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Autore: Melian    01/04/2006    2 recensioni
Dopo tremila anni una nuova Ombra si è ridestata e questa volta non basterà un duello a fermarla.
Ma anche nelle Tenebre c'è una Fiamma che brilla ed essa è destinata a rischiarare la notte.
Forze segrete infiammano le ombre, duelli contro il tempo per salvare chi si ama, ma sopratutto ricordi che emergono dalle nebbie del passato...
[Storia in revisione]
Genere: Avventura, Azione, Comico, Erotico, Fantasy, Introspettivo, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 16: LA VOCE DELL’INGANNO (2° parte)

 

Dubbio.

I contorni del reale sono labili.

Verità…

Ne esisterà mai una?

Inganno.

Puoi riconoscerlo? No! è troppo ben nascosto!

Si cela nelle speranze, nei desideri, nelle voglie…

… E ti stringe in una morsa d’acciao.

 

Vagava, errava senza una meta. Non ne aveva una, non sapeva nemmeno cosa ci facesse lì, tra quegli alberi morti, spettrali figure nel vento freddo d’inverno.

Chissà perché in quel momento sentì la solitudine schiacciarlo, come se fosse un peso opprimente sul petto che non lo lasciasse respirare. Non gli era mai successo… o invece si? Gli era capitato quando suo fratello gli era stato portato via e anche quando, odiava ammetterlo, aveva lasciato Melissa.

“Mokuba…” pensò e si accorse che una parte di lui era come se fosse stata strappata e calpestata. Suo fratello, la persona più importante al mondo, l’unica per cui avrebbe sacrificato se stesso, non c’era.

Si fermò tutt’ad un tratto e tentò di captare anche il più flebile suono che vibrasse nell’aria, ma c’era solo silenzio. Sollevò lo sguardo e fu in quel momento che si sentì investito da un’incredibile sensazione di contentezza alla vista di quella che era la figura di suo fratello.

-Mokuba!-chiamò e stavolta niente lo trattenne, riuscì ad arrivare accanto al ragazzino, voltato di spalle, immobile. –Finalmente, fratellino!-esclamò –Dovrai spiegarmi dove diamine ti eri andato a cacciare…-proseguì poggiandogli una mano sulla sua spalla.

Ma Mokuba non si mosse.

-Mokuba…-chiamò nuovamente Seto e lo scrollò lievemente.

Il sangue gli si gelò nelle vene.

Il capo del ragazzino si reclinò sul petto di Seto, mentre il resto del corpo era inerte, gli occhi spalancati e privi di emozione, vitrei; la pelle fredda, le labbra lievemente schiuse.

Nessun battito, nessun respiro.

-Mokuba…-Seto ripetè quel nome nella speranza che non fosse vero il terribile pensiero che gli aveva attraversato la mente, squassandogli l’anima. –Mokuba…non può essere…- Seto vide andare in pezzi la sua intera esistenza: suo fratello era tutto per lui, lui avrebbe dovuto proteggerlo, così come gli aveva promesso quand’erano bambini, in quell’orfanotrofio che Seto odiava.

-MOKUBA!-gridò –MOKUBA!-urlò con tutte le sue forze, era come se stesse impazzendo, non gli importava nulla di se stesso, nulla del suo stupido orgoglio, della sua inutile e vuota vita, sterile senza la gioia e la voglia di vivere del suo fratellino.

Strinse il corpo inanimato di suo fratello con quanta forza aveva, come a volergli trasmettere un po’ della sua energia vitale, per infondergli il respiro che gli mancava. –Nulla…-sussurrò con voce atona –Vorrei il nulla per me in questo momento…

 

Sonno.

Una goccia nell’oceano del pensiero: il sogno.

Librarsi, sprofondare, tornare a galla, annaspare, affogare di nuovo.

Nel sogno si è liberi.

Ma la libertà è fittizia.

Prigione dalle dorate sbarre che soffocano.

