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Autore: La X di Miria    30/07/2011    2 recensioni
Ho deciso di descrivere il combattimento tra Teresa, Irene, Noel e Priscilla, perché, a mio giudizio, è uno degli scontri più belli della serie. Avrei intenzione di pubblicarlo a più capitoli, dato che mi piacerebbe scriverlo con cura. Questo è un breve anticipo, spero vi piaccia! ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teresa del Sorriso 29/07/11

cap. 5

 

 

Se n'erano già andate da tempo, quando Irene ebbe finito di curare le proprie ferite. A poco a poco, ogni singola fibra dei suoi muscoli si era rigenerata, sebbene avesse speso buona parte delle energie che le rimanevano.

«Questa è bella! Teresa che mostra pietà per qualcuno. La Teresa che mi ricordo io le avrebbe tagliato la testa senza pensarci due volte.» C'era una nota di pungente ironia nella sua voce, ma dentro si sentiva sollevata: a un passo dalla sconfitta, il destino aveva deciso diversamente.

«Be' a quanto pare... sembra che riusciremo a tornare alla carica.» mormorò fra sé.

 

 

Poco distante da lei, Priscilla continuava a piangere e ad uggiolare come un cucciolo, come se non si fosse resa conto di aver salva la vita. Era china su se stessa, lo sguardo annegato nel pianto, e tremava, tremava senza controllo. Non riusciva a togliersela dalla testa: quell'immagine, quell'ombra, quello spettro. Non sarebbe stata più la stessa. Aveva percepito la morte accanto a sé, gelida e spietata come il vento d'inverno, ed era precipitata nel vuoto della sua coscienza, nell'abisso della disperazione più profonda.

Dove sono finita? Non sento più... non sento più il calore del sole. Sto gelando e non vedo più nulla! Papà! Papà dove sei! Non voglio morire... io non... .

«Avanti, smetti di piangere! La battaglia non è ancora finita, anzi è appena cominciata.» Irene la scrutava severa, segnata dalla fatica.

Le emozioni si riversarono nel suo cuore come un torrente in piena. Di colpo riemerse da quel gorgo oscuro in cui era caduta e non sentì più freddo, il sole scaldava il suo viso e il buio era svanito.

Irene?! Ma... siamo ancora qui! Allora... allora sono viva! E che fine ha fatto la Traditrice?

Le sovvennero gli ultimi istanti prima dell'oscurità, Teresa che reggeva l'arma sopra di lei, e la paura della morte al suo fianco si trasformò nell'ira dell'umiliazione subita.

Stringeva i denti, non più per il terrore, ma per la rabbia. Il suo corpo era sconquassato da fremiti d'ira, non dai singhiozzi. Non uggiolava più come un cucciolo, ma ringhiava come un mastino.

Le sue dita artigliarono la terra, schegge di legno e pietra le si infissero sotto le unghie. Percepì lo yoki accrescere sempre più, fare pressione in ogni punto del suo corpo: sulle tempie, sulla gola, nell'addome, sotto le cosce. L'ira era grande e il suo cuore era nero d'odio. Si lasciò semplicemente pervadere e avvertì un calore diffondersi in ogni singola cellula del proprio essere. Il volto di quella traditrice le ricordò l'umiliazione, dall'umiliazione scaturì la rabbia, e l'odio accrebbe l'estasi in cui ora giaceva la sua coscienza.

«Imperdonabile.»

 

 

Irene continuava a fissarla interdetta. Prima singhiozzava come una mocciosa, e ora si era chiusa in un ostinato silenzio. Se ne stava lì, muta e sorda ad ogni stimolo, a covare chissà quali pensieri. Ad un tratto, la sua figura divenne ancora più curva, le dita scavarono il suolo e i suoi lamenti divennero ringhi minacciosi.

Ma cosa sta facendo? Teresa deve averla impressionata non poco se si è ridotta così...

Ora mormorava qualcosa, ma Irene stentava persino ad udirla.

«Io non... io non... la perdonerò... mai. Io non... imperdonabile, imperdonabile.»

«Alzati, Priscilla. Non è il momento di mettersi a fare la bamboccia.»

«Io non... la perdonerò... mai... mai, mai.»

Irene cominciò a spazientirsi: «Priscilla, alzati!»

«Ha ucciso mamma... ha ucciso papà... ha ucciso mio fratello... ha ucciso mia sorella.» Parlare le costava uno sforzo infinito e la sua voce mutava ad ogni parola: ora aveva una voce stridente, metallica... da mostro.

«Priscilla, basta!» Ma che cosa le prende? Perché fa così?!

«Non la perdonerò mai, non la perdonerò mai, mai, mai.»

Eh? Che stia mica cercando di... .

Un lampo percorse gli occhi d'Irene. E d'improvviso capì.

«Non la perdonerò, no, no, no, imperdonabile, imperdonabile. Ha ucciso mamma! ha ucciso papà!»

Una vampata di energia esplose tutta d'un colpo, il corpo di Priscilla cominciò a deformarsi, raffiche di vento si alzarono improvvise, turbini di polvere accecarono gli spettatori di quella scena formidabile.

«Adesso basta, Priscilla!! Non sei ancora in grado di batterla, calmati...»

Ma ormai Priscilla era sorda ad ogni cosa. C'era solo il suo odio, che le divorava l'anima.

«Ha ucciso mia sorella! ha ucciso mio fratello! Imperdonabile, imperdonabile, imperdonabile! È un'assassina, una criminale! Si è ribellata alle nostre regole e io gliela farò PAGARE!!»

«Priscilla!!»

Con uno scatto disumano Priscilla si levò in aria e si lanciò al folle inseguimento della sua nemica, inebriata dalla nuova forza che aveva trovato nel suo intimo, celata dalla parte più oscura di sé.

 

 

«Stupida ragazzina! Ha liberato il suoi yoki. Ormai è andata! Non riesce a pensare che a Teresa!» Anche Noel aveva assistito, impotente come tutti, a quello spettacolo e anche lei si rendeva conto della gravità della situazione.

Dannazione, ero deconcentrata... non ho percepito il suo stato d'animo. Irene sentì in bocca ancora una volta l'amaro della sconfitta. Eravamo abbagliate dalla sua abilità, non ci siamo rese conto che è ancora una bambina!

«Noel, Sophia, ce la fate a muovervi? Coraggio, seguiamola!»

Lei... non sa ancora fino a che punto può spingersi...

 

 

Ormai il sole sta scivolando ad occidente, dietro le montagne rocciose. Teresa mi stringe ancora la mano. Sembra non voglia dividersi da me. Che strano! Adesso la vedo cambiata: che sia successo qualcosa mentre ero nell'albergo?

Il suo sguardo è felice, guarda fisso davanti a sé. La sua mente è serena come il cielo all'orizzonte.

Ha detto che ci riposeremo nel prossimo villaggio, a tre miglia da qui, ma un dubbio mi assale: che sia questa la strada giusta? Questa valle pietrosa senza vita? Non è che ci siamo perse?

La prospettiva di vagare senza meta mi atterrisce, ho paura che nuovi mostri possano tenderci un agguato e stringo forte la mano di Teresa.

«Che cosa c'è, Claire?» I suoi occhi sono limpidi come due specchi d'acqua che riflettono la sua anima quieta. Basta quella visione, il sorriso sulle sue labbra, a scaldarmi, a farmi sentire di nuovo sicura e protetta. Teresa è invincibile, non perderà mai.

«No, nulla. Non ti preoccupare.»

Mi accarezza una guancia e mi scosta i capelli.

Già, Teresa non perderà mai... lo credevo sul serio, in quel momento.

  
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