Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: Endo    03/08/2011    4 recensioni
[Probabilmente non la finirò mai, mi dispiace *scappa prima che la picchino*]
Questa fanfic è una Lucky [Tyki*Lavi], abbiate pietà perchè è la prima che scrivo su questa coppia.
Lavi è in un posto dall' atmosfera un po' lugubre, pieno di libri.
Da solo. O forse no..?
Genere: Dark, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Rabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*Sbuca una scatola di Pomodori* ... *salta fuori dalla scatola con una mano alzata* Chiedo umilmente perdono! So di essere la peggior autrice che efp abbia mai visto ma chiedo comunque umilmente perdono! Ci messo tanto per problemi di connessione...e poi avevo il blocco dello scrittore...
Questo è il penultimo capitolo, per chi volesse sapere quando finisce ...B-Buona lettura *degluttisce e torna nella scatola*


Gli tendo, riluttante, la mano a mia volta, e lui me la stringe con forza. E’ calda.
“Così non corri il rischio di scapparmi, anche se credo che in queste condizioni..” Ridacchia, e mi guarda di striscio con quello sguardo, mentre mi trascina all’ interno di una nuova stanza.
Non ho voglia di discutere, né tantomeno di rispondere alle provocazioni quindi sto zitto e mi lascio semplicemente portare dove vuole.
Oltre il vicolo in cui ero finito guidato da quell’ istinto non tanto fine quanto credevo c’ è una porta di legno massiccio. La apre con una mano in un gesto leggero. La parte razionale del mio cervello si chiese come mai non fosse chiusa a chiave mentre il Noah si spostava di lato per mostrarmi l’ interno della stanza.
Pareti scure, con muffe varie, adorne solo di un paio di quadri raffiguranti paesaggi lontani, pavimento interamente ricoperto di tappeti scoloriti e dai motivi a ghirigori.
Probabilmente ci troviamo nel vecchio studio del proprietari perché la stanza è arredata solo con una scrivania di legno semplice, una poltrona di pelle scura e leggermente logora e un mobile che ha tutta l’ idea di essere una cassapanca adorna di un lucchetto dorato ma sporco e polveroso.
A Tyki tocca nuovamente il compito di risvegliarmi dai miei pensieri di Bookman, stavolta in modo meno garbato.
Mi bacia.
Un bacio rude e frenetico, quasi forzato.
Noto solo adesso che mi si è avvicinato e che la sua mano poggia sul mio fianco, lateralmente; spalanco l’ occhio sano sconvolto.
Il mio cervello torna a concentrarsi solo quando le sue labbra si staccano dalle mie producendo uno schiocco sonoro a cui lui ghigna guardandomi soddisfatto.
Faccio un passo indietro con un espressione a metà tra lo shock e l’ imbarazzo, “Che diavolo ti passa per la testa?!” “Uhuh, che ti prende guercino, non sei più abituato ai miei baci? O forse ti sei dimenticato come si bacia?”, il mio sguardo va a posarsi per terra, in un'altra direzione per evitare il suo.
Altro che dimenticato. Ricordo perfettamente come si fa. E ricordo benissimo anche le sensazioni che si provano. Che ho provato.
Sorpresa. Consapevolezza. Passione. Fame. Ma un tipo di fame differente da quella di tutti i giorni, un tipo di fame che ti inghiotte e che manda in tilt il corpo. Poi ti si spegne la parte razionale del cervello e tutto sparisce.
Quando riprendo a guardarlo negli occhi la sua espressione assomiglia al..rimpianto?
No, impossibile. Di che dovrebbe avere rimpianto? Insomma, non che mi importi.
Dura solo un secondo, spiazzata via da un sorriso mesto. Riprende ad avvicinarsi, piano.
Quanti saranno i centimetri che ci dividono? 30? Di meno. 20? Ancora meno, sempre di meno.
Sempre...di...meno.
Mi è dinuovo addosso, le sue labbra, grandi e passionali, sovrastano le mie, flebili e tremanti come foglioline al vento.
Mi morde il labbro inferiore, apro la bocca di riflesso e ottenendo come risultato di lasciargli libero accesso all’ interno.
La sua lingua esplora la mia bocca, esperta, coinvolgendo la mia in una danza dove solo io e lui siamo i protagonisti. Sento a malapena una sua mano che si poggia su una delle mie spalle e va oltre. Sulle scapole e poi sulla schiena, infine oltre quella.
L’ altra sua mano invece si insinua tra le mie ciocche vermiglie attirandomi più a sé, il suo corpo è caldo. Lo sento a contatto col mio in vari...in vari punti, ecco.
Superato lo shock iniziale mi divincolo dinuovo, il più in fretta possibile. Mi passo il dorso in una mano sulle labbra e le sento pulsare leggermente. ”Cosa cazzo fai..?!”. Parlo col respiro pesante.
Ghigna prima di rispondermi “Cosa pensi che stessi facendo?”, mi passo una mano tra i capelli e sbuffo, mi fa male lo stomaco, ho la nausea, “Non è più divertente, ormai”

Sono le note giusto? Giusto *spallucce*:
Per chi è sopravvissuto alla lettura fino qui, grazie! Premetto che il prossimo sarà l' ultimo davvero e arriverà presto, salvo imprevisti..Si ringrazia chi ha letto, chi segue, ma specialmente Kumiko_Walker e Miku_ che hanno recensito *fa un gran sorriso* Alla prossima!

