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Autore: PadFeet    31/07/2011    2 recensioni
Lily Evans aveva sempre ritenuto la domenica come qualcosa di intoccabile. Quel giorno nessuno e niente doveva infastidirla, altrimenti sarebbero stati guai.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Domenica, finalmente.
Era questo che pensava Lily Evans quella mattina, mentre attraversava il buco del ritratto della sala comune, scendeva le scale e si dirigeva verso la Sala Grande per fare colazione in pace, virtù di pochi.
Mentre scendeva l'ultima rampa di scale, si chiese come mai nessuno l'avesse ancora disturbata- infatti, quella settimana era stata, per lei, un incubo... coi capelli spettinati.
Eseguì un rapido conto mentale di ciò che aveva passato nei giorni precedenti.
Lunedì: Potter e la sua mania di invitarla ad Hogsmeade già il primo giorno della settimana. Conseguenza: stress.
Martedì: Potter che, a lezione di Erbologia, l'aveva sporcata di Puzzalinfa della sua Mimbulus Mimbletonia. Conseguenza: divisa puzzolente per tre giorni.
Mercoledì: Potter (di nuovo) e il suo caro boccino, sgraffignato chi sa dove, dritto sulla sua testa. Conseguenza: bernoccolo.
Giovedì: Potter (ancora!?) e i suoi disegni strampalati di ragazze dai capelli rossi e gli occhi verdi, mostrati e vantati fra una lezione e l'altra. Conseguenza: risatine al suo passaggio nei corridoi o nelle aule.
Venerdì: dannato Potter, ancora in giro con quei disegni e ancora più terrificanti di prima. Conseguenza: stress omicida.
Sabato: Potter, Potter e ancora Potter! L'aveva seguita come un cagnolino per tutto il maledettissimo giorno, supplicandola di andare ad Hogsmeade con lui. Conseguenza: be', diciamo che Potter non si sarebbe scordato di quel giorno tanto facilmente.
Era stata la prima settimana d'inverno e anche la peggiore con cui cominciare la stagione.
Ma Lily quella mattina era serena, perché era domenica e, quindi, James Potter era ad Hogsmeade e non si sarebbe visto nei paraggi per un po' di ore. Decise, così, di pensare positivo e non farsi troppi problemi su Potter di qua e Potter di là.
Con una serenità che molti avrebbero detto non facesse parte di Lily Evans, la ragazza entrò in Sala Grande e... «Evans! Ehi, Evans!».
Si fermò lì, sulla soglia della porta, sconvolta, mentre la brutta faccia tosta di Potter le si parava davanti.
«Che c'è che non va, Evans?» chiese lui, vedendo la sua faccia fra l’avvilito e il disperato.
Merlino, ce l'hai con me anche la domenica?
«Tu non vai, Potter!» esclamò Lily. «Perché non vai?!» chiese poi sull'orlo delle lacrime. Sulla faccia di Potter si dipinse un'espressione confusa.
«Vado dove?»
«Ad Hogsmeade, ecco dove! Perché non vai,eh? Dai, dai, Zonko aspetta solo te!» incalzò lei.
James Potter sembrò aver assimilato solo la prima parte di ciò che Lily aveva detto; infatti ghignò e subito dopo disse «Cara la mia Evans, è forse questo un modo indiretto per dirmi che vuoi venire ad Hogsmeade con me?» e poi fece un sorriso esageratamente enorme,che Lily trovò un tantino inquietante.
«No!» quasi urlò lei. «Lo farei mai? Sarebbe un suicidio! Ma sei scemo o cosa?»
«Sono decisamente cosa» disse lui quasi….. soddisfatto.
Lily si batté una mano sulla fronte. Ma allora è scemo sul serio!,pensò. Poi chiese seccata «Comunque, che vuoi?».
La situazione incominciava a infastidirla parecchio, soprattutto quando i ragazzi e le ragazze seduti sulle panche più vicine a loro incominciarono a godersi la scena, ridacchiando e parlottando.
«Dirti una cosa», disse Potter, come se d'un tratto si fosse ricordato ciò che doveva fare.
«Sentiamo» disse lei, incrociano le braccia al petto.
«Sai, ho sempre dubitato che tu sia un vero essere umano. Così mi sono detto "E se la Evans fosse la centrifuga di una lavastraia?"» e poi si esibì in un sorrisino compiaciuto per esser riuscito a ricordare una parola tanto stramba.
«E che cosa dovrebbe essere una lavastraia?»
Certo che a volte Potter se ne usciva con parole allucinanti!
«Ma insomma, Evans, dovresti saperlo tu meglio di me! Quell'aggeggio con cui i Babbani lavano i loro vestiti!» rispose Potter, fulminando con lo sguardo i ridacchianti presenti attorno a loro.
«Si dice lavatrice, non lavastraia!» esclamò, ridendo.
A quel punto Potter fece un'espressione strana e poi sorrise; disse «Be', sì, quella. Ecco, tu sei la centrifuga di una lavatrice.»
«Perché dovrei essere una centrifuga?», chiese Lily. Di tutte le cose che aveva sentito uscire dalla bocca di Potter, questa le sembrava la più stupida, tuttavia era curiosa.
Potter si chinò verso di lei in modo che le sue labbra fossero all'altezza del suo orecchio e le sussurrò «Perché quando ti sto vicino, mi mandi su di giri».
Poi le fece un sorrisino sghembo e se ne andò.
 
Lily Evans aveva sempre ritenuto la domenica come qualcosa di intoccabile. Quel giorno nessuno e niente doveva infastidirla, altrimenti sarebbero stati guai.
Tempo dopo Lily si disse che, in fin dei conti, qualcuno poteva permettersi di disturbarla. Se a farlo era, poi, quel qualcuno, era ancora meglio.

        

 
Allora!
Inizio col dire che questa è la mia prima fanfiction e che non sono molto brava a cavarmela con l'html (che poi non ho capito nemmeno cos'è ._.).
Se quindi trovate errori o qualsiasi cosa vi sembri sbagliata, non esitate a dirmelo.....sempre che ci sia qualcuno a leggerla, certo.
E se ci sarà qualcuno che la leggerà, lo prego di lasciare una recensione, anche minuscola, positiva o negativa.
Detto questo, ringrazio coloro che la leggeranno e che l'hanno già letta.
 
Pad.
 
  
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