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Autore: NotLogical    01/08/2011    2 recensioni
Solito caso cervellotico, solita L che sbuca a random su uno schermo bianco.
Ma stavolta le persone dietro a quella semplice lettera sono tre, ed ognuna di esse ha ancora addosso i segni del caso Kira.
Ed il caso su cui s'impegnano senza troppa passione, forse, è solo un prologo.
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Le opinioni espresse dai personaggi presenti in questa fanfiction NON riflettono in alcun modo le opinioni dell'autrice.












Una volta gli ha chiesto: "Perchè?".
Ma lui, con le guance un poco arrossate ed una certa speranza nelle mutande, ha semplicemente mandato giù il tutto e s'è levato di lì, lasciandolo ammorbidito e un po' stanco, pacifico come un putto.
E' stato solo dopo essersi pulito la bocca col dorso della mano che ha risposto, con un semplice ed efficace "Se ti dà noia smetto", ma non era detto con empatia o rimorso - la voce sapeva di sfida.
E Matt, comunque, s'è ricordato che se voleva smettere di sentirsi dare del finocchio la prima, primissima, prima ed ultima cosa da fare era smettere di stare sempre dietro a Mello.
Alla fine, però, non gli importava molto. E comunque farsi spompinare senza smettere neanche - o quasi, vabbè - per un momento di giocare all'ultimo videgioco - Epic Win, e non so se mi spiego.
Anche se, per essere precisi, Mello non è che fa qualcosa e basta. Lui si mette a macrare. Continua a farlo che manco un ossessivo compulsivo - ma una bocca è una bocca, ed anche se Matt, in un momento di grazia, l'ha informato che non ci tiene a prenderlo nel culo, più di così non c'è mai stato.
Lui arriva, slaccia, tira fuori quel tocchettino di carne ancora rincoglionito e moscio, e ci fa i suoi comodi. Dopo, di solito, si fa offrire una sigaretta. Fuma guardando il soffitto, con un qualcosa nell'espressione che è più da Madonna che da troione travestito e parecchio frocio. Quando spegne la sigaretta, sul filtro si vedono i segni dei denti. E poi, semplicemente, se ne va.
Insomma, si sfrutta quel poco che si ha. Quando lo si ha, dato che è lui a fare tutte 'ste cose, e l'ultima volta che Matt ha cercato di prendergli la testa ed abbassargliela in zona s'è ritrovato una pistola puntata contro i coglioni. Senza neanche accorgersi del preciso momento in cui Mello l'ha tirata fuori.
Così, anche stavolta, se ne rimane col pisello all'aria e il portatile sulle ginocchia, la nuca premuta contro il muro, e non dice niente. Ha appena tirato una bomba a mano contro lo stipite della porta da cui stava passando, e mentre aspetta di rientrare nella partita si sente un po' troppo niubbo per aprire bocca.
E' Mello, con la sigaretta già in bocca ed il culo goloso appoggiato sul pavimento che, inaspettatamente, parla. "E' una merda", è tutto quel che dice, rivolto probabilmente al muro di fronte a loro, a giudicare dallo sguardo.
"Cosa?", s'informa l'altro, automaticamente e senza pensarci, continuando a premere i tasti con i polpastrelli callosi - manicure da hacker, se non fosse che il mondo fa schifo potrebbe andare in giro senza guanti e non lasciare manco le impronte digitali, da quanto gli si sono rovinate le dita.
Mello sbuffa una nuvoletta irregolare di fumo biancastro, ha gli occhi troppo chiari un po' strizzati - e una roba tipo spranga che preme contro il cavallo dei pantaloni di pelle, anche se nessuno dei due sembra farci troppo caso.
"Tutto", risponde, semplicemente, a voce bassa.
E non dice altro, tanto che Matt è costretto a schioccargli più volte le dita accanto all'orecchio da cui ci sente ancora, per ottenere una risposta al suo: "E allora?".




