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Autore: SC_Swami    04/08/2011    2 recensioni
Selene, a corto di soldi, e innamorata del suo capo Luke, conosce una bella ragazza che le propone di fare una pubblicità televisiva per guadagnare qualche spiccio. Ma qualcosa di quella strana donna la attira particolarmente. Si ritroverà presto a combattere in un triangolo amoroso senza via d'uscita. Chi sceglierà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vino Rosso


Emily era la persona più sicura di sé che potesse esistere.
Il suo abbigliamento la rispecchiava totalmente.
In qualsiasi occasione sembrava sempre vestita a modo, come se quegli abiti vestissero il suo carattere e non lei stessa.
Sportiva ma provocante, mai eccessiva.
Semplice in fin dei conti, senza molte pretese, in nessun caso.
Quella sera indossava una camicia bianca, aperta sulla scollatura, con una piccola cravattina nera a staccare. Un jeans terribilmente attillato a mezza gamba e All Star nere d’obbligo.
Non era un appuntamento galante, e pure se lo fosse stato probabilmente non sarebbe cambiato quello che indossava.
Le andava di mettere quello. Lo metteva. Molto semplice.
La matita nera, molto calcata, le conferiva quel tono di dissolutezza aggressiva che le donava terribilmente, e metteva in risalto il verde particolare dei suoi occhi.
 
La cosa che più aveva attirato Selene. Quel suo essere pacata e trasgressiva allo stesso tempo.
Quegli occhi guizzanti e maliziosi.
Inutile negarlo, la attirava, terribilmente e pericolosamente.
 
Erano ormai venti minuti che Emily aspettava all’angolo dell’84th street.
Iniziava a credere che Selene le avesse dato buca, e rideva di ciò, perché già architettava il modo per fargliela pagare.
Uno dei suoi giochetti amari e maliziosi. Li usava spesso per conquistare le sue prede.
Ma erano troppo facili per lei. Si era stancata di avere tutto troppo facilmente.
Selene era la preda perfetta. Predisposta sì, ma difficile da agguantare.
Tuttavia c’era qualcosa in più che la attirava di quella ragazzina.
Si ripeteva che era per la sua bellezza, ma in realtà sapeva bene che adorava la sua compagnia.
Quel continuo botta e risposta, quelle frecciatine maliziose che si scambiavano reciprocamente.
La adorava.
Sapeva però quanto lei stessa non fosse tipa da relazione fissa.
Non voleva o almeno pensava di non voler cambiare questo standard per lei.
 
A un tratto si voltò colpita da uno strano rumore. Uno schianto.
Un piccolo schianto di un motorino contro un palo.
< Hey, tutto bene? >
Da sotto quello sproporzionato casco uscì fuori quel viso conosciuto e tanto atteso.
< Oh, ma guarda chi si è degnata di farsi viva! Vedi…questa è la punizione divina cara. >
< Zitta idiota e vieni ad aiutarmi. >
Emily la guardò arrancare con i piedi a terra per trasportare il mezzo pesante.
Le faceva quasi pena, così dopo aver buttato giusto uno sguardo al vestito nero che indossava l’altra ragazza ed essersene compiaciuta, corse ad aiutarla divertita.
 
