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Autore: ScudoDiTiglio    03/08/2011    1 recensioni
Lord Voldemort è stato sconfitto ormai da parecchio tempo, ma se una nuova forma di Male prendesse piede in Inghilterra per estendersi anche in parecchie altre parti del mondo? Come lo affronterebbe la nipote del leggendario Harry Potter? Lei sarà veramente la sola superstite di una famiglia travagliata dalla guerra? E soprattutto in che modo avranno influito nella sua vita i Doni della Morte?
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Bonsoir a tout le monde! E soprattutto... Buona Estate!!! [ScudoDiTiglio fa di tutto per evitare pomodori in faccia] Lo so, ormai non vi aspettavate più di vedermi viva, invece eccomi qua con una nuova storia fresca fresca per voi!!! ^^ [Noooooooo!!! Ma basta! =_= n.d. Voi] Tranquilli, non ho dimenticato le altre due storie in corso, potrebbero restare ferme per secoli ma non temete; prima o poi anche Lelly e Diana avranno il Grande Ritorno! XDD

Per adesso godetevi Charis, ciao a tutti e buona lettura...

 

Capitolo I

 

L'INVITO

 

 

Dunque... Rivolta dei Goblin del 1727...” rifletteva Charis Lupin seduta alla piccola scrivania addossata ad una delle pareti immacolate della sua camera, mentre si solleticava distrattamente le guance con la punta della piuma d'oca che si rigirava tra le mani.

Dalla finestra dalla cornice di marmo bianco, aperta per lasciare che il sole di luglio illuminasse la stanza dalle pareti candide, provenivano gli schiamazzi dei bambini che giocavano per strada e del chiacchiericcio degli adulti che andavano e venivano per i Quartieri Filosofici; strade londinesi in cui risiedevano parecchi Maghi altolocati come la famiglia da cui la ragazzina era ospitata.

Lei però, nonostante fosse estate, non poteva permettersi di andarsene in giro come gli altri ragazzi della sua età, infatti non era affatto un'adolescente qualunque.

No, perchè Charis Lupin era una Strega che si accingeva a frequentare il terzo anno presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la più rinomata del Regno Unito, dove tutta la sua famiglia aveva studiato. In quel momento infatti stava svolgendo i compiti assegnati dalla suddetta scuola per le vacanze.

Storia della Magia non era mai stata il suo forte, però era bene che approfittasse dell'estate per farsi entrare in testa alcuni degli eventi storici che avevano caratterizzato il Mondo della Magia, se non voleva beccarsi una bella T in pagella.

Charis sapeva benissimo che la professoressa Edweena Montague non aspettava altro, infatti durante i precedenti due anni a Hogwarts, ella aveva cercato di inventarsi l'impossibile pur di punirla o abbassarle la media.

Poiché le cause scatenanti la suddetta rivolta e la sua risoluzione non le venivano proprio in mente, la tredicenne (o quasi, poiché il suo compleanno sarebbe stato tra pochi giorni) si protese in avanti per prendere il grosso tomo di Storia della Magia e nel farlo urtò un'enorme pila di libri accatastata disordinatamente sulla piccola scrivania, che si sparse sul pavimento piastrellato di mattonelle beige con un gran fracasso insieme a diversi fasci di pergamena.

<< Accidenti! >> borbottò la ragazzina scuotendo la testa e facendo ondeggiare i capelli rosso scuri lunghi fino a metà della schiena, mentre Vulpecula, la sua micia tigrata, correva a rifugiarsi sotto il letto addossato alla parete di fronte alla scrivania e coperto da uno spesso copriletto color crema.

Charis s'inginocchiò per raccogliere i volumi e risistemarli alla bell'e meglio sul piccolo tavolo, scostando velocemente alcuni fasci di pergamena scarabocchiati o puliti, facendo però attenzione a non urtare le boccette d'inchiostro e il calamaio, poiché se il loro contenuto si fosse riversato a terra sarebbe stato un vero disastro e se l'avessero visto le due Arpie avrebbero scassato i bolidi fino a farglieli uscire dalle orecchie!

