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Autore: Thefoolfan    02/08/2011    8 recensioni
Sono passati alcuni giorni dal funerale di Montgomery e molti eventi porteranno i nostri due protagonisti a prendere decisioni importanti. Lei intrappolata in una storia che non vuole, lui che si allontana sentendosi di troppo. Riusciranno a ritrovarsi?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella puntata precedente

 

Kate finalmente inizia a leggere il libro ma non riesce a finirlo per paura di quello che poteva esserci scritto alla fine. Solo grazie all'intervento di Martha troverà il coraggio di proseguire fino all'ultima pagina. Intanto Rick, grazie a un gesto inaspettato da parte di Gina, sta tornando a casa. In quella stanza di ospedale Kate, intenta a rileggere la ultime righe del libro, riceve finalmente la sua visita. Rick è tornato da lei.

 

CAPITOLO OTTO

 

 

“Ciao Kate”

 

“Rick..”

 

“Mi sei mancata”

 

Finalmente le sue preghiere erano state esaudite, le sue speranze erano diventate realtà. La sua voce la guarì subito da ogni dolore, fastidio, malessere che il suo corpo ancora aveva, ma sopratutto guarirono le ferite del suo animo. Maledetti quei fili che la tenevano costretta al letto, maledette quelle gambe che ancora non riuscivano a sorreggerla impedendogli di correre da lui e pregarlo di non lasciarla mai più, maledetta la propria codardia che le stava facendo perdere tutto. Non riusciva a parlare. Aveva paura di rompere quell'incantesimo e non voleva. Rick aveva il viso solcato dalla stanchezza. Immaginò a causa delle lunghe ore di volo che si era fatto. In due giorni 20 ore le aveva passate su un aereo, chiunque ne avrebbe portato i segni. Rick la guardava finalmente dopo giorni e giorni dall'ultima volta. Mai le era sembrata cosi bella. Non vedeva tutti quei tubi che aveva attaccati alle braccia, non vedeva il suo volto pallido che piano piano stava riprendendo colore, vedeva solo la donna che amava sorride per lui, un sorriso nato grazie a lui. Lo riportava alla vita. Che dirsi ora?!

 

“Sai di solito quando uno ti dice che gli sei mancata dovresti rispondere lo stesso”. Chiuse la porta dietro di se non volendo essere disturbato da nessuno. Prima di entrare aveva pregato Sandra di fermare chiunque avesse cercato di entrare e lei era più che contenta di eseguire quella richiesta. Si era piazzata sulla porta e nessuno l'avrebbe spostata da li. Lo scrittore posò a terra la borsa che solo ora Kate notò e si mise ai piedi del letto appoggiando entrambe le mani sulle sbarre di questo per sostenersi.

 

“Ed esaltare cosi il tuo ego. Mai”. La solita vecchia Kate. Il regalo più bello che avesse mai ricevuto. Quando gli avevano detto che la donna poteva aver delle conseguenze, che c'era la possibilità che non tornasse quella di prima Rick si era sentito a pezzi, ma ora vedendola capì che nulla di ciò era vero. Beckett era la solita, sarebbe tornata la straordinaria detective che l'aveva fatto innamorare e lui l'avrebbe aiutata, le sarebbe stato vicino in tutto quel percorso.

 

“Mi sei mancato Rick in un modo che nemmeno ti puoi immaginare”

 

“Non sai quanto son contento che tu stia bene”

 

“Anche io son contenta di stare bene”

 

Perchè andavano cosi cauti? Perchè ancora non riuscivano a parlarsi chiaramente. Tutta quella situazione non gli aveva insegnato a gettarsi per non rischiare di perdersi definitivamente? Bastava cosi poco in fondo, un semplice gesto, due semplici parole, ma ancora sia uno che l'altra temevano di farlo, temevano di parlare. Di cosa avevano paura? Sapevano che l'altro provava gli stessi sentimenti eppure c'era ancora bisogno di altro per fargli far quell'ultimo salto.

