Film > Pirati dei caraibi
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Autore: dragon_queen    02/08/2011    1 recensioni
Personale seguito dell'incredibile trilogia dei Pirati dei Caraibi. Stavolta la protagonista è una ragazza di quasi 20 anni, che reca sulla schiena un singolare tatuaggio e nasconde un inaspattato passato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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           “Fuori udiva fischiare i cannoni della strana nave apparsa come un miraggio all'orizzonte, mentre avvertiva la porta d'ingresso della sua casa che stava per essere abbattuta. Il maggiordomo, come se ignorasse l'intera faccenda, andò tranquillamente ad aprire, ricevendo una pallottola in piena fronte. Spaventata, la ragazza si rifugiò nel salone, nascondendosi in un armadio. Due pirati fecero irruzione nella stanza, intuendo immediatamente dove fosse nascosta. Così spalancarono l'armadio e...

-E...?- chiese Kathy quando la madre interruppe la storia.

-E la fine domani, anche se penso che tu la conosca già, visto che te la racconto quasi tutte le sere-

-Ma è la mia storia preferita. E poi adesso arriva la parte migliore-

-Domani. Adesso a letto- le sorrise la madre e le rimboccò le coperte.

-D'accordo. Buonanotte mamma-

-Buonanotte piccola mia-

La donna chiuse la porta della stanza della figlia e si sedette al tavolo della piccola e spoglia cucina. Quel giorno era arrivato un altro pacco, pieno di gioielli e monete, accompagnati dalla solita sua lettera. Ormai erano quasi dieci anni che giungeva puntualmente un pacco con dei soldi e una lettera a cui lei non aveva mai risposto.

Ad un tratto un colpo di tosse la scosse. Tremante, si pulì la bocca con il dorso della mano e la vide sporca di sangue. La sua malattia stava peggiorando, ma ancora non voleva arrendersi: voleva rivederlo un'ultima volta.

Tornò a guardare il foglio ingiallito che odorava di salmastro. Lesse le ultime parole, con un sorriso nostalgico:

Non ti ho dimenticato, Elizabeth”

 

-Avanti mamma, a quest'ora un pirata ti avrebbe già ucciso. Che ti succede??- ridacchiò Kathy.

-Oh niente, ho solo bisogno di riposare- rispose Elizabeth e si sedette su di un masso.

La figlia le si mise a fianco. La madre le accarezzò i morbidi capelli castani. Non voleva che la bambina si preoccupasse, ma sentiva il malessere che incombeva e non poteva farne a meno. Sorrise.

-Sei diventata veramente molto brava. Tuo padre sarebbe molto fiero di te-

-Merito di una brava insegnante-

Poi ci un attimo di silenzio.

-Mamma, lui dov'è adesso??- chiese la figlia.

-Per mare, chissà dove-

-Perchè ci ha abbandonate??-

-E' stato costretto e sono sicura che per lui si è rivelato un sacrificio enorme- rispose la donna, mentre abbassava lo sguardo, sapendo in cuor suo che quella era la verità.

La bambina impugnava ancora la spada leggera e dalla delicata finitura, con la lama sottile e molto tagliente. Da quando la piccola aveva compiuto cinque anni, la madre aveva cominciato ad insegnarle a combattere con la spada.

-Mamma, questa spada l'ha davvero fatta mio padre?- chiese.

-Certo Kathy. Tuo padre era il migliore e questa te l'ha lasciata in eredità-

Ogni volta che sua madre le rivolgeva quelle parole, Kathy diventava raggiante, il sorriso le si apriva sulle labbra e gli occhi le si illuminavano.

-Giuro che la terrò con me fino al giorno in cui lo incontrerò- rispose, guardando l'arma.

-E spero che quel giorno arrivi presto- pensò Elizabeth e sorrise.

Quella sera alla madre venne un'altra crisi, più forte delle altre, tanto da non riuscire a riprendersi. La piccola Kathy corse veloce come il vento, raggiunse la casa del dottore e lo svegliò con la sua altisonante voce. Quello, molto affezionato alle due, si precipitò subito a casa loro. Visitò la donna, la quale fece uscire la figlia dalla stanza.

Dopo un attimo di silenzio, lei chiese:

-Dottore, quanto mi rimane?-

L'uomo abbassò lo sguardo, mortificato.

-Elizabeth, mi dispiace molto. Purtroppo la malattia sta peggiorando e ormai non so più cosa fare. Non so dirti quanto ti rimanga, ma non credo sia molto tempo-

La donna strinse i pugni. Il suo pensiero andò alla figlia:

-Chi penserà a Kathy? E' ancora troppo piccola per cavarsela da sola-

-Non temere. Sono sicuro che il locandiere e sua moglie la prenderanno volentieri con loro, visto anche il fatto che non possono avere figli e desideravano da tanto averne uno. L'unica cosa che posso dirti è di passare questo tempo che ti rimane con lei e cercare di non farglielo pesare più di tanto- rispose il dottore.

-Si, ha ragione- rispose la donna, mentre le lacrime le rigavano le guance.

 

Nel giro di qualche mese Elizabeth continuò a peggiorare, sino a che non ci fu più niente da fare. Kathy si trovò all'improvviso da sola, senza alcuno che si prendesse cura di lei.

