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Autore: Minner_    04/08/2011    4 recensioni
Settembre '43.
Feliciano è un innocuo soldato del fronte greco. La sua vita, però, verrà presto sconvolta dalla rottura del Patto d'Acciaio e ben presto si ritrova in un campo di lavoro in Germania.
Ludwig è il tipico soldato ligio al dovere, per lui l'onore della Patria è tutto ma gravi ferite lo riporteranno alla sua cità natale.
Ecco la storia di due soldati che non avevano niente in comune ma che nonostante tutto cercheranno di affrontare insieme gli ultimi anni di quella terribile guerra.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: IMI, n. 17061
Titolo capitolo: Un paio di guanti ruvidi
Personaggi: Nord Italia
Genere: drammatico, storico
Avvertimenti: AU
Note: per motivi di chiarezza, i dialoghi scritti in corsivo saranno le frasi pronunciate in lingua originale(o almeno ci si prova) per questo motivo se il capitolo è incentrato su Feliciano le frasi in corsivo saranno quelle in tedesco, e viceversa quelle riguardante i POV di Ludwig. Spero di essere stata abbastanza chiara, per qualsiasi dubbio chiedete pure!^^


Un paio di guanti ruvidi

 

Tra poco si sarebbe messo a nevicare poichè, già da alcuni giorni, nuvole scure coprivano quel freddo cielo invernale. Le guardie si erano premunite con pesanti cappotti e avevano acceso qua e là alcuni focolai per riscaldarsi, ovviamente riservati esclusivamente a loro.
Feliciano passeggiava all’interno del cortile esterno senza uno scopo preciso, il volto infossato nel colletto della divisa mentre le mani scorrevano frenetiche sulle braccia scoperte nel vano tentativo di riscaldarsi. Altri come lui, soldati provenienti dai fronti greco e africano, condividevano lo stesso male, dormivano rannicchiati l’uno contro l’altro sperando di allontanare da sé la minaccia sempre più concreta dell’ipotermia. Alcuni dei suoi compagni erano già morti nel silenzio della notte, senza creare troppe complicazioni ai loro carcerieri, uomini dalla mano veloce e dalla pazienza ridotta. Lo sapevano soprattutto quei poveracci che per sfortuna erano incappati in malattie o mutilazioni sul lavoro: invocavano il soccorso della Croce Rossa, di un’ infermiera, di un aiuto qualsiasi per poi pregare, infine, la morte. Loro sì che erano un problema per quelle guardie carcerarie che la notte passavano a far la ronda, sentivano le urla, le imprecazioni in italiano e i rumori dei letti cigolanti dei compagni vicini accorsi per aiutare l’amico. Tutto questo era solo causa di disordine.
Feliciano continuò a camminare lungo il perimetro del cortile, senza meta e senza logica, camminava e basta giusto per non sentire le conversazioni dei compagni e i leggeri fiocchi di neve che proprio in quel momento stavano cadendo leggeri su di loro. D’un tratto però, un sassolino colpì la gamba di Feliciano; piuttosto disorientato l’italiano si guardò attorno cercando di capire da dove provenisse.
- Feliciano!-
Il ragazzo si voltò in direzione della voce che lo aveva chiamato con tono sommesso, riconoscendo in quelle consonanti dure l'accento tedesco di Ludwig, nascosto dietro uno dei pilastri di cemento.
Il suo volto era seminascosto nell’ombra ma i suoi occhi, azzurri e limpidi, ne illuminavano il volto anche se questi cercavano di sfuggire dallo sguardo curioso del ragazzo. Feliciano si era ormai avvicinato, un po’ timoroso e un po’ eccitato all’idea che fosse ritornato da lui; aspettava una qualche reazione da parte di Ludwig che intanto si stava rigirando tra le mani un foglietto stropicciato come se fosse indeciso su cosa fare. Poi, con un gran rossore sulle guance, corrugò la fronte come se quello che stesse per dire fosse terribilmente difficile da pronunciare.
- Mi…disp… dispache… nien… dispiacie per… ieri…*- bofonchiò il biondo, mentre tentava di leggere quel pezzetto di carta.
Feliciano non disse niente, troppo sorpreso nel sentire il tedesco parlare italiano. Non vedendo alcuna reazione da parte del ragazzo, Ludwig frugò prontamente nelle tasche della propria giacca estraendo un pacchetto avvolto in una carta marrone e legato da uno spago.
- Das ist ein Geshenk... für dich…[1]- continuò poi, porgendogli l’oggetto.
Feliciano lo afferrò con entusiasmo come un bambino il giorno di natale, lo scartò velocemente trovando all'interno un paio di ganti marroni dall’aria ruvida ma calda.
- Grazie- disse semplicemente Feliciano, donandogli uno dei suoi sorrisi più luminosi e sinceri. – Danke, Ludwig-


*  Qui Ludwig cerca di parlare italiano e la cosa non è per niente semplice, ecco perchè fa così tante pause e sbaglia alcune parole, non sono io che sono diventata dislessica, forse...^^
[1] Questo è un regalo... per te...


Angolo dell'Autrice

Chiedo umilmente perdono per il terribile ritardo ma questo capitolo non voleva proprio essere scritto, e anche adesso mi sembra un po' così, come se gli mancasse qualcosa... Non vi preoccupate per i prossimi capitoli, sono tutti qui nella mia testa!:D
Fatemi sapere cosa ne pensate,al prossimo capitolo (che si spera arrivi presto)!^^

  
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