 

********************************************************************

Una falce di luna brillava seminascosta da alcune nubi. All’apparenza era tutto tranquillo in quella calda sera d’estate. Si avvicinò alla porta, la schiuse lievemente e osservò il corridoio illuminato dalle fiaccole; sentì alcuni passi, ma ben presto si accorse che erano solo un paio di servitori, quindi richiuse l’anta lignea e si avvicinò al suo letto. Sparpagliando i molti cuscini colorati, riuscì a trovare quello che le serviva: una robusta fune di papiro.

Uscì sull’ampia balconata, gettò la corda oltre il parapetto assicurandosi che nessuna guardia fosse di passaggio. Si calò giù dalla sua stanza nel modo più veloce e silenzioso che potesse, una volta arrivata a terra, cercò di nascondere la corda penzolante in modo che non desse troppo bell’occhio.

Si guardò attorno e sentì un richiamo familiare.

-Psss! Nefer! Qui!

Si voltò e vide una ragazza castana agitare un braccio in aria per farsi notare.

-Mana!-esclamò sottovoce, e le andò incontro.

-Eccoti finalmente!-disse Mana portandosi le mani ai fianchi e osservando una Nefertiti con addosso una veste assai diversa da quelle che indossava a corte: una veste con un gonnellino corto, nessun gioiello, tranne per una cintura che teneva ai fianchi. Nessuno avrebbe mai detto che appartenesse alla Famiglia Reale al vederla così semplicemente abbigliata.

-Scusa se ti ho fatto aspettare, ma mio padre sospettava delle nostre scappatelle e mi ha tenuta sotto stretta sorveglianza più del previsto!-rispose Nefertiti con un sorriso furbo –Ma, mi spiace per lui, non è bastato! Vedo invece che sei riuscita a raggirare Mahado con molta più facilità di quanto io abbia fatto con mio padre!-proseguì guardando la sua amica.

Mana scosse la testa –Figurati!-rispose –Mahado è troppo intelligente per non accorgersi di quando lascio la Casa della Vita del tempio di Ptha!-spiegò –Ma stasera sono riuscita a farla franca perché non è ancora rientrato!-fece l’occhiolino.

-Sarà con il Principe…-ipotizzò Nefertiti

Mana annuì, poi cambiò discorso –Allora che facciamo stasera?-chiese –Andiamo a sgraffignare qualcosa di buono nelle cucine?-chiese –Oppure ce ne andiamo in città?-domandò –Anzi! Proviamo qualche incantesimo dislocatore e cechiamo di arrivare alla Valle dei Re!

Nefertiti rise lievemente –Calma, calma!-disse –Abbiamo tutta la notte davanti!

-Nefer!-esclamò Mana allarmata –Hai sentito?

Rumore di passi, voci.

Nefertiti annuì –I soldati!-esclamò di rimando.

Un piccolo manipolo di soldati nubiani, lance in pugno, avanzavano nella direzione delle due ragazzine per raggiungere i loro compagni e dare loro il cambio per la notte.

-Sull’albero di sicomoro!- Mana afferrò Nefertiti per un polso e la trascinò sull’albero a pochi passi da loro. Cominciò a salire tentando di fare in fretta.

-Forza, muoviti!- Nefertiti la spinse su, quindi fece per arrampicarsi a sua volta, ma le guardie erano troppo vicine, così tentò di raggiungere il ramo su cui si era seduta Mana con un salto, ci provò due volte, alla terza di riuscì, grazie anche alla sua amica che la aiutò a tirarsi su.

Le guardie nubiane passarono oltre, Mana e Neferititi, che fino a quel momento avevano trattenuto il respiro, fecero un sospiro di sollievo. Si guardarono per un secondo prima di scoppiare a ridere, portandosi una mano alla bocca per non fare udire le risa.

-Siamo una squadra formidabile noi!-esclamò Mana dando una pacca sulla spalla dell’altra ragazza, la quale perse l’equilibrio e cadde dall’albero con un tonfo.

