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Autore: MihaChan    30/07/2011    4 recensioni
Un affare grosso in pentola, una parola di troppo, usata per fare una bella impressione, per dimostrarti una persona matura, seria, intenta a crearsi un futuro, quando in realtà il tuo unico pensiero è divertirti. Peccato che poi le belle parole ti si ritorcano contro. La paura che tutto vada in fumo t’invade, già t’immagini, nonostante la maggiore età, le ramanzine di tuo padre, e ti maledici mordendoti la lingua, dannatamente eloquente.Fortunatamente c’è lui, il tuo caro vecchio –e ottimo- amico, che, saputa la notizia, trova con rapidità la soluzione, e ovviamente, quando ti spiega il suo “geniale” piano, rimani molto perplesso, ma controvoglia, ti ritrovi costretto ad accettare la cosa, poiché forse, è l’ultima –e unica- ancora di salvezza –anche se non ne sei pienamente convinto- per il casino che TU hai creato. Sei nella merda, ragazzo mio… Complimenti.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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Capitolo 06

“Imprevisti” Evitabili.



Ancora immerso nel sonno, iniziai a sentire qualcosa accarezzarmi dolcemente la guancia… Sensazione piacevole… Forse era Elliot? Aveva deciso di svegliarmi con tanto amore?
Che cosa stupenda.
Aprii leggermente gli occhi, convinto di ritrovarmi il dolce viso di Elliot, ma invece mi beccai il visino di Sora a pochi centimetri che sorrideva beato, con una manina vicino alla bocca…
Beh, non era Elliot, ma era comunque una bella visione quel moccioso.
«Sora… Ciao» Sussurrai, con la voce ancora impastata dal sonno.
«Ciao zio Acel!!»
Sorrisi alzandomi, e un fortissimo dolore alla schiena mi fece quasi urlare.
«Shhh, fai pano, mamma domme»
«Ahi ahi….»
Oh cazzo, quel divano non era proprio l’ideale per dormire, per niente, sarebbe stato più comodo riposare sopra ad uno di quei letti indiani fatti da chiodi… Quale era il nome…?
Ma ti sembra il caso di pensare a queste cazzate ora?!
Giusto.

