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Autore: BelleAmie    30/07/2011    4 recensioni
Dopo la guerra, il rapporto dei Potter con la casa Serpeverde e alcuni suoi membri è complicato. A tale proposito, Lily Luna ha bisogno di ottenere qualche rassicurazione dalla madre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ginny Potter seppe immediatamente che sua figlia voleva dirle qualcosa dalla maniera in cui la ragazza entrò nel suo studio, si guardò attorno in maniera vaga e si lasciò cadere sul divanetto di pelle con un eloquente, calcolato sospiro. Quella di andare dalla madre a discutere di quello che la premeva – e Ginny se lo aspettava fin dal giorno in cui era tornata da Hogwarts per le vacanze di Natale - doveva essere stata una di quelle decisioni coraggiose che si prendono appena svegli, col cuore in mano, seppure ancora un po’ addormentato. Aveva quell’espressione vagamente scossa di chi si è appena svegliato, i capelli come un nido di qualche uccello selvatico. Per un attimo ebbe la grande voglia di prendere una spazzola e pettinarla, come faceva quando era piccola; ma era evidente che Lily aveva più bisogno di quattro chiacchiere oneste tra madre e figlia che di una buona spazzolata. Così, recitando la battuta standard da usare in quei casi, Ginny chiese, con molta gentilezza, ‹‹Non ti senti bene, Lily?››

La ragazzina la guardò con aria incerta. Ginny sapeva leggerla tanto bene da sapere che, sotto quell’incertezza, c’era anche una certa gratitudine e una forte ansia di levarsi il suo peso dal cuore. ‹‹Volevo parlarti di una cosa.››

Mise da parte la penna d’oca e il foglio di pergamena. Stava scrivendo per la sua rubrica settimanale sul Profeta, ma l’ispirazione nel periodo delle feste era poca, e Lily aveva bisogno di aiuto. ‹‹Sentiamo.››

‹‹Ecco, io… volevo un consiglio.››

‹‹Sono qui per questo.››

L’incertezza di Lily, mescolata al suo aspetto un po’ scosso, iniziava vagamente a preoccuparla.

‹‹Mi piace un ragazzo.›› La sua pelle così chiara nella luce grigia di una mattinata invernale arrossì violentemente. Nonostante quella tendenza ad arrossire fosse sua, in quel momento la figlia le ricordò Harry in molti modi. Padre e figlia erano sempre stati un po’ restii a conversare sui problemi sentimentali; Lily a tal punto che Ginny aveva saputo del suo primo ragazzo (Thomas Erstwhile, Tassorosso, l’anno prima) solo da un James assolutamente indignato (‹‹Non è nemmeno Grifondoro!››).

‹‹Oh, ma è bellissimo, Lily! Chi è?››

La domanda dipinse una smorfia sul viso di Lily. ‹‹E’ questo il problema.››

‹‹Perché?››

‹‹PensochemipiacciaScorpius,›› disse tutto d’un fiato Lily, come se fosse un’unica sillaba. Arrossì ancora più profondamente.

‹‹Scorpius Malfoy?››

La testa di Lily si rovesciò pesantemente all’indietro, cadendo sullo schienale. ‹‹Lui.››

Ginny dovette combattere con l’impulso di ridere. Ecco qui la sua bambina quattordicenne, tutta rossa per l’imbarazzo, che ammetteva con tono di scuse di avere una cotta – era solo una cotta? – per il figlio di Draco Malfoy. Se glielo avessero detto a sedici anni, pensò, avrebbe giurato a se stessa di diseredare la figlia in questione; ma ora aveva quarantuno anni, e l’unica cosa che riusciva a provare, in reazione a quella notizia, era un senso di immensa tenerezza. Lily, la sua bambina, era innamorata.

‹‹E qual è il problema esattamente?››

La testa di Lily si risollevò. ‹‹Bè… è un Serpeverde… ed è figlio di Draco Malfoy…››

‹‹Ma è anche amico di Albus,›› replicò Ginny con tranquillità, ‹‹il quale, come avrai notato, è anche lui un Serpeverde. E’ un bravo ragazzo,›› aggiunse diplomaticamente, ‹‹e non è certo colpa sua se Draco Malfoy è suo padre, no?››

‹‹James me ne aveva parlato male -››

‹‹Lo sai com’è fatto -››

‹‹… ma è come dice Albus, non è male davvero. E’ simpatico,›› aggiunse quasi bisbigliando, come se un po’ si vergognasse ad ammetterlo, ‹‹è gentile con me. E poi è carino,›› soggiunse ancora più in fretta, come se le parole le fossero uscite di bocca prima che avesse potuto censurarle.

