TA DAN! Sono tornata! Dopo una settimana d’inferno passata a studiarmi filosofia riesco a pubblicare un nuovo capitoletto! Prima però come al solito vanno i miei ringraziamenti a chi continua ad avere la pazienza di seguirmi e chi commenta: un mega grazie a Lalla86 (grazie perché come sempre sei gentilissima! E un grazie di cuore anche per il commento alla mia altra ff: sei davvero adorabile! GRAZIE!) e a Kristi 87 (oddio quanto sei gentile! Sentirti dire che solitamente sei critica e che invece ti piace la mia ff non sai quanto mi rende felice! E mi rende felice anche il fatto che dici che si sente che amo la poesia! Davvero grazie grazie di cuore! Comunque Sesshy-chan tornerà entro brevissimo, mentre i capitoli … sono ancora parecchi …!)
CAPITOLO 23 -RAPITA-
Camminavo nel bosco senza una meta … non accorgendomi nemmeno di quanto mi stessi allontanando da loro … i miei pensieri erano fissi sulle parole di Naraku. E … pensavo a lui … pensavo continuamente anche a lui.
Già, era sicuramente meglio che fosse finita così, era sicuramente meglio che mi avesse abbandonata e avesse troncato tutto prima che fosse troppo tardi per farlo … sarei diventata la sua compagna, forse davvero mi avrebbe portato al suo palazzo, ma mi sarei anche illusa di un futuro con lui … quando io il futuro … non ce l’ho … era giusto così …
… ma se pensavo che fosse davvero così giusto … perché
piangevo?
Guardando le foglie muoversi al suono del vento mi chiedevo dove potesse essere
… chissà se aveva portato nel suo palazzo la piccola Rin
… chissà se era felice … chissà se si ricordava ancora di me … quanta
malinconia sentii dentro … quanta nostalgia …
A volte amavo perdermi in questi pensieri, in questi sogni … oh, sono sempre stata, d’altronde, una sognatrice! Spero che il cielo potrà perdonare questo mio peccato …
Frugai nella tasca del bel kimono rosa che indossavo ed estrassi i 3 frammenti della sfera … vedendoli vicini non potei non accorgermi che corrispondevano circa a un quarto di quest’ultima. Sapevo che altri frammenti li teneva Naraku; avevo ben visto il loro bagliore tra la sua veste violacea … era altri 3 … forse 4 … probabilmente unendo quelli che io possedevo con quelli suoi avremo riformato già metà del gioiello, se non di più …
I miei pensieri e i miei calcoli furono interrotti da diverse voci che sentii provenire alle mie spalle. Rimisi velocemente i frammenti dentro al mio kimono e feci per afferrare l’arco … mi accorsi però di non averlo portato con me. Nella mia disperazione mi ero dimenticata di prenderlo.
Quando mi voltai davanti a me vidi diverse persone … ma non erano tutti esseri umani … tra di loro distinguevo chiaramente dei demoni … chi mai potevano essere e cosa volevano da me? I miei dubbi furono presto fugati.
- La tua bellezza davvero non ha paragoni. Il mio padrone aveva ragione. –
Colui che aveva appena parlato era un essere umano, alto e di mediocre aspetto che indossava un kimono elegante.
- Cosa volete da me? –
- Devi venire con noi – rispose l’uomo che aveva parlato.
Non se ne parlava proprio:
- Scordatevelo – dissi io infatti con tono deciso.
- Bella e decisa. Ma ti conviene ubbidire … o ci costringerai a usare la forza … - replicò lui.
Immediatamente alzai una barriera attorno a me … fu una cosa quasi istintiva tentare di proteggermi. Forse le persone e i demoni che era lì davanti a me non se l’aspettavano poiché mi guardarono con viva sorpresa.
- Lasciatemi stare … vi conviene andarvene … non sono certo una persona che attacca facilmente, ma potrei benissimo non farmi scrupoli in questo caso … -
Li vidi indietreggiare e ingenuamente pensai che se ne stessero andando. A poco a poco la barriera attorno a me scomparve … pensavo oramai di essere al sicuro. Come al solito ero stata troppo ingenua … poiché non avevo guardato dietro di me, da dove sentii provenire un forte colpo sulla mia testa ….
