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Autore: silvia889    02/08/2011    1 recensioni
Luke e Nathan, aiutati da Juliet una ragazza tutta pazza e da Vicki una bambina dolcissima, riusciranno a dare un nome ai loro sentimenti? Una storia allegra che parlerà di amore, di amicizia e di come la sfortuna può trasformarsi in fortuna. E' la mia prima storia siate gentili, tutti i consigli sono ben accetti, un bacio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Luke

Capitolo III

 << E’ inutile!!!! Sto combattendo una battaglia persa in partenza! >> Questo pensava il povero Luke guardando allo specchio la sua zazzera nera che proprio non ne voleva sapere di essere pettinata in maniera accettabile.

<< Tesoro, farai tardi a scuola se non ti sbrighi e, come al solito, Juliet ti sgriderà >>

La voce di sua madre proveniente dalla cucina lo riscosse e così, presa  la tracolla,  si diresse al piano sottostante sbuffando sonoramente e pensando che, prima o poi, si sarebbe deciso ed avrebbe dato un taglio netto ai quei suoi capelli che tanto lo facevano impazzire.

Dopo aver afferrato un toast al volo e dato un bacio a sua madre, si precipitò in strada dove la ragazza lo stava aspettando impaziente.

<< Amico mio, sei peggio delle donne! Possibile che ogni mattina ti debba attendere per almeno dieci minuti?! >>

<< Scusa Juls, ma non è colpa mia, sono loro i responsabili >>  disse indicando i capelli corvini <<  Non ne vogliono sapere di stare a posto! Mi perdoni, vero?  >>.

L’amica pensò che, anche volendo, era proprio impossibile prendersela con lui quando la supplicava in quel modo e soprattutto la guardava con quegli occhi verdi spalancati che lo facevano sembrare un cucciolo desideroso di coccole.

<< E va bene! Tanto con te è inutile prendersela, riesci sempre a fregarmi!!! >>

Luke le sorrise pensando che era proprio un genio.

La tecnica del cagnolino coccoloso funzionava sempre ed era frutto di anni ed anni di pratica con sua madre.

Da piccolo, con quella tattica, aveva evitato punizioni troppo severe per i suoi piccoli disastri ed ottenuto   dolci e caramelle di cui lui era golosissimo.

Correndo come pazzi si diressero verso la  scuola, la Trenton High, situata a Middletown, contea di Monmouth , New Jersey[1].

Per fortuna riuscirono ad arrivare in tempo, chi l’avrebbe sentita altrimenti la Gardner, loro professoressa di chimica.  

Affannati ed arrossati salutarono i loro compagni e presero posto in fondo all’aula.

 Luke, seduto vicino alla finestra, si perse,  come al solito, nei suoi pensieri quando una voce,  o più che altro una gomitata di Juls, lo riscossero.

<<  Write?!, Write?! Insomma un po’ d’attenzione >>

<< Mi scusi professoressa! Stava dicendo? >> fece con il miglior tono da allievo pentito e pronto a recuperare.

<<  Niente lasciamo perdere! Sempre il solito distratto >>  disse e, borbottando tra sé, riprese a spiegare alla classe.

Per questa volta se l’era cavata ma doveva stare più attento, non era raro, infatti, che si lasciasse andare a sogni ad occhi aperti, che spesso lo portavano ad essere rimproverato dagli insegnanti.

Il punto è che aveva provato a stare attento ma proprio non riusciva a non pensare ad un mondo diverso, fantastico dove ognuno poteva essere liberamente ciò che era senza paura di essere deriso e giudicato.

Forse soffriva di qualche malattia rara che gli impediva di prestare attenzione, si, decise doveva essere così!

Ci rimase malissimo quando, nell’esporre la teoria a Juls, questa gli scoppiò a ridere in faccia senza il minimo ritegno e considerazione.

<<  Ahahahahha, una malattia rara, questa è bellissima, non riesco a smettere di ridere, ahahahh.. >>

<< Uffa, la smetti, non è così divertente, potrei essere gravemente malato e tu che mi dovresti assistere mi deridi, non è per niente carino! >> disse sbuffando ed imbrociandosi

<< Avanti Luke non sei malato, sei solo distratto e vedere l’oceano dalla finestra certo non aiuta a mantenere l’attenzione. Chissà quante volte avrai pensato di essere là invece che qua. Forse dovresti provare a cambiare posto. >>

<< No e poi no, io adoro vedere quel blue intenso, non posso spostarmi. >>

Ripensandoci, però forse Juls aveva ragione, quella mattina si era distratto proprio per quello, aveva ripensato a quegli occhi, quelli di Vicki e dello sconosciuto.

Al suono della campanella che annunciava la fine della lezione tutti gli studenti si riversarono in strada stando attenti a non investire i bambini delle elementari, i due istituti confinavano infatti l’uno con l’altro.

Sospinto dalla folla Luke perse di vista Juls e, data la sua ormai proverbiale goffaggine, sbatté violentemente contro qualcuno.

<<  Che male!!!! Scusa! Non l’ho fatto appo.. >>

Le parole gli morirono in gola nel vedere due gelidi occhi blue fissarlo con disprezzo.

<< Ancora tu! Moccioso, non è possibile! Dovresti guardare dove metti i piedi! Adesso levati di mezzo >>.

Il “ moccioso” sentendo quell’appellativo e quel tono arrogante perse veramente la calma e, memore del torto subito anche la volta precedente, cominciò ad urlare.

<< Ma insomma chi ti credi di essere per trattare così la gente? Avrai al massimo un  anno più di me e ti comporti come se fossi  il padrone del mondo. Solo perché sono un po’ imbranato non hai il diritto d’insultarmi e inoltre..>> per prendere fiato e continuare fu costretto a fermarsi e lo sconosciuto ne approfittò al volo.

<<  Ragazzino, ci stanno guardando tutti, smettila di dare spettacolo  e spostati non ho tempo da perdere.

Se devi sfogare le tue frustrazioni represse su qualcuno evita di farlo con me.

Comunque si sei un moccioso e si di nuovo  io mi sento superiore a te.

Ora se non ti dispiace ho una persona molto più importante  con cui devo vedermi quindi ciao e a mai più arrivederci >>. Detto questo si allontanò velocemente mimetizzandosi con la folla e 

sparendo dalla visuale di Luke.

Il ragazzo era arrabbiatissimo, i suoi occhi verdi di solito tranquilli e sereni sembravano un mare in tempesta, aveva il viso arrossato e ansimava per il troppo urlare.

In questo stato lo trovò Juls che, dopo essersi fatta spiegare quanto successo, gli consigliò di lasciar perdere un arrogante del genere e lo accompagnò a prendere un gelato.

Rientrato a casa non smise però di pensare alla discussione avuta e di quanto lo sconosciuto lo avesse fatto infuriare.

“ Moccioso”, “ ragazzino” chi si credeva di essere quel tipo per trattarlo così?!

<< La prossima volta non se la caverà così facilmente e vedremo chi è il bambino tra noi >> pensò, perché Luke ne era sicuro, presto il destino li avrebbe fatti rincontrare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] La Trenton High è di mia invenzione. Le altre coordinate geografiche sono veritiere. Un grazie a Wikipedia 

  
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