 

Rick prese coraggio e fece per parlare. Dicendo a memoria quel discorso che si era preparato durante le lunghe ore di viaggio, dopo aver tormentato la hostess e il vicino di posto. Era una dichiarazione d'amore, voleva esprimerle quanto lei era importante per lui ma mentre stava per cominciare Beckett lo anticipò.

 

“L'ho lasciato per te”. Non voleva più commettere gli stessi errori. Era ora di parlare sinceramente. Da ora gli avrebbe detto sempre e solo la verità.

 

“Lo sò”. Rick rispose semplicemente pensando se dirle o no come ne era venuto a conoscenza. Non voleva rischiare ancora di perderla per il suo silenzio. Da ora le avrebbe detto sempre e solo la verità.

 

“Alexis ha chiamato sul mio cellulare che in quel momento era tra le mani di Gina, l'avevo dimenticato nella sala dove si era tenuto il party, e la mia ex ha risposto. Strano ma vero è venuta a dirmelo e mi ha dato un biglietto di sola andata per tornare qui. L'ho preso e son corso da te. Ero già intenzionato a riaverti con me una volta tornato dall'Italia ma quando mi è stato detto che avevi lasciato Josh non volevo perdere ancora un secondo”

 

“L'avevo capito. Dal tuo libro si era capito. Fin l'ultima pagina avevo paura di averti perso ma poi leggendo di Rook ho avuto la certezza che saresti tornato da me, che avrei solo dovuto aspettare ma alla fine saresti tornato”. Dire quelle parole era al momento la cosa più difficile ma allo stesso momento facile da fare. Difficile perchè non voleva esprimere quelle stupide paure che l'avevano tenuta in sospeso fino a pochi attimi prima, facile perchè con Castle vicino tutto risultava più facile perchè lui ti dava un'assoluta sicurezza solo con la sua presenza. Poi lo guardò incredula.

 

“Gina ha fatto cosa?” Doveva aver capito male non poteva essere cosi.

 

Rick rise vedendo la sua reazione molto simile alla sua. Era una cosa davvero difficile da crederci eppure i miracoli accadono e lui ne stava vivendo uno. Kate stava bene ma sopratutto ora, finalmente, sarebbe stata sua.

 

“Difficile da crederci ma è cosi. Si è assicurata prima che firmassi il contratto ma poi mi ha lasciato andare.”

 

“Le devo un grosso favore allora”

 

“Le regalerò un nuovo paio di scarpe, vedrai che sarà contenta”

 

Beckett scoppiò a ridere. Castle quando voleva sapeva essere davvero cosi un bambino eppure non l'avrebbe voluto in modo diverso. Nella sua testa però c'era ancora quella vocina che urlava, che chiedeva l'attenzione necessaria. Basta giri di parole. Ma a quanto pare il momento di dichiararsi non era ancora arrivato.

 

“Ho parlato con i medici” Esordi Castle.

“Entro la fine della settimana puoi metterti di nuovo in piedi cosi potrò venire a trovarti e portarti un po' fuori dall'ospedale. Ho visto qua vicino un parco con delle comode panchine, molto più allettanti di questo letto. Poi mica vorrai farci la muffa in questa stanza”

 

“Mi piacerebbe che mi portassi in effetti. Iniziò ad annoiarmi, non c'è nulla di interessante da fare. Ho provato a convincere Ryan ed Esposito ad aggiornarmi su qualche caso ma si son rifiutati”

 

L'uomo ridacchio scrollando il capo. Non sarebbe mai cambiata, il lavoro era ancora la sua vita. Meglio cosi, non la voleva diversamente. Voltò gli occhi verso la borsa e si chiese se non era quello il momento per dargli il suo regalo. Si chiese se le sarebbe piaciuto. In effetti non era nulla di che, veramente un piccolo gesto per farla star meglio. C'era anche la possibilità che non lo apprezzasse, in quel caso l'avrebbe preso e dato alla prima infermiera che passava. Non vi era alcun problema. Tornò ad osservare la donna che ora lo guardava intensamente. Che fosse arrivato il momento. La sicurezza sul suo viso pareva confermarlo.