Guardai l’orologio… Erano solo le sette?! E che cavolo…
«Zio Acel?» Sora catturò le mie attenzioni strattonandomi per il braccio.
«Dimmi»
«Voglio fare colatione io!» Urlò –e meno male che dovevo fare piano che mamma “dommiva”.
«Oh, sì… Ora chiamiamo il servizio in camera… Cosa vuoi?» Gli chiesi, afferrando il telefono pronto a fare le mie ordinazioni.
«I panchace!»
«Panchace…?» Ci pensai un po’ su…
Panchace… Che cazzo sono i panchace?
«…Ehrm… Ok… Che cosa prendiamo a mamma?»
«I panchace!»
Ancora quei panchace…. Panchace…. Uh!
«AH! I pancake! Ok» Grazie alla mia smisurata genialità, ero riuscito a capire cosa desiderasse il mocciosetto, e ordinai tre pancake, due caffè e un succo si frutta alla “pecca”.
Dopo una decina di minuti, bussarono alla porta, che andai ad aprire, chiedendo a Sora di andare a svegliare Elliot, e non fu un risveglio dolce come quello che mi riservò, ma da come era partito, sembrava che l’idea fosse quella, però evidentemente doveva aver avuto un cambio di programma improvviso, sicuramente ritenuto più divertente.
Si era intrufolato in camera piano piano, tipo ninja, e una volta dentro… Urlò così forte –cosa che fece anche Elliot- che anche il cameriere mi chiese se era tutto okay.
«Beh, sì, direi che è tutto okay… Però ora il “mostro” è stato svegliato»
Il cameriere mi guardò alquanto perplesso, indeciso se chiedere o no di cosa si trattasse. Pensai che non lo facesse, e invece, la curiosità ebbe il sopravvento.
«Il… Mostro?»
«Sì, e sarà intrattabile per tutto il giorno.»
Salutai il cameriere, portando la nostra cola… Cazzo! Mi ero dimenticato di quel rompipalle di Demyx! Vabbé, avrebbe fatto colazione quando aveva fame, chi sene fregava. Continuando, portai la colazione al tavolino vicino al mio “caro” divano, aspettando l’arrivo di Elliot e Sora, che ancora non si facevano vivi…
«Tutto bene?»
«Sì, ora arriviamo.» Oh… Il tono di voce era normale… Strano, ero convinto che sarebbe stato tipo quello del Demonio in persona… Forse era ancora mezza addormentata per poter prendere pienamente potere… Magari sarei riuscito a far si che non accadesse proprio!
Passarono un paio di minuti, quando finalmente i due si fecero vivi, lui ancora con il pigiamino, lei già vestita… Ecco perché ci avevano messo tempo, la signorina non voleva farsi vedere con il pigiamino sexy? Peccato che avessi già sbirciato quella sera, e che lo spettacolino, seppur breve, fu alquanto piacevole.
Non parlammo molto, visto che tutte le nostre attenzioni furono per Sora, che riuscì a sporcarsi completamente con la cioccolata che c’era sopra i Pancake e a farsi cadere addosso un bel po’ di succo di frutta… E come se non bastasse, scroccò da me e la madre alcuni pezzi delle nostre pozioni.
Piccolo ladruncolo!
Quando finimmo, Elliot si chiuse in bagno insieme a Sora, pronti a prepararsi, quando una telefonata richiese le mie attenzioni.
«Pronto? Qui Axel Smith»
°°°Buongiorno, Axel, sono io, Murphy°°°
«Oh, buongiorno Mr.Murphy! A cosa devo l’onore?» Sapeva tanto di leccata di culo…
°°°Senti, che ne diresti di incontrarci oggi? Andiamo a fare una partita a Golf°°°
Golf? Odio il Golf, è una palla di gioco…
«Con enorme piacere, Mr.Murphy! Adoro il Golf!» Questa è una leccata di culo, Axel, questa lo è. «Mi dica a che ora e dove dobbiamo incontrarci.»
Mi disse orario e luogo, chiedendomi ovviamente di invitare anche la mia adorabile consorte… Oh, sì, era adorabile, fastidiosamente adorabile. Lo rassicurai che sarebbe stato fatto, ringraziandolo dell’invito e salutandolo fino a nuovo ordine.
«Beh, abbiamo la giornata libera fino alle sedici…» Che cacchio avremmo fatto tutto il giorno?
…Che domanda idiota, eravamo a Las Vegas! Potevamo fare di tutto!
Sì, ma cosa?
Ci pensai un paio di secondi affacciandomi al balcone della suite, finché non la vidi.
Geniale!
Tornai dentro, bussando alla porta del bagno.
«Che c’è?» La voce di Elliot era irritata, impossibile non capirlo.
«…Andiamo in piscina?» Chiesi, sorridendo –anche se non potevano vedermi- rispose con un alquanto dubbioso “eh?”, che mi spinse a ripetermi, aggiungendo un po’ di quell’ironia che avevo ben capito la facesse irritare ancora di più «In piscina! Andiamo in piscina? Sai, quella vasca enorme dove puoi fare il bagno in costume, divertirti, tuffarti e cose così.»
«Sì so cosa è una piscina, mica sono decelebrata come te!»
AH! Lo sapevo che rispondeva così! Fantastico!
Sora era estremamente entusiasta, tanto che iniziò a rompere amorevolmente le scatole alla madre pur di convincerla a portarcelo «Tì! Pittina! Andiamo in pittina! IN PITTINAAAA!!!» Riuscì a proseguire così per mezz’ora –ne aveva di fiato in gola quel piccoletto- riuscendo in fine a convincerla. Certo, aveva trovato la scusa del “Ma io non ho portato il costume… Whops!”, che io subito buttai alle ortiche con poche semplici parole.
«E che problema c’è? Andiamo a comprarlo!»
Mi guardò accigliata per un bel po’, ma ne valse la pena, decisamente.