-Ahio!-protestò Nefertiti ritrovandosi ai piedi del sicomoro e guardando in alto verso Mana –Vuoi ritrovarti senza compagna di squadra?-le chiese. –Fortuna che l’albero non è molto alto!

Mana fece una linguaccia –Scusa…-le disse alla fine con un largo sorriso.

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§ How can you see into my eyes like open doors / Leading you down into my core? Where I've become so numb? / Without a soul, my spirit sleeping somewhere cold / Until you find it there and lead, it back, home. (Come fai a vedere nei miei occhi, come fossero porte aperte / Che ti portano giù fino al mio cuore? Dov'è che sono diventata così fredda? / Senz'anima, il mio spirito dorme in un qualche gelido luogo / Finché tu non lo ritrovi e lo riconduci a casa)

(Evanescence - Bring Me To Life) §

 

Si inginocchiò accanto alla figura addormentata, avvolta da un potente incantesimo.

La osservò senza batter ciglio, ma poi, fu più forte di lui. Sollevò una mano e le sfiorò il viso, la pelle umana emanava un piacevole tepore e trasmetteva sensazioni ormai obliate, e che adesso poteva solo immaginare. Le sciolse i capelli raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla e la osservò, notando l’incredibile somiglianza tra di lei e l’immagine che lui ricordava di Nefertiti.

La vide corrugare lievemente le sopracciglia e sorridere nel sonno.

Avvicinò il viso a quello della ragazza e la scrutò da vicino –Dormi e non sai che questo torpore ti costerà la vita…-le sussurrò anche se sapeva che lei non poteva sentirlo, perché era immersa in un mondo diverso da quello reale. –Quando ci siamo incontrati per la prima volta ti avevo avvertito che il sonno non sarebbe stato altro che una lenta agonia e adesso lo sperimenterai tu stessa…

E intanto le accarezzava il viso, scendendo con le dita lungo il collo.

Poteva ucciderla se voleva, perché ora niente e nessuno gli impediva di farlo. Ma era troppo semplice. Non voleva sbrigarsela così velocemente.

Ghavalhon la fissò –Come hai fatto?-le chiese –Come hai fatto secoli fa a trasformarmi in un debole?- provò un moto di rabbia e strinse la mano attorno alla gola della ragazza –Perché non ti sei mai accorta di quanto ti amassi?-e sentì un profondo disgusto per le sue stesse parole –Mi chiamavi fratello, ma in realtà non mi è mai importato essere un semplice amico… e quando sono diventato quello che sono, mi sono sentito finalmente libero, con la mente sgombra, privo di qualsiasi ostacolo che potesse frenare la mia voglia di conquista…

Ghavalhon distolse lo sguardo dal viso di Melissa e si diede mentalmente dell’inetto. Perché mai doveva sprecare tempo per parlare con qualcuno che non poteva sentirlo e che per giunta era suo nemico?

-Magari potrei farmi un assaggio…-disse a mezza voce con una lieve risata, tornando a guardare la ragazza addormentata –Nulla in contrario vero?-chiese con sarcasmo.

Mutò aspetto, trasformandosi in Vampiro e avvicinò il viso al collo di Melissa, affondò la bocca nella giovane e delicata pelle, mordendola e succhiando il sangue che fuoriuscì dalla vena poco prima della carotide, sentì in bocca il familiare sapore del liquido rosso e si scostò lievemente, quasi come se avesse fatto qualcosa di nuovo e proibito, si accorse che un rivolo di sangue scorreva lungo la pelle della ragazza e si affrettò a leccarlo via. La morse di nuovo, bevendone il sangue lentamente, accorgendosi di avere fame; serrò una mano attorno ai capelli di Melissa e li strattonò leggermente, totalmente preso dall’istinto di sfamarsi.

 

§ Wake me up / Wake me up inside / I can't wake up / Wake me up inside /  Save me / Call my name and save me from the dark / Wake me up / Bid my blood to run / I can't wake up / Before I come undone / Save me / Save me from the nothing I've becom. (Risvegliami / Scuotimi dentro / Non riesco a scuotermi / Scuotimi dentro / Salvami / Chiama il mio nome e salvami dall'oscurità / Risvegliami / Di' al mio sangue di correre / Non riesco a scuotermi / Prima che io mi lasci andare / Salvami / Salvami dalla nullità che sono diventato.)