 

“Rick io..”

 

“No no aspetta, lasciami parlare prima”

 

La interruppe subito lui. Non voleva ancora sentirsi quelle parole. Erano passati anni poteva resistere ancora pochi minuti prima di udire quelle tanto agognate parole. Ma prima doveva parlare lui. Si era preparato un discorso non poteva non dirlo dopo tutta la fatica che aveva fatto per aprire il proprio cuore e trovare le parole adatte. Quello era il momento e il luogo perfetto per farlo. Quanto scritto nel finale del libro era solo una piccola parte di quanto voleva confessarle. Ora era il momento per il resto. Si schiarì la voce e cominciò il proprio monologo inspirato da lei.

 

“Tu sei la luce che mi fa strada verso quei luoghi dove trovo la pace. Tu sei la forza che mi fa andare avanti, tu sei la speranza che mi fa credere, tu sei il nutrimento della mia anima. Tu sei il mio scopo. Tu sei tutto. Mi tieni tra le tue mani per non farmi cadere, tu calmi il mio cuore e mi togli il respiro. Perchè tu sei tutto ciò che voglio, sei tutto ciò di cui ho bisogno. Sei tutto per me. Tutto.”

 

Come era possibile non piangere dopo aver sentito parole cosi perfette, cosi straordinarie. Kate nemmeno se lo domandò, lasciò che le lacrime scendessero senza fine. Non si vergognava a farsi vedere emozionata da lui dopo quanto aveva appena sentito. Aveva un assoluto bisogno di udirle, aveva bisogno di sapere che lei era importante per lui ma non avrebbe mai osato immaginare che gliela avrebbe dichiarato in un modo cosi speciale. Mentre si asciugava gli occhi e singhiozzava cercando di recuperare l'uso della parole non si accorse che Castle intanto si stava slacciando qualcosa del collo e nemmeno si accorse che si stava avvicinando a lei. Notò la sua presenza solo quando senti il materasso sprofondare sotto il suo peso. Rick era seduto vicino a lei. Lo scrittore portò la mano destra sulla guancia di lei lasciandola ferma li mentre con il pollice asciugava quell'ultima lacrima che seguiva lo stesso percorso fatto dalle precedenti che si erano perse nei suoi capelli.

 

“Dimmelo. Ho bisogno di sentirtelo dire”

 

“Ti amo Rick”

 

Lasciò scivolare la mano dalla guancia di lei fino al suo collo e l'attirò a se. Si persero l'uno negli occhi dell'altra. In quel momento le parole sembravano inutili. Le loro labbra ora erano cosi vicine ma ancora un secondo pensò Rick.

 

“Ti amo Kate”

 

Le sussurrò prima di baciarla. Fu un bacio dolce, delicato. L'uomo cercava di trattenersi avendo paura di poter far male alla detective in qualche modo ma a lei non importava. Portò le braccia intorno al collo di lui stringendosi il più possibile contro il suo petto. Rick sorrise contro le sue labbra. Aveva aspettato tanto ma ne era valsa sicuramente la pena. Beckett avverti l'altra sua mano scostarle i capelli e raggiungere la destra intorno al suo collo, vi rimase qualche secondo prima iniziare la sua discesa verso il basso con estrema lentezza. La donna si avvinghiò ancora più stretta a lui fino a quando non senti la mano posarsi sul cerotto che nascondeva la sua ferita. Si staccò da lui sentendosi mancare il respiro.

 

“é stato fantastico”. Disse ridendo volendo ricordare il suo commento a quel bacio usato come copertura per distrarre la guardia che teneva sotto controllo l'entrata dell'edificio dove erano rinchiusi Ryan ed Esposito. Poi spostò lo sguardo verso la mano di lui che ancora non si era mossa dal suo petto e vide altro. Mentre la stava baciando Castle ne aveva approfittato per rimetterle al suo posto la collana della madre. Con una mano tremolante andò a prendere l'anello tra le dita. Non pensava che le fosse mancato cosi tanto averla con se.

