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Autore: sfregiatoefuretto    04/08/2011    9 recensioni
Albus Severus, Scorpius ed un terribile equivoco che porterà ad una settimana che i due vorrebbero cancellare dalla loro vita. Ricordo che i personaggi non sono miei, ma appartengono a J.K. Rowling, che questa storia non ha scopo di lucro e soprattutto che non infrange copyright e che non è copiata né plagiata da altre storie! :) ^^
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Seven days alone.

 

The first day.

The anger.

-Aspetta, Albus... fermati!

Albus correva lungo il corridoio, il rumore dei suo passi che risuonavano lugubri rimbalzando sulle pareti. Tutto gli sembrava surreale, ovattato: il cuore gli palpitava doloroso e le lacrime uscivano a fiotti dai suoi occhi, e lui non provava nemmeno a fermarle.

Non gli sembrava vero, tutto qui.

In quel momento una mano lo afferrò per la manica del mantello e lo strattonò, costringendolo a voltarsi. Il viso di Scorpius era a pochi centimetri dal suo, il respiro affannato, le guance arrossate ed i capelli scompigliati. Albus cercò di liberarsi ma la sua stretta era di ferro.

-Lasciami andare, stronzo!- ringhiò il moro guardando con uno sguardo di puro disgusto il biondo, che scosse la testa.

-Ti prego, Al- lo stava supplicando, disperato, e un Malfoy non ama per niente supplicare-non... non è come sembra, ti giuro che...

-ZITTO!- L'urlo di Albus risuonò in tutto il corridoio, fortunatamente deserto, e i ritratti dei quadri si lamentarono ad alta voce. Il ragazzo soffocò un piccolo singhiozzo lacrimando e la scena che aveva visto pochi minuti prima gli esplose di nuovo nitida nel cervello. Scorpius ed una ragazzina di Serpeverde avvinghiati, stretti contro il muro davanti alla Sala Comune della loro Casa, le bocche incastonate tra loro.

Come aveva potuto, cazzo? Erano fidanzati da due anni e lui l'aveva spudoratamente tradito...

Il viso di Scorpius fu deformato da un moto di dolore; gli occhi luccicarono di lacrime: -Albus... come potrei tradirti? Ti amo più della mia stessa vita!

Una lacrima gli colò lungo la guancia destra, ma Albus non provò nulla: stava troppo male per sé, non riusciva a provare dolore per gli altri. Specialmente per chi lo aveva ferito. Represse la voglia di sputargli contro e ruggì: -Certo... e intanto ti slinguazzi la prima sciacquetta di passaggio! LASCIAMI!- e con uno strattone si liberò dalla presa del biondo. Scorpius piangeva silenziosamente, le lacrime che colavano inesorabili da due occhi spenti, privi di quella luce che Albus non avrebbe più donato loro.

-T... ti prego...- Scorpius parlava con difficoltà, un dolore che mai aveva provato che gli divorava il petto, la voce rotta dai singhiozzi -N-non lasciarmi...

E gli strinse la mano. Albus lo guardò, un ghigno di schifo sul suo viso umido di lacrime ed esclamò cercando di essere il più cattivo possibile: -Mi fai rivoltare, Scorpius Hyperion Malfoy. Non parlarmi mai più.

E corse via, corse via da quell'incubo, corse via da Scorpius, ignorando le sue lacrime e le sue preghiere disperate, corse via cercando di lasciarsi il dolore alle spalle.

Scorpius scosse il capo e cadde in ginocchio, le mani sul viso e pianse, pianse come mai aveva pianto in vita sua, pianse fino a quando non lo sollevarono di peso e lo portarono in Sala Comune.

 

 

The second day.

Broken hearts.

-Dai, Al, non fare così... Evidentemente non ti meritava.

Rose abbracciava dolcemente Albus che, con il viso schiacciato sulla sua spalla, piangeva come un bambino, inumidendo di lacrime la camicia della paziente ragazza. Aveva pianto tutta la mattina, dopo una notte insonne, e Rose era stato vicino a lui, senza mai lasciarlo solo. Era davvero la migliore persona che avesse conosciuto in tutta la sua vita.

-R-Rose- singhiozzò Albus, alzando il viso gonfio e arrossato -stav-vamo insieme da du-due a-anni... mi meritava ec-come... come m-mai ha ro-rovinato tutto?

Rose sorrise dolcemente e gli asciugò le lacrime con le dita, prendendo il viso tra le sue calde mani: -Penso sia un vizio della famiglia Malfoy... o almeno così la pensano i miei genitori...

Passò una mano sui capelli di Albus e lo strinse ancora più forte a sé: -Albus, mi fa un male cane verderti così per colpa di quel pezzo di merda. Per favore, lascialo perdere. O perdonalo.

Albus la guardò con gli occhi luccicanti di lacrime.