(Evanescence - Bring Me To Life) §

 

Aveva chiesto il nulla. E il nulla gli era stato dato.

I suoi occhi blu vagarono per l’enorme distesa oscura, che gli ricordarono il paesaggio dell’Acheronte. Si ricordò delle anime in pena che si affollavano sulla riva del fiume infernale e scosse violentemente la testa quando gli si presentì alla mente l’immagine di Mokuba fermo ad attendere su quella stessa riva, senza speranza, senza luce, senza gioia.

Che senso aveva combattere se adesso suo fratello non c’era più?

Seto aveva scelto di lottare solo ed esclusivamente per salvare Mokuba, per riprenderselo.

Si accorse di quanto non potesse fare a meno di lui, si pentì delle promesse non mantenute, delle volte che lo aveva trattato duramente. Adesso capiva. Adesso sapeva. Comprendeva quale grave peso comportava la perdita di una persona così vicina, che si ritiene impossibile che ti abbandoni.

 

Rabbrividì. Strinse le braccia attorno al corpo per scaldarsi.

Yugi gli si avvicinò e lo osservò pensieroso. –Mokuba cosa c’è?-chiese.

Il ragazzino sollevò lo sguardo e rispose con occhi impauriti –Ho una bruttissima sensazione…

Yugi sospirò –Anche io…-rivelò, poi tornò a guardare il suo compagno di prigionia. –Ma vedrai che non tarderanno…-aggiunse fiducioso, riferendosi al Faraone e a Seto.

-Ho paura, Yugi…-disse tuttavia Mokuba stringendosi le ginocchia al petto –Ho paura per Seto…-proseguì –Ho la netta impressione che sia in pericolo…

E a quelle parole Yugi non riuscì a replicare, non potè dire nulla per confortarlo, perché la situazione glielo impediva. L’unica cosa che sentì di poter fare era poggiargli una mano sulla spalla: fece proprio questo per trasmettergli un po’ di coraggio.

“Seto…dove sei?” pensò Mokuba “Lo so che puoi sentirmi nonostante tutto!” pensò ancora concentrandosi su suo fratello, tentando di vederlo oltre le nebbie dello spazio “Fratellone, rispondimi!” chiamò “Ti sto aspettando!” disse ancora immaginandosi il viso di Seto e tenendosi stretta quella figura. Strinse nel palmo l’astuccio a forma di carta di Duel Monsters che portava al collo e che ritraeva suo fratello, in una rara foto di quand’erano bambini. “SETO!” chiamò infondendo in quelle parole tutto il suo affetto, tutte le sue speranze.

 

“SETO!”

Come un fulmine che squarcia le nubi nel bel mezzo della tempesta, baluginando e rombando al di sopra del fragore della pioggia, rischiarando per un attimo il cielo oscurato da pesanti nubi, quella voce spazzò via il silenzio.

Seto sollevò la testa e credette di essersela immaginata.

“Non farti ingannare! Io ti sto aspettando! Seto!”

Ascoltò stupito quelle parole e cominciò lentamente a realizzare…

“Seto! Fratellone!”

Si sentì ancora chiamare.

-Dove sei Mokuba?-chiese in tutta risposta –Conducimi tu, fratello!-esclamò ritrovando la propria lucidità che sembrava aver perduto in un vortice di disperazione. –Mi fido di te…-ammise infine –Sei l’unico di cui mi fidi…-aggiunse.

Dentro la sua mente ascoltava la voce di suo fratello e, adesso, sapeva che lui era ancora vivo.

Come d’incanto, l’oscurità sorta attorno a lui, cominciò a dileguarsi, lentamente, fino a sparire del tutto.

L’inganno era caduto.

