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Autore: AngelOfLove    31/07/2011    2 recensioni
Che succederebbe se un giorno scoprissi che la favola che stai vivendo è solo apparente? Come potresti tornare alla realtà di sempre dopo quello che hai vissuto? Si puo' dimenticare una persona indimenticabile?
Ci sono dei limiti nell'amore?
Dal capitolo 5: “Non ti scaldare ragazzina: tieni dentro questo tuo calore per qualcun altro, magari sarai più fortunata” e poi mentre si gira dal lato opposto dice sottovoce, come se non volesse che io lo sentissi “E ti aiuterebbe anche baciare un po’ meglio”. Ma come osa!
Stavolta sono io a fermarlo facendolo girare verso di me, alzando il tono della voce “Io non so baciare? Sei tu che sei rimasto fermo come uno stoccafisso!”.
“Forse perché non sono attratto da delle ragazzine pestifere e viziate come te. Ti servirebbe un insegnante”.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I bide my time while biting my tongue,
Hold closed my mouth so song is unsung.
Get to the meat of things already,
With buried secrets the ground is heavy.¹




Conosco Jess ed Eric da una vita, Yuki dai cinque anni che studio all’università ed è stata lei due anni fa a presentarci Nicole, Will e Alice dalle superiori ormai e già allora si frequentavano. Abbiamo passato talmente tante di quelle avventure insieme, come quando alle superiori Alice si era messa in testa di salvare un gatto che miagolava impaurito, o almeno così pensava lei, su un albero nel giardino del liceo e Will per farsi notare da lei iniziò ad arrampicarcisi su fino a quando, arrivato alla fine, il micio in questione, per gratitudine, lo graffiò in volto, lui perse l’equilibrio e cadde giù: inutile dire che appena fu dimesso dall’ospedale due settimane dopo causa trauma cranico dovuto all’impatto, una gamba rotta e diverse escoriazioni, Alice accettò di uscire con lui e da allora continuano a stare insieme, anche se Will ha smesso di arrampicarsi sugli alberi. O quando l’anno scorso, per festeggiare la laurea di Eric, abbiamo organizzato un festino a luci rossi per lui, o almeno così gli abbiamo detto quando lo abbiamo bendato prima di farlo entrare nel locale: lì infatti ad aspettarlo non vi erano spogliarelliste con gambe chilometriche e posteriore da far invidia al paraurti di una migliore Mercedes, ma le sue insegnanti dalle elementari alle superiori e le parenti più in là con gli anni che avevano accettato la nostra idea di fingere l’inizio uno spogliarello come regalo di laurea: non è più andato in locali notturni di quel genere.
Ho sempre pensato che avessero e avessimo qualche rotella fuori postoe che gli mancassero dei giovedì ma non avrei mai detto che fossero privi del tutto di ogni giorno della settimana, almeno finora.
“Un rito voodoo?? Voi mi avete fatto venire fin qui per usare bambole piene di spille e praticare la magia nera? Ma voi non ci state proprio con la testa!” dico rivolgendomi a tutti con un tono infastidito ed allibito. Roba da non credere.
“Primo” inizia Alice “non si tratta di un rito voodoo perché questi sono propri della civiltà africana e come tu ben sai Yuki è giapponese” lei e la sua mania della cultura.
“Secondo” continua Nicole “non abbiamo nominato bambole o magie varie ma solo una sorta di rito di purificazione per la tua anima e il tuo spirito” oserei dire Amen ma mi trattengo.
“Terzo” dice infine Eric “voglio chiarire fin da subito la mia posizione. Appena me ne hanno parlato ho detto che erano solo un mucchio di cazzate” e qui ci sta bene uno scappellotto sulla testa da parte di Jess “maaa” riprende guardando la sorella minacciosamente“vorrei dissentire su una cosa: lo sai già da anni che non ci stiamo con la testa e questo non fa che confermare la tesi” e conclude col suo solito sorrisetto allegro.
