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Autore: Deathstargaze    02/08/2011    4 recensioni
Mi guardo allo specchio pensando che, forse, forse dovrei davvero porre fine a tutto questo. Lo specchio però mi restituisce tutto un altro sguardo, uno che non è da me, quasi spaventato, confuso. So quel che dovrei fare, ma non posso... Non posso. Lui sorride nel sonno, accanto a me, cercandomi con le mani fra le lenzuola; è così ingenuo, così indifeso quando dorme... Non posso lasciarlo, non ci riesco.
Eppure, la condanna che grava su di me, l'angoscia che mi divora, mi obbligano a farlo.
Dovrei dirti la verità, Lavi, ma non ne sono capace.
Per questo, e per ciò che sto per fare, potrai mai perdonarmi?
[LaviYuu, MPREG]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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- Tutti i copyright appartengono agli aventi diritto! Come si dice, io possiedo la storia, ma non gli attori!

- Attenzione! Relazione sentimentale fra due uomini! A buon intenditor... poche parole! Insomma sapete cosa vi aspetta, quindi non lamentatevi del contenuto.

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Capitolo 2: In Fondo al mio Cuore



Jerry si voltò all'ingresso dei due Esorcisti nella caffetteria. Notò subito il muso lungo di Lavi e l'espressione tesa di Kanda e si domandò cosa potesse essere successo tra i due per togliere il sorriso a uno come il giovane Bookman.

Scuro in volto, Kanda avanzò verso il bancone e chiese il suo solito pasto, tallonato da Lavi, che rivolse al cuoco un sorriso forzato ordinando la cena anche per sé.

Jerry eseguì senza elargire i suoi soliti commenti e non li fece attendere molto che tutto fu pronto da portar via. Li seguì con lo sguardo mentre si sistemavano a uno dei tavoli, sinceramente preoccupato.

Lavi mangiava, seppur lentamente e di malavoglia, Kanda invece sembrava nauseato dal cibo. Aveva portato il primo boccone alle labbra e poi si era bloccato dopo averlo inghiottito, restando a fissare la soba nello zaru di bambù. Decisamente qualcosa non andava, ma chiedendo il cuoco temeva di peggiorare la situazione, visto che conosceva fin troppo bene il carattere di Kanda e la sua posizione riguardo l'immischiarsi di fatti personali.

Jerry scosse la testa, tornando a occuparsi della cucina, ma ripromettendosi di parlarne con Komui.

 

Kanda fissava la soba con le bacchette in mano. Aveva iniziato a mangiarla, ma al secondo boccone si era bloccato realizzando cosa in effetti stesse facendo: il pensiero che nutriva anche la cosa dentro di lui era... era...

Fu scosso da un tremito e la sua reazione non sfuggì a Lavi.

– Yuu? – chiamò il giovane.

Kanda scosse il capo come a dire 'non è niente' e notando che Lavi aveva terminato di mangiare fece per alzarsi. Fu subito imitato da Lavi, che non vedeva l'ora di poter essere solo con lui per parlare del suo strano comportamento.

Quando però Kanda allungò il braccio per afferrare la fedele katana, Mugen, sentì mancargli il terreno sotto i piedi, e i suoi occhi si spalancarono a quella sensazione improvvisa. Il mondo iniziò a giragli attorno e credette di cadere, ma due forti braccia erano pronte a sorreggerlo: Lavi.

– Yuu! – esclamò il giovane, il cui tono suonò piuttosto allarmato mentre lo stringeva a sé, notarono sia il cuoco che la vittima del malore.

Un capogiro.

Kanda si chiese se fosse dovuto alla sua condizione oppure alla mancanza di cibo, ma scartò subito il pensiero per concentrarsi sulla situazione attuale; si voltò verso Lavi con aria furente.

– Piantala di lagnarti idiota, ho solo perso l'equilibrio! – ringhiò, dimenticando però di divincolarsi per completare la credibilità della propria reazione.

Lavi continuò a sostenerlo finché non si portò oltre la panca, quindi, lanciandogli un'occhiata preoccupata, aspettò che raccogliesse Mugen e poi insieme lasciarono la mensa.

– Sono proprio una bella coppia! – commentò Jerry appena i due furono fuori portata, fissando distrattamente Reever.

Aveva notato che lo scienziato si era trattenuto apposta in modo da tenerli d'occhio per tutta la cena, e temeva potesse aver parte nel cattivo umore dei due giovani.