Seto non era più intrappolato nella sua stessa mente, in balia di incubi che se avessero preso il sopravvento sulla sua volontà avrebbero potuto condurlo alla perdizione, all’eterna stasi.

Riprendendo lentamente coscienza, mosse la mano ritrovando il contatto con la realtà, con il proprio corpo. Corrugò le sopracciglia e si sforzò di aprire gli occhi. Di scattò sollevò le palpebre e mise definitivamente fine al sonno ingannatore di cui era divenuto preda.

Si ritrovò a fissare le cime degli alberi su cui erano appollaiati corvi neri dagli occhietti lucenti e rossi. Provò a muovere il braccio ma si accorse che c’era qualcosa che glielo impediva.

-Maledizione!-imprecò ad alta voce rendendosi conto di stare lentamente sprofondando nel terreno sotto di sé, intrappolato da robuste radici di alberi che sembravano avere una propria volontà.

Più cercava di liberarsi, più le radici lo stringevano e lo spingevano in basso.

Allungò l’unica mano libera e cercò di raggiungere il duel disk che teneva all’altro braccio e sperò ardentemente che l’unica carta che riuscì a pescare con non poco sforzo fosse quella giusta.

-C-come diceva quel tipo di prima?-disse ad alta voce –Mostri veri?-si domandò dubbioso –Voglio dargli credito almeno stavolta…-voltò la carta che aveva preso verso di sé –Evoco Drago Bianco Occhi Blu!-esclamò posizionandola sul duel disk, mentre ormai il terreno gli arrivava al mento e non sentiva più le gambe.

In un lampo bianco comparve proprio al di sopra di Seto il suo maestoso Dragone, che ruggì e posò i suoi occhi blu sul suo custode.

-Occhi Blu liberami!-disse Seto stringendo i denti –Attacca con Luce Bianca!-ordinò

Il Drago Bianco aprì le fauci e un globo bianco si formò tra le mascelle, il Drago indirizzò il suo potente attacco attorno agli alberi circostanti e li ridusse in carcasse di legno fumanti, così che anche le radici venissero bruciate e lasciassero libero Seto, il quale si rimise prontamente in piedi, prima che il terreno si aprisse sotto la sua schiena e osservò la profonda fossa creatasi e che sembrava non avere un fondo.

Drago Bianco lanciò il suo verso, sbattè le ali riprendendo quota e ergendosi maestoso al di sopra degli alberi, stagliandosi nel cielo gravato dalle nubi.

Seto osservò l’imponente creatura, un lieve sorriso gli increspò le labbra e un flebile ‘grazie’ gli uscì di bocca, quindi richiamò il proprio Drago e ripose la preziosa carta assieme alle altre in una tasca interna del suo impermeabile.

 

Mokuba, gli occhi chiusi, la foto di suo fratello stretta tra le mani, sorrise.

“Sei forte, Seto…” pensò “Niente può fermarti…”

-Adesso so che Seto verrà presto…-disse ad alta voce il ragazzino posando gli scurissimi occhi blu su Yugi ancora accanto a lui –Ho fiducia in lui come mio fratello ha fiducia in me…-aggiunse e sorrise nuovamente.

Yugi annuì –E’ bello avere qualcuno su cui si può contare…-replicò –Spero che il Faraone superi qualsiasi ostacolo gli si pari di fronte e che i miei amici stiano bene…

-Seto e il Faraone sono gli unici che possono mettere fine a tutto questo…-riflettè Mokuba –Dobbiamo solo avere cieca fiducia in loro…-soggiunse, trovando Yugi pienamente d’accordo.

 

§ In your head, in your head, they are crying...  / In your head, in your head,  / Zombie, zombie, zombie, / What's in your head, / In your head, / Zombie, zombie, zombie? (Nella tua testa, nella tua testa stanno piangendo, / Nella tua testa, Nella tua testa / Zombie Zombie Zombie / Cosa c’è nella tua testa?/ Zombie Zombie Zombie?)