“Ma non avrei mai pensato fino a questo punto, dai!” è anche ridicolo il solo giustificarsi per quello che ho detto loro.
“Cos’è che ti fa più paura Cathy? L’idea di fare qualcosa che non conosci o il semplice timore che alla fine tutto resterà invariato?” dannata Yuki, lei e il modo in cui ti mette sempre con le spalle al muro nonostante il suo tono così calmo e distaccato.
“Non ho paura di niente” meglio confermarlo ma non mi sembro troppo convinta.
“Solo che …” mi invita a continuare William.
“Solo che non ho mai creduto in questo genere di cose e non vedo perché perdere tempo. L’hai detto anche tu Yuki in fin dei conti: potrebbe non cambiare niente alla fine. Quindi perché farlo?” il mio ragionamento non fa una piega, sono soddisfatta.
“Perché non farlo?” mi ribatte Jessica.
1 a 0 per loro lo ammetto.
“Ipotizziamo allora di fare questa magia o rito o come vi pare: in cosa consisterebbe?” meglio scoprire subito cosa mi aspetta.
“Non possiamo dirti niente ora, scoprirai tutto passo per passo se accetterai”.
Lo sapevo che c’era la fregatura, ma so già che non si arrenderanno così presto, quindi meglio accettare anche questa cavolata, ma una domanda mi sorge spontanea.
“Solo una cosa vorrei sapere: alla fine di tutto questo rituale cosa succederà? Mi sarà tolto questa specie di maleficio? Incontrerò l’uomo della mia vita? Vincerò al lotto??” concludo ironicamente.
“Non posso dirti con certezza quello che accadrà visto che non ho mai praticato il rito in prima persona, ma posso dirti che secondo gli antichi manoscritti della mia famiglia questo influsso negativo sulla tua vita dovrebbe estinguersi e finalmente incomincerai a vivere davvero” mi risponde Yuki.
Benché abbia pronunciato le ultime parole con un certo umorismo anche lei non posso che cogliere la realtà di fondo della situazione: da mesi ormai non vivo realmente. Vivo nell’ombra di un passato che ormai non tornerà così come il suo protagonista; mi sento meglio rispetto a mesi fa ma non sono ancora me stessa, quella che loro conoscono. Passeggio per strada, vado a lezione, o semplicemente faccio shopping insieme alle mie amiche e vedo gente intorno a me, incontro persone nuove ma non mi salta mai in testa di parlarci davvero o, come si suol dire, aprirmi: ho sempre troppa paura che qualcun altro mi ferisca e non riuscirei a sopportarlo ancora. Ma so anche che è normale tutto ciò, che non bisogna fermarsi dopo una delusione e dopo il dolore, mai smettere di andare avanti, mai smettere di vivere davvero. Con ciò non dico di volermi buttare tra le braccia di chiunque ma semplicemente ridere, scherzare, chiacchierare, giocare e se tutto ciò porterà di nuovo alla presenza di qualcuno di importante nella mia vita non lo respingerò: non si può pretendere che qualcosa cambi se non si cerca in prima persona di farlo succedere! So di non essere pronta adesso a innamorarmi di nuovo ma niente mi vieta di stare bene anche così da sol… no, non questa parola. Io non sono sola. Ho genitori stupendi anche se scassano un po’ a volte, amici fantastici nonostante la pazzia intrinseca nel loro dna,anche se io per prima ammetto di essere una grande rottura di palle: ma ci sosteniamo tutti a vicenda, sono tutti loro la mia famiglia e io tornerò quella di sempre per me e per loro.
“D’accordo, ci sto” le parole che segnano finalmente qualcosa che non sia solo impasse.
“Iniziamo allora” dice Nicole sorridendomi.

