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Autore: Maggie_Lullaby    03/08/2011    5 recensioni
Era appoggiato alla portiera della sua macchina, sotto il sole cocente di Agosto, la schiena a contatto con la maglietta bianca ormai umida di sudore.
Aveva gli occhiali posati sugli occhi, un sorriso stanco e insieme euforico dipinto sul viso, il piede destro che batteva il ritmo di una canzone di cui nemmeno ricordava né titolo né cantante. [...]
Spostò lo sguardo, sempre con quel sorriso che gli inarcava le labbra fini verso l'alto, e – finalmente – la vide.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Dedicata a Diletta. Grazie, grazie per la canzone, per una settima meravigliosa, per quella lista, per essere così meravigliosa. Ti amo. ♥


Everything you do is super fucking cute and I can't stand it.


Nicholas giocherellò con le chiavi della macchina con una mano, accarezzandone il profilo frastagliato, sentendo le dita seguire la forma storta.

Era appoggiato alla portiera della sua macchina, sotto il sole cocente di Agosto, la schiena a contatto con la maglietta bianca ormai umida di sudore.

Aveva gli occhiali posati sugli occhi, un sorriso stanco e insieme euforico dipinto sul viso, il piede destro che batteva il ritmo di una canzone di cui nemmeno ricordava né titolo né cantante.

Aveva caldo. Sentiva la gola ruvida, assetata, eppure rimase immobile, senza nemmeno muoversi per allungare un braccio all'interno dell'abitacolo per afferrare la bottiglietta d'acqua appoggiata sul sedile.

Rimase immobile, ad osservare il parco davanti a lui, ad ascoltare i bambini giocare a rincorrersi nel parco giochi poco distante, nascosto da alcuni alberi, a guardare alcune mamme incontrarsi con i loro neonati ancora nei passeggini, ad osservare un paio di ragazzi fare jogging, a scrutare attentamente due squadre di tredicenni giocare a calcio, mentre delle loro amiche li guardavano ed esultavano ogni volta che qualcuno, non importava realmente chi, faceva goal.

Spostò lo sguardo, sempre con quel sorriso che gli inarcava le labbra fini verso l'alto, e – finalmente – la vide.

Era seduta su una panchina, come sempre gli dava le spalle, ed era china su qualcosa che lui non poteva vedere, ma probabilmente era il suo quadernetto nero, i lunghi capelli mori scossi dal leggero vento che ogni tanto sollevava gli abitanti della città dal caldo infernale.

Nick osservò il modo in cui si piegava a scrivere, come ogni tanto alzava il capo ad osservare il paesaggio, come per cercare l'ispirazione, e poi si chinava di nuovo a scrivere.

Ogni tanto voltava il capo di profilo e Nicholas poteva osservare il suo profilo perfetto, la linea dritta del piccolo naso, la forma delle labbra, le lunghe ciglia scure. In queste occasioni, si scostava una ciocca di capelli dalla faccia e la metteva a posto dietro a un orecchio, e Nick poteva vedere che aveva le cuffie del lettore CD nelle orecchie. Quella ciocca, non appena avrebbe riposto di nuovo lo sguardo sul suo quadernetto, sarebbe sfuggita da dietro all'orecchio per poi riposarsi di nuovo davanti al suo viso, ribelle.

E lei l'avrebbe lasciata lì.

Nicholas non sapeva di che colore avesse gli occhi, non si era mai avvicinato abbastanza da poterlo constatare, ma gli piaceva immaginare che fossero marroni. Scuri, profondi, talmente profondi da non riuscire a colmare tutto ciò che le passava per la testa. Due occhi da sognatrice.

Quel giorno indossava una canottiera bianca, semplice, come lo era lei.

Una bambina – forse aveva sei anni, forse ne aveva quattro – correva vicino a lei e proprio mentre passava davanti a lei inciampò, rimanendo a terra.

Lei si alzò subito, appoggiando matita – matita, non penna – lettore CD e quadernetto sulla panchina, e chinandosi per aiutare la bambina ad alzarsi e sincerarsi che stesse bene. Nick la vide sorridere, un sorriso, grande, luminoso, una volta che la piccola si rialzò. La vide dire qualcosa, non poteva capire cosa, diede un buffetto alla bambina e la guardò allontanarsi sorridendo.

Il ragazzo seguì la corsa della bambina finché non raggiunse la madre, seduta poco distante insieme a delle amiche – forse colleghe, forse compagne del club di lettura – prima di tornare a guardare lei.

Era di nuovo seduta, di nuovo china sul suo quadernetto, di nuovo la ciocca ribelle davanti al viso. Rimase così a lungo, senza mai staccare gli occhi dai fogli, e Nick osservò semplicemente come si muoveva la sua schiena mentre lei scriveva.

Nicholas affondò le mani nelle tasche dei jeans, lasciando scivolare le chiavi dell'auto sulla stoffa, guardandola mentre, improvvisamente, si alzava.

Lei mise tutte le sue cose nella borsa che teneva accanto a sé, compreso il lettore CD, poi si alzò. La gonna a fiori ondeggiò quando fu colpita da un'altra folata di vento fresco. Nick la vide chiudere gli occhi e sorridere, godendo di quei pochi istanti d'aria, prima di mettere la borsa su una spalla e avviarsi lungo il viale di ghiaia.

Aveva una camminata leggera, era come se danzasse invece di camminare, si muoveva veloce, regalando sorrisi a tutti i bambini che passando la guardavano.

Nick si chiese cosa pensassero loro, così piccoli e innocenti, guardandola. Magari credevano fosse un angelo, sì, un angelo sceso dal paradiso per regalare sorrisi.