(Cranberries – Zombie) §

 

Gemette per il dolore nel sonno, senza sapere che il Primo Vampiro era proprio accanto a lei e che aveva affondato i denti nel suo collo.

Improvvisamente, non ci fu più un enorme palazzo alla sua destra, né un albero di sicomoro da cui una ragazza dai lunghi capelli castani la osservava divertita.

Ci fu silenzio e, ancora una volta, buio.

L’oscurità sembrava che fosse diventata l’elemento predominante in quel mondo.

Si ritrovò inginocchiata all’interno di un enorme spazio senza tempo.

-C’è qualcuno?-chiese stupidamente al buio circostante –Se c’è qualcuno che si faccia vanti!

Immobilità e silenzio.

-Come non detto…-disse tra sé e sé e si circondò con le braccia senza più parlare.

Qualcosa di freddo le toccò la spalla, le sfiorò il collo e il viso. Dita invisibili scivolarono tra i suoi capelli e un sussurro roco e incomprensibile fu pronunciato al suo orecchio.

Si voltò di scatto e incontrò il volto pallido ed evanescente di una figura demoniaca, uno spettro maligno dagli occhi ardenti e dalla risata maligna.

Quella risata riecheggiò nella sua testa, sembrava talmente forte che era come se le si spaccassero i timpani; parole di odio si mescolarono alle risa meschine e la sua mente sembrava essere annebbiata.

Era incapace di pensare, era incapace di difendersi.

Si portò le mani alle orecchie e chiuse gli occhi nel disperato tentativo di allontanare quelle voci che adesso erano diventate innumerevoli, per cercare di non vedere quei volti deformati dal male.

Ma era tutto inutile. Non la lasciavano in pace, Melissa credeva di impazzire.

Gridò.

Gridò per soprastare quelle voci spettrali, per scacciarle, per ordinare loro di ritornare nel buio.

-Basta!! BASTA!-urlò con quanto fiato aveva in gola ma quelle voci malvagie aumentavano, diventavano più alte.

Di colpo cessarono.

Melissa riaprì gli occhi e le mani le scivolarono in grembo, respiro piano e a lungo per regolare i battiti del cuore che furiosamente le martellava nel petto.

Un pianto, un debole lamento.

Qualcuno piangeva in lontananza, altre tristi voci si levarono, altri pianti si aggiunsero e la assalirono nuovamente.

Erano anime in pena, dal triste destino, obbligate a vagare nel buio per l’eternità. Erano innocenti condannati all’oblio, uccisi per mano di Demoni crudeli.

Voci dal passato più recondito, voci  dal presente. Diverse lingue, diverse ere.

E forse Melissa trovò ancor più straziante delle voci demoniache che aveva udito prima quelle voci disperate.

Pianse, pianse senza accorgersene, disperandosi per quelle anime dimenticate, come se le avesse conosciute tutte e a lei fossero state care come le erano cari i suoi amici.

-Cosa hai fatto Ghavalhon?-chiese con la voce rotta dal pianto –Hai ucciso tu tutte queste persone?-chiese mentre le lacrime le rigavano il viso –Perché? Perché sei così crudele?- si premette di nuovo le mani sulle orecchie –NON VOGLIO PIU’ SENTIRE NULLA!-urlò e si portò nuovamente le mani sulle orecchie, a cercare di isolarsi.

 

Rabbia.

Gli pulsava nelle vene, gli invadeva la mente, gli avvelenava lo spirito.

Rabbia.

Un’ondata così forte che avrebbe avuto voglia di urlare.

E invece la tenne dentro, cercò di imprigionarla.

Pescò la sua carta aprendo così il proprio turno e decise di giocarla subito.

-Attivo PROVVISTE D’EMERGENZA!-esclamò –Mi basta eliminare Ultima Offerta ancora in campo per poter acquisire 1000 Life Points!-spiegò, mentre il display del duo duel disk segnava adesso 1700. –E adesso, evoco BERFOMET (ATK 1400)!

Una creatura alata, dalla pelle rossa e due paia di braccia comparve accanto alla Valkyria.