“Quello che posso dirti innanzitutto è che non sarà una cosa lunga: si svolgerà in tre parti ma nessuna di questa sarà complicata o richiederà un chissà quale sforzo. Detto questo sistemiamoci adesso in cerchio: tu Will alla mia destra e Alice alla mia sinistra. Nicole tu starai invece davanti a me accanto a Will e Eric. Infine tu Cathy sistemati qui in mezzo a noi” ci spiega Yuki.
“Anche tu Eric?” sono sorpresa che partecipi.
“Già, mi hanno incastrato. Però sono anche curioso di scoprire quello che accadrà, sempre se accadrà qualcosa” e rivolge uno sguardo sarcastico a Yuki che prontamente rotea gli occhi verso l’alto.
“E perché Jessica non partecipa? Il rito deve avere solo un numero preciso di persone presenti?” ammetto di star iniziando ad appassionarmi a queste tradizioni così antiche.
“No semplicemente avevo un appuntamento. Ci vediamo gente” dice Jess prima di prendere il cappotto e uscire dalla porta.
Come non detto.
“Ed ora?” inizio ad essere un po’ impaziente.
“Adesso devi darmi la tua mano cosicché io possa far sgorgare qualche goccia del tuo sangue su questo fazzoletto” detto questo già inizio ad impallidire: ho un terrore profondo verso il sangue.
“Scusami, ho sempre voluto pronunciare questa battuta: è di uno dei miei film preferiti” l’ironia non è il forte di Yuki “Devi solo darmi qualcosa di tuo, un braccialetto o una collanina basta che sia d’argento, te la ridò subito”.
“Tieni questo allora” e le do l’unico oggetto che indosso tutti i giorni. Un semplice braccialetto d’argento con un piccolo ciondolo a forma di rosa che mi regalarono i miei diversi anni fa.
Yuki inizia così a recitare qualche verso in una lingua che non comprendo, probabilmente giapponese: una volta ha provato ad insegnarmi qualche parola ma non sono proprio portata per le lingue orientali, difatti studio russo, francese e tedesco all’università.
La guardiamo tutti meravigliandoci della serietà con cui pronuncia quelle parole, ma trattandosi di lei potrebbe anche star elencando la lista della spesa e non mi stupirei più di tanto.
All’improvviso però si ferma “Adesso prendiamoci tutti per mano, chiudete gli occhi e pensate solo a Cathy”.
“E io cosa devo fare?” voglio partecipare anch’io.
“Mangia uno di questi dolcetti” e solo in quel momento mi accorgo della presenza di un piatto accanto a me con sopra qualche muffin. Ne prendo così uno senza replicare per una volta e lo assaggio.
“Ma che ci hai messo dentro??” non sono proprio orribili ma non sanno per niente dei soliti muffin.
“Solo roba salutare e naturale” è proprio quest’ultima parola che mi preoccupa e sto per intervenire ma mi zittisce subito “ora finiscilo e fa silenzio”. Sissignora!
Il tempo di mangiare quel coso e loro si alzano continuandosi a tenersi per mano, con Yuki che mescola intanto parole inglesi con giapponesi.
All’improvviso si interrompe e si rivolge a me dicendo “Ora prendi quel calice lì in fondo, versaci dentro il contenuto di quella bottiglia e bevilo: concentrato di scorpione e molluschi”.
“Ma che schifo: non ci penso proprio!” è nauseante solo il pensiero.
“Altra battuta di un altro film” ma che diavolo si guarda Yuki in televisione? “è solo vino e puoi berlo, non mi pare tu sia astemia” e mi guardano tutti ridacchiando sotto i baffi, forse pensando all’ultima festa del Ringraziamento quando mi sono presa una sbronza pazzesca a suon di vodka e gin e mi sono ritrovata il giorno dopo in condizioni pietose a casa di Jess, sdraiata in soggiorno e del tutto all'oscuro di quello che avevo combinato la sera prima: in fin dei conti dovevo pur sfogarmi!
Il liquido rossastro scende nella mia gola: è dolce e non sembra nemmeno così forte ma inizia a girarmi leggermente la testa e mi sento più allegra e spensierata. Evito di dirlo però anche perché sono sicura che ciò sia dovuto soprattutto ai dolcetti di prima.