L'uomo si voltò verso di lui, il volto stranamente teso.

– C'è qualcosa che dovrei sapere? – chiese al cuoco.

– No – ribatté quest'ultimo, scuotendo il capo – ma ho visto che li guardavi con interesse e mi domandavo perché.

– Be', ultimamente il comportamento di Kanda ci preoccupa. – ammise Reever.

– Il comportamento o piuttosto la sua salute? – precisò Jerry, sollevando un sopracciglio da sotto gli occhiali da sole che non toglieva mai e sfoderando quel sorriso scaltro da 'ne so più io che tu, rassegnati'. Il suo interlocutore apparve per un attimo sorpreso. – Quella preoccupa anche Lavi. – aggiunse il cuoco, senza aspettare di ricevere risposta.

– Oh, certo. Capisco cosa intendi. – disse allora lo scienziato, avvicinandosi al bancone. – Grazie.

– D'altro canto, se anche tra i due ci fosse del tenero, non ci vedrei nulla di male. – gli sussurrò Jerry all'orecchio mentre riprendeva il vassoio, al che Reever gli rivolse un'occhiata allarmata. Lo stava forse prendendo in giro?

– Cosa ti fa credere che stessi pensando a un fatto del genere? – domandò senza mezzi termini, spiazzato dalle allusioni dell'uomo.

– Non so, dimmelo tu. – ribatté questi, ostentando ancora il tipico sorriso sornione che era il suo marchio di fabbrica.

– Smetti di burlarti di me, Jerry. – lo rimproverò bonariamente Reever, aggrottando la fronte e passandosi una mano fra gli incolti capelli biondi, che spesso scordava di pettinare.

– Agli ordini! – esclamò l'uomo, tornando alle proprie mansioni come se l'intera conversazione non avesse mai avuto luogo.

Reever sospirò e uscì, continuando a chiedersi se il cuoco sapesse o no qualcosa e, soprattutto, se Kanda e Lavi... Scosse il capo come a voler scacciare quell'idea. No, impossibile. Doveva essere la suggestione dovuta ai recenti eventi.

 

 

Kanda poteva quasi sentire i pensieri che si agitavano nella testa del suo ansioso innamorato e non riusciva a evitare la crescente irritazione che lo assaliva.

– Sto bene. – ribadì, una volta nel corridoio, in risposta alla silenziosa apprensione di Lavi. – Smetti di fare quella faccia affranta, sembra quasi che io debba morire da un momento all'altro.

A quelle parole Lavi trasalì.

– M-Mi dispiace, non intendevo... – si scusò, balbettando come uno scolaretto colto sul fatto a copiare i compiti. – È che tu non stai mai male, quindi sì, sono molto preoccupato.

Tch. – sbuffò Kanda per tutta risposta. – Te l'ho detto, non è niente.

Lavi si scostò una ciocca dei fiammeggianti capelli rossi dal viso e azzardò un timido sorriso.

– Quindi non hai obiezioni se... – iniziò a dire e, chinandosi sul giovane, ne prese il lobo dell'orecchio tra le labbra, strappandogli un gemito.

– Non qui, idiota – mormorò Kanda, scansandolo con decisione – potrebbero vederci!

Lavi sospirò forte, ma non protestò, si limitò a scortarlo per tutto il tragitto fino alla zona dormitorio degli Esorcisti e controllare che nessuno lo vedesse quando sarebbe entrato dentro con lui.

L'istante successivo la schiena di Kanda sbatté contro la porta della sua stanza mentre Lavi gli scendeva con la lingua lungo il collo, armeggiando contemporaneamente con i bottoni della divisa. Il giovane reclinò il capo all'indietro aggrappandosi all'amante, il suo respiro si fece irregolare e pensare con lucidità divenne difficile, con Lavi che gli infilava le mani dappertutto. Tuttavia, la sua, di mano, raggiunse ugualmente la maniglia spingendo perché la porta si aprisse sotto il loro peso. Entrambi scivolarono all'interno, cercando di soffocare il rumore prodotto dai rispettivi ansiti, confinandolo fra quelle pareti.

Mentre si svestivano a vicenda, una parte di Kanda si chiedeva se lasciarsi possedere ora potesse peggiorare la situazione. L'altra, invece, gli ricordava che quella rischiava di essere una delle ultime volte che poteva avere Lavi. Quindi zittì la prima voce, porgendo di nuovo le labbra al giovane, lasciando che questi lo adagiasse sul letto senza protestare.