Perdonarlo?

-No...- scosse il capo -non ce la faccio... mi ha fatto troppo male...

*

Scorpius aveva la testa sotto il cuscino, gli occhi tristemente aperti, la bocca serrata. Le lacrime continuavano a bagnare le sue guance arrossate, nonostante la sua espressione fosse terribilmente distaccata. Distaccata dal mondo, distaccata da ogni cosa che conducesse alla felicità.

Perché la sua felicità era Albus. Ed ora l'aveva perso per un tragico equivoco.

Come poteva essere felice?

Un mostro gli graffiò il cuore con i suoi artigli disumani, facendolo sanguinare, e Scorpius si rintanò ancora sotto le coperte, allontandando quell'ultimo, lieve raggio di sole che tentava di fare breccia sul suo corpo scosso dai tremiti.

Non sapeva quanto avrebbe resistito.

 

The third day.

Ignoring.

Albus stava camminando spedito verso Hogwarts. Erano le sette del pomeriggio, il sole iniziava a calare ed Albus non vedeva l'ora di cenare e poi di chiudersi nella sua stanza a piangere, come faceva da ben due giorni. La rabbia del tradimento di Scorpius si mescolava al dolore per averlo perso, per non abbracciarlo, toccarlo, baciarlo più, per non sentire il suo corpo tremante di eccitazione sotto le proprie dita esperte che creavano sensuali viaggi sulla sua pelle d'avorio. Ma non poteva perdonarlo. Non poteva riaverlo. Lui lo aveva tradito.

Davanti ai suoi occhi.

Già le lacrime premevano per uscire, e lui cercò di reprimerle. Non voleva piangere nel bel mezzo del parco di Hogwarts. Aumentò la marcia, perché sapeva che non avrebbe resistito molto. Poi, mentre finalmente imboccava il sentiero diretto al Castello, lo vide, da solo, seduto, la testa tra le mani, che singhiozzava mestamente. Albus inorridì e fece per cambiare direzione, correre via, scappare, ma ormai Scorpius si era accorto della sua presenza. Alzò il viso (Albus provò un grande dolore nel vederlo deformato dalla disperazione) e lo guardò:

-A...Albus...

Albus rimase fermo pochi istanti, fissando gli occhi grigi di Scorpius con i suoi, dannatamente verdi. Avrebbe voluto andare da lui, baciarlo, poggiare le sue labbra un po' ruvide sulle sue, morbide, e dirgli che era suo. Che lo amava. Ma non ce la fece.

Nella sua mente la scena del bacio umido tra Scorpius e la ragazzina pulsava orribilmente. Sospirò e gli passò accanto, senza degnarlo di uno sguardo, sentendosi dannatamente un mostro senza cuore.

Merlino, come lo odio.

Merlino, come MI odio.

Non si voltò neppure quando il biondo iniziò a sussultare, il cuore che esplodeva in un doloroso schiocco, le orecchie tappate da un veloce Incantesimo di Silenzio che aveva sussurrato mentre la sua coscienza gli vomitava addosso parole talmente orribili da farlo rabbrividire.

 

The fourth day.

Horrible plan.

Scorpius sapeva che era sbagliato. Terribilmente sbagliato. Tremendamente, terribilmente sbagliato. Ma era l'unico modo per riaverlo di nuovo con sé, lo sapeva. Fare leva sulla gelosia di Albus era il modo per fargli capire quanto lui tenesse alla cosa che gli era stata strappata via, l'unica cosa per rompere quegli ipocriti silenzi che si creava, isolandosi cazzutamente dalla realtà che lo faceva soffrire.  

 

Scorpius sospirò, tremendamente in colpa, ma entrò lo stesso nella Sala Grande. La sua mano destra stringeva convulsamente la mano della ragazza che l'aveva baciato, che l'aveva appiccicato al muro tre sere prima, la ragazza che Albus credeva la sua amante. Represse la voglia di scagliarla via da lui- la sua espressione soddisfatta gli stava dando la nausea- ma a malincuore sorrise rivolgendole parole romanticamente fasulle, accurandosi di passare davanti al tavolo dei Grifondoro, davanti ad Albus. Avvertì il suo sguardo su di sé, e ci mise tutta la volontà del mondo per non guardarlo e dirgli che lo amava e che quella ragazza era solo un qualcosa per averlo di nuovo, come prima. Ma non lo fece. Anzi, quando gli fu proprio davanti si fermò per scoccare un bacio frivolo alla ragazza, che si avvinghiò a lui e lo trascinò verso il tavolo dei Serpeverde. Scorpius ebbe un piccolo conato.

*

Albus lo vide entrare con la mano stretta in quella della ragazza e sbiancò. Non riusciva a capire se stesse sognando o se stesse davvero succedendo. Sentì una dolorosa stretta al cuore e non seppe come fece per non alzarsi e gridare “Ehi, lurida troia, Scorpius è mio!” Ma non poteva farlo: Scorpius non era più suo.  