Yuki ricomincia a parlare in una lingua sconosciuta e gli altri richiudono gli occhi: certo che la stanno prendendo proprio sul serio. Io intanto me ne sto seduta con un sorrisetto ebete stampato sul volto: quando ritornerò in me gliela farò pagare cara alla giapponesina qui presente.
“Adesso possiamo anche non tenerci più per mano” dice dopo qualche minuto Yuki “ora sta tutto a Cathy”.
“Che cosa dovrei fare stavolta? Sentiamo” il mio tono però non è più polemico come prima, anzi, quasi divertito.
“Adesso esci di casa, svolti subito a sinistra e continui a camminare dritto senza mai deviare, fino a quando non troverai un bar e li ti metterai seduta per 15 minuti. Terminati, bacerai il primo ragazzo che entrerà da quella porta”.
“Ok, stavolta da che film l’hai presa questa battuta?” le dice Will e per la prima volta dopo l’inizio di questa cazz…. rituale di purificazione aprono bocca anche gli altri.
“Da nessuno, è quello che deve fare lei semplicemente” sarò un po’ fuori di testa ma ora non esageriamo.
“Tu davvero credi che io uscirò di casa e andrò a baciare il primo sconosciuto che incontrerò?” assurdo.
“No” forse le è tornato il senno “ne incontrerai altri prima, ma a te dovrà interessare solo colui che entrerà nel bar 15 minuti dopo” d’accordo, il suo senno è ancora sulla Luna e Astolfo non è ancora partito per andare a riprenderlo².
“Ora mi vuoi dire che sugli antichi testi sacri della tua famiglia c’era davvero scritto di andare in un bar e sbaciucchiare un tizio sconosciuto?” stavolta è Eric a prendere la parola sconcertato quasi quanto me.
“Non sono americana ma sappiate che anche noi in Giappone abbiamo dei bar, eh” e lo dice in tono volutamente sarcastico, come se ci prendesse per idioti!
“E mettiamo caso la ragazza fosse stata bisex, chi avrebbe dovuto baciare?” ma adesso questo cosa cavolo c’entra? Eric sta perdendo di vista il nocciolo della situazione.
“In quel caso avrebbe potuto baciare sia un uomo che una donna. Ma perché ti interessa questo Eric? C’è qualcosa che vorresti dirci?” ariteccola la solita storia.
“Pura curiosità scientifica, antropologica o come ti pare: la mia domanda non aveva nessun doppio fine” ed ecco la posa imperscrutabile alla Sherlock Holmes.
“Se ci vuoi dire qualcosa o ammettere qualcosa è il momento giusto. Cathy nemmeno ci sta con la testa, probabilmente neanche se lo ricorderebbe” ha il coraggio di prendermi anche in giro come se io non ci fossi.
“Basta voi due” sbotto io “Yuki, ragiona. Ho fatto tutto finora e sono stata al gioco, ma possibile che non ci sia ora un cavillo in questa storia al quale possa appigliarmi? Non ce la faccio proprio a fare una cosa del genere e lo dovresti sapere anche tu” in fin dei conti siamo amiche e dovrebbe immaginarlo.
E la discussione continua mentre Alice, Will e Nicole vannoin cucina a posare ciò che avevamo usato per il rituale.
“Lo so Cathy, per questo ti ho fatto mangiare quel muffin con l’erba, così avresti avuto più coraggio nel farlo” e lo dice persino tranquillamente.
“Mi hai fatto mangiare un muffin che avevi drogato??” le dico allora io sbottando, ma noto che la mia voce è più incline alla contentezza che alla rabbia.
Eric intanto si sta sbellicando dalle risate.
“Drogato… che brutta parola. Alla fine sono cose naturali come ti ho detto prima e, non ti preoccupare, non ti faranno male. Il tempo di uscire, andare in quel bar, prenderti un caffè e fare la pipì, e avrai già eliminato quasi del tutto i resti di quel dolce: te ne ho fatto mangiare uno solo” non fa una piega, soprattutto nelle condizioni in cui sono.
“E cosa dovrei dire a quel tizio?” è così facile convincermi oggi?
“Quello che vuoi, puoi anche non dire niente, come preferisci” la fa semplice lei.
Ma come ho detto a me stessa all’inizio di questa storia, è il momento di fare un passo avanti e cambiare le cose, anche se ciò significa baciare uno sconosciuto.
“Ci sto. A dopo” e senza dare a entrambi nemmeno il tempo di replicare, afferro il mio giubbotto ed esco in strada, pronta per l’ennesima figura di merda.