La scrivania, incasinata com'era, si distingueva come una macchia multicolore dal resto della stanza, ordinatamente arredata da mobili di taglio antiquato dalla tonalità color crema come quella del copriletto e delle tende ai lati della finestra.

Nel sistemare la sua roba, Charis fece accidentalmente scivolare via una foto da uno dei libri, così la raccolse prontamente e rimase a fissarla per qualche minuto.

Rappresentava un gruppo familiare composto da cinque persone una più sorridente dell'altra: un uomo, alto, dai neri capelli spettinati, espressivi occhi verdi smeraldo e una cicatrice a forma di saetta a solcargli la fronte, che abbracciava una donna dai lisci capelli rosso carota che arrivavano fino alle spalle e dolci occhi color cioccolato al latte. Davanti a loro stavano tre ragazzi: uno sui dodici anni circa, dai capelli come quelli del padre e gli occhi scurissimi dall'espressione sbarazzina, il secondo, di circa undici anni, dai capelli simili a quelli dei primi due e gli occhi verdi, infine, una bimba di pressapoco nove anni, dai capelli rosso scuro che lei stessa aveva ereditato, così come i vivaci occhi color smeraldo come quelli del padre e del fratello.

Carezzando ciascun volto con l'indice, Charis sorrise malinconicamente, poiché lei era tutto ciò che rimaneva di una così bella e allegra famiglia come quella dei Potter, di cui lei era l'ultima discendente.

Un giorno i Sicari del Teschio avrebbero scontato tutte le loro malefatte, li avesse dovuti arrestare lei stessa una volta diventata adulta!

Ad un tratto i suoi pensieri furono interrotti da una debole luce dorata che fuoriusciva da un piccolo taccuino rilegato in pelle marrone.

Charis sussultò, che fosse il messaggio che aspettava con ansia dall'inizio dell'estate?!

Beh, per scoprirlo bisognava solamente leggerne il contenuto!

La ragazza posò delicatamente la foto su un libro, prese in mano la particolare agenda e, apertala alla pagina giusta, vide che in effetti era un messaggio della sua migliore amica, Dafne Malfoy:

 

 

 

Ciao Charis! Come butta dalle tue parti?

Pare che finalmente, per quanto riguarda tu-sai-cosa, ci siano progressi!

Però è pericoloso spiegarti bene tramite messaggio.

Sarebbe meglio se venissi a casa mia come avevamo deciso.

Pensi di potercela fare per stasera?

Dafne

 

 

Charis si portò la mano al petto. Sì, era proprio il messaggio che aspettava e sembrava portare buone notizie! Infatti, ormai da giugno, i nonni materni di Charis, Harry e Ginny Potter, erano ricoverati in un reparto estremamente riservato del San Mungo, l'ospedale per i Maghi, dopo essere stati ritrovati dopo tanti anni imprigionati in stato di coma in una delle stanze nascoste di Hogwarts, precisamente in quella dove un tempo era stata nascosta la Pietra Filosofale.

Naturalmente la faccenda era assolutamente top-secret, infatti ne erano a conoscenza solamente Charis e i suoi amici, a cui i genitori di Dafne e la preside di Hogwarts, Luna Lovegood*, avevano raccomandato di non dir nulla a nessuno.

Inoltre i coniugi Malfoy avevano assicurato alla ragazzina dai capelli rossi che si sarebbero costantemente tenuti in contatto con il primario del San Mungo, il dottor Thomas, e non appena ci sarebbero state novità l'avrebbero avvisata e sarebbero passati a prenderla perchè trascorresse il resto dell'estate da loro, al Malfoy Manor.

Riemergendo dalle sue fantasticherie, Charis immerse la piuma d'oca nella boccetta d'inchiostro e scrisse un messaggio di risposta:

 

Ehi Daf! A parte le due Arpie, qui tutto bene...

Non hai idea di quanto il tuo messaggio mi sollevi!