Era di quella insulsa ragazzina che adesso gli teneva la mano e lo guardava con occhiate estremamente dolci e soddisfatte davanti a tutta la scuola. Ma Merlino, com'era possibile che un giorno piangesse per lui e il giorno dopo fosse già avvinghiato a quella zoccoletta? Quando passarono davanti al tavolo di Grifondoro, si fermarono un attimo e si baciarono, la mano di lei che correva tra i suoi capelli – i capelli che Albus amava toccare, strappazzare e pettinare quando erano scompigliati – e lasciò cadere il cucchiaio nella sua tazza.  

Guardò il porridge che ancora la pienava e si sentì lo stomaco chiuso in un nodo doloroso. Si alzò di scatto e corse via, verso l'Aula di Trasfigurazione, ignorando Rose che gridava il suo nome.

 

The fifth day.

Necklace away.

Albus attendeva davanti alla porta della Sala Comune di Serpeverde, il cuore che scoppiava. Nella sua mano destra stringeva una piccola collana.

Quella collana.

La bellissima collana di oro puro, con un pendente a forma di un cuore molto strano, affascinante, spigoloso, che Scorpius gli aveva regalato al loro prima anniversario. La indossava sempre, anche mentre dormiva, non se ne liberava mai. Sanciva in modo profondo l'amore che univa Albus e Scorpius. E che ora si era spezzato solo per colpa di Scorpius. Quindi che senso aveva tenerla? Che senso aveva ingannare se stesso che non tutto era perso, continuando ostinatamente a portarla, sentendo il metallo freddo premergli sul cuore, sul petto, lo stesso petto sul quale si accoccolava dolcemente Scorpius?

La porta si aprì ed Albus sobbalzò. Ritornò in sé e si ritrovò davanti Scorpius e la zoccola, la sua mano a puttana stretta alla sua vita perfetta e fece un passo avanti. La troia alzò un sopracciglio e chiese acida, guardando Albus schiafata: -E questo che vuole ora?

Scorpius la ignorò e si avvicinò ad Albus, che avrebbe voluto infilare un vibratore XXL nella bocca di quella lurida sciacquetta: -A-Albus... co-come mai qui?

Il moro gli si piazzò davanti, cercando di assumere l'espressione più disinteressata del suo repertorio da dissimulatore e disse, distogliendo il suo sguardo dagli occhi pieni di Scorpius: -Ero venuto per... ridarti questa.

E aprì la mano. Scorpius vide la collana ed Albus giurò di vederlo impallidire come un cadavere. Il biondo sbattè le palpebre più volte, poi alzò lo sguardo su Albus, incredulo: -A...Albus... ma quella...

Il moro lo zittì bruscamente: -Sì, è la collana che mi regalasti l'anno scorso. Il ventidue di dicembre, precisamente. Aveva un valore che ora non ha più, non ha più senso che io la porti al collo.

Gliela piazzò in mano violentemente, mentre la troia guardava la scena alzando gli occhi al cielo, poi esclamò sprezzante: -Puoi sempre regalarla a lei.

-Albus... aspetta... non...

Ma Albus era già corso via con le lacrime agli occhi.

 

 

The sixth day.

The letter.

Caro Albus,

in questo momento sto piangendo come un pazzo, e penso te ne sia reso conto dallo stato della carta. Ti scrivo perché voglio che tu capisca quanto soffro senza di te, quanto soffro senza poterti stare vicino, guardarti senza avvertire il tuo disgusto, il tuo sguardo carico di odio. Vedo i tuoi occhi verdi accendersi di quella luce diabolica e mi sento morire dentro. Merlino, sono un idiota. Un fottutissimo idiota. Sono inceppato nella trappola di una stupida ragazzina troppo eccitata senza arte né parte, che mi ha preso di forza e mi ha baciato senza che io lo volessi minimamente, te lo giuro. Io non la volevo, credimi. Io volevo, voglio e vorrò sempre e solo te. I tre giorni dopo quella sera sono stati i più orribili della mia vita, perché erano i primi tre giorni che passavo lontano da te. Non resistevo, ed ho fatto un altro, terribile errore, un errore che pensavo ti avrebbe ricondotto a me. Ti ho fatto credere di stare con quella ragazzina di cui a fatica ricordo il nome, ti ho fatto credere di amarla, di averti dimenticato, pensando che la tua gelosia avesse prevalso sopra la tua rabbia. Ma quando mi hai ridato la collana, la collana che sto ancora annusando per captare le tracce del tuo profumo, mi sono sentito il cielo crollare sulle spalle, schiacciarmi come un verme, quello che in effetti sono. Perdonami, Albus, perdonami per tutto quello che ti ho fatto credere, perdonami per essere stato un cretino, un demente, uno stupido e sinonimi vari. Ma ti prego, Albus, non escludermi dalla tua vita, perché io sono nulla senza di te, sono nulla senza il tuo sapore sulla mia lingua, sono nulla senza la sensazione del tuo corpo sul mio, sono nulla senza le tue parole che mi scaldano più del fuoco eterno. Per favore, Albus, torna da me.

