezione a tutti gli altri che sarebbero voluti tornare sull’argomento. Almeno era sicura che Ron Weasley avrebbe evitato di farlo.

 

Mai si sarebbe di certo aspettata di tornare sui suoi passi meno di cinque minuti dopo.

La cinghia della borsa aveva ceduto sotto il peso dei troppi libri, e solo mentre li raccoglieva si era accorta che alcuni non fossero di sua proprietà.

Dopo mille ripensamenti, si era decisa a marciare nuovamente fino alla biblioteca per restituirglieli.

Durante tutto il tragitto si era ripromessa di essere ferma, secca. Magari sbatterli sul ripiano, per fare un po’ di scena e dopo una mezza giravolta, tornare da dove era venuta, senza una parola.

Ma poi lo vide chino avvolto da un’aura scurissima e finì per avvicinarglisi cautamente.

- Penso di aver preso qualcosa di tuo. – disse, poggiando i libri sul ripiano con calma.

Lui non alzò neanche lo sguardo su di lei ed Eloise si sentì leggermente a disagio. Cominciò a pensare di aver esagerato con quella storia del Quidditch.

Si morse l’interno di una guancia, ma gli voltò le spalle, decisa ad andarsene.

- Era quello che cercavo di dirti, ma sei fuggita via prima che te lo spiegassi. – disse però Ron mesto senza darle il tempo neanche di compiere il primo passo.

Il suo cupo tono fece sospirare Eloise e dare vita a quel senso di colpa che l’avrebbe tenuta sveglia tutta la notte, se non si fosse scusata.

- Mi… -tentennò qualche secondo prima di cedere definitivamente. - Mi dispiace per prima. Io… non intendevo dire che tu sia un cattivo portiere, anzi, t-te la cavi abbastanza bene…

- Non ho preso neanche una palla.- borbottò in risposta Ron, alludendo all’ultima partita contro Serpeverde.

- Bèh, non è questo che importa! Quello che conta è che abbiamo vinto.

- Sì che importa, invece! Sono stato deriso da tutti e ho fatto una pessima impressione.

Eloise aprì bocca, ma la richiuse un secondo dopo, sulle labbra stampato un leggero sorriso.

- Credimi, di derisioni e pessime prime impressioni me ne intendo abbastanza. Non è la fine del mondo. Poi, ci sono tante altre partite, avrai la possibilità di dimostrare chi sei veramente.

Solo allora Ron alzò gli occhi su di lei, d’improvviso consapevole, ed Eloise si sentì un po’ arrossire sotto il suo sguardo intenso.

- T-ti chiedo scusa anch’io, allora. – accennò un sorriso – Non ha importanza che tu abbia o meno dei punti in faccia. E poi, ci sono tante cose carine a pallini. Le coccinelle ad esempio. E anche le... – si grattò la fronte - …altre coccinelle.- concluse in imbarazzo, abbassando gli occhi sul tavolo.

- Ci hai paragonato a delle coccinelle?

Eloise si chiese se la stesse prendendo in giro o gli mancasse sul serio qualche neurone.

Forse era la vicinanza ad Harry Potter a renderli tutti un po’… toccati, ecco. Si ripromise di non sedersi mai più accanto a lui durante i pasti. E magari trovarsi un tavolo sotto l’occhio vigile di Madama Pince, la prossima volta.

Ron non rispose e lei non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso.

- Accetto le tue scuse.- disse quindi, e fece per andarsene ma lui la fermò nuovamente.

- Se vuoi puoi restare, ti prometto che non ti darò più fastidio.

Ron non credeva davvero che l’avrebbe fatto, che sarebbe rimasta.

In effetti aveva esitato per una manciata di secondi prima di scostare la sedia e accomodarsi.

Non era più arrabbiata, lo capiva dai suoi gesti, dal modo in cui tornava di nuovo a sfilare i volumi dalla borsa e Ron si sentiva fiducioso e più leggero, ripensando alle sue parole.

I loro sguardi s’incrociarono e si ritrovarono entrambi a sorridere.

Fu quello il momento in cui Ron si pentì di non aver dato ascolto ad Hermione e di non averla invitata al Ballo.

Ma forse, pensò, era in tempo per rimediare anche a quello.


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I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Rispondo, con un ritardo inaccettabile, alla sfida di Leireel, che ha pazientemente aspettato che partorissi questo. Eloise mi è troppo simpatica, tra parentesi e ti ringrazio che mi abbia sfidato con questo pairing, che mi ha permesso conoscerla.
Non sono soddisfattissima della fine (ci ho messo di più a scrivere le ultima cinquanta parole che il resto xD) e non credo sia propriamente divertente. Spero comunque che ti soddisfi (un pochino pochino? ç___ç)
   
 
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