*

Faceva ogni cosa così facile…Sembrava che per lui non esistessero problemi…Non lo sopportavo. Per niente, per niente!
“E che problema c’è? Andiamo a comprarlo”
Ma fatti i cazzi tuoi!
Ma no, Axel Smith non era il tipo che si faceva gli affari suoi, per niente… Maledetto bastardo!
Ma vabbé, se ero andata a comprare il costume ed ero sdraiata su una –dovevo ammetterlo- comodissima sdraio sotto un ombrellone di paglia a sorseggiare un ottimo melatini*, non era di certo per lui, ma solo per il mio Sora, che si stava divertendo un casino insieme a quel capellone e Demyx, che si era ripreso più che bene da quella sbronza presa la sera prima. Onestamente, mi aspettavo che si sarebbe lamentato per tutto il giorno, piagnucolando e pregandoci di non permettergli di fare mai più una cosa simile in tutta la sua inutile esistenza, e invece no, non fu così. Si svegliò bello pimpante e pronto a fare casino… Speravo solo che quel pomeriggio non tornasse al Casinò, ma anche se l’avesse fatto, c’era l’asilo del Casinò che si sarebbe preso cura di Sora, quindi, non ero molto preoccupata.
Mi preoccupava più il fatto che Axel, ogni tot minuti, si impalasse a fissarmi… Non avevo comprato chissà che costume particolare, eppure sembrava il contrario da come mi fissava…
Beh, Elliot, lo hai costatato che è un coglione e maniaco, quindi, non meravigliarti più di tanto.
Stavo sorseggiando il mio melatini quando Axel si avvicino con Sora sulle spalle, uscendo sene con un portentoso: “Sora, guarda zio Axel, vado a fare un tuffo da li sopra!” sbraitò indicando il trampolino più alto che c’era alla piscina.
«Ottey!» Sbottò entusiasta Sora, sedendosi vicino a me a guardare il capellone correre allegro come un tredicenne verso le scale, seguito da un altrettanto –se non doppiamente- eccitato Demyx.
Scossi la testa, domandandomi e cercando di capire in qualche modo chi dei due fosse più infantile... Domanda alla quale probabilmente non sarei mai riuscita a trovare una risposta..
«Guarda, Sora, quell’idiota di Axel è li sopra, lo vedi?» Dissi al mio amore, indicandogli il punto in cui si trovava il capellone.
«Tì! C’è anche zio Demi! Vai Zio Acel! Vai zio Demi!»
I due “geni” ci salutarono –Demyx sbracciando come un idiota- e, dopo aver deciso chi dovesse buttarsi per primo, si esibirono uno –Demyx- in una straordinaria panciata, e il secondo –Axel- in un tuffo classico, che io conoscevo come il tuffo a pesce, ma non sapevo il nome tecnico… Non che mi importasse saperlo, poi.
Demyx era tornato a galla quasi subito, mantenendosi la pancia, ma Axel, erano già passati diversi secondi e di lui neanche l’ombra… Che si fosse fatto male nell’impatto? Mi affacciai sull’orlo della piscina, guardandomi in giro nell’acqua, con i capelli che si ritrovava lo dovevo individuare per forza, ma niente…
«Axel…?»
Oddio i miei desideri erano stati esauditi! L’avevo maledetto così tanto e così tante volte che era morto d’avvero!
«Axel! Non è divertente, vieni fuori, ORA!» Sbottai, nervosa, ma niente. Iniziò a salirmi un impeto di paura.
Santo iddio, l’ho ucciso. E mo’?
Mi voltai verso Demyx, feci per aprire bocca, quando mi sentii afferrare per il braccio, l’ultima cosa che vidi fu il viso di Demyx contrarsi in una smorfia di risate, poi, buio. Quando riaprii gli occhi, ero sott’acqua, in compagnia di quel cretino di Axel che sorrideva come un deficiente. Lo guardai malissimo, sbracciandomi per tornare su –seguita a ruota da lui.
«Razza di deficiente» Dissi appena presi aria «Ma che cavolo ti passa per la testa, eh?! Potevo farmi male! O peggio, bere quest’acqua piena di cloro!»
«Quante storie» Sussurrò, roteando gli occhi «E’ uno scherzetto, stiamo qui da due ore e sei stata tutto il tempo sdraiata su quella sdraio senza partecipare ai nostri giochi, che cacchio, volevo farti essere partecipe»
«Se volevo essere partecipe l’avrei fatto di mia iniziativa, ti pare?!» Sbottai ancora più nervosa, uscendo dalla piscina.
«Dio quanto sei noiosa» Sbottò, poggiando i gomiti sulla piscina «Anche mia nonna di 90 anni, grande donna, sa divertirsi più di te!»
«Stai dicendo che sono…»
«Esatto» Sussurrò, uscendo dalla piscina «Sei una bacchettona, una…» Non gli diedi il tempo di finire che mi lanciai contro di lui, pronta a fargliela vedere io chi era la bacchettona! Mi aggrappai a lui tipo cozza sullo scoglio, ritrovandoci nuovamente in acqua, lottando come due ossessi, non gliel’avrei data vinta neanche per tutto l’oro del mondo, preferivo perire piuttosto di dargliela vinta!
Andammo avanti in quel modo per molto tempo, finché, purtroppo, stanca morta non dovetti dichiarare la sconfitta. Avevo perso la battaglia, ma non la guerra.
Vedrai Axel. Vedrai! Te la farò pagare amaramente! Mai mettersi contro Elliot Backer, MAI!