 

“Grazie Rick”. Disse non distogliendo lo sguardo dal diamante incastonato nella montatura. Da piccola, si ricordò, le piaceva osservare come rifletteva i colori e oltre ai ricordi era tutto quello che le rimaneva di sua madre.

 

“Quando ti abbiamo portato all'ospedale ci hanno consegnato i tuoi oggetti personali. Ho preso la collana perchè avevo paura che la perdessero e so quanto sia importante per te. L'ho tenuta con me perchè in un certo senso mi sembrava di averti vicino ogni volta che la stringevo, mi faceva stare bene. Alla fine mi son ripromesso di ridartela una volta che ti fossi svegliata e cosi ho fatto”

 

“é stato molto dolce da parte tua conservarla per me”. Gli disse accarezzando ora lei la sua guancia e approfittando di averlo ancora vicino per dargli un altro bacio. Castle non poteva essere più felice di cosi . Aveva tutto ciò desiderava li tra le sue braccia, che altro poteva chiedere.

 

“Una volta uscita da qui verrai a vivere a casa mia. Con Alexis e purtroppo anche mia madre, ma contatterò uno dei miei amici produttori e la farò scritturare per qualche film cosi non ti starà troppo tra i piedi”. Tentò ancora la fortuna Rick. Oggi sembrava che gli sorridesse abbastanza quindi perchè non rischiare. Kate rise pensando fosse una battuta delle sue ma vedendo il suo voltò serio smise all'istante.

 

“Non correre troppo Castle”

 

“Vabbè io ci ho provato. Non si può mai sapere, magari mi avresti anche risposto di si. Però ti chiedo di valutare anche questa possibilità. Quando uscirai da qui sarai a casa da sola e non potrai, per qualche tempo, avere lo stesso stile di vita che avevi prima e una mano ti farebbe di certo comodo. Se venissi a casa mia avresti tre persone a tua completa disposizione”. Castle cercò di non esser troppo speranzoso. Sapeva di correre troppo con quella proposta ma dopo tutto quel tempo ora non voleva più starle lontano per nemmeno un secondo, in particolare ora dato le sue condizioni.

 

“Appunto per questo non verrò. Non voglio essere un peso per voi tre”

 

“Non lo saresti, lo sai”

 

“Ho bisogno di riprendere nelle mani la mia vita Rick, voglio tornare a vivere come se nulla fosse successo e ho bisogno di farlo a casa mia per riprendere i miei ritmi”

 

Castle non sembrava molto convinto. Non voleva lasciarla da sola. Se si fosse fatta male mentre nessuno era li con lei?, se sentisse ancora male e nessuno fosse stato li ad aiutarla?. L'idea proprio non gli piaceva. Iniziò già a pensare ad assumerle una donna delle pulizie cosi lei non avrebbe fatto sforzi inutili, se non l'avesse voluta piuttosto sarebbe andato lui a farle. Kate vedendo il buon umore svanire dal suo volto che ora si faceva cupo andò subito ad aggiungere.

“Ma poi chissà. Forse mi sentirò sola e andrà a finire che chiamerò un certo scrittore per venire a farmi compagnia”

 

“Lo farai? Mi chiamerai per starti vicino ed aiutarti?”

 

“Ogni giorno”

 

Questo poteva accettarlo. Anzi gli andava benissimo. Stare in casa di Kate solo loro due. Molto meglio che stare a casa sua con anche sua madre e sua figlia nei paraggi. Li almeno avrebbero avuto tutta la privacy di cui avevano bisogno e Richard non vedeva l'ora di approfittare di quei momenti per scoprire ancora quei lati della donna che gli teneva ancora all'oscuro e che lo lasciavano ogni volta sempre più sorpreso, affascinato, ammagliato. Ogni giorno sarebbe andato da lei riempiendola di fuori, di regali. Regali? Si domandò all'improvviso. D'un tratto si ricordò della borsa che ancora giaceva per terra. Si alzò dal letto e andò a prenderla prima di piazzarsi di fianco alla donna ed estrarre da questa un cofanetto grande quanto un libro.