***
 
< Cosa diavolo devo mettermi! >
< Okay. È ufficiale. Questa misteriosa ragazza ti piace! >
Selene si girò e fulminò l’amico con lo sguardo.
< Ricordami di non chiamarti più quando mi serve un consiglio urgente! >
< Oh ma ti prego. Tu mi necessiti cara. >
< Io dovrei necessitare una checca isterica come te, spara sentenze e Gossip Boy? >
< Ovviamente. E non sono una checca isterica. Checca sì. Isterica forse. Ma solo in parte. Ho un po’ di ritegno. >
< Ancora… > lo canzonò lei.
< Brutta…! Non voglio imprecare, sembrerei davvero una checca isterica e te la darei vinta. >
< Dicendo questo me la stai già implicitamente dando vinta…ma lo ammetto stasera ho bisogno di te! Sono in crisi! >
< Perché lei ti piace. >
< Devo ricordarti di nuovo chi tra i due è la checca isterica? >
< Fanculo. Intanto hai un appuntamento con questa tizia che conosci a malapena. E le uniche cose che sai di lei sono che la dovrai baciare, che ci prova con te…e poi? Mi scordo qualcosa? – poggiò le dita sul mento fingendo di pensarci – ah sì. Lei è SPUDORATAMENTE LESBICA. >
< Smettila di gracchiare Richy e aiutami a scegliere qualcosa da mettere. >
 
Il ragazzo si spostò dallo stipite su cui era appoggiato in direzione della ragazza.
Guardò scettico la montagna di vestiti di ogni tipo che c’era sul suo letto a due piazze.
< Allora…inizia a provare questo…poi questo, questo, mmmh…anche questo. > Porse i panni all’amica, pensieroso.
< Bene, va bene così. Se non mi soddisfa nulla tra questi, cara mia ti tocca venire a fare shopping! >
< Nooooooo. > urlò esasperata dal bagno Selene.
Sapeva bene come sarebbe andata a finire.
 
E infatti.
 
***
 
< Allora principessa posso capire perché ti ho dovuta aspettare così tanto? >
< Perché hai così tanta voglia di vedermi e parlarmi che saresti rimasta qui ad aspettarmi anche tutta la serata probabilmente… e io ne ho approfittato. >
< L’importante è la convinzione. > la sbeffeggiò Emily, affondando per un secondo breve ma intenso i suoi occhi verdi in quelli nocciola della bionda.
< Comunque sappi che non è da me fare tardi. Solo che quando hai una checca amante dello shopping come il mio migliore amico Richy ad aiutarti e una giornata intera di lavoro sulle spalle, è difficile sopravvivere al pomeriggio. Sono seriamente stremata. >
< Oh cara hai fatto shopping e ti sei fatta bella…solo per me? Quanto sei dolce. > disse sarcastica Emily, ignorando le scuse di Selene.
< L’importante è la convinzione. > le fece il verso l’altra.
Sorrisero entrambe.
< Comunque ti sta molto bene il vestito. > le confermò Emily.
Richy glielo aveva detto milioni di volte nei camerini ma non gli credeva troppo, quasi mai, era pur sempre una checca isterica. Sorrise al pensiero e arrossì all’affermazione, scatenando le risate di Emily.
< Possibile che ancora tu non ti sia abituata ai miei complimenti? > le chiese ancora divertita, mentre finalmente parcheggiava il motorino e lo impiantava sul cavalletto.
< Veramente è il primo vero complimento che mi fai. >
< C’è differenza con quelli impliciti? >
< Per una ragazza come me, sì. >
< Ah…e per una ragazza come me? > domandò tra il comune riso.
< Non lo scopriremo mai. >
< Come mai Mylady? >
< Semplicemente perché non ti farei mai e poi mai un complimento... almeno non esplicitamente >
Selene si girò a guardare la bruna, la vide pensierosa. Poi l’altra alzò gli occhi e di nuovo questi incontrarono i suoi.
< A volte le parole non servono a nulla, e a me bastano i tuoi occhi. > sentenzio pacata.
Ci fu un breve momento di silenzio. Erano arrivate al ristorante.
< Non ti facevo poetessa. > ricominciò Selene.
< Non lo sono, …prego… > la invitò ad entrare, aprendole la porta del locale.
< Un tavolo per due. > suggerì alla cameriera, poi squadrandola.
Selene se ne accorse.
< Oh ma guarda, ti bastano anche solo i suoi occhi, oh no…forse vuoi anche le sue tette magari. >
< Non mi dispiacerebbero, ma ho l’animo nobile e non abbandonerei mai la mia accompagnatrice. Se non per un gran bel paio di tette. E quelle non sono granché. Si vede che non te ne intendi. > rise.
< Dio…sono uscita con un’intenditrice di occhi e tette, ma che gran fortuna. >
< Non immagini neanche dolcezza! Comunque più di occhi che di tette se può consolarti. > Emily adorava quei loro battibecchi. Sapeva bene che sarebbero potuti durare anche tutta la vita. Sorrise al pensiero.
< Oh, ma certo. > disse ridendo l’altra.
< Per esempio quando hai fatto il provino, sapevo che non te ne saresti andata. > aggiunse quasi seria.
< Ma sentila. Mi guardavi come un cucciolo indifeso per farmi pena, eri spaventata a morte all’idea che io me ne andassi. >
< Perché mai avrei dovuto esserlo? > chiese guardando la cameriera arrivare con un block-notes.
< Semplice… perché ti piaccio. E perché sai benissimo che altrimenti non riusciresti mai e poi mai a baciarmi, quindi ti accontenti di una finzione convincente. >
 
