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Autore: Anduril    01/04/2006    7 recensioni
Riflessioni di un personaggio amato e sconosciuto che riflette sulle persone che lo circondano, in un lungo cammino verso l'ultima avventura...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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buio, qualche goccia d’acqua nella tenebre e una presenza accanto a me…

 

 

Stolti sono gli uomini quando disprezzano ciò che non conoscono; i maghi non fanno eccezione.

Sapete perché ho sempre stimato Arthur Weasley, perché ho sempre creduto in lui, anche quando non era altro che un povero studente al primo, sottopagato, impiego, con la moglie incinta e nessun risparmio che li sostenesse? Proprio per questa sua strana, insensata, folle passione per tutto ciò che i babbani trovano normale.

Nessun mago che si rispetti prova interesse per il mondo babbano, nessuno incita i propri figli a prendere un G.U.F.O. in Babbanologia; perché? Perché niente è degno d’attenzione al di fuori del mondo magico, i babbani non sono altro che strani individui che popolano un mondo per cui non si prova interesse.

Eppure non ho mai letto un solo libro scritto da un mago che contenga la stessa magia, la stessa passione che si può facilmente trovare nei libri babbani.

Quante volte, in periodi più felici della mia vita, ho trascorso ore intere in un mondo fittizio, perduto in avventure straordinarie insieme a personaggi tanto particolari quanto reali, senza aver nessun bisogno di magie, incantesimi? Io, un disco di musica da camera di sottofondo e un buon libro.

Senza nessun motivo, un pensiero riaffiora alla mia mente, leggero e vorticoso come in un pensatoio, dolce e straziante come solo un ricordo sa essere…Un giorno come tanti altri, non molti anni fa, -non molti, ma così distanti, così diversi dal presente da appartenere addirittura a un’altra esistenza- mi trovavo in nel mio studio, seduto sulla mia amata poltrona di chintz, a leggere uno strano libro babbano, chiamato Peter Pan, mentre Fanny dormiva placidamente accanto a me, cullata da nessun’altro suono che un vecchio disco di mio padre, un’opera italiana, la Traviata; il tramonto riempiva con i suoi colori crepuscolari il mio studio, facendo calare lentamente l’ombra su ognuno dei ritratti dei presidi appesi alle pareti….

 

La calma del crepuscolo venne interrotta da un allegro suono di passi, un incedere vivace accompagnato da voci conosciute ed amate; senza accorgersene, chiuse il libro e si alzò, dirigendosi verso la porta e aprendola ancor prima che i visitatori bussassero.

James! Lily! Che magnifica sorpresa! Entrate, prego!”

“Professor Silente! Come sta? La trovo molto bene!” disse la giovane, entrando nella studio sorridendo.

“Oh, tutto bene! Ho scoperto un nuovo passaggio segreto nella scuola, dietro un grande specchio al terzo piano… niente che voi non sapeste, immagino!”

Il ragazzo scoppiò a ridere “Non saprà mai quanto i malandrini abbiano scoperto di questa scuola! E’ un segreto che ci porteremo tutti e quattro nella tomba!”

“Allora ragazzi, cosa mi raccontate? Ho saputo che i medimaghi del San Mungo sono entusiasti di te, Lily! Everardus Pyke non fa altro che ripetermi di non aver mai conosciuto una pozionista tanto abile!”

Lily arrossì per un attimo, compiaciuta, per poi replicare “, qualcuno doveva pur compensare i disastri che James faceva ad ogni lezione del professor Slughorn!”

“Ehi! Diciamo che io avevo…altro da fare!” replicò il ragazzo risentito.

“Certo… Bighellonare nel parco, infastidire ogni essere vivente nel castello, fare di tutto per copiare i compiti da me…cose del genere, giusto?!” gli rispose la ragazza, pungente.

“Ehi, guarda che…”

“Ragazzi, vi prego! Le mie povere orecchie sono talmente grate di non dover più sentire i vostri battibecchi! Non mettetele alla prova!” intervenne Silente, palesemente divertito dalla situazione.

“Mi scusi professore!” rispose James, con una finta aria contrita che sembrava frutto di anni di scuse agli insegnanti, provocando uno scoppio di risa negli altri due.

“Allora, ragazzi…come mai siete venuti fino ad Hogwarts? E’ un viaggio troppo lungo per una semplice visita in onore dei vecchi tempi, o sbaglio?”