L'indomani sarebbe partito, così si adoperò con tutto sé stesso per soddisfare Lavi, come se dovesse essere davvero l'ultima volta, come se non dovessero mai più rivedersi dopo quella notte.

Lavi era la sua droga, l'unico essere vivente in grado di accenderlo di passione fino a farlo uscire di senno. Il solo capace di fargli dimenticare per quei brevi istanti, mentre erano insieme, quanto vile era stato ed era il mondo con lui. A lui soltanto permetteva di toccarlo, di chiamare il suo nome, tormentarlo e sopravvivere.

Il suo sangue ardeva a ogni bacio che Lavi gli posava sulla pelle nuda, esposta e indifesa di fronte a tanto ardore, fuoco liquido che alimentava la sua esistenza; e lui bramava ciascuno di quei baci. Ogni carezza, ogni sussurro che quella voce adorata intonava alle sue orecchie; e, d'improvviso, chi era in controllo non aveva più alcuna importanza. Nessuna, fintanto che le loro labbra si incontravano e i corpi si univano, tremanti, frementi, assetati di quel contatto come dell'aria che li manteneva in vita.

Kanda guidò la mano che tormentava la sua virilità altrove, facendo capire al compagno che per lui era giunto il momento, che non poteva più aspettare, ma Lavi lo zittì con un bacio continuando nel proprio lavoro. Usò invece l'altra mano per prepararlo, in modo da distrarlo talmente da ciò che lo aspettava che non avrebbe percepito il dolore del primo ingresso.

Kanda inarcò il bacino per far sì che Lavi lo penetrasse fino in fondo, muovendosi all'unisono con lui per aumentare il piacere che ogni spinta gli procurava. Ancora e ancora, finché il mondo intorno a lui divenne bianco e ogni fibra del suo essere si contorse, per poi abbandonarsi all'oblio.

Lavi si accasciò su di lui, ugualmente senza forze, incurante di imbrattarsi e imbrattare ovunque, strusciandosi nel seme che lui aveva rilasciato sul proprio stomaco. Lavi era fatto così, Kanda l'aveva accettato da tempo ormai. Si sarebbero ripuliti più tardi, ora, per quanto non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, desiderava solo restare fra le braccia di Lavi.

 

 

Kanda fissava il soffitto ascoltando il suono del respiro di Lavi contro il proprio collo, incapace di prendere sonno, ancora in dubbio su ciò che dovesse fare una volta partito. Lentamente, si scostò da Lavi, mettendosi seduto sul letto. Si soffermò a osservare il giovane addormentato, la chioma ribelle adagiata sul cuscino, ciuffi di quei meravigliosi capelli rossi che gli ricadevano arruffati sul volto sorridente.

Sorride anche nel sonno,” pensò Kanda.

Entro poche ore sarebbe stato su un treno diretto chissà dove nel cuore del nord Europa e non lo avrebbe rivisto per molto tempo. Neanche si era preoccupato di leggere il nome della sua destinazione, per quanto gli interessava la missione affidatagli...

Avrebbe voluto non dover decidere una cosa del genere, ma non aveva scelta e non poteva dirgli cosa stava succedendo, Lavi non avrebbe capito e avrebbe cercato di fermarlo.

Allungò una mano verso quel volto sereno, desiderando di passare le dita tra quelle fiamme ardenti, ma si fermò a pochi centimetri dal giovane addormentato.

– Puoi toccarmi se ne hai voglia, non mordo. – mormorò Lavi, aprendo completamente il suo unico occhio e fissandolo in quelli di Kanda, che lo contemplava in silenzio. – Hai di nuovo quello sguardo. Cosa c'è, Yuu?

– Non so di che parli. – si affrettò a rispondere Kanda, abbassando gli occhi sulle lenzuola.

Da quanto era sveglio e lo osservava?

– Puoi darla a bere al resto del mondo, ma non a me. – sospirò Lavi, posando una mano su quella di Kanda. – C'è qualcosa che ti tormenta e si vede. Coraggio, di che si tratta? – insistette.

L'espressione di Kanda si fece tirata e le sue labbra divennero una linea sottile, tanto forte serrò la mascella.

Cosa posso dirgli?”

– Komui mi ha affidato una missione. Parto oggi. – rispose infine in tono calmo, sperando che fosse una giustificazione sufficiente al suo atteggiamento.

Lavi sorrise e gli cinse la vita, appoggiando il viso contro la schiena di lui.