---

Eravamo tornati in stanza verso le tre, Sora si era addormentato, esausto per colpa di quei due cretini che lo avevano fatto sfrenare come mai. Non che mi dispiacesse se dormiva, potevo rilassarmi un po'. Stavo per chiudermi in bagno pronta per un lungo bagno, quando...
«Allora, pronta?»
«...Per cosa?» Chiesi, guardandolo con un sopracciglio alzato.
«Come per cosa? Dobbiamo andare al campo da Golf, abbiamo un appuntamento tra un ora con Murphy e signora, ricordi?» Disse lui, guardandosi allo specchio.
«...No che non ricordo, anche perché non mi hai detto niente.» Risposi, portandomi la mano destra sul rispettivo fianco.
«Oh... Davvero?»
«Sì, davvero!»
«Beh dai, hai un ora per prepararti, non è una tragedia!»
Lo guardai malissimo, chiudendomi in bagno e uscendone dopo una quarantina di minuti -dovevo far si che lui facesse tutto nell'arco di pochissimi minuti, così imparava ad avvisarmi in ritardo- quasi totalmente pronta. Come avevo previsto, il rosso fece tutto in pochissimo tempo, dicendomi che ero una strega malefica sotto mentite spoglie, gli risposi che sì, aveva ragione. Mi fece incazzare da morire quando aggiunse un “Un adorabile strega malefica”.
Come potevo essere adorabile se ero malefica?! COME?!
Feci centinaia di raccomandazioni a Demyx prima di uscire e, quando fummo al campo da Golf, trovammo il signor Murphy e signora ad attenderci. Ci scusammo per il ritardo e, dopo averci detto che non dovevamo poiché erano arrivati da pochi minuti, i due uomini iniziarono la loro partita, mentre io rimasi in compagnia della signora Murphy -che insistette nel farsi chiamare per nome e a darle del tu.
Parlammo di cose in generali, ma lei insisteva nel voler sapere come avessi incontrato Axel, di come lo avessi conquistato e cose varie. Ovviamente dovetti inventare molte cose sul momento, e come si sa, le bugie sono più difficili da ricordare... Speravo vivamente di ricordarmi tutto, se mai avesse chiesto nuovamente le stesse cose in futuro.
Poi mi confessò che era un po' contrariata, perché avrebbe voluto che la loro figlia -una certa Odette- si sposasse con Axel. Mi chiesi perché non l'avevano fatto, mi avrebbero evitato di fare tutto sto casino... Certo, i soldi mi facevano comodo, specialmente nella mia situazione, però insomma, la cosa stava iniziando a diventare davvero complicata, e lo sarebbe diventata ancora di più.
Fa che quei due trovino un accordo definitivo, così ce ne torniamo a casa.
Rimasi a parlare amorevolmente -mah, insomma, mi stava antipatica- con la signora Annette -che fantasia, tra lei e la figlia...- per quasi tre ore, fui eternamente grata per la prima volta ad Axel per essersi fatto vivo ai miei occhi. Preferivo un milione di volte stare in sua compagnia che continuare a sentirmi quella vecchiaccia! Il Signor Murphy era così bonaccione e simpatico, come aveva fatto a prendersi una così?!