Gli tendo, riluttante, la mano a mia volta, e lui me la stringe con forza. E’ calda.

“Così non corri il rischio di scapparmi, anche se credo che in queste condizioni..” Ridacchia, e mi guarda di striscio con quello sguardo, mentre mi trascina all’ interno di una nuova stanza.

Non ho voglia di discutere, né tantomeno di rispondere alle provocazioni quindi sto zitto e mi lascio semplicemente portare dove vuole.

Oltre il vicolo in cui ero finito guidato da quell’ istinto non tanto fine quanto credevo c’ è una porta di legno massiccio. La apre con una mano in un gesto leggero. La parte razionale del mio cervello si chiese come mai non fosse chiusa a chiave mentre il Noah si spostava di lato per mostrarmi l’ interno della stanza.

Pareti scure, con muffe varie, adorne solo di un paio di quadri raffiguranti paesaggi lontani, pavimento interamente ricoperto di tappeti scoloriti e dai motivi a ghirigori.

Probabilmente ci troviamo nel vecchio studio del proprietari perché la stanza è arredata solo con una scrivania di legno semplice, una poltrona di pelle scura e leggermente logora e un mobile che ha tutta l’ idea di essere una cassapanca adorna di un lucchetto dorato ma sporco e polveroso.

A Tyki tocca nuovamente il compito di risvegliarmi dai miei pensieri di Bookman, stavolta in modo meno garbato.

Mi bacia.

Un bacio rude e frenetico, quasi forzato.

Noto solo adesso che mi si è avvicinato e che la sua mano poggia sul mio fianco, lateralmente; spalanco l’ occhio sano sconvolto.

Il mio cervello torna a concentrarsi solo quando le sue labbra si staccano dalle mie producendo uno schiocco sonoro a cui lui ghigna guardandomi soddisfatto.

Faccio un passo indietro con un espressione a metà tra lo shock e l’ imbarazzo, “Che diavolo ti passa per la testa?!” “Uhuh, che ti prende guercino, non sei più abituato ai miei baci? O forse ti sei dimenticato come si bacia?”, il mio sguardo va a posarsi per terra, in un'altra direzione per evitare il suo.

Altro che dimenticato. Ricordo perfettamente come si fa. E ricordo benissimo anche le sensazioni che si provano. Che ho provato.

Sorpresa. Consapevolezza. Passione. Fame. Ma un tipo di fame differente da quella di tutti i giorni, un tipo di fame che ti inghiotte e che manda in tilt il corpo. Poi ti si spegne la parte razionale del cervello e tutto sparisce.

Quando riprendo a guardarlo negli occhi la sua espressione assomiglia al..rimpianto?

No, impossibile. Di che dovrebbe avere rimpianto? Insomma, non che mi importi.

Dura solo un secondo, spiazzata via da un sorriso mesto. Riprende ad avvicinarsi, piano.

Quanti saranno i centimetri che ci dividono? 30? Di meno. 20? Ancora meno, sempre di meno.

Sempre...di...meno.

Mi è dinuovo addosso, le sue labbra, grandi e passionali, sovrastano le mie, flebili e tremanti come foglioline al vento.

Mi morde il labbro inferiore, apro la bocca di riflesso e ottenendo come risultato di lasciargli libero accesso all’ interno.

La sua lingua esplora la mia bocca, esperta, coinvolgendo la mia in una danza dove solo io e lui siamo i protagonisti. Sento a malapena una sua mano che si poggia su una delle mie spalle e va oltre. Sulle scapole e poi sulla schiena, infine oltre quella.

L’ altra sua mano invece si insinua tra le mie ciocche vermiglie attirandomi più a sé, il suo corpo è caldo. Lo sento a contatto col mio in vari...in vari punti, ecco.

Superato lo shock iniziale mi divincolo dinuovo, il più in fretta possibile. Mi passo il dorso in una mano sulle labbra e le sento pulsare leggermente. ”Cosa cazzo fai..?!”. Parlo col respiro pesante.

Ghigna prima di rispondermi “Cosa pensi che stessi facendo?”, mi passo una mano tra i capelli e sbuffo, mi fa male lo stomaco, ho la nausea, “Non è più divertente, ormai”.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Endo