– Tutto qui? Era questo che non volevi dirmi? – chiese; gli posò una scia di baci lungo la linea delle vertebre, e lo sentì fremere. – Dovresti conoscermi bene ormai.

– Mi manda solo. – precisò Kanda, posando le braccia a coprire quelle dell'altro.

Lavi rise sommessamente.

– È strano per te preoccuparti di una cosa del genere... – commentò; gli voltò delicatamente il viso in modo da incontrare ancora il suo sguardo. – So che tornerai da me e ti aspetterò pazientemente.

Kanda annuì, ma la sua espressione non cambiò, e Lavi non poté fare a meno di toccare quelle labbra serrate con le proprie. Attirò il giovane a sé, per un lungo bacio appassionato da togliere il respiro.

Quando infine si separarono, Lavi tuffò il viso fra i capelli di Kanda, iniziando a carezzarli ritmicamente come se intendesse, con il ripetere quei movimenti della mano, calmare l'ansia che percepiva in lui.

– Ti amo, Yuu. – gli sussurrò all'orecchio mentre intrecciava le dita in quella cascata di seta liquida, godendo dei brividi che attraversavano la schiena del giovane a ogni suo tocco.

– Lo so. – fu la risposta di Kanda; un angolo della sua bocca si incurvò leggermente e l'espressione che aveva sul viso si ammorbidì appena.

– E? – lo esortò Lavi, sperando con tutto sé stesso di ricevere la stessa dichiarazione.

Tch. – Kanda si liberò dalla sua stretta e si alzò, iniziando a vestirsi. – È meglio che mi presenti da Komui.

Lavi sospirò, assestandosi sul letto in posizione più comoda.

– Non lo dirai mai vero? – chiese con una nota di tristezza.

– Dire cosa? – ribatté distrattamente Kanda.

– Non importa. – mormorò Lavi, quasi si rivolgesse più a sé stesso che a Kanda. – Vuoi che venga con te?

Il giovane scosse la testa.

– No.

– Allora ci salutiamo qui? – domandò allora Lavi. Aveva la sensazione che Yuu stesse di nuovo cercando di tenerlo a distanza, come faceva tutte le volte che non voleva rivelargli qualcosa.

Cosa aveva questa missione di così speciale da non volerne parlare? Pazienza, l'avrebbe saputo da Komui. Kanda si voltò verso di lui con aria seccata.

– Mi sembra che tu mi abbia 'salutato' più che adeguatamente. – ribatté in tono brusco.

Un altro sospiro.

– D'accordo. – si rassegnò Lavi.

– Mi raccomando non toccare nulla, e fa' attenzione quando esci che nessuno ti veda.

Quando Kanda si produceva in quel genere di 'avvertimenti', Lavi non riusciva a trattenersi dal prenderlo in giro almeno un poco.

– Sissignore! – sillabò, portandosi la mano alla tempia con fare giocoso, ma la scelta di quella risposta spiritosa sembrò urtare Kanda ancora di più.

Tch. – risuonò per l'ennesima volta nella camera, producendo una piccola eco.

Senza aggiungere altro, il giovane uscì, lasciando Lavi da solo.

 

 

I giorni passavano e Lavi non riceveva notizie da Kanda. Da che erano diventati amanti, sebbene gli avesse ripetutamente detto che considerava un inutile spreco di tempo quelle conversazioni a distanza, piene solo di idiozie sentimentali, di solito Yuu aveva comunque cura di chiamarlo. Lo faceva almeno una volta durante le sue missioni, per consentirgli di chiedere come stava e poi staccare la comunicazione dopo qualche monosillabo seccato. Però lo chiamava.

Erano trascorse quasi tre settimane, ormai, dal giorno che era partito e questa volta Lavi non aveva ricevuto nemmeno un trillo sul suo golem. Era in ansia da morire, ma non poteva chiedere a nessuno senza che gli facessero domande scomode, cui avrebbe dovuto dare delle risposte anche più scomode. Risposte che, al suo ritorno Yuu gli avrebbe fatto scontare con gli interessi a seconda del grado di imbarazzo in cui, secondo lui, era stato messo.

L'unico che si era accorto del suo tormento interiore a colpo d'occhio, era, ovviamente, Jerry.

– Kanda sta bene. – gli disse il cuoco sottovoce, mentre gli consegnava il pranzo.

Lavi lo fissò a bocca aperta, guardandosi attorno subito dopo, per essere certo che nessun altro avesse udito.

