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Autore: _Jo    31/07/2011    8 recensioni
Sapevo che per lei non ero importante, che ero solo qualcuno su cui sfogare le voglie non appagate da Lenticchia.
Ma, nonostante lui facesse schifo a letto, lei preferiva Weasley a me. Lui, il traditore del suo sangue, quello che avevo sempre ritenuto inferiore a me possedeva il cuore della donna che amavo. Poteva camminare mano nella mano con lei, poteva baciarla in pubblico e farla ridere. Lui era qualcuno, io non ero niente.
E questo non sarebbe cambiato.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa fiction è stata scritta per il contest “Guerre Dramionesche” del gruppo Dramione’s Elite. Partecipa nella Squadra OOC.

Jole.


Niente.



Dentro l'ufficio regnava un silenzio surreale mentre mi accasciavo contro la scrivania, esausto ma appagato.
Mi voltai verso la ragazza con cui, ormai quotidianamente, condividevo quei minuti di passione bruciante; mi dava le spalle e continuava a coprire quel corpo che ormai conoscevo quasi a memoria e che adoravo. Presi una sigaretta dal pacchetto e puntai lo sguardo su quei capelli ricci, in cui poco prima avevo passato la mano, desiderando ardentemente di poterlo fare sempre.
-Sai che mi da fastidio quando fumi.- disse voltandosi per un secondo verso di me. Gli occhi castani che poco prima sembravano liquidi per il troppo piacere ora erano tornati quelli di sempre: freddi e distaccati. Aveva ripreso il suo solito sguardo, quello che mi rivolgeva sempre quando mi incontrava.
-Solo perché scopiamo non puoi pensare di impormi le tue stupide regole.- replicai avvicinandomi a lei e soffiandole il fumo in faccia.
Facciamo l'amore, mi corressi mentalmente.
-Sei solo un arrogante, Malfoy.- mi rispose a tono lei.
-Intanto ci fai sesso con quest'arrogante.-
Fai l'amore.
-É bello scoparti, lo ammetto, ma tra noi finisce lì. Oltre alle mutande noi non condividiamo niente. Ricordalo.- mi ammonì lei chiudendo l'ultimo bottone della camicietta.
-Non lo dimentico, tranquilla Granger.- risposi cercando di essere freddo.
Non avevo il diritto di chiamarla Hermione, potevo ripeterlo a bassa voce o pensarlo pure un milione di volte ma quando l'avevo davanti non potevo superare quel confine che, seppur invisibile, gravava in mezzo a noi, più pesante di un macigno.
Come poteva una donna avere tanto controllo su di me?
Come poteva lei avere tanto controllo su di me?
Come potevo io farmi calpestare in questo modo?
-Perfetto, Malfoy.-
-Perché mi chiami Draco solo quando godi? Ti fa tanto schifo il mio nome?- chiesi.
-No, non mi fa schifo il tuo nome.- rispose chiudendo la gonna.
-E allora perché mi chiami sempre per cognome?- continuai.
-Semplice: io chiamo per nome solo i miei amici o i miei parenti mentre tu per me non sei niente a parte uno con cui condivido il letto o meglio, la scrivania.- disse tranquilla con una punta di sarcasmo nella voce, come se mi stesse chiedendo come stavo. Le sue parole arrivarono dritte al mio cuore sotterrandolo più di quanto già non lo fosse.
-Ah.- feci dopo un po'.
Si infilò le calze e le scarpe con calma non degnandomi di uno sguardo.
Non potevo continuare a fingere che mi bastasse essere il suo scopamico, non riuscivo più ad affrontarla, ad odiarla come facevo tempo fa, non mi riconoscevo più. Io, Draco Malfoy, sottomesso da una donna. Una Mezzosangue amica di Potter.
Ridicolo.
Volevo finalmente dirle tutto a costo di non vederla più. Non potevo continuare a mentirle, non potevo continuare ad autodistruggermi.
Dovevo smetterla di farmi usare, se mi voleva avrebbe dovuto dimostrarmelo.
-Hermione...- tentai di dire.
-Sì?- chiese non notando il passaggio dal cognome al nome.
-Ti dovrei parlare... É da tanto che vorr...- non riuscii a continuare perché il suono del suo cellulare mi bloccò. Lei rispose senza neanche controllare il nome.
-Pronto? Ron, amore, che é successo?- chiese sorridendo dolce. I suoi occhi erano passati da gelidi a caldi in una attimo.
-Anche io avevo tanta voglia di sentirti, cucciolotto.-
Non sarei riuscito a sopportare una parola in più così feci per andarmene ma lei mi bloccò. Il fiato mi si fermò in gola, sperando in una dichiarazione ma il bigliettino che mi porse era tutto fuorché quello.
"Ti farò sapere per la prossima volta, tu non mi cercare."
Deluso annuii con la testa e uscii da quell'ufficio sbattendomi la porta alle spalle. Con un sonoro pop mi Materializzai a casa mia. In salotto c'era Pansy che stava leggendo una rivista di moda, fece per salutarmi ma si bloccò quando vide la mia faccia.
-É successo di nuovo, vero?- chiese triste. Non riuscii a rispondere così annuii.
-Draco, io ti voglio bene, ti conosco da tanti anni e sei uno dei miei migliori amici ma devi smetterla di vederla. Lei ti fa solo male.-
Annuii di nuovo salendo al piano di sopra e chiudendomi in bagno per una doccia. Sapevo che per lei non ero importante, che ero solo qualcuno su cui sfogare le voglie non appagate da Lenticchia.
Ma, nonostante lui facesse schifo a letto, lei preferiva Weasley a me. Lui, il traditore del suo sangue, quello che avevo sempre ritenuto inferiore a me possedeva il cuore della donna che amavo. Poteva camminare mano nella mano con lei, poteva baciarla in pubblico e farla ridere. Lui era qualcuno, io non ero niente.
E questo non sarebbe cambiato.
   
 
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