Ginny rise.

Guardandolo con l’occhio un po’ distaccato di una donna adulta, poteva condividere il giudizio estetico della figlia. Era un bel ragazzino, rassomigliante a Draco nel colorito (stessi capelli biondi, stessi occhi grigi e stessa pelle pallida), ma dai lineamenti più morbidi. Aveva visto Scorpius regolarmente nel corso degli ultimi anni, due volte l’anno al binario 9 e ¾, e quella volta, l’anno prima, che Scorpius aveva passato le vacanze di Pasqua a Grimmauld Place. Lui ed Albus avevano passato gran parte delle loro giornate a Diagon Alley, tornando per l’ora dei pasti: le era sembrato un quattordicenne più o meno come gli altri, dalle ottime maniere anche se comprensibilmente a disagio di trovarsi nella casa dell’antico rivale del padre, intelligente e un po’ riservato, e, soprattutto, sinceramente affezionato ad Albus. Certo, forse l’idea dei due ragazzi di indossare le spille di Serpeverde tutto il giorno non gli aveva accattivato le simpatie di Ron, ma…

‹‹Allora non ti fa schifo l’idea?››

Ginny scosse la testa. ‹‹Ma no, Lily. Ma è già successo qualcosa o…?››

‹‹No, no, no,›› disse subito Lily. ‹‹Cioè forse. Voglio dire, è carino con me, quando ci vediamo. Mi guarda…››

‹‹…con lo sguardo di un ragazzo interessato,›› concluse Ginny per lei.

La ragazzina annuì, con un piccolo sorriso.

‹‹E mi ha regalato un libro che volevo per Natale, e mi ha inviato una lettera,›› disse. Il suo sorriso prese un po’ di sicurezza. Sembrava che si stesse trattenendo dal sorridere apertamente. Poi, più seria, aggiunse, ‹‹Ma se – ipoteticamente - … papà come la prenderebbe?››

‹‹Come ha preso il fatto che Albus sia finito a Serpeverde, con un sorriso,›› disse Ginny. ‹‹Le cose che sono successe tra noi e i Malfoy risalgono a più di venti anni fa. Sono cose spiacevoli, certo, ma sono state perdonate, da papà per primo. Un giorno saprai tutto e allora capirai molte cose, ma per il momento non ha senso che tu ti vergogni di avere una cotta per Scorpius.››

Lily parve rincuorata. Le erano rimaste due chiazze rosse sulle guance, ma i suoi occhi erano pieni di gratitudine e sul volto le era spuntato un sorriso sincero. Chissà da quanto tempo andava cercando il coraggio per parlarne: non avrebbe certo potuto parlarne con James o Albus, e, conoscendo quanto tenesse alla sua riservatezza, nemmeno con le sue amiche di Grifondoro. La notizia che una Potter – un cognome difficile da portare per una ragazzina così giovane – di Grifondoro avesse una cotta per un Serpeverde avrebbe fatto il giro della scuola in dieci minuti. Era il prezzo della celebrità.

‹‹Penso che andrò a fare colazione,›› disse alzandosi. Si specchiò in una vetrinetta, passandosi una mano nei capelli: era uno dei vizi presi da Harry. Li aveva già un po’ mossi per natura, e quell’abitudine tendeva a farglieli apparire ancora più disordinati. Ginny sospettava che in realtà le piacesse quell’aria vagamente trasandata. Prima di uscire si fermò alla porta di scatto, come immobilizzata da un pensiero improvviso.

‹‹E zio Ron? Lo hai visto come si è comportato quando Scorpius è venuto qui l’anno scorso… ››

‹‹… e papà e zia Hermione gli hanno detto in privato di darci un sonoro taglio,›› disse Ginny, scuotendo la testa. ‹‹Non ti preoccupare di lui. Zio Ron è un idiota. E poi, pensandoci,›› soggiunse con una piccola risata, ‹‹forse potrebbe anche fargli piacere. Vorrebbe dire che nessun Malfoy ha messo le mani su Rose!››

Lily scoppiò a ridere, e poi, all’improvviso, fece quattro passi di corsa e le fu accanto, cingendola in un abbraccio e dandole un bacio sulla testa. ‹‹Grazie, mamma,›› disse, tenendola stretta. ‹‹Sei la migliore.››

 

 

  
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