– Tu come lo sai? – rispose, avvicinandosi di più a Jerry, che lo squadrò con aria furba, ammiccando.

– L'unico che riesce a toglierti il sorriso è Kanda. – recitò l'uomo, annuendo tra sé mentre fingeva di sistemare qualcos'altro nei piatti destinati al giovane in attesa di fronte a lui. – Non ci vuole molto a indovinare cosa ti turba.

– Colpito. – ammise Lavi. – Che altro sai?

– La missione procede senza problemi e Kanda sta bene. Tornerà presto. – disse piano il cuoco. – L'ho estorto a Reever stamattina. – chiocciò poi, annuendo compiaciuto. – Non si dice mai di no a chi ti prepara da mangiare.

– Grazie. – rispose Lavi e gli elargì uno di quei sorrisi preconfezionati che teneva in serbo per le situazioni difficili.

Situazioni come quella, appunto. Prese il vassoio e fece per andare a sedersi, quando l'uomo lo afferrò per un braccio, trattenendolo.

– Glie l'hai detto? – gli sparò verbalmente contro, a bruciapelo.

– C-Cosa? – balbettò Lavi, che subito ebbe un brutto presentimento su dove Jerry volesse andare a parare. – A chi?

Di solito non era mai insistente, ma questa volta, per imperscrutabili ragioni, lo aveva proprio preso di mira, accidenti a lui. Forse era solo curioso di sapere come mai era tanto in ansia per Yuu o se avessero di nuovo litigato...

No, Jerry voleva sapere di lui e Yuu. Erano cose estremamente differenti.

– A Kanda. – gli sussurrò prontamente all'orecchio.

Centro. Lavi deglutì a vuoto, apprestandosi a mentire e leggendo sul viso dell'uomo che era del tutto inutile; qualunque scusa gli avesse propinato non sarebbe stata creduta. Molto bene, a volte la verità era la cosa migliore. La verità rende liberi, non dicevano forse così?

– Jerry – esordì, umettandosi le labbra come se d'improvviso gli si fosse seccata la gola – spero che tu abbia tenuto la bocca chiusa su questa storia.

– Sì, lo so, Eresia e idiozie varie. – recitò il cuoco e agitò una mano davanti a sé a mo' di ventaglio, a sottolineare quanto dava credito ai dettami della Chiesa. – Allora, glie l'hai detto? – insistette.

– No. – mentì Lavi.

Jerry tirò le labbra fino a farle diventare una sottilissima linea rosa, gli angoli così curvati che quasi gli toccavano le orecchie, compiaciuto di aver ottenuto la risposta affermativa che si aspettava riguardo i sentimenti di Lavi.

– Dovresti farlo. – disse.

– Già... – ammise il giovane Bookman, lanciando a Jerry un'occhiata triste e sollevando il vassoio con il proprio pasto, incamminandosi poi mestamente verso il tavolo al quale sedevano Allen e Lenalee.

Sedette con loro, sperando di ottenere altre indiscrezioni dalla preziosa sorella del supervisore o quantomeno di essere tirato su di morale da qualche gaffe clamorosa di Allen.

 

 

Lavi era in biblioteca intento a completare le sue registrazioni, come sempre quando non era via per qualche missione, quando d'improvviso un rumore secco lo fece voltare verso la porta. Sembrava che qualcuno avesse bussato, che era piuttosto strano visto che l'ingresso a quel posto era libero. Il pesante uscio si spalancò di colpo prima ancora che lui potesse chiedere chi fosse o rispondere 'avanti', lasciando intravedere una mano che vi si appoggiava pesantemente.

Una mano insanguinata; e una figura incappucciata che si trascinava dentro.

Kanda.

Lavi si alzò di scatto per soccorrerlo prima che crollasse a terra, domandandosi per quale assurdo motivo fosse lì e non in infermeria.

– Yuu! – gridò allarmato, afferrando il giovane al volo.

La copertura che indossava scivolò indietro, mostrando una faccia stanca, pallida, provata. Kanda socchiuse gli occhi, mettendo a fuoco la persona che lo sorreggeva; quindi protese la mano a sfiorarne il viso, incerto se ciò che vedeva fosse reale.

– Lavi... – mormorò a fatica; la sua bocca si incurvò in un debole sorriso, mentre la mano gli ricadeva accanto senza forze e lui perdeva i sensi.