… non ricordo più niente …
So solo che mi risvegliai in una grande stanza, estremamente elegante, appartenente probabilmente a una ricca persona. Quando tentai di muovermi capii come le mani mi fossero state legate dietro alla schiena e nel contempo sentivo un dolore lancinante alla testa da cui sentivo scendere gocce di sangue.
Nervosamente mi guardavo attorno … dove mai potevo trovarmi … poi mi ricordai degli ultimi momenti prima di quella botta in testa. Probabilmente quegli scagnozzi, mandati da chissà chi, erano riusciti a prendermi … e a portarmi dal loro padrone …
Vidi entrare qualcuno dalla sontuosa porta della stanza. Un uomo, probabilmente sui 30 anni, di gradevole aspetto, elegantemente vestito, si avvicinò a me. Si chinò come per osservarmi meglio. Era un essere umano, non vi erano dubbi. Non emanava alcuna aura demoniaca.
- Sei davvero la più bella creatura mai apparsa in queste terre. Ti avevo già visto, ma da vicino sei ancora meglio – concluse alzandomi il viso con un dito e liberandomi le mani dai lacci.
- Non osare toccarmi – esclamai, scostandomi velocemente, ma il dolore alla testa era talmente forte che ricaddi su un fianco.
- Stupida ragazzina! Non riesci nemmeno a reggerti in piedi e osi ribellarti a me? – disse lui con disprezzo e ironia all’insieme.
Con estrema rabbia mi rivolsi a quel maledetto:
- Chi sei? Cosa vuoi da me? –
- Sono Toshito Honda, principe di queste terre. E voglio che tu divenga mia sposa. –
Costui era dunque il principe delle terre dell’est … e si dimostrava estremamente imprudente …
Sorrisi ironicamente:
- Te lo puoi anche scordare, povero stolto … -
Sentii sulla mia guancia un forte schiaffo, arrivato dalla
mano di quell’imprudente che urlò:
- Maledetta sgualdrina! Vedi di rivolgerti in altro modo a me! – i suoi occhi
erano pieni di rabbia, ma i miei non erano da meno. Se
avessi potuto lo avrei distrutto all’istante, ma sentivo la testa scoppiarmi.
E da ciò che poi mi disse capii come le notizie correvano …
- Preferisci un demone ad un tuo simile? – sibilò.
Oh rimasi di stucco! Nemmeno sapevo chi fosse costui, mentre quest’ultimo dimostrava di conoscere molto di me.
Se ne accorse:
- So molte cose su di te … Da quando ti ho visto la prima volta ho desiderato che tu fosti mia … anche se sapevo che andavi in giro con quel demone, il signore dell’ovest … -
Mi tornò subito alla memoria quell’essere che nei primi giorni con lui aveva tentato di rapirmi … quando vidi il mio demone per la prima volta con gli occhi rossi … anche quello era un suo servitore allora …
- Era un tuo servo anche …. –
E lui anticipandomi:
- Si, vedo che hai una buona memoria. Quella volta purtroppo non ebbe la meglio su quel maledetto mostro … - si fermò un’attimo e poi riprese – Ma ora so che le vostre strade si sono divise … e … diciamo che ne ho approfittato! – terminò con una risata maligna.
Non sapevo cosa fare … mi chiedevo come fare a scappare, ad andarmene … Inuyasha e gli altri non potevano venire ad aiutarmi … nemmeno sapevano dove ero …
Stupida! Se non mi fossi allontanata …
- Brava! Vedo che hai imparato a stare zitta in mia presenza. Vedi comunque di startene buona e di cominciare ad ambientarti visto che entro pochi giorni ti farò mi sposa – disse lui con fare ironico.
Lo guardai con tutto l’odio possibile e lui, imprudentemente, tentò di baciarmi. Ero debole, ero davvero indebolita, ma quell’essere non doveva toccarmi nemmeno con un dito. Un’ondata di energia lo travolse e lo spedì qualche metro più in là … era il massimo che riuscivo a fare.
Un altro ceffone arrivò sul mio volto e poi, ringraziando Dio, lasciò la stanza.
Trascinandomi da una parte all’altra della stanza cercai inutilmente una via di fuga … ma non ce n’erano … aveva studiato tutto alla perfezione quell’essere.
Mi accucciai in un angolo e calde lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
Perché non sei qui, mio dolce amore, mio angelo salvatore? … Perché mi hai abbandonato?