Sapore d'eterno
Crepita.
Erosa da un
fuoco che non è il tuo.
Si lacera.
Aprendoti
una voragine nel petto.
Sanguina.
Volubile ad
un magma infernale, ricordandoti qual è il tuo posto.
Sei il figlio di un demonio.
La ferita si allarga.
Il bambino che non sarebbe mai dovuto nascere.
Intride il terreno di scarlatto.
L’uomo per cui a centinaia stanno morendo.
Ti fa cedere le ginocchia, cadere tra le sue braccia: le prime che da quando hai memoria ti
hanno accolto, le ultime che, adesso lo sai, ti stringeranno in questa vita.
Un fratello fortunato, in fondo.
Indi si schiudono.
Silenti come il fiorire di un germoglio.
Sussurrano.
Alimentate dal poco fiato che ti rimane.
Scandiscono
pensieri.
Parole più
assordanti dei cannoni in guerra.
“Grazie.”
Rivoli salati di gratitudine le bagnano.
Adesso sapranno.
Superflua, ogni altra sillaba non osa oltrepassarle.
Quanto è valso e varrà per te il loro amore.
Dolcemente, le labbra mutano il broncio nel più lucente dei sorrisi. Di quelli che per venti
anni ti sono mancati; di quelli, però, che oggi nascono e spazzano via ogni
ombra.
..Se ne valeva la pena?
E se ne avessero la forza, sai che ora riderebbero.
Nascere.. è la cosa migliore che ti sia capitata.
Allora trema.
Sa che devi andare.
Perde un battito, poi ancora due.
Assurdamente, invitandoti a lasciare un posto che mai prima d’oggi hai sentito così tuo.
Ma non ha importanza, ormai: stai morendo come volevi. Senza rimpianti.
Quand’ecco che sussulta.
Hai ancora una cosa da fare.
Con gli ultimi spasimi, riprende a palpitare.
Sei pronto a lasciare questo mondo... non lui.
Solo per un momento, quel cuore che di tanto coraggio è stato fonte, ti fa temere la morte.
Una morte che non ti lascerebbe guardare il suo sorriso, respirare la sua pelle,
ascoltare le sue risate, asciugare le sue lacrime...
No, non te ne andrai così. Non abbandonerai il tuo fratellino.
E forse un demone lo sei davvero, Portgas D. Ace, perché sprezzante del destino
che su te incombe, non rinunci ad appropriarti di un altro spasmodico istante di vita.
E vaghi.
Vaghi incerto a cercare uno sguardo che il terrore ha reso assente.
Opaco, il velo delle lacrime offusca la vista di entrambi, ma tu l’hai trovata
comunque.
Nell’oblio, da qualche parte, ti specchi nella sua anima.
Sorridi di
nuovo, con gli occhi.
Non te lo
porteranno via.
Lo squarcio cessa di crepitare, il cuore di dettare i suoi battiti.
Non sarà il destino, non sarà la giustizia, non sarà neanche la morte.
Tra le tue labbra reclami, ancora una volta, l’unica fetta di Paradiso che questo mondo ti
ha donato, e catturi dolcissima l’essenza di lui.
È tua. Per sempre.
Alla sua bocca doni il tuo ultimo respiro.
Lo ami.
Più forte di
quanto non avresti mai immaginato di poter amare qualcuno.
Il tuo sangue, le tue lacrime, il tuo fiato: ogni cosa di te gli appartiene.
Ogni cosa di te adesso vivrà in lui.
Se soltanto potessi dirglielo.
E di lui, in
te serberai inalterato il ricordo, fino al giorno in cui una nuova alba s’ergerà
per voi nel medesimo cielo.
Non è un addio.
Forse non subito, forse solo allora... capirà.
È solo la tua carne, pirata di fuoco, ad estinguersi oggi.
Spira il
bacio dell’amore terreno.
Abbandonate volubili spoglie mortali, s’infiamma d’un sapore d’eterno.
Note
dell'autrice
Nulla
da dichiarare in mia difesa, se non che la fiction è nata in contemporanea con
Sorriso di fratello (chi l'ha letta, certamente coglierà le somiglianze)
e ne riprende un po' l'atmosfera da masochisti.
Ciononostante, a me l'idea di quest'ultimo bacio tra i due fratelli ha sempre affascinato e, in un certo -assurdo- senso, consolato.
Mi fa pensare non solo che Ace continua a vivere in Rufy, ma che ci sono sentimenti e legami così profondi, come il loro, che neanche la morte è in grado di spezzare.
Anzi... forse è proprio lei, nella sua crudeltà, a renderli eterni.
È un tema su cui tornerò sicuramente. Spero intanto che, nel bene o nel male, questa breve oneshot riesca a trasmettervi qualcosa^^
Alla prossima,
VegetaGirl