I due ragazzi si scambiarono un tenero sorriso, come se pregustassero qualcosa di particolarmente gradevole.

“Ha ragione, professore… noi siamo qui per una ragione ben precisa; abbiamo appena ricevuto una notizia e…volevamo che lei fosse il primo a saperlo. Iniziò James.

“Tra poco più di undici anni ci sarà un altro Potter ad Hogwarts, professore.” Concluse Lily, raggiante.

Silente sorrise commosso ai due ragazzi, alzandosi per abbracciare prima l’una e poi l’altro “Ragazzi…non potrei essere più felice per voi. Sarete degli ottimi genitori, ne sono sicuro.

“Grazie professore… lei doveva assolutamente essere il primo a saperlo…se non fosse stato per lei, non avrei mai messo la testa a posto e un certo prefetto di mia conoscenza non avrebbe accettato di uscire con me…” concluse James con un sorriso, mentre Lily cercava di ricomporsi, ancora commossa.

“Professore, potrei andare a cercare la professoressa McGranitt? E’ molto che non la vedo e vorrei salutarla. Chiese la ragazza.

“Ma certo, dovrebbe essere in sala insegnanti.” Rispose Silente, sempre sorridendo.

 

Una volta che la ragazza fu uscita, James e il preside si sedettero di nuovo intorno alla scrivania, brindando con un bicchiere di vino appena evocato al lieto evento.

“Come sta Harry?” chiese ad un tratto Silente.

James s’intenerì “Molto bene! Cresce a vista d’occhio… diventerà un ottimo malandrino, ne sono sicuro! Ha poco più di un anno e ha già esplorato ogni angolo della vecchia casa di famiglia!”

James si fece serio a poco a poco; quasi senza accorgersene si voltò verso la finestra che dava sul campo da quidditch, osservandolo in silenzio.

Cosa ti turba, James?” chiese Silente, impensierito dal silenzio del ragazzo.

“Non mi sono mai immaginato padre, non ci sono mai riuscito; non molto tempo fa mi sembrava impossibile, assurdo, quasi un paradosso. Tuttavia, da quando è nato Harry…è cambiato tutto, ogni mia prospettiva si è ribaltata; non riesco ad immaginare come sarebbe la nostra vita senza quell’adorabile piccola peste.

Eppure?”

Eppure ho una gran brutta sensazione. So che dev’essere normale, che ogni padre nella mia stessa situazione sarebbe angosciato… non credo che nessuno farebbe i salti di gioia al pensiero di mettere al mondo un altro figlio nel bel mezzo di una guerra, specialmente da quando la Cooman, da quando siamo diventati più interessanti agli occhi di Voldemort. Però c’è di più…non voglio fissarmi, non voglio essere superstizioso, tuttavia…avrei un favore da chiederle.

Silente annuì, sorpreso dalla piega che aveva assunto il discorso. “ Certo, dimmi pure.”

“Per la prima volta in vita mia ho paura: paura di non riuscire a veder crescere Harry, paura di non essere in grado di proteggere Lily e il bambino, paura di non veder mai nascere mio figlio. Lo so, non sono mai stato così pessimista, ma… le dispiacerebbe conservare questo per me? come ben sa tra poco ci nasconderemo, quindi a me non servirà più. Glielo affido…” disse James, con aria grave, consegnando un pacco insolitamente leggero al preside.

 

Il mantello dell’invisibilità… senza neanche saperlo stavo raccogliendo l’eredità di James, stavo garantendo un dono inaspettato ad un giovane ragazzo spaurito. Nessuno al mondo è a conoscenza di questo mio ricordo, nessuno ha mai saputo che Lily aspettasse un altro figlio; i due ragazzi erano soli, circondati da possibili nemici e avevano deciso di mantenere segreta questa notizia, anche ai loro amici più cari. Questo dimostra quanto James fosse cambiato; me lo immagino com’era quel giorno, apparentemente sicuro di sé come quando era un allievo di Hogwarts, ma straziato dall’angoscia, dal dubbio… da una tale incertezza che non gli permetteva di fidarsi neanche dell’amico più caro…

Erano giorni felici? Un estraneo avrebbe ragione dicendo che quei bui giorni di violenza non potevano essere felici e, di certo, a quei tempi sarei stato d’accordo. Ma ora non lo sono più.