Mi piacerebbe tantissimo venire a casa tua stasera, però devo

prima chiederlo alle due Arpie, altrimenti chi le sente quelle! Uffa!

Comunque ora vado immediatamente a chiedere,

così te lo posso far sapere subito!

 

La ragazza dai lunghi capelli rossi si alzò e, dopo essersi tolta i pantaloncini e il cortissimo top che fungevano da pigiama e aver indossato i jeans di una tonalità bluastro – verde scura e la sua corta e aderente felpa rossa (il suo abbigliamento preferito), aprì la porta (anch'essa rigorosamente bianca!).

Vulpecula, la sua micia tigrata dal manto grigio chiaro e color crema attraversato da striature nere e gli occhi che parevano gemme di smeraldo, dalla taglia piuttosto piccola per avere un anno d'età, emerse da sotto il letto e le corse incontro, evidentemente intenzionata a seguirla.

Charis sorrise e si inginocchiò di fronte a lei cominciando ad accarezzarla con affetto;

<< No, Vulpecula >> le sussurrò con voce dolce, << Tu mi aspetterai qui. Sai bene come reagirebbero le due Arpie vedendoti in giro per casa. Potrebbero avere la “brillante” idea di mandarti via, e noi questo non lo vogliamo, giusto? >>

Vulpecula guardò la sua padroncina con i suoi grandi occhi vispi e intelligenti prima di socchiuderli e strusciare la piccola testa bionda e striata contro la mano della ragazza come per farle cenno di aver capito.

Charis si preoccupava a giusta ragione, visto che all'arrivo in casa della micia regalatale l'anno precedente da Golia, suo grande amico e attuale guardiacaccia di Hogwarts (nipote di quello precedente), la sua “matrigna” e la sorella maggiore dapprima avevano reagito malissimo all'idea di avere un animale in casa, dopodiché avevano acconsentito a lasciargliela tenere solamente a patto che l'avesse tenuta in camera sua e non avesse messo zampa in nessun'altra parte della casa.

Uscita dalla sua stanza, la giovane Lupin si affrettò ad attraversare il lungo corridoio arredato con parecchie statue greche di marmo bianco, arazzi raffiguranti eleganti dame dall'aria arcigna (probabilmente antenate Delacour) che non lasciavano vuoto un solo centimetro di parete, e dal soffitto pendevano moltissimi enormi lampadari addobbati con ogni tipo di gioiello esistente.

Ormai, vivendo lì da quasi nove anni, da quando i Sicari del Teschio se l'erano presa con i suoi genitori e i suoi parenti materni, Charis ci aveva fatto l'abitudine, poiché tutta la casa era arredata con quello stile decisamente pacchiano e civettuolo che rispecchiava il carattere delle sue proprietarie.

L'adolescente stava per entrare in salotto ma poi, sentendo un certo tramestio nell'ingresso, cambiò idea e si diresse al piano terra.

Infatti Bridgess Lupin, sua sorella maggiore, di ventiquattro anni, con un fisico degno di Venere (almeno questo era quello che sua madre Victoire sosteneva), dai lunghi e lisci capelli biondi che le ricadevano sulla schiena come fili dorati e grandi occhi blu come il mare, con indosso la sua lunga ed elegante giacca bianca scintillante come la neve, stava recuperando la sua borsa da sopra la cassapanca in legno chiaro e si accingeva ad uscire.

<< Aspetta un attimo, Bridgess! Posso chiederti una cosa? >> la fermò Charis correndole incontro e rivolgendosi a lei con un tono il più affabile possibile.

<< Che vuoi? Non vedi che sto uscendo? >> l'apostrofò con quel suo tono scocciato che rendeva ancor più marcato il suo accento francesizzante, tirando indietro il capo con aria altezzosa e facendo ondeggiare i lunghi e morbidi capelli.

<< Ti ruberò solo un momento, non ci metto molto... >> replicò Charis trattenendo a stento un'imprecazione tra i denti. Non sopportava proprio quel suo modo di fare così arrogante, però se sperava di ottenere quel fatidico permesso non doveva assolutamente inimicarsela!