Domenica, ore 18.58, The Edison Cafe

13 minuti che sono in questo bar e ho fatto tutto ciò che mi ha detto Yuki. Sono entrata e benché il barista mi abbia guardato sconcertato, forse dall’espressione leggermente beata e beota sulla mia faccia, ho ordinato un caffè e sono andata in bagno mentre lo aspettavo. Ammetto di sentirmi meglio adesso, perlomeno non sorrido a tutti quelli che mi guardano e non mi gira nemmeno più di tanto la testa, ma forse proprio questo rinsavimento fisico mi sta portando a uno morale: non sono più tanto sicura di riuscire a farlo. Si parla di baciare uno sconosciuto! Non ho mai fatto queste cose e non sono arrivata a 23 anni per farle; e cosa da non dimenticare sarebbe il primo ragazzo che bacio dopo Adam. Il mio cervello sta martellando incessantemente il mio senso della vergogna nel farlo, ma d’altra parte ci sono ancora i resti di quel muffin che mi spingono a buttarmi.
Mancano solo pochi secondi ormai: chiudo gli occhi e lascio decidere al caso. Se entrerà un ragazzo biondo non lo bacerò, se entrerà uno moro si. Lo so, decido delle figure del cavolo peggio dell’usare una monetina con testa o croce, ma a mali estremi…
Chiudo gli occhi quindi e li apro solo quando sento il suono del campanellino collocato sulla porta: qualcuno è entrato. Per mia sfortuna è un ragazzo moro, ma per mia fortuna non è nemmeno un vecchio e non pare neanche un maniaco, tutt’altro. Alto, credo si avvicini al metro e 90, sempre se non lo superi, un bel fisico abbastanza possente sottolineato da un completo elegante e una camicia bianca senza cravatta lasciata un po’ aperta all’altezza del colletto, mi sento già una bambina vicino a lui; gli occhi da dove mi trovo seduta sembrano chiari ma non riesco a distinguere bene il colore e una barbetta lasciata un po’ incolta, che gli dà un’aria ancora più matura rispetto all’età che penso che abbia, cioè più di una trentina almeno. Davvero un bel ragazzo, mi poteva andare peggio di sicuro.
Vedo che è ancora sulla porta col telefono in mano, probabilmente è un uomo d’affari visto anche l’abbigliamento che indossa. Mi alzo così dal tavolo, lascio i soldi del conto sul tavolo e mi dirigo verso di lui: non sembra accorgersi di me almeno fino a quando non gli sono proprio davanti e mi guarda dall’alto in basso (è davvero alto) con sguardo interrogativo.
Ora o mai più.
Mi sporgo leggermente più in altoverso di lui, aiutata anche dai tacchi che indosso eporto una mano sulla sua guancia per avvicinarlo al mio viso. Tutto accade nel giro di solo qualche istante, anche se per me è come se avvenisse in molto di più. Il suo profumo è forte, intenso, ma nello stesso tempo ha una fragranza delicata e dolce: è perfetto per un uomo del genere benché non lo conosca. Gli sussurro sulle labbra uno “Scusa” e lo bacio. Appena le mie labbra toccano le sue è come se una scossa percorresse la mia schiena dal basso verso l’alto, un vero e proprio brivido. Forse è colpa del vino, del muffin, o semplicemente dell’eccitazione per qualcosa che si fa per la prima volta: ma sono ancora in me e apro gli occhi, che avevo appunto chiuso in quel momento, e mi tiro leggermente indietro per staccarmi da lui. È stato un banalissimobacio come quelli che si scambiano i bambini per provare la prima emozione di un contatto con un’altra persona e sarà durato si e no qualche secondo, ma quando ho aperto gli occhi ho visto i suoi che mi fissavano e mi sono fermata. Rimango davanti a lui, immobile, come se il tempo si fosse fermato, a guardare quei suoi occhi verdi così accesi che sembra mi lancino fuoco addosso. Avvampo infatti e abbasso lo sguardo, ma rimango sempre lì, davanti a lui, come se fossi paralizzata. Ho il coraggio però di rialzare gli occhi e vedo che continua a fissarmi con la stessa intensità di prima però c’è qualcosa di più nel suo sguardo, forse… no, non è possibile. Evito di pensare per una volta, chiudo me stessa in un angolo, e nel giro di un secondo passo dietro di lui ed esco dal locale.