- E sfruttando il suo effetto speciale posso prendere dal mio deck Gazelle Re delle Bestie Mitiche e aggiungerlo alla mia mano!-continuò Yami –E adesso…-proseguì e mostrò all’Araldo una carta magia, la inserì nel duel disk ed essa comparve in campo.

-Polimerizzazione?!-esclamò Caleb

-Esatto!- confermò il Faraone –Grazie alla quale posso fondere Gazelle e Berfomet dando vita a CHIMERA VOLANTE (ATK 2100)!

Gazelle comparve in campo proprio accanto a Berfomet, lanciando il suo verso simile al ruggito di un leone e mostrò le zanne.

Polimerizzazione si attivò e si venne a creare un vortice che inghiottì i due mostri. Pochi secondi e ne uscì una terza creatura, allo stesso tempo simile e differente dai due mostri da cui era nata.

La Chimera, antico animale mitologico, riviveva ancora una volta. Le due teste puntarono il muso spalancato in direzione di Caleb, agitò la coda fatta di serpente e la fece schioccare minacciosamente, mentre le gigantesche ali proiettavano un cono d’ombra sulla Valkyria.

-Chimera attacca immediatamente il mostro coperto di Caleb!-ordinò.

Quando la carta coperta venne attaccata, essa scoprì il suo contenuto, ovvero un mostro chiamato  FANTASMA MALEVOLO* con una difesa pari a 2000, troppo bassa per contrastare la Chimera di Yami.

-E non ti risparmierò di certo l’attacco della Valkyria!-aggiunse il Faraone –Vai, mia Maga! Attacca i suoi Life Points!

L’Incantatrice sollevò la lunga bacchetta magica e scagliò un’onda d’energia magica direttamente contro Caleb, privo di difese, ma che prontamente attivò l’effetto di Fantasma Malevolo che gli consentiva, se esso veniva spedito al Cimitero durante una battaglia, di dimezzare l’attacco di un mostro avversario. La Valkyria scese per sua fortuna a 800 punti d’attacco, e l’Araldo vide i suoi Punti Vita calare vertiginosamente a 600.

L’Araldo si portò una mano al petto e sgranò gli occhi, respirò a fondo, cercando di riprendere fiato, mentre la sua energia veniva immagazzinata dalla Prigione dell’Essenza.

-Finirai per essere inghiottito dalla tua stessa carta magia!-lo avvisò Yami –Parola mia!-aggiunse minacciosamente.

Quando il respiro gli tornò regolare, Caleb pescò dal proprio deck. –Direi che le cose stanno per cambiare!-esclamò –Decisamente!-aggiunse inserendo una carta nello scomparto per le carte magia terreno del proprio duel disk.

Essa si attivò all’istante e a poco a poco il paesaggio circostante all’area da duello, mutò.

Gli occhi di Yami si ritrovarono a fissare un cielo divenuto ad un tratto bianco, non vi erano linee d’orizzonte, ma bianco senza interruzioni. A separarlo da Caleb vi era ora un serpeggiante fiume dalle acque stagnanti, che scorreva lentamente, troppo lentamente, come se il tempo fosse assai relativo nella dimensione nella quale era finito. Solo le pareti rocciose dietro di sé e dietro l’Araldo, gli facevano capire di trovarsi in un luogo pianeggiante tra due rilievi che scomparivano in alto inghiottiti dalla rarefatta aria di un sinistro colore azzurrognolo. Eppure nulla cresceva sul terreno attorno al fiume, sembrava che le sue acque non portassero vita, ma che congelassero il tempo. E vedeva ancora bianco, ma non era un colore rassicurante, tutt’altro. Era un bianco opprimente, un bianco che celava l’oscurità, impregnato di qualcosa di sconosciuto e pericoloso.