<< Bene, parla ma fai presto! >> acconsentì poi, sollevando il capo in una posa da star e mantenendo la schiena talmente dritta che pareva che un palo fosse stato infilato lungo la sua colonna vertebrale.

<< Dafne mi ha invitato a casa sua questa sera, per poi passare di là tutto il resto dell'estate... >> cominciò Charis, << Non ci sarebbero problemi se andassi, vero? >> domandò accompagnando il tono da brava bambina con l'espressione più innocente che riusciva a tirare fuori.

Peccato solo che non parevano funzionare molto bene con Bridgess, la quale, con uno scatto di stizza, si sistemò meglio la borsa in spalla.

<< Non sono affari che mi riguardano >> le rispose con un tono irritato (più che altro irritante!), avviandosi verso la porta d'ingresso, a vetri dalla cornice bianca, << Devi chiedere a maman >>.

<< E sai dov'è? >> le domandò, ormai rassegnata dall'atteggiamento algido della maggiore.

Bridgess le lanciò un'occhiata indignata come se avesse detto chissà quale scempiaggine.

<< É uscita anche lei, naturalmonte. E sappi che sia lei che io torneremo solamonte all'ora di pranzo! >> detto ciò varcò la porta e la chiuse senza nemmeno il minimo cenno di saluto.

Fantastico!” pensò Charis mentre saliva le scale con amarezza, “Devo aspettare fino a pranzo per avere quel permesso!

Una volta in camera sua, la ragazzina, suo malgrado, dovette scrivere all'amica che avrebbe potuto darle una risposta solamente dopo pranzo.

Poiché ormai non aveva più la testa per concentrarsi sui compiti, con in braccio Vulpecula e in mano la foto della sua famiglia, la giovane Lupin si sedette sul letto ad ammirare i volti sorridenti dei nonni, gli zii e la madre chiedendosi ancora una volta cosa ne avessero fatto di loro i Sicari del Teschio, poiché nessuno dei loro corpi era stato rinvenuto.

I Sicari del Teschio erano un'organizzazione criminale risorta dalle ceneri dei Mangiamorte alla cui testa stava un essere ignoto che secondo alcune leggende non era nemmeno umano.

In ogni caso, quattordici anni prima aveva raccolto intorno a sé alcuni dei discendenti dei seguaci di Lord Voldemort (quelli che erano rimasti dalla parte oscura) e, dall'inizio del loro potere, se l'erano presa con suo nonno Harry, il quale aveva resistito per ben cinque anni proteggendo la sua famiglia, prima che tutti i Potter venissero sopraffatti nove anni prima.

Era da allora che Charis abitava a Villa Delacour, con l'ex moglie di suo padre Ted, Victoire Weasley – Delacour e la sorella maggiore Bridgess Lupin, poiché erano le uniche parenti strette che le erano rimaste.

Naturalmente la professoressa Lovegood le aveva detto chiaramente di non parlare del ritrovamento dei suoi nonni nemmeno con loro, ma questo non era poi così difficile, visto che lei e quelle due si ignoravano costantemente e si rivolgevano la parola solo quando era strettamente necessario!

 

Anche la grande sala da pranzo di Villa Delacour, come il resto della casa presentava tonalità bianche (pareti e cornici delle finestre) e color crema (tavolo e mobile su cui era posata ordinatamente l'argenteria) e l'enorme lampadario colmo di catenelle d'oro bianco, giallo e rosso pendeva dal soffitto e svettava proprio in corrispondenza del centro della lunga tavolata rettangolare, presso la quale i camerieri si affaccendavano.

La padrona di casa, Victoire Weasley – Delacour (come lei stessa voleva essere chiamata, poiché a suo parere Weasley era troppo banale essendo piuttosto diffuso nel Mondo Magico), che sembrava una versione più anziana di sua figlia e portava i lunghi capelli biondi raccolti in un alto chignon, era seduta a capotavola; alla sua destra si trovava Bridgess, invece Charis era alla sua sinistra.