 

“Ho un regalo per te.” Gli disse porgendogli quel cofanetto. Beckett lo guardava con gli occhi di una bambina intenta a scartare il regalo di natale. Che poteva esserci dentro? Da Castle ci si poteva aspettare di tutto. Vedendo il contenuto la donna diventò improvvisamente seria. Come mai Castle tra tutti i regali che poteva fargli aveva pensato proprio a quello?. Dei dvd di Temptetion Lane. Kate lo guardava in cerca di spiegazioni.

 

“Mi sembrava brutto venire qui senza portarti nemmeno un pensiero ma non trovavo nulla di adatto, di speciale per te in cosi poco tempo. Mentre stavo tornando però mi son ricordato di quella volta che mi hai raccontato di quando avevi 9 anni e dovevi essere operata alle tonsille. Tua madre si prese una pausa dal lavoro e rimase con te a vedere questa soap. Mi son ritornate in mente le tue parole “ Ogni volta che lo vedo mi fa sentire come se fossi a casa e al sicuro”. Voglio che tu ti senta cosi Kate,voglio che tu ti senta sempre cosi.” Rick parlava con il cuore in mano, avrebbe fatto di tutto per mantenere fede alle sue parole. Aveva una nuova missione nella sua vita, rendere felice Kate, e ci si sarebbe impegnato anima e corpo per non deluderla mai.

 

“Rick..” Perchè anche il più piccolo gesto da parte sua sembrava essere cosi grande invece?. Una cosa semplice ma che nascondeva sotto altri significati. Cosi come sua madre le era stata vicina quella volta oggi Rick era li per lei e guardare quel programma le dava quella sensazione di sicurezza. Solo ora che Castle era li con lei si sentiva davvero a casa e al sicuro.

 

“Son le puntate che sono state trasmesse quando eri in coma e ho immaginato che le volessi vedere per non perdere troppo il filo. Anche se, secondo me, a parte tradimenti e pugnalate alle spalle, anzi in questo caso direi che ci sta meglio accettate, non accade nulla. Ma per te soffrirò nel vederle. Sempre se mi vuoi qui con te?.” Le domandò avvicinandosi a lei piano piano. Posò una mano vicino al fianco della donna e la vide spostarsi contro il bordo opposto. Per un fugace secondo pensò che si stesse allontanando da lui ma poi comprese il suo gesto. Gli stava facendo posto accanto a lei. Rick si tolse le scarpe e sali sul letto permettendole di appoggiare la testa sul suo petto prima di stringerla forte tra le braccia.

 

“Allora Kate. Mi vuoi al tuo fianco?”

 

Lo guardò fisso negli occhi e poteva specchiare in essi lo stesso sentimento che lui poteva vedere nei suoi. Un amore vero, profondo, puro. Posò una mano sul petto di lui per poterlo usare come leva e alzò il volto fino a trovarsi faccia a faccia con l'uomo. Senza dire niente lo baciò. Un baciò pieno di promesse che diede la certezza ai due innamorati che tutto sarebbe andato bene, perchè qualunque cosa fosse accaduta l'avrebbero affrontata insieme. Staccandosi poi rispose.

 

“Sempre”

 

 

Cari lettori siamo giunti alla conclusione. I nostri due amati protagonisti si meritavano di esser cosi felici alla fine. È il loro destino e anche se dopo un po' di peripezie alla fine l'hanno abbracciato pienamente. Ora non ci resta che aspettare e sperare che anche nella realtà accada ciò. Ma sicuro accadrà, solo che gli autori ce lo faranno penare questo benedetto lieto fine hihihi.

 

Comunque sia grazie a tutti per avermi seguito in questa mia prima fan fiction e avermi dato il sostegno per continuarla e non lasciarla in sospeso dopo il primo capitolo.

 

Ps. Il monologo di Rick non è opera mia. Son parole tratte da una canzone . Everything dei Lifehouse, usata appunto in un video su Rick e Kate.

  
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