L’aria è abbastanza fredda nonostante sia Febbraio, mi avvolgo ancora di più il cappotto addosso che avevo lasciato aperto nel locale e inizio a camminare. Non faccio in tempo però ad abbottonarlo che una voce mi fa voltare “Hey tu, fermati”, così mi giro e vedo davanti a me proprio il ragazzo di prima.
“Si può sapere cosa diavolo volevi da me?” mi dice con tono duro. È arrabbiato: allora avevo ragione prima, ciò che ho visto nel suo sguardo era proprio rabbia.
Sono ancora imbarazzata, quindi non so dove trovo il coraggio per rispondergli “Non volevo davvero, mi dispiace. Dimentica tutto” e mi giro dall’altra parte per riavviarmi verso casa.
“Di solito fai così? Baci le persone che ti capitano davanti e ti scusi prima e dopo? Cos’è per te, un gioco?” mi fa queste domande arrogantemente continuando a guardarmi dall’alto in basso ma stavolta ciò non dipende solo dall’altezza: si crede davvero migliore di me.
“Ti ho chiesto scusa, cosa vuoi che faccia?” gli rispondo io iniziando ad alterarmi.
“Cosa vuoi semmai che IO faccia… Forse pensavi che io ci stessi, ma visto che non ti ho trattenuta mi hai chiesto scusa” ma davvero pensa che io l’abbia voluto rimorchiare??
“Ti ho dato semplicemente un bacio, non c’era niente sotto, tanto meno la voglia di abbordarti” ma non ce la fo proprio a terminare così “E gli scusa di prima non erano perché non ci sei stato, ma semplicemente perché non volevo infangare la tua virginea virtù” e gli sfodero il mio sorriso più ironico.
“Non ti scaldare ragazzina: tieni dentro questo tuo calore per qualcun altro, magari sarai più fortunata” e poi mentre si gira dal lato opposto dice sottovoce, come se non volesse che io lo sentissi “E ti aiuterebbe anche baciare un po’ meglio”. Ma come osa!
Stavolta sono io a fermarlo facendolo girare verso di me, alzando il tono della voce “Io non so baciare? Sei tu che sei rimasto fermo come uno stoccafisso!”.
“Forse perché non sono attratto da delle ragazzine pestifere e viziate come te. Ti servirebbe un insegnante”.
“Ma come ti permetti: io non sono viziata e non sono nemmeno una ragazzina” mi sta facendo davvero arrabbiare “E poi con l’insegnante cosa vorresti dire? Ti stai proponendo?” lo provoco io.
Alza così gli occhi al cielo, si porta un dito alle labbra e con fare pensieroso fa “Vorresti che lo facessi? Però su una cosa hai ragione, ragazzina non ti si addice molto, in fin dei conti qualcosa ce l’hai” guarda verso il mio seno e istantaneamente mi chiudo ancora di più il cappotto “forse avrei fatto meglio a lasciarti continuare. Magari in questo momento avremmo passato il tempo diversamente, chéri” lo stronzo ha anche il coraggio di parlarmi in francese.
“Purtroppo per te invece è finito tutto nel giro di pochi secondi. Spero sarai più fortunato la prossima volta, ma di sicuro non con la sottoscritta. Idi ty nahuj, govnjuk! ³” e, detto ciò, mi rigiro e inizio a incamminarmi velocemente verso la parte opposta.
“Chi lo sa” lo percepisco nettamente anche se sembra solo un sussurro, ma preferisco non girarmi ed evitare di litigare ancora con quell’arrogante. Continuo quindi per la mia strada e al diavolo quando ho accettato di baciare uno sconosciuto!