Eternamente, unicamente tuo.

Scorpius.

 

 

The seventh day.

He. Again.

-Suvvia, Karen, smettila... Avanti, basta...

-No, Scorpucciolo, non la smetto.

Scorpius e la sua “ragazza”, Karen Lorrydhal, erano sulla riva del Lago Nero mentre il sole del crepuscolo tingeva il cielo di un rosso infuocato. Purtroppo, Scorpius non aveva avuto il coraggio di dirle che era tutta una finzione, che non la amava, anzi, che non era mai diventato etero, in verità. Non ci riusciva. Aveva paura di ferire i suoi sentimenti. I sentimenti della ragazza che gli aveva fatto perdere Albus.

L'acqua scintillava armoniosa mentre Karen, avvinghiata a Scorpius, gli succhiava fastidiosamente il lobo dell'orecchio. Scorpius tentava di scansarla, ma non ci riusciva. Era incredibilmente forte, Karen.

-Smettila di chiamarmi in quel modo assurdo, per favore!

Sentì Karen ridacchiare mentre gli passava la lingua su tutto il lobo. Chiuse gli occhi, sospirando, e si ricordò di quando Albus faceva la stessa cosa, la sera, nella Stanza delle Necessità, per dargli la buonanotte. Sorrise, mentre sentiva le lacrime pigiargli contro gli occhi.

Non succederà mai più... Ormai non sono più di Albus... e lui non è più mio.

-Sco-Scorpius!
E poi, una voce che non era di Karen. Una voce maschile, affannata, leggermente profonda.

La sua voce.

Scorpius aprì gli occhi mentre Karen si slacciava dal suo corpo, e lo vide. Albus era davanti a lui, il volto arrossato e un po' sudato a causa di una lunga corsa, probabilmente, i capelli appiccicati alla fronte e il fiatone. Ignorando i sibili di Karen contro di lui, si alzò e gli cose incontro, confuso: -Albus... che ci fai qui?
Albus esclamò a fatica, la voce rotta dal fiatone: -Ti... ti ho cer-cato per tutta la scuola...- riprese fiato, poi continuò -Poi... ho incontrato Hu-Hugo e mi ha detto che e-e-eri qui... con lei.

Guardò sprezzante Karen, che aprì la bocca per ribattere. Scorpius la fermò con un gesto, gli occhi ancora agganciati a quelli di Albus. Prese fiato, il cuore che iniziava a battere, e disse: -Sì, sono qui con lei... Ma Albus, io ti giuro che lei non è...

Ma Albus non gli lasciò finire la frase. Lo prese per la cravatta e, sotto lo sguardo di un'attonita Karen, lo baciò. E sorrise per la prima volta in quella settimana. Merlino, se gli erano mancate quelle labbra calde e morbide, quella lingua così piacevole che tentava di penetrare nella sua bocca. Sospirò e gli mise una mano tra quei capelli biondissimi, di nuovo suoi, incrementando il ritmo di quel bacio, mentre sentiva le calde lacrime di Scorpius bagnargli il viso. Si staccò piano e lo guardò, scoprendo nuovamente la sua infinita bellezza che lo faceva assomigliare ad un dio greco. Gli asciugò dolcemente le lacrime con le dita, sorridendo.

Scorpius lo fissò lacrimoso, poi mormorò: -Mi sei mancato...

Albus lo abbracciò, stringendolo in una morsa piena di amore, quell'amore che per sette giorni aveva sentito così lontano, eppure così vicino.

-Anche tu, amore mio...

Fine.

ANGOLO AUTORE (Sì sono un ragazzo)
Buonasera a tutti! *Si inchina* Sono le 03:08 di mattina e sono qui a pubblicare la mia seconda ff su questo meraviglioso sito. Ancora una volta riguarda la coppia Albus Severus/Scorpius, alle prese con una profonda crisi di coppia. Non so come mi sia venuta l'ispirazione, fatto sta che è venuta e ho scritto scritto scritto ed ora eccola qua, la mia ff completa. E' una one-shot lunghina in effetti, ma mi dispiaceva dividerla in capitoli. Spero vi sia piaciuta e che lasciate un piccolo commentino (anche piccino eh ^^) e magari la inseriate tra i preferiti! ^^
Ah, scusate per il tono un po' volgare! xD

Un bacione a tutti!
SfregiatoeFuretto.

  
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