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Autore: indiceindaco    01/08/2011    7 recensioni
Jim, Sir e Rem.
Tre vite intrecciate, indissolubili, perchè l'amicizia va oltre tutto.
Una one-shot per l'estate. La loro estate.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Cristallizzato nel tempo.'
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Uno sbadiglio annoiato, perso tra l’erba rinsecchita del suo giardino.
Era il primo di agosto.
L’estate sembrava finita e lui non aveva fatto altro che appisolarsi perso nel cielo estivo a qualsiasi ora del giorno, volare sulla sua fedele scopa, rigorosamente senza meta, abbandonarsi all’euforia pacifica del volo e scribacchiare fingendo anche solo di iniziare i propri compiti per le vacanze.
Ripensò alle stanche chiacchierate con il suo vecchio.
Il suo papà.
Sorrise.
Faceva nascere in lui sempre un sorriso spontaneo.
Il vecchio Samuel Potter.
Non sapeva cosa avrebbe fatto se lo avesse perso.
Si avvicinava la fine dell’estate.
L’inizio del suo ultimo anno di scuola.
E poi?
Che sarebbe stato?
Non lo sapeva, e forse non voleva nemmeno chiederselo.
Sapeva che non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici, fratelli.
E di rivedere lei.
Un altro sbadiglio, in cui concentrò tutto se stesso.
Amava godere di ogni istante.
Era fatto così, James.
Chi può biasimarlo?
 
***
 
Indice e pollice tenevano stretti il labbro inferiore.
Lo tormentavano.
I profondi occhi verdi scorrevano sulla pergamena.
Con uno sbuffo il ragazzo scostò un ciuffo di capelli biondi invadente che si era contrapposto tra i propri occhi e la pergamena.
Un metro e mezzo su antidodi e pozioni rinvigorenti.
Lumacorno, sapeva essere una grande rogna.
E il piccolo perfezionista che c’era in lui reclamava e declamava vendetta.
Ingannava così il tempo estivo, interminabile.
Era il primo di agosto.
Il caldo lo accarezzava costantemente.
Sulla sua scrivania di ciliegio, concentrazione e costanza, persino d’estate.
Lo sguardo raramente si permetteva di vagare fuori dalla finestra.
Si avvicinava l’ultimo anno di scuola.
Non poteva permettere che tutti i propri sforzi andassero in fumo.
Non c’erano riuscite tutte le bravate combinate con i suoi amici, fratelli.
Gli mancava quella loro caotica stanza nella comune di Grifondoro.
Un ombra sorvolò i pensieri del biondino.
Aggrottò le sopracciglia.
E se dopo la scuola fosse finito tutto?
Ma fu solo un istante.
Sorrise.
Piccolo e insignificante, colpa del caldo.
Come poteva dubitare?
Metteva in discussione tutto, Remus.
Era fatto così.
E non sempre è un male.
 
***
 
La sua costellazione brillava più del previsto.
Catturava ad ogni luccichio il suo sguardo.
Era il primo di agosto.
E quelle stelle sembravano essere il suo unico punto di riferimento.
Solo, alla Stamberga Strillante.
Aveva lasciato tutto.
Mollato finalmente quell’ingombrante famiglia.
Mollato aspettative di futuro che non lo allettavano.
Era libero, finalmente.
Libero e leggero.
Sorrise.
Sirio, la sua stella.
Non l’avrebbe lasciato, non l’avrebbe abbandonato.
Come loro, i suoi amici, fratelli.
L’ultimo anno si avvicinava.
E lui era sicuro che nulla avrebbe potuto separarlo dalle persone che amava.
Nessuno.
Non temeva nulla.
Per quanto potesse interessargli, Sirio poteva anche implodere. 
Tutte le stelle della costellazione del Cane Maggiore potevano crollare: ad una ad una.
Ci sarebbero state altre mille costellazioni.
Sapeva sempre cogliere il meglio, anche nei momenti bui.
Era fatto così, Sirius.
Una luce brillerà pur sempre, no?
 
***
-Non ne potevo più di passare tutto quel tempo senza di voi- esclamò Jim, inspirando a pieni polmoni.
-Già…- mormorò sornione Sirius.
Era la notte di San Lorenzo ed i tre si erano dati appuntamento al parco babbano di Saint James, scelta  ironica.
A pancia in su, persi a metà tra il prato e le stelle.
-E poi qui si sta da Dio!- disse nuovamente il ragazzo dagli occhi grandi e grigi, quelli che sorridevano sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta.
-Guardate!- esclamò d’un tratto Remus, puntando il dito verso il cielo notturno.
Una piccola scia luminosa attraversò il cielo, fu un secondo, un battito di ciglia, poi più nulla.
-Cos’era?- chiese Sirius incuriosito.
-Una stella cadente, tra i babbani si usa esprimere un desiderio quando se ne vede una…- spiegò Remus, con l’aria di chi la sapeva lunga.
-Dobbiamo esprimere un desiderio?- chiese Jim scettico.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Fatto!- esclamarono in coro i tre.
Non sapendo bene perché scoppiarono a ridere.
-Cos’hai desiderato Jim? E tu Rem?- chiese Sirius sempre più curioso.
-Ennò! Non si può dire…altrimenti non si avvera!- si lamentò Remus.
-Io scommetto che quello di Jim aveva a che fare con una certa rossa…
Di nuovo giù con uno scroscio di risate.
-Si, ed il tuo con una certa moto cromata?- lo canzonò Jim.
Sirius sbottò spavaldo:
 -Quella sarà mia a prescindere dai desideri!
-E tu Rem?- chiese Jim, sollevandosi sui gomiti per scrutare l’amico.
-Ve l’ho detto: non si può dire!- ripeté risoluto il biondino.
Si ristabilì il più profondo dei silenzi e tutti e tre si bearono di quel momento.
Nessuno di loro poteva immaginare di aver espresso lo stesso desiderio dell’altro.
 
***
“Vorrei svegliarmi, ed avere trent’anni.[…]
Per vedere…
Che ne sarà di noi?”
 
Note: Liberamente inspirata alla saga di Harry Potter, di proprietà di J.K.Rowling, la donna più ricca d’Inghilterra dopo la regina ed al film “Che ne sarà di noi” di Veronesi, i cui interpreti sono due dei miei attori preferiti: Muccino e Germano.
Grazie alla colonna sonora del già citato film, e dunque ad Andrea Guerra.
Grazie ad Algedi.
Dedicato ai maturandi 2011.

 
 
 

  
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