Al funerale venne quasi tutta la gente di Deep River, compresi il dottore, il locandiere e la moglie. Erano molto amate dai paesani, i quali le avevano sempre trattate con riguardo e gentilezza. Forse perchè ignoravano che fossero la moglie e la figlia di un pirata.

Nonostante non avesse ancora dieci anni, Kathy riusciva a comprendere benissimo l'intera situazione.

Stava in piedi davanti alla tomba della madre, coperta da una corona di fiori bianchi, con le lacrime che continuavano a scendere e i singhiozzi che la scuotevano. Rimase anche dopo, quando tutti se ne erano già andati, a fissare la fredda lapide su cui aveva chiesto che fossero incise qualche frasi di circostanza. La sepoltura era stata posta in cima alla scogliera, poco lontano dalla loro casetta. Era stata la bambina a chiederlo e non avevano potuto dirle di no. Sapeva che alla madre quel posto piaceva tanto e gli ultimi giorni di vita l'aveva vista spesso recarsi in quel punto e fissare il mare, con gli occhi tristi e nostalgici.

Ad un tratto avvertì qualcuno alle sue spalle: si voltò e vide il dottore, il locandiere e la moglie che la guardavano, affranti, con gli occhi ancora gonfi.

-Ciao Kathy, volevamo sapere come ti senti e se ti serve qualcosa-

-Va tutto bene e non mi occorre niente per ora- rispose lei.

-Senti, so che non è il momento giusto per chiedertelo, ma John e Claire, che tu già conosci, vorrebbero prenderti con loro, visto che sei ancora troppo piccola per vivere da sola- le disse il dottore.

La bambina spostò lo sguardo su marito e moglie e le sembrarono delle brave persone. In qualche modo si rendeva conto che il dottore aveva ragione. Così rivolse un ultimo sguardo alla tomba, per poi dire:

-Penso che vada bene, ma se non è di troppo disturbo, per stanotte vorrei dormire a casa mia-

-Va bene, ti verremo a prendere domani mattina- e detto ciò i tre se ne andarono.

Kathy rimase finalmente sola davanti alla tomba della madre, mentre il vento le scompigliava i capelli, facendola rabbrividire. All'improvviso notò una nave all'orizzonte ed una scialuppa, con qualcuno che remava verso la riva. Dall'imbarcazione scese un uomo, alto e dall'aspetto gentile, con lunghi capelli castani. Kathy lo osservò a lungo, ma quello sembrò non accorgersi della sua presenza.

La bambina tornò dunque a casa e rimase a guardare l'uomo sulla spiaggia, che continuava ad aspettare, passeggiando avanti e indietro. Le ore passavano e il sole stava già scomparendo dietro l'orizzonte. Lo sconosciuto osservò il tramonto, dopodichè esitò per un attimo, per poi riprendere la scialuppa e remare di nuovo verso la nave. Il suo sguardo era triste e deluso.

Non appena il sole scomparve, si sprigionò un flebile e fulmineo raggio verde e la nave sparì, così come era apparsa.

 

Il mattino seguente, la bambina si alzò molto presto, poiché quella notte non era quasi riuscita a chiudere occhio. Iniziò a preparare le poche cose che possedeva.

Mentre stava nella piccola cucina, notò qualcosa sul tavolo che la sera prima non aveva notato: era una strana scatola, dai fregi singolari, chiusa a chiave. Poggiata sopra il coperchio stava una lettera.

Kathy la aprì e lesse:

 

Cara Kathy,

non ho molto da lasciarti, ma questa scatola è il bene più prezioso che possiedo e voglio che tu la custodisca. Per favore, non aprirla , ma soprattutto non farla cadere in mani sbagliate. Portala sempre con te e non separartene mai.

Mi dispiace di non riuscire a starti accanto più a lungo, ma ho parlato con John e Claire e loro hanno accettato di prendersi cura di te.

In cuor mio non vorrei farti provare tutto il dolore che la mia scomparsa porterà, ma sappi che il male che provo dentro lasciandoti sola non ha uguali. Avrei voluto un futuro diverso per noi, per te, ma il destino non mi ha permesso di realizzarlo.

Se mai dovessi incontrare tuo padre, e in cuor mio spero di si, non incolparlo di averci lasciate. Come ti ho detto molte volte, non ha avuto scelta e in quel momento capirai perchè.

Bene, direi che questo è un addio, forzato, ma pur sempre un addio.

Non rinunciare mai a realizzare i tuoi sogni poiché, come disse una volta tuo padre:

Nessuna causa è persa finchè ci sarà un solo folle a combattere per essa”

Ti voglio bene piccola mia,

Mamma

 

P.S. Nella busta c'è la chiave per aprire la scatola. Tiella sempre con te.

 

La bambina guardò all'interno e trovò una chiave dalla particolare fattura. Se la legò al collo. Quando sollevò la scatola per metterla con le altre cose da portare via, sentì come se al suo interno ci fosse qualcosa che batteva. Si spaventò e la lasciò cadere a terra, con un tonfo sordo. Dopo qualche minuto che la osservava, impalata dov'era, si fece di nuovo coraggio e la riprese tra le mani. Stavolta non sentì niente.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. 

  
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