In ogni caso, salutammo -finalmente- i due, rifiutando di incontrarci per cena con la mia fantastica interpretazione; “Oh, vorrei tanto, però non mi sento molto bene... Non vorrei rovinarvi la serata. Possiamo fare un altro giorno, però. Se per voi va bene.” Ovviamente mi credettero, e tornammo in camera, dove finalmente potetti rilassarmi veramente.
Cenammo senza troppi problemi, Demyx aveva deciso di uscire, voleva portarsi dietro anche Axel, che non si fece supplicare più di tanto, quindi, dopo essermi vista “Mary Poppins” insieme a Sora, lo portai a dormire e, con un po' di difficoltà, riuscii a farlo addormentare.
Finalmente potevo starmene un po' sola, rilassandomi come facevo a casa.
Ah, ci voleva proprio.
Mi sdraiai sul divano dove Axel aveva passato la notte, ed aveva ragione, era scomodissimo. Dovevo dirlo al Signor Murphy, e l'avrei fatto, sicuro. Rimasi sdraiata per un po', senza pensare, o almeno, provando a non pensare. Era difficile, questo sì, ma non impossibile.
Rimasi sola per diverse ore, godendomi la mia pace -per quanta pace potesse darmi una città piena di luci e rumori- sul divano, quando la porta della camera si aprì. Era Axel, ovviamente, e con se aveva una bottiglia con due bicchieri.
Non ci sono già abbastanza bottiglie qui dentro?
«Hey, speravo di trovarti ancora sveglia, sai?»
«Aha, come mai?»
Mi spiegò che aveva incontrato Murphy, e che avevano parlato un po' di me, e mi confessò che gli aveva detto che non volevo andare a cena perché ero un po' “nervosetta” -naturalmente gli tirai un pugno sulla spalla-, e che quindi, Murphy stesso, si era offerto di aiutarmi regalandoci una bottiglia di “Pierrer Jouet Belle Epoque”, dicendogli che mi avrebbe fatto rilassare moltissimo.
Lo guardai accigliata per un po', ma accettai di sorseggiare un po' di quello Champagne, visto che dal profumo sembrava buonissimo. E lo era, eccome se lo era. Senza rendermene conto, mi scolai più di mezza bottiglia. Essendo brilla, parlavo a raffica, raccontando ad Axel tutte le cose che mi passavano per la mente, anche le più imbarazzanti.
Ovviamente Axel si stava divertendo un casino a sentirmi, e io non mi preoccupavo, perché dovevo? Mi stavo divertendo, in fondo.
«Senti, Elliot, posso chiederti una cosa?» Mi chiese di punto in bianco Axel, interrompendo il mio racconto riguardante il mio primo ragazzo magramente dotato ai paesi bassi, annuii. «Come hai conosciuto Zack?»
Mi zittii per qualche istante, guardandolo. Poi spostai lo sguardo verso la città, prendendo un respiro profondo.

