L a   M a p p a   d e l   C i e l o   ~ 
Capitolo I. Un pretesto


 
Non riuscì a trattenere uno sbuffo di delusione di fronte alla risposta che non avrebbe voluto ricevere.

“Questo significa che non è più reperibile, quindi?”
“Sono spiacente, signorina” tagliò corto l'anziana signora, voltandole le spalle per continuare a sistemare i libri laddove era stata interrotta “E' un volume molto antico. Certo, non antico quanto 'Il Libro delle Pietre Parlanti' di Raphilius Walrick, o 'Genesi della Magia Rossa' di Artemis Hawksworth, ma comunque molto vecchio. Ne avevamo una copia, un tempo, ma è andata perduta diversi anni fa. Probabilmente uno studente...” le labbra della bibliotecaria si assottigliarono in una smorfia, lottando per trovare un aggettivo che non fosse quello che davvero aveva in mente” ...incauto deve averla portata fuori dalla biblioteca e poi ha completato il corso di studi senza renderla. Può accadere, ahimè.” rivolse un'occhiata fugace alla ragazza che la stava ascoltando con le braccia incrociate al petto e un'espressione severa dipinta sul volto, poi alzò le spalle “Fortunatamente Hogwarts è piena di tanti altri interessantissimi volumi sull'argomento, signorina Granger, perciò le consiglio caldamente di dimenticarsi di quel libro e dedicarsi ad altre letture.”
 

Hermione Granger non parve in alcun modo soddisfatta di come era stata liquidata da Madama Pince e il fatto che la biblioteca di Hogwarts, nota in tutto il mondo accademico per la sua straordinaria raccolta di volumi di ogni genere e per la severità della sua bibliotecaria, avesse lasciato che un libro di quella portata andasse perduto la lasciava senza parole.

“Puo' provare a cercare qualcosa di specifico sugli scaffali della Torre di Astronomia, se quelli disponibili qui non sono abbastanza validi per lei.” suggerì Madama Pince con una punta di sarcasmo, vedendola palesemente contrariata “Magari troverà dei testi che citano il libro che sta cercando come fonte.”

Lei si scosse dal suo torpore, afferrando la borsa dalla sedia e mettendosela in spalla.

“Grazie, Madama Pince. Proverò a dare un'occhiata.” le rispose con educazione, nonostante fremesse per urlarle in faccia che no, non era assolutamente ammissibile perdere un volume così prezioso proprio a Hogwarts.

Uscì a grandi passi dalla biblioteca e si infilò in uno dei corridoi che si affacciava su una piccola corte esterna.
 

In fondo non era così prezioso come il suo orgoglio tendeva a farle credere, riflettè mentre il rumore delle sue scarpe sul marmo del pavimento le teneva compagnia.
Si trattava in tutta sincerità di un vecchio libro di dettagliatissime mappe del cielo risalenti all'epoca in cui fu fondata la scuola stessa, e che probabilmente solo Hermione avrebbe potuto apprezzare.

Ma non pretendeva che Madama Pince capisse quel suo desiderio e, a dire il vero, non pretendeva che qualcuno lo capisse sul serio; infatti, arrivando al tavolo dei Grifondoro quando la Sala Grande era gia' piena e in fremente attesa della cena, non si stupì nel vedere la faccia di Harry e Ron deformarsi in una sorta di ghigno quando gli raccontò il motivo del suo ritardo.

“Perduto, capite?! Perduto per sempre! Qui, a Hogwarts!”
“Si, Hermione, abbiamo capito.” le rispose distrattamente Ron, che a tutti gli effetti era il suo ragazzo – o qualcosa del genere, come era solita sottolineare Ginny con perfidia – e affondò la forchetta nel suo arrosto di manzo “E' una grave perdita per tutti, ora però mangia o si raffredderà.”
Con la coda dell'occhio colse Harry a sorridere.

“Oh, scusa tanto se il mio pensiero principale non è quello ingozzarmi di roastbeef!”
“Con quelle cartacce mica ci mangi, 'Mione.” la liquidò in tono molto pratico.