< Cosa posso portarvi? > la cameriera le interruppe.
Presero il menù e ordinarono tutto a base di carne, accompagnata da uno squisito vino rosso italiano.
 
< Allora? Non controbatti? > chiese dopo un po’ Selene, stranita da quel silenzio.
< Sul fatto che mi piaci o su quello che non ho possibilità? >
< Su entrambi. >
< Sul primo non proferisco parola, sul secondo…tesoro ti piaccio anche io. >
< Anche? E’ un complimento implicito? > chiese ridendo.
< Come mai ancora non arrossisci? >
< Non mi lascio sconvolgere tanto facilmente. E comunque non sono d’accordo. O almeno non ancora. >
< Non ancora…vedi avevo ragione. Io questa la chiamo possibilità. > rispose in tono pacato, ma sfoggiando poi uno dei suoi sorrisi migliori.
 
< E sentiamo…quand’è che i miei occhi ti hanno fatto capire che hai una possibilità? >
< A parte ora? >
Istintivamente Selene chiuse le palpebre. Rimproverandosi.
 
Mi sto tradendo da sola.
Aspetta…con questo lo sto ammettendo?
Mi piace? NO CAVOLO NO!
 
Li riaprì, trovando a pochi centimetri da lei il viso della mora deformato in una smorfia.
Sussultò, poi rise.
< Che diavolo! Mi vuoi far morire di infarto! Tu sei fuori come un balcone! >
< Ti piaccio anche per questo piccola. >
< Certo… dicevamo? Quand’è che i miei occhi mi avrebbero tradita, a parte ora…ovviamente. > ripeté sarcastica.
< Ieri ad esempio. Non la smettevi di fissarmi mentre ero in pista. >
< Questo vuol dire che anche tu guardavi me, cara. >
< Quindi stai ammettendo che mi fissavi. > disse avvicinandosi maliziosamente, per poi prendere la bottiglia di vino e versagliene un po’ nel bicchiere, ancora troppo vuoto per i suoi gusti.
< Guardavo la marmaglia, non te, il gruppo. E poi eri in dolce compagnia ho notato. >
< Già. > si allontanò di nuovo. < Mi sono proprio divertita con Zoey. >
< Ti stava avvinghiata. > Il tono amaro per quell’inaspettata gelosia.
< Era carina… >
< Certo. Talmente tanto che ora sei qui a chiacchierare con me e non con lei. >
< Sai com’è…quando l’esito della serata è incerto è sempre meglio trovarsi un rimedio. Odio prendere pali. >
< Chi ti dice che li prenderai? > la pizzicò Selene, alzando maliziosamente gli occhi dal bicchiere.
L’altra rise.
< Nessuno… ma è sempre meglio non rischiare di rimanere a bocca asciutta. > la rimbeccò divertita.
 