*

Lo avevo fatto. Ci stavo pensando da diverso tempo, di chiederle qualcosa riguardo Zack, e ora, l'avevo fatto.
«Lo conobbi per caso, eravamo in un locale, io per i fatti miei con alcune amiche, lui in compagnia di Demyx, se non ricordo male... Comunque, mi venne vicino, offrendomi da bere. Non ero molto convinta, visto che i ragazzi quando fanno così sperano di portarti a letto -lo dico per esperienza- mi voltai per guardarlo, per digli che aveva preso di mira la preda sbagliata, e quando i nostri sguardi si incrociarono capii che...» Si bloccò, ma io sapevo cosa voleva dire, e quindi, conclusi per lei.
«Che non era il tipo di ragazzo da fare cose così idiote, vero?» Chiesi retoricamente, guardandola con un sorrisino. Lei annuì con un dolcissimo sorriso.
«Sì... Zack aveva gli occhi che riflettevano esattamente quello che pensava, era un libro aperto... Capii subito che non voleva portarmi a letto per una sola notte, ma che voleva portarmici per tutta la vita, se gliene avessi dato la possibilità.»
Elliot si fermò nuovamente, persa nei suoi pensieri. Non volli disturbarla, e la lasciai fare, e poi, insomma, non l'avevo mai vista sorridere in quel modo, e mi piaceva da morire vederla così, in quel momento.
«Quindi beh, sì» Sbottò di colpo, continuando a sorridere con una particolare luce negli occhi. «Decisi di dargli una possibilità, di vedere come si comportava. Visto che non riuscivamo a sentirci bene a vicenda per colpa della musica, lasciammo il locale dopo un po', andandoci a sedere su una panchina poco lontana dal locale e rimanemmo li a parlare per tutta la notte. Ci raccontammo tutto, dalle cose che ci piacevano di più a quelle che più odiavamo in assoluto. Fu fantastico, davvero fantastico.»
Si stoppò ancora una volta, questa volta fissando quel bicchiere ancora mezzo pieno di Champagne, seguendone la linea con l'indice.
«Oh, sì. Mentre parlavamo, mi stoppò di botto, chiedendomi se avevo fame. Io annuii, anche se non era vero, e lui mi disse di aspettarlo, che sarebbe tornato subito dopo, e fu di parola, tornò dopo una decina di minuti, portando dei cornetti ricolmi di cioccolata... Non dimenticherò mai di come fu capace di macchiarsi tutto... Un po' come fa Sora quando ha il cioccolato davanti agli occhi. Comunque, io capii che era l'uomo adatto a me grazie a quella serata, già dal primo sguardo. Sentivo dal profondo che volevo rimanere con lui per sempre, sentivo che l'avrei sposato, che avremmo avuto dei figli e che avremmo avuto una vita fantastica, insieme.»
Si zittì ancora, ero pronto a raccontarle un aneddoto divertente che mi successe con Zack con proprio la cioccolata come protagonista, ma mi bloccai con la bocca spalancata in un sorriso, sorriso che mi morì subito quando vidi il suo viso solcato dalle lacrime.
«Io volevo davvero passare la mia vita insieme a lui... Volevo sposarlo... Volevo renderlo felice... Volevo dargli tutti i figli che voleva...Volevo invecchiare con lui... E invece...» Iniziò singhiozzare pesantemente, tanto che le parole le morivano in gola «E invece... Per... Per colpa di un imbecille... L'ho perso... Non ho potuto... Non ho potuto fare niente....»
Mi guardò con quegli occhi pieni di lacrime, il viso contorto in un espressione di dolore assurdo. «L'ho perso per sempre....» Sbottò forte, piangendo ancora di più.