Hermione, la sua ragazza, cercò – senza successo – la solidarietà di Harry (che preferì fingersi occupatissimo dal suo succo di zucca) e di Ginny (che si limitò invece a scuotere il capo in segno di disapprovazione verso il fratello, ma non si sforzò oltre), così tacque per il resto della cena, sfoggiando uno dei suoi migliori musi lunghi.

La fine del suo silenzio coincise con quello del banchetto.
“Allora a piu' tardi.” annunciò con un cipiglio stizzoso che lasciava trasparire che era ancora vivamente risentita per come il suo dramma era stato sminuito poco prima.

“Mh?”
Ron sollevò gli occhi dai resti del suo budino di crema come di scatto.

“Nel caso tu te lo stia chiedendo, sto andando alla Torre di Astronomia.”
“Alla Torre di Astronomia?” ripeté Harry, voltandosi verso di lei mentre uno dei fantasmi gli sfrecciava accanto “Non vieni alla Sala Comune con noi?”
“Già! Potrai andarci domani lassù! In fondo è rimasta in piedi dopo....beh, avete capito. Potrà resistere un'altra notte. E poi domani-”

Hermione lanciò a Ron un'occhiata significativa, che non ammetteva repliche; lui tossicchiò imbarazzato.

“Hermione...” si intromise Ginny, minuta ma così volitiva che a volte persino una testarda come lei non le resisteva “Ti aspetteremo di sopra.”
Lei accennò un sorriso.

“Grazie.” mormorò, e sparì oltre la porta in un soffio.

*

Quello che Hermione voleva – e Ginny lo sapeva bene – era un pretesto.

Un pretesto qualsiasi per sfuggire al caos della Sala Comune, in cui il passatempo preferito per i presenti sembrava essere quello di ricordare ciò che era successo pochi mesi prima. O almeno le nuove leve, curiose e terrorizzate al tempo stesso, parevano avide di dettagli e trovavano sempre qualcuno disposto a offrirglieli.. 

Era stanca di ripetere le stesse parole ogni giorno.
E doveva essere sincera con sé stessa, se voleva sopravvivere: mai avrebbe creduto che sarebbe stato così difficile il settimo anno di scuola, il dopo.
Il nuovo respiro.

Salì i gradini della scala a chiocciola che portava alla Torre di Astronomia in tutta fretta, come se qualcuno le stesse alle calcagna.
Ma non era così. Nessuno, rifletté, sale fino alla Torre dopo le lezioni. Oh, certo, a parte le coppiette in cerca di un po' di intimità, ma in quei giorni andava piu' di moda la piccola saletta che dava sulle vetrate delle serre di Erbologia. E dovunque, sorrisi pieni della consapevolezza che si, erano sopravvissuti, e non c'era cosa migliore. 

Aprì la porta in legno scuro con estrema delicatezza, scivolò all'interno della stanza e si guardò attorno. Era buio, buio come si era aspettata. Solo la luce delle stelle che entrava dalla terrazza illuminava debolmente l'interno, scintillando contro il grande telescopio da cui erano soliti osservare il cielo durante le lezioni.

Accese la lampada che aveva portato con lei con un tocco della bacchetta e si diresse verso le mensole impolverate su cui giacevano da quello che sembrava un tempo immemore alcuni voluminosi tomi dall'aspetto antico.
Harry e Ron li avrebbero sicuramente definiti 'muffe da antiquario'.
Seppure non volendo, sorrise all'idea.

Appoggiò la lampada al tavolo e si alzò in punta di piedi per afferrare un vecchio libro con la copertina di cuoio.
 

“Granger!”
Si sentì chiamare dall'altra parte della stanza.
E per poco non cadde trascinandosi dietro l'intera mensola.

La figura sottile e pallida si staccò dal buio della pesante tenda che incorniciava il terrazzo.

<...Malfoy?!>






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Beh, continua ovviamente u__u non si sa quando, non si sa per quanto. Pero' continua, giuro. 
P.