"Loud?"
Giornata da freccette, probabilmente dovrebbe almeno tirarsi su in piedi. Ma la gamba piegata è sempre lì a proteggergli lo stomaco, il semi-albino sfiora il ginocchio col petto mentre piega il braccio sottile e lancia l'ennesima freccetta. Vola nella direzione che le pare, mica verso il bersaglio.
Manca di poco la spalla di Matt.
"...sono sotto attacco?", si informa quello, alzando le sopracciglia, gli occhi ancora una volta coperti dalle lenti scure, il viso reso pallido ed alieno dalla luce fredda del monitor.
"Niente, Near", è quello che dice invece Loud - anche se ogni tanto viene ancora da chiamarlo Gevanni - parlando praticamente sopra allo strano informatico. Il rumore dei tasti che continua a schiacciare sembra quello di una mitagliatrice che spari ad un cuscino - a distanza molto ravvicinata.
Forse Near muove così tanto le mani per compensare ciò che non fa con le gambe, perchè continua a toccarsi i capelli, e le freccette sono state degradate a materiale da costruzione per una torre a pianta quadrata. Lo sguardo è basso, il viso è sempre un po' infantile - non un pelo che sia uno, lineamente sproporzionati da cucciolo.
"Carter?", e solo nel rivolgersi a lui si concede di guardarlo schiettamente.
"Niente anche qua", è la sola risposta, e la mano grande, piena zeppa di vene in rilievo, viene passata tra i capelli ormai decisamente più grigi e bianchi che biondi.
Near riabbassa lo sguardo, posiziona un freccetta sulle altre, tenendola delicatamente tra pollice ed indice.
"Bullook?"
Ed Halle non batte ciglio, tamburella con le unghie corte e ben curate sopra a dei fogli stampati. "L'unica cosa vagamente in relazione con dei supereroi è una piccola convention in un centro commerciale in Toscana. E' tra dieci giorni, quindi coincide con una delle linee temporali".
Non una reazione che sia una.
"Mello?"
Non una risposta che sia una, dall'altra parte.
E Near ancora non cambia espressione, le dita non tremano mentre posa la sedicesima freccetta al suo posto, e la torre inizia a salire.
La voce di Mello è bassa, un poco strascicata, le suole degli stivali pesanti stanno ad un paio di centimetri dalla tastiera sulla scrivania.
"Qualcosa che abbia a che fare con le mani, in quel centro commerciale?", chiede, solo, la testa inclinata all'indietro, i capelli troppo lunghi e biondi sfiorano lo schienale della sedia.
"Forse stiracchiando un po' il ragionamento, non..."
"Okay. Ci mandiamo Stefano, a dare un'occhiata?", e la pronuncia del nome italianizzato è esasperata, sardonica. Loud, dal canto suo, strizza appena gli occhi chiari.
"I sopralluoghi dovrebbero essere compito suo", commenta, con il 90% in meno del rispetto che riserva a Near. Indica Matt col pollice, Matt in tutta risposta si accende una sigaretta con la brace di quella che ha appena fumato fin quasi al filtro. Mello probabilmente registra almeno il primo dettaglio, perchè la voce è più dura. Piega le gambe, sbatte gli stivali contro al pavimento, la sedia ruota fino a permettergli di 'fronteggiare' Loud. Per quanto possa fronteggiare Mello, che non si lava da una dozzina di giorni - ma che solo oggi s'è cambiato i vestiti tre volte.
"Il suo compito dovrebbe essere quello di non cagare a spruzzo ogni sacrosanta volta che si apposta da qualche parte. Visto che non è in grado di farlo, dobbiamo..."
"Non è colpa sua", interviene la voce di Halle, ferma e troppo veemente, come quella di una madre esasperata. Guarda entrambi, le sopracciglia sottili appena alzate. "E non è neanche colpa mia, se è questo che state pensando. Se solo quella volta non aveste fatto di testa vostra, Matt a quest'ora non avrebbe..."
"Eh?", è la voce un po' scazzata e roca che fa capolino, distrattamente, Matt neanche li guarda - malgrado abbia probabilmente percepito abbastanza da distrarsi parzialmente dal computer. Il capo rimane chinato verso lo schermo. Sembra non essersi neanche reso veramente conto che gli ultimi tratti della conversazione riguardavano lui ed i suoi inopportuni problemi intestinali.
Mello si tocca la parte di faccia rovinata, sente poco la pressione delle dita, ma gli rimane addosso quel prurito vago. Per sicurezza, gratta piano. E nel frattempo alza gli occhi al cielo.
"Matt, ci vai a fare questo cazzo di sopralluogo al centro commerciale?"
"Eh?", è nuovamente la risposta, un verso irritante e distratto, il ticchettare della tastiera non smette.
"Mi stai ascoltando?"
"Sì"
"Be', cosa ho detto?"
Lo si vede aggrottare la fronte, e staccare una mano dalla tastiera per spingere gli occhiali da sole su per il naso. Gira la testa in modo un po' sbilenco, tiene la schiena curva, per quel che si capisce sta guardando Mello.
"Non lo so", ammette, contraddicendosi con nonchalance, e scrollando la cenere della sigaretta. Manca il portacenere di un paio di centimetri buoni.
Il rumore della freccetta che sbatte contro il muro li distrae tutti per un istante.






NOTE:

1) Lo scorso capitolo aveva un POV abbastanza neutro tendente al Matt, invece qua il primo pezzo (e solo quello) ha un POV molto, molto, molto più vicino a quello di Matt. Se vedete dei termini che vi suonano strani, be' - li ho sentiti ventordicimila volte gravitando attorno ad appassionati di MMORPG, ed il nostro rosso ce lo vedo bene con le cuffie e il microfonino che urla "ODDIO, ASPETTA, MI STA LAGGANDO, NON RIESCO A... COPRIMI, COPRIMI!". L'unico termine un po' ostico dovrebbe essere "macrare". Trattasi di una pratica mediante la quale si alza una skill dando un comando al proprio personaggio, che continua a fare la stessa identica azione in loop guadagnando automaticamente punti su punti. In questo caso, si può quindi dire che Mello sta cercando di alzare la skill "sesso orale".

2) Rester, Gevanni e Lidner sono stati rimpiazzati dai cognomi reali dei rispettivi personaggi. Informazioni prese da "Death Note Wiki" (http://deathnote.wikia.com/wiki/Main_Page), dato che l'How to Read è rimasto a casa di mia madre ed al momento non posso recuperarlo.
   
 
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