No cazzo, no. Non volevo che andasse così, non volevo proprio che andasse così.
Mi si spezzò il cuore nel vederla in quelle condizioni, non volevo vederla piangere così, e mi sentivo ancora più male perché ero stato io a portarcela. Continuava a singhiozzare pesantemente, coprendosi gli occhi con una mano, come se non volesse farsi vedere.
«Elliot» Sussurrai, stringendola a me «Ti prego, non piangere» Le dissi piano, dandole un leggero bacio sulla fronte «Non è vero che non hai potuto fare niente per lui e con lui.» Le afferrai il mento con il pollice e l'indice, invitandomi a guardarmi negli occhi.
«Con Zack hai vissuto dei momenti bellissimi, gli hai dato tanti bei ricordi e tante belle esperienze, gli hai dato tutto il tuo amore e lui l'ha dato a te, e insieme avete dato vita al frutto che lo dimostra al mondo il vostro amore. Lui sarebbe fierissimo di te e del lavoro che stai facendo con Sora, e sarebbe ancora più fiero di lui. Non piangere, lui non vorrebbe, okay?» Dissi, sorridendole dolcemente e dandole un altro bacio sulla fronte.
«T-tu dici...?» Sussurrò, guardandomi con gli occhi arrossati ancora pieni di lacrime. Io annuii, continuando a sorriderle.
«Se io fossi in lui, non vorrei mai vedere i tuoi bellissimi occhi rossi e il tuo viso macchiato dalla salsedine delle lacrime. Vorrebbe vederti sorridere sempre.»
Continuai a guardarla dolcemente, mantenendo il sorriso, in modo che capisse che avevo ragione. In fondo conoscevo Zack da molto più tempo di lui, e sapevo che non avrebbe voluto vederla triste neanche per colpa sua. E anche io non volevo.
Continuavo a sorriderle rassicurante e, ancor prima di rendermene conto, le nostre labbra si erano unite in un leggero bacio, dal sapore dolce e salato al tempo stesso, che mi lasciò senza fiato.

Ma cosa sto facendo?

Continua.

L’angolino dell’Autrice:

Note: *
Melatini: Chi conosce Scrubs, capirà.

AH! Ed eccomi qui con il sesto capitolo… Era ora! Cacchio, quanto è passato?! Non lo so nemmeno io.
Ultimamente non ho molto tempo, visto che una CERTA signorina me lo porta via tutto v___v Oh, e a questa CERTA signorina -Alias _Ella_-, le dedico questo Capitolo, visto che non ci sentiremo per due lunghissime settimane °AAA° Mi mancherai!
Comunque sia, spero che questo capitolo -seppur corto- sia di vostro gradimento *w*

_Ella_:
Tuuuuuuuuuuuuuuuu!
Ahahah, tutte invidiano Elliot v.v Beh, Axel anche se non lo è come tu sai chi, è gnocco, e tu sei una porcella. ù.ù
Grazie mille tesoro. Un bacione grande grande! <3
P.S: Te piacerebbe, eh? Beh… NO! lulz

ka93:
Aw! Demyx è un essere particolare… Per questo lo adoro.
Axel è partito, sì, Elliot invece… Ma vabbé, si vedrà che succederà v_v
Sooooooraaaaaaaa! *sviene*
Grazie mille di tutto!
Bacio!

KaMiChAmA_EllY_:
Aw, grazie mille! Sei troppo gentile >w<
Axel ha capito tante cose, Elliot è ancora dietro…. Ma lei è così.
Aw, sì, Sora è troppo <3 Anch’io lo stritolerei Nonna Style XDDD
Grazie ancora, spero di sentire la tua anche su questo capitolo!
Un bacio

la Rose_neko:
Non preoccuparti, non è necessario, questo tuo unico commento equivale ad averne avuto uno ad ogni capitolo. Davvero.
AH! Lo sapevo! Lo sapevo che quando avresti letto codesta FF ti sarebbe piaciuta, e la cosa mi fa estremamente piacere. E per la proposta di sposarmi, beh, considerando che anche io te l’avevo fatta, per me dobbiamo solo organizzare il tutto e decidere una data! XDDDD
Ehh, beh, no. Però io e Ella stiamo organizzando una cosina che probabilmente ti farà molto piacere e ridere. Prima o poi la metteremo in atto XD
Comunque, grazie mille per tutti i complimenti, spero di poter leggere altri tuoi commenti!
Un bacio e alla prossima!

E ora vi saluto!!
Grazie!!!!

MihaChan

  
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