Ad un occhio esterno quello di far sedere accanto a loro la ragazzina dai capelli rossi poteva sembrare un gesto di gentilezza, ma lei sapeva benissimo che non era esattamente così. Infatti Charis era conscia del fatto che quella prassi servisse solo per tenerla sotto controllo; per assicurarsi che mantenesse la schiena dritta, non appoggiasse i gomiti sul tavolo e non usasse il suo taccuino per scambiare messaggi mentre era a tavola. Per quanto riguarda il cibo, la ragazza era libera di non toccarne nemmeno una briciola, se voleva, però dopo di sicuro non sarebbe stato preparato un altro piatto a posta per lei!

Inoltre Victoire era piuttosto rigida anche riguardo agli orari dei pasti, che andavano rigorosamente rispettati e non ci si doveva assolutamente sognare di portarsi piatti in camera propria e mangiare fuori orario.

<< Zia Victoire? >> la chiamò Charis a voce bassa, approfittando di un momento di silenzio in cui madre e figlia non stavano parlando tra di loro.

Benché non la sentisse affatto tale era costretta a chiamarla in quel modo, poiché era pur sempre una cugina di sua madre ed ella non voleva che la chiamasse per nome, dato che secondo lei quello sarebbe stato segno di confidenza troppo grande. Poco ci mancava che non le imponessero di chiamare sua sorella “signorina Bridgess”! No, perchè così sarebbero alquanto sfociate nel ridicolo!

L'austera donna girò lo sguardo verso di lei e l'invitò a parlare con un cenno del capo.

<< Dafne mi ha invitato a casa sua per questa sera, credi che ci sarebbero problemi se accettassi? >> le domandò utilizzando il tono più educato e il linguaggio più ricercato che le venisse in mente.

<< Stai scherzando?! >> soffiò Victoire guardandola con le sottili sopracciglia bionde inarcate come se avesse chiesto qualcosa di assolutamente proibito.

<< N – no, perchè? >> balbettò Charis stupita da quella reazione e cercando di non far trasparire la sua esasperazione. In fin dei conti anche l'anno prima lei e Dafne avevano trascorso le ultime due settimane d'estate a Diagon Alley, a casa di Fabian, cugino di quest'ultima!

<< Stasera arriva zia Gabrielle dalla Francia >> le rispose con tono perentorio, come se questa fosse una motivazione sufficiente.

A Charis per poco non andò di traverso l'acqua. Lei e la prozia di sua sorella (una spocchiosa signora francese che aveva sposato uno della nobiltà magica francese che aveva regalato loro quella villa dei Quartieri Filosofici quando Victoire si era separata da suo padre) non andavano affatto d'accordo.

Tutte le volte che metteva piede in quella casa, la signora Delacour in Rochelle dapprima commentava l'aria da “sbandata e poco elegante” di Charis, poi tutte e tre la ignoravano per parlare tra loro in un francese fitto fitto.

<< E... e io cosa dovrei fare? >> la giovane Lupin sapeva che sicuramente quella domanda non sarebbe piaciuta né a Victoire né a Bridgess, però in certe occasioni non poteva proprio fare a meno di far capire quello che pensava!

Entrambe la guardarono come se avesse detto qualcosa di decisamente impensabile.

<< Non è educato andarsene mentre ci sono ospiti! >> le disse Victoire con un tono di rimprovero e meravigliato insieme.

Per le piume di Quetzacoatl! È ospite vostra, non mia!” Charis non aveva nemmeno finito di formulare quell'esclamazione mentale, che sgranò gli occhi verdi smeraldo.

E adesso da dove si tirava fuori un'imprecazione del genere? Piume di Quetzacoatl?! Di solito non invocava Merlino?!

<< D'accordo >> mormorò Charis cercando di calmarsi e raccogliere le idee,

<< Per stasera no. Allora quando potrei andare? >> domandò con cautela. Forse era pericoloso insistere in quel modo con Victoire, ma c'erano di mezzo i suoi nonni, Santa Morgana!