< Ecco a voi. > la cameriera servì loro le rispettive porzioni.
 
Il cibo era delizioso. Non a caso il ristorante era uno dei migliori della zona.
Decorato in modo sobrio, niente dava nell’occhio. Era un arredamento molto semplice.
Accogliente nel complesso, anche perché abbastanza piccolo.
O forse bisognerebbe dire più… intimo.
Le luci soffocate e il lento blues di sottofondo contribuivano a creare quell’atmosfera privata e rassicurante.
A Selene piaceva da morire. Le sembrava di stare a casa propria, o meglio quella dei suoi genitori. In una di quelle serate fredde da morire, in cui veniva riscaldata solo da una tazza bollente di cioccolata e dalla fievole fiamma del proprio camino, unica luce nella stanza.
Meraviglioso.
 
< Dove l’hai lasciato il bambolotto? >
Selene rimase spiazzata da quella domanda. Era persa nei propri pensieri.
< Come scusa? >
< Il bambolotto…Ken… dove l’hai lasciato? >
< Oh…vuoi dire Luke. > ritornò in sé.
< Luke…ha anche il nome da bambolotto. > rise portandosi l’ennesimo boccone alle labbra.  
< E’…è a casa… > mentì.
< Sai a volte…mi prenderai per pazza… ma penso che Ken non sia davvero il tuo ragazzo. >
< Perché mai? > chiese non senza arrossire.
Sgamata. Pensò.
< Quando lo nomino cadi dalle nuvole, se è presente lo guardi con dolcezza. Fidati non è normale guardare il proprio partner con dolcezza. Il più delle volte lo si vuole uccidere. >
< Primo. Che ne vuoi sapere tu di partner e relazioni. Secondo. Se sono innamorata ci sarà un motivo. >
< Io ne so molto più di te sui rapporti di coppia. Fidati. E poi non è normale che stai con lui ed esci con me, flirtando senza ritegno e senza un coprifuoco. Lo vedo geloso il tipetto. Possibile che non ti abbia detto – prese un tono possente per imitarlo - ‘ torna a casa per le undici o ti spezzo le gambe e uccido l’altra’ >  Fece una pausa per bere un sorso di vino. < Inoltre tu hai problemi di soldi a quanto pare…e non vivete insieme? Possibile? Dovreste come minimo convivere per rendere le cose più facili. Non ti nascondo che la faccenda mi puzza. Mi menti per caso? >
Selene non poteva che difendersi senza far trapelare una risposta certa.
Non doveva dirle la verità, ma non doveva neanche mentirle.
< Sei una acuta osservatrice. > constatò.
< Solo quando la cosa mi interessa… >
< Quindi ti interesso… >
< Sei un po’ lenta di cervello…o semplicemente stai cercando di sviarmi? >
< Decidi tu. > la rimbeccò ridendo.
< Sappi che odio le bugie. > disse l’altra seria.
< E io odio gli interrogatori. >
< Bene. Siamo pari. E… presto scoprirò la verità. >
< Vedremo. >
 
 
Rimasero a chiacchierare ancora un po’, non senza evitare scambi di battute e frecciate reciproche.
Poi Emily chiese il conto e senza esitare offrì tutto lei, bruciando i tentativi di Selene di pagare con la banale scusa – Ti ho invitata io…quindi pago io! –
 
Uscirono dal locale e si avviarono al parcheggio.
Arrivate al motorino la domanda sorse spontanea.
< Ma tu come sei arrivata scusa? > chiese curiosa Selene.
< Che domande, a piedi! >
< Abiti qui vicino? > continuò sorpresa.
< Praticamente dietro l’angolo. > passeggiava con il viso rivolto al cielo e le mani in tasca.
Sembrava totalmente appagata e tranquilla.
Poi d’un tratto tornò a guardarla e le fece la sua proposta.
< Senti ti va di andare a ballare? La notte è giovane…e non voglio sprecarla a deprimermi davanti alla TV. >
< Ballare? > Selene era abbastanza stanca. Non le sarebbe certo dispiaciuto, ma a tutto c’era un limite… e lei era a dir poco stremata da quella giornata.
< Sì, ballare. Conosco un posto fantastico. E tranquilla non è il Perception. >
< Non ci sarei mai andata! È il mio giorno libero! Amo quel posto…ma fino ad un certo punto diamine! >
< Tranquilla…fidati di me. Allora ti va di andare? >
 