Domenica, ore 19.30, sotto casa di William e Alice

“Eric accidenti, ci siamo dimenticati una cosa!” dice Yuki verso il ragazzo.
“Cosa? Abbiamo pulito, lasciato tutto in ordine e salutato. Pure troppo per i nostri standard”.
“I muffins! Glieli abbiamo lasciati e ci siamo dimenticati di dire a Will e Alice che cosa c’è dentro”.
“Sono i perfettini tra tutti noi, appena ne assaggeranno uno capiranno subito che c’è qualcosa che non va e li getteranno. Non ti preoccupare su. Adesso vai da Nicole che ti aspetta in macchina e domani vedremo anche come è andata tra Cathy e il suo spasimante” e detto questo Eric le scompiglia un po’ i capelli e se ne ritornano tutti e due a casa.





¹ There's a Girl - DittyBops
² Astolfo è uno dei protagonisti dell’Orlando Furioso di Ariosto. Orlando, dopo la scoperta di Angelica e Medoro, perde il senno e sarà proprio Astolfo ad andare sulla luna, riprenderlo e riconsegnarlo al protagonista.
³ Traduzione in russo di “Vaffanculo stronzo“. In cirillico “Иди ты нахуй, говнюк”.





*L’Angolo dell’Autrice*

Nuova settimana nuovo capitolo. Stavolta è più lungo del solito ma il rito lo richiedeva. Piaciuto?? Spero che almeno vi siate divertite a leggerlo, almeno quanto me mentre l’ho scritto xD Se il rito è servito allo scopo lo scoprirete nel prossimo capitolo: vi dico già però che devo partire qualche giorno in vacanza quindi probabilmente l’aggiornamento settimanale slitterà un po’ o al massimo pubblicherò il capitolo ma senza lo spoiler del capitolo successivo se non è pronto. Semmai fatemi sapere con i commenti quale alternativa preferite. Dopo i ringraziamenti e lo spoiler vi inserisco anche un’altra foto, stavolta quella di Yuki e ditemi poi se ve la immaginavate così o un po’ più pazza :D
Ringrazio chi ha lasciato una recensione:
VeroSD : ti ringrazio per tutti i complimenti e mi fa piacere che la storia inizi ad appassionarti e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento Xd. Per i nei e basta non ti preoccupare, ma al massimo prova anche tu questo rito :D
Anna_Asia : ho pubblicato finalmente e spero che questo capitolo ti piaccia almeno quanto quello scorso. Ho seguito poi il tuo consiglio e alla fine potrai vedere come immagino che sia Yuki.
Space Pirate Ryoko : nooo corri ai ripari e fai anche tu questo rito se sei stata maledetta ahah!! Scherzi a parte ti ringrazio per il commento e mi auguro che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Ringrazio poi chi ha inserito la storia tra le preferite:
1 - Anna_Asia
2 - Space Pirate Ryoko
3 - VeroSD

E chi l’ha inserita tra le seguite:
1 - Carocimi
2 - Ceres13
3 - love_3
4 - maylea85
5 - MBDB
6 - NexiRain
7 - PieceByPiece
8 - you_and_me

E anche chi ha solamente letto. Mi fa davvero piacere che la storia vi stia iniziando a piacere e aspetto un commentino ino ino anche per questo capitolo xD. Grazie!!

Spoiler


“Ti devo dire una cosa Cathy, ma mi devi promettere di non dirla a nessuno: né Jess, né Eric, né nessun altro”. È così seria. Speriamo non sia successo niente di grave.
“Te lo prometto. Spara”.
“Qualche settimana fa io e Will abbiamo fatto sesso”.




  
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