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Autore: Melanie__    01/08/2011    0 recensioni
Ricordi di Severus Snape. Forse è una storia banale, ma che importa?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cammino velocemente. Mi nascondo al mondo sotto una maschera di nero disprezzo.
Varco la soglia, giro in un sentiero coperto dagli sguardi altrui. Fuori da Hogwarts, lontano da tutti. Lontano da me.
Giungo alla riva del Lago. Mi siedo, dove prima sedevo con Lei. Ma ora non è più come prima, non può essere come prima.
‘Hai avuto la tua occasione, Severus’ mi dice una vocina nella mia testa, quella stessa vocina che mi perseguita da anni.
Tutti meritano una seconda occasione, mi ritrovo a pensare.
E poi ricordo.
‘No. Per cosa del genere non c’è mai una seconda occasione.’ La vocina sussurra, quasi deliziata nel vedermi soffrire.
Guardo lo spazio vuoto accanto a me. Foglie secche, radi ciuffi d’erba… Il nulla. Il nulla dove prima c’era Lei. Dove avrebbe potuto esserci Lei.
Questo spiazzo di terra è come la mia vita. Lascio vagare lo sguardo sulla superficie del Lago, increspata da timidi rivoli di vento.
‘Ma qui la terra ogni anno risorge. Ogni anno torna come prima, si riscuote della povertà autunnale e torna ad essere rigogliosa.’ Sibila la vocina. ‘Tu no, Severus. Tu sei destinato a perire e basta. Quelli come te non risorgono.’
Quelli come me non risorgono…
Appoggio la schiena al tronco d’albero dietro di me. Quell’albero sotto qui sedevamo, a parlare e ridere.  Sotto cui tutto il resto del mondo non contava, era chiuso fuori dalla nostra piccola bolla incantata. Nessuno poteva superarla, perché eravamo solo io e te, ricordi?
‘Come potrebbe ricordare, lei è…’
Non ascolto. Non voglio ascoltare.
I miei occhi seguono una foglia che volteggia elegantemente verso terra. Alzo lo sguardo alla chioma dell’albero sopra di me. L’autunno ha fatto seccare le foglie, che ora formano un collage di rossi, gialli, arancioni…
Ricordi.
Sento la tua risata e vedo il rosso dei tuoi capelli saltare con te. Quel colore che vedo ovunque.
Serro gli occhi.
No, non posso, non devo.
‘Suvvia Severus, immergersi nel passato non ha mai ucciso nessuno…’ Quella vocina si insinua tra i miei pensieri, dannatamente suadente.
Ma non nel mio passato.
Apro gli occhi, osservo dei ciuffi d’erba accanto alla mia mano pallida. Sono verdi, come i tuoi occhi.
Ricordi.
-Severus? Severus!- sorridi dolcemente, mi scuoti una mano davanti al viso. Ancora una volta mi sono perso dentro i tuoi occhi, i tuoi occhi verdi. Quegli occhi che erano gli unici, gli unici al mondo che mi avessero capito. E io li avevo chiusi per sempre. Quegli occhi verdi che avrei riconosciuto fra mille. Quegli occhi, come piccoli pascoli, dolci e quieti, come boschi sconfinati, innocenti, e inviolati. Quegli occhi che non mi avevano abbandonato un istante, da quella notte.
Occhi eterni, penso sorridendo tristemente.
Strappo due, o tre fili d’erba, chiudendoli nella mia tasca.
‘Cosa fai Severus, macerarti nei ricordi non ti basta più?’
Per una volta, decido di ignorare quella vocina.
Mi alzo di scatto, rivolgo un ultimo sguardo al nostro albero. E indosso nuovamente la maschera. La mia maschera nera, che mi nasconde al resto mondo. Così protettiva. E così opprimente.
Ciao Lily.
  
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