Quegli occhi. Quegli occhi…o forse quel verde intenso.
Quell’aura misteriosa.
Non seppe bene decidere quale delle tante cose che la attirassero di Emily le fecero cambiare idea.
Non le importò delle pratiche che avrebbe dovuto sbrigare il giorno dopo. Non le importò del ristorante nel quale aveva il doppio turno mattutino, né del Perception la sera.
Voleva solo stare ancora un po’ con lei.
Senza un apparente motivo.
Lasciarsi totalmente andare…godersi quella serata e quella nottata che purtroppo non sarebbe durata ancora a lungo.
 
< Che stiamo aspettando? > scese dalle nuvole e rispose dopo quel breve silenzio in cui Emily stava per perdere la speranza.
< Davvero? > chiese incredula.
< Certo! Basta che non mi porti in un covo di lesbiche! >
< …Ops… > disse solo la ragazza serrando le labbra.
Guardò le chiavi che Selene aveva in mano, gliele rubò di soppiatto e dopo esserci salita al volo mise in moto il mezzo.
< Prendere o lasciare. > esclamò aspettando che l’altra salisse.
Selene la guardò sconcertata e leggermente irritata.
< Oh…fanculo! > le urlò l’altra sedendosi dietro di lei, e afferrandole i fianchi.
A quel contatto la mora si girò a guardarla.
Un fugace sguardo.
Tirò giù l’acceleratore e partirono improvvisamente.
Lo spavento fece aggrappare ancora di più Selene al suo corpo.
Oh sì…aveva raggiunto il suo scopo.
 
Il locale non era molto lontano, ma la ragazza che guidava non si fece troppi problemi ad allungare il più possibile la strada, per prolungare quel semplice contatto.
E poi le trasmetteva serenità andare in giro in quel modo.
 
Dopo una decina di minuti finalmente arrivarono a destinazione.
 
< Lolà? > Selene si fermò a guardare l’insegna.
< Lolà. > confermò Emily.
Prese la mano della bionda e la tirò nel locale.
 
La loro notte era appena cominciata.
 
 
Continua…
 

Angolo Autrice

Bella gente :D Buonsalve a tutti :)

Finalmente ho partorito questo quarto capitolo…anche se l’ho dovuto dividere a metà perché troppo lungo. Penso sia chiaro che Emily mi ispira terribilmente. Il continuo tenterò di postarlo prima di venerdì.

Altrimenti… mi dispiace ma vi toccherà aspettare settembre.
Sono la prima (e probabilmente anche l’unica) ad essere disperata per questa brutta, bruttissima faccenda.

Mentre scrivevo comunque…mi sono chiesta…chissà come gli altri immaginano i miei personaggi.
E mi sono resa conto che neanche io li figuravo ancora bene.
Così ho provato a dar loro un volto :D e credo di essere abbastanza soddisfatta.
Emily è ASSOLUTAMENTE Sophia Bush. *-*
Luke dovrebbe essere una specie di Kevin Zegers meno bello.
E qui andiamo nel difficile. Selene… io la vedo un po’ come Anne Hathaway…però più somigliante a Keira Knightley…bho.
E voi come avete immaginato le mie creaturine? ( Dio sembro una con problemi se dico ste cose...aspetta...forse lo sono davvero o.o)

Fatemi sapere comunque u.u che sono curiosa…:D
 
Enjoy.
 
Stefy   
   
 
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