Lavi percepì la sensazione umida del sangue che gli aveva lasciato sul viso. Il suo unico occhio si dilatò a dismisura, mentre la possibile gravità della situazione si rivelava a lui in quelle dita sottili che lo toccavano appena per poi abbandonarlo e cadere.

– Dio, Yuu, che è successo?! – esclamò, armeggiando con foga per farsi strada sotto il paludamento che avvolgeva Kanda e scoprirne il corpo.

Lo tastò per valutarne le ferite, trovando la divisa completamente zuppa. Ritrasse la mano con orrore, fissando il sangue su di essa: se ancora adesso la ferita non si era chiusa, quanto estesa e profonda doveva essere stata all'inizio?

Slacciò spasmodicamente i bottoni aprendogli la giacca; trovò un bendaggio improvvisato su un taglio verticale che attraversava mezzo corpo, dal petto all'addome, e fu preso dal panico.

– Yuu! Rispondimi! – quasi gridò, tanto era sconvolto, ma Kanda rimase immobile tra le sue braccia.

Disperato, Lavi lo sollevò di peso senza pensarci troppo e si diresse di corsa in infermeria.

 



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Grazie a tutti coloro che hanno letto e soprattutto a chi ha speso cinque minuti del suo tempo per recensire!


Kumiko_Walker:

La vera e autentica verità? Io non approvo le MPreg. Perché mai ne stai scrivendo una, dirai tu.

Bella domanda, deve essere colpa di alcune storie in cui mi sono imbattuta su questo scabroso argomento XD E' diventato un chiodo fisso, ho iniziato a chiedermi che avrebbe fatto Kanda se gli fosse accaduta una cosa così terribile. E alla fine ho messo le mie pare mentali su carta – pardon, WEB XD

Non credevo che qualcuno avrebbe letto, vedendo l'avvertimento MPreg nella presentazione, tanto meno mi aspettavo che ci fosse chi apprezza e persino commenta XD

Grazie di esserti fatta sentire, mi fa piacere che tu abbia gradito le interazioni sdolcinate fra i due protagonisti, e spero ti piaccia anche questo capitolo.

Come dicevo in testata, poi sono in vacanza! Prossimo capitolo a Settembre!


Redseapearl:


EHM, giustappunto. Gli autori vanno al mare... Pure io u_u.

O_O ----> questa mpreg è proprio quello che ci voleva

* Non ci crede * XD

L'Innocence è un'arma terribile, sia di per sé che messa in mano alle fan writer... Appunto per questi motivi: con lei si può avere ogni cosa. Anche mettere incinto un personaggio maschio... E ripeto, io non approvo. Ma riconosco che può essere plausibile, appunto.

Povero Kanda, non solo gli è capitata questa tragedia, ma si ritrova anche a farsi le stesse domande che, effettivamente, si farebbe una donna nella sua stessa situazione... La qual cosa non era voluta, è solo che, seguendo i pensieri di Kanda, proprio lì siamo arrivati.

Per il fatto che il nostro amato samurai è contraddittorio, be', è il suo marchio di fabbrica XD Cascasse il mondo se ammette per una volta ciò che desidera!

Grazie per aver apprezzato la storia e avermi fatto sapere che ne pensi!

Per gli aggiornamenti, ora vacanze anche per me!

Ci si rivede a settembre!


Rebychan:

* commossa *

Qualcuno che si ricorda di me! Grazie per il bentornato! Farò del mio meglio per riprendere tutto, ma non posso promettere che sarà a breve.

E' stato un periodo molto difficile, ma infine sono di nuovo qui, anche se noto con profondo dispiacere il declino del fandom. In particolare per il nostro amato pair, la qual cosa mi rattrista molto.

Grazie per aver apprezzato l'inizio di questa storia 'pazzesca', e sì, Kanda non ha preso affatto bene ciò che gli è accaduto... Poverino, già che è così orgoglioso, aggiungiamoci i dubbi che lo tormentano e il modus operandi dell'Ordine Oscuro, ed otteniamo una miscela esplosiva.

No, non sarà affatto facile u_u

Sì, ho sempre creduto che se Lavi fosse stato insieme a Kanda si sarebbe comportato in modo dolce e protettivo con lui, anche sapendo che la cosa lo fa infuriare XD

XD Come si diceva, l'Innocence può tutto e grazie a lei accadono i miracoli... nel bene e nel male XD Quale scoperta terrificante, oltre che arma insostituibile per gli Esorcisti!

Spero ti piaccia anche questo secondo capitolo, per il terzo purtroppo c'è da aspettare settembre!

  
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