<< Non lo so >> ribatté la padrona di casa passandosi le mani lungo la gonna giallo ocra per lisciarne le pieghe, con un tono che voleva indicare che il discorso era chiuso.

<< Se non lo sai tu, chi lo deve sapere?! >> Ormai Charis stava cominciando a perdere la pazienza e pian piano stava lasciando perdere l'atteggiamento composto con cui aveva posto le precedenti domande; cosa di cui le due bionde si accorsero subito.

<< Ehi! Modera i toni quando parli con mia madre, signorina! >> la riprese Bridgess con gli occhi blu che lampeggiavano pericolosamente. Charis strinse i pugni sotto il tavolo, detestava quando la chiamavano “signorina” con quel tono!

<< Tutto sotto controllo, Bridgess, non preoccuparti >> intervenne Victoire con tono stranamente calmo, sfiorando un momento la mano della figlia.

<< Per tua informazione >> riprese poi, rivolta a Charis, << Questo non è un albergo. I nostri ospiti non devono programmare in anticipo la durata del loro soggiorno. Si trattengono finché vogliono >>.

Ancora una volta, Charis sgranò gli occhi, non poteva veramente pensare che sarebbe rimasta lì per tutta la durata della visita della spocchiosa francese che tra l'altro non era imparentata con lei in alcun modo, sebbene la costringessero a chiamarla zia! Oppure sì? << Significa che dovrei restare per tutto il tempo in cui lei sarà qui?! >>

<< Ovviamente sì, Charis. Lo sai che non amo ripetermi >> questa volta il tono era talmente tagliente che la ragazzina deglutì e non ebbe la forza di replicare ancora, sebbene sentisse la rabbia montarle come se il suo stomaco fosse invaso da un fuoco bollente.

 

Quando finalmente fu sola in camera sua, Charis si chiuse la porta alle spalle, dopodiché, presa in braccio la sua Vulpecula, si sedette sul letto assieme a lei.

<< Niente da fare, Vulpecula >> sussurrò tristemente grattandole la schiena tigrata,

<< Dobbiamo restare qui perchè viene zia Gabrielle, per quanto io non capisca che bisogno ci sia di noi, mica è mia parente! >>

Con un sospiro sconfortato, prese il taccuino dal comodino e scrisse un messaggio a Dafne per spiegarle la situazione.

 

Quelle due sono proprio delle gran scassatrici di bolidi!

 

Recitava il messaggio di risposta di Dafne, per poi continuare:

 

Però non è detto che tu non possa venire...

 

E come?

Scrisse Charis a sua volta, aggrottando leggermente le sopracciglia, e allora Dafne le pose una domanda piuttosto strana:

 

Dove si trova il caminetto di Villa Delacour?

 

Charis rilesse il messaggio almeno un paio di volte per accertarsi di aver capito bene, prima di scrivere:

 

Nel salotto principale al primo piano, perchè?

 

La risposta non si fece attendere:

 

Diciamo che potresti trovarti lì stasera e vedere che succede...

 

Eh?” pensò Charis decisamente perplessa, “Non starà mica pensando...?

 

Andiamo, Dafne! Cos'è che dovrebbe succedere?

 

 

Dafne rispose immediatamente:

Lascia fare a me! Farò due chiacchiere con mia madre

e sicuramente non rimarrai là molto a lungo!

Solo, vedi di trovarti in salotto stasera...

 

Detto ciò Charis non riuscì a scrivere altro, poiché la sua amica aveva chiuso la comunicazione.

La giovane Lupin appoggiò la schiena al muro a cui il suo letto era addossato e, abbracciando Vulpecula, chiuse un momento gli occhi per riflettere. D'accordo, non aveva alcun motivo per diffidare di ciò che le aveva detto, però ormai dopo due anni aveva imparato che la sua amica una ne pensava e cento ne combinava! Chissà che cosa tutto aveva in mente...

 


 

  
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