 

Avevo qualcuno accanto… quella coppia di ragazzi erano la mia ancora di salvezza contro la solitudine, contro l’isolamento, senza che se ne rendessero nemmeno conto.

 

Loro non mi tenevano a distanza, non mi consideravano troppo saggio o troppo vecchio… Lily, con la sua dolcezza, James, con quel suo atteggiamento di perpetuo ragazzino... erano lì, da me… venivano nel mio ufficio senza una particolare ragione, solo per fare due chiacchiere, per farmi giocare con Harry, per trovare conforto… per darmi il loro parere su problemi che mi angustiavano. Sì, incredibile ma vero! Io, il grande Silente che riceveva consigli da una giovane coppia di maghi appena diplomati!

Ecco perché Voldemort avrebbe volentieri risparmiato la vita di Lily, ecco perché, solo a lei, offrì la sua falsa misericordia… per capirmi, per entrare nei pensieri del suo più grande nemico, dell’unica persona che non sia mai riuscito a comprendere… ma il suo cuore inaridito non poteva comprendere l’amore di una madre, il dolore di una donna di fronte al suo amore perduto e alla crescente consapevolezza che avrebbe dovuto scegliere tra i suoi due figli: il bambino tra le sue braccia, prossima vittima sacrificale all’egoismo degli uomini, o quello che stava crescendo in lei…

 

Dopo così tanti anni, però, Harry è entrato nella mia vita, vita di un vecchio all’apparenza immutato, ma prostrato dal dolore… quanto avrei voluto vederti crescere, Harry… quanto avrei voluto consigliarti nella battaglia finale, esserti vicino… vorrei poterti vedere felice, finalmente, realizzato…

Ma quanto sto per fare me lo impedirà… ti sento annaspare al mio fianco, mentre mi sorreggi in una lunga lotta contro il tempo, atterrito al pensiero di non sentire più la mia voce…

Io so quello che succederà, stranamente in questi ultimi attimi sono come onnisciente; so che quando arriveremo ad Hogwarts non troveremo la salvezza ad attenderci, non troveremo rifugio, come ti aspetti… e so che, in fondo al tuo cuore, lo sai anche tu…

Ma, nonostante questa consapevolezza sia diventata parte di te, continui a lottare, ti aggrappi alla speranza di una salvezza che sai che non potrà giungere, ti fai forza e cerchi di scuotere anche me…

“Non si preoccupi signore, posso fare apparire entrambi…”

Cerchi di farti forza rassicurando me… Harry… mai come adesso vorrei poter rimandare la mia ultima avventura senza ritorno, mai come ora vorrei sostenerti e non abbandonarti… Ma non posso.

“Non sono preoccupato, Harry. Sono con te.”

 

 

Con questi pensieri me ne andrò, con il cuore gonfio di ricordi, speranze per la tua vita Harry

 

Siamo sulla torre, la fine si avvicina… vedo Severus venirmi accanto; non esiste più nulla, se non il silenzio che si è creato dalle mie ultime parole, dall’implorazione di un uomo che non ha mai pregato nessuno in vita sua.

 

Scorgo la comprensione negli occhi di un uomo già straziato dall’angoscia e che sto per rovinare… perdonami Severus, non avrei mai voluto farti questo…ma devi portare avanti il mio lavoro, devi essere un uomo di Silente, fino alla fine, devi aiutare Harry, come avrei fatto io… , più o meno.

 

Vedo il tuo volto coperto da una maschera d’odio; non odiarmi Severus… perdonami.

Avada Kedavra!”

 

 

E’ questa la morte? Mi volto verso di te, Harry, senza che nessuno se ne accorga; imprimo nel mio cuore la tua immagine, il tuo volto straziato che cerca di esprimere il suo muto dolore… sento il mio corpo cadere, sempre più giù, sempre più giù, in una strana corsa nel vuoto… negli occhi il tuo volto, Harry, nelle orecchie quella dolce musica da camera che amavo ascoltare, nel cuore una speranza… di poterti proteggere… sempre.

 

 

 

 

 

 

 

Emh….so di aver scritto una storia un po’…mah, non so neanche come definirla….non sono particolarmente convinta di quest’esperimento, perciò i commenti sono graditi!!

Grazie a tutti per la pazienza!:-)

Anduril

 

  
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