Spinto dalla voglia, dal desiderio, di vederla da più vicino si incamminò verso il viale, per poi camminare verso di lei, lentamente.

Aveva un sorriso appena accennato sulle labbra, era felice, e lo guardava. O forse guardava solamente dritto davanti a sé, trovando Nick nel suo campo visivo, ma non gli importava. Lo vedeva, forse per la prima volta, lo vedeva.

Nicholas sorrise più che mai e quando furono a pochi passi il suo cuore fece un balzo incrociando i suoi occhi. Era come aveva pensato, erano due occhi marroni, profondi e bellissimi. Aveva gli occhi da sognatrice che lui sapeva doveva avere.

Rallentò ancora di più quando lei fu a pochi passi da lui. Quando incrociò i suoi occhi il suo sorriso si aprì come mai aveva fatto, forse, in vita sua.

«Ciao», soffiò, lasciandosi scappare quella parola così semplice.

Anche il sorriso di lei si aprì un po' di più, e i suoi occhi meravigliosi di illuminarono di una luce un po' confusa, come se si stesse chiedendo se lo conoscesse oppure no.

«Ciao», ricambiò, gentile. No, non lo conosceva.

Non si fermò ad aspettare altre parole, passò oltre, e Nick fece lo stesso. Passando dove era passata poco prima lei sentì un odore di fiori freschi, il suo profumo.

Si arrestò solo quando raggiunse la panchina dove poco prima era seduta lei, e si voltò a vedere se poteva vederla ancora. Sì, scorgeva ancora le sue spalle esili, la sua gonna svolazzante, la sua borsa, i suoi capelli.

Sorrise, sentendosi pieno, euforico solo perché gli aveva rivolto la parola. Sazio, solo per un ciao e per un'occhiata un po' buffa e un po' confusa nel cercare di capire se era un suo conoscente.

Sulla panchina c'era ancora il suo odore.

Nicholas inspirò forte, trattenendo il profumo nelle narici.

Non sapeva il suo nome, non sapeva il giorno del suo compleanno, non sapeva niente della sua famiglia, dei suoi amici, della sua scuola. Sapeva però che preferiva mettersi gonne e vestiti piuttosto che i pantaloni, sapeva che preferiva tenere i capelli sciolti piuttosto che legati in una coda o in una treccia, sapeva che amava il bianco, perché lo indossava spesso, sapeva che era una sognatrice e, anche se non aveva mai letto neanche una parola dei suoi scritti, sapeva che era una scrittrice fantastica.

Sapeva che ogni giorno, ogni singolo giorno, veniva in quel parco, si sedeva alla stessa panchina – era sempre libera, sempre – e scriveva, ascoltava musica, regalava sorrisi come Babbo Natale dona i regali di Natale.

Sapeva che amava guardarla e amava vederla sorridere.

Ecco perché il giorno dopo sarebbe tornato, alla stessa ora, allo stesso posto, come aveva fatto nelle ultime settimane, per guardarla, ammirarla, e magari riuscire a rubarle un altro ciao. E un altro sorriso.


The End}


And I'm officially back.

Prima, poche parole, poi la spiegazione di questa shot che forse un senso non ce l'ha, o forse sì (devo ancora capirlo). Probabilmente non sarà importato a nessuno che io sia sparita da questo fandom per secoli – ed è un bene, non ho le manie da megalomane egocentrica nel credere che io vi sia in qualche modo mancata o chissà cosa o.ò – semplicemente vi chiedo scusa se ho smesso di postare improvvisamente... beh, qualsiasi fic riguardante i Jonas. Non ho scuse e non ne cerco, semplicemente l'ispirazione è andata a farsi un bel giretto nel Paese dei Balocchi e ha fatto fatica a tornare. Ora, non so se questa shot sia stata partorita per puro miracolo graziato dal cielo oppure quella benedetta ispirazione sia veramente tornata, fatto sta che ho intenzione di tornare a postare con più o meno regolarità. Olive & An Arrow – che non aggiorno dai secoli dei secoli – vedrà un nuovo capitolo tra una decina di giorni. Dico così perché dopodomani parto e non penso di poter finire il nuovo capitolo entro domani sera, quindi posterò al mio ritorno. I'm Only Me When I'm With You, invece, non ne ho idea. Non penso ricomincerò a postarla, sinceramente. Ma è tutto da vedere. Lo dico così, giusto per avvisare. E se ci fosse qualcuno interessato a vedere come prosegue mi dispiace, devo vedere come si evolvono le cose.

Passando a questa one-shot. Uhm.

Come ho detto, potrebbe essere stata partorita da un ritorno improvviso e provvisorio dell'ispirazione, oppure no, non ne ho idea. Fatto sta che ho iniziato a scrivere senza nemmeno cosa stavo scrivendo, senza avere una storia, e poi è uscito questo.

Sinceramente? Mi piace. È forse una delle mie prime fic/shot/flash/compagnia che mi piace veramente. Probabilmente perché ho scritto di nuovo sui Jonas- beh, un Jonas - dopo secoli, ma non importa. Non c'è molto da spiegare, c'è semplicemente Nick che pratica lo stalking osserva una ragazza. L'ha vista un giorno per caso, ne è rimasto affascinato, ed ora... beh, ora si emoziona per un ciao. Quindi è innamorato cotto. :3

Spero vi piaccia e spero commentiate, che vi sia piaciuta o meno. Ma anche se leggerete e basta non importa.

Grazie in anticipo a chiunque leggerà/commenterà/inserirà tra le preferite, seguite o ricordate. ♥


Mags.

  
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