-Che cosa significa?- chiese

Caleb lo fissò con i suoi occhi da felino, con un’aria che lasciava trasparire divertimento –Il fiume che vedi dinanzi a te, è il Lete…-rispose adagio –Il Fiume della Dimenticanza...-aggiunse infine e osservò l’espressione dipinta sul viso del suo avversario. –Chiunque si immerga nelle sue acque perde completamente il ricordo della vita terrena ed è per questo che è destinato a restare eternamente nel regno dei morti…

-E’ impossibile!-replicò il Faraone –Non ho mai visto una simile carta!-obiettò.

-Questo perché essa è stata creata da Ghavalhon appositamente per te!- rispose Caleb e rise lievemente.

-Cosa vuoi dire?-domandò Yami corrugando le sopracciglia.

 -E’ una questione molto semplice!- disse l’Araldo –Tu non hai più memoria del tuo passato e i tuoi unici ricordi risalgono a poco tempo fa…-proseguì –Sai cosa accadrebbe se alla fine di questo duello rimarresti imprigionato qui?-chiese quindi –Saresti nulla, perché diverresti preda dell’oblio!- disse –E intendo fare proprio questo!-esclamò –Ti rinchiuderò in questa dimensione infernale e scaraventerò il tuo spirito in queste acque!

-Mai! –ribattè Yami ma fu interrotto.

Caleb scosse la testa –No no no!-fece –Essere troppo riluttante non ti aiuta certo ad accettare quello che sarà il tuo destino alla fine di questo duello!-gli disse –Ma io non ho ancora concluso il mio turno! Anzi, ho appena cominciato! E ti avverto che la partita volge definitivamente in mio favore! Qui, sulla riva di questo Fiume, tutti i mostri schierati in campo sono veri e veri saranno anche i loro attacchi!-esclamò –Innanzitutto utilizzo questa carta magia per ottenere il controllo di Chimera Volante… -cominciò a dire mostrando a Yami una carta raffigurante una fanciulla per metà angelo e per metà demone: CAMBIA IDEA. La Chimera si dimostrò riluttante a cambiare proprietario, ma dovette cedere ugualmente e si ritrovò schierata dalla parte di Caleb –Attivo quindi il potere di DE-FUSIONE per scindere Chimera in Gazelle e Berfomet!- disse ancora l’Araldo inserendo la magia nel proprio duel disk.

La Chimera ruggì, fendette l’aria con gli artigli lottando contro il potere di De-Fusione, la sua resistenza fu inutile, in quanto a forza essa si scisse nei due mostri che l’avevano originata, entrambi sotto il controllo di Caleb.

Caleb prese ancora una carta dalla sua mano –E adesso sacrifico entrambi i mostri sul mio terreno per evocare IDRA DI LERNA (ATK 2200 / DEF 2000)!

Il terreno tremò, le acque del Lete si incresparono per la prima volta e tra gli anfratti rocciosi comparve una gigantesca e mostruosa creatura violacea e nera, che sovrastò il campo da gioco con le sue innumerevoli teste, guardò dall’alto entrambi i duellanti, i lunghissimi colli ondeggiarono e l’Idra spalancò le mascelle zannute lanciando striduli versi che risultarono acuti come gli aculei di uno scorpione. I numerosissimi occhi si fissarono sul Faraone e la creatura abbassò i colli per meglio guardarlo, mostrandogli i denti affilati che sembravano avere la forza di frantumare le ossa con una facilità impensabile.

Il Faraone fissò la creatura dalle mille e più teste sbalordito, non aspettandosi di ritrovarsi di fronte un simile mostro.

-Sei senza parole, Faraone?-chiese Caleb –Allora forse ti stupirai ancor di più sapendo che ogni mostro che evoco, grazie a Lete, guadagna 800 punti d’attacco e di difesa in più!- continuò.

-Questo vuol dire che l’Idra sale a 3000 punti d’attacco!-fece Yami

-Oh si!-replicò Caleb –La tua Incantatrice non ha la benché misera speranza di sopravvivere all’attacco che sto per infliggerle! Idra togli di mezzo la Valkyria!-ordinò.

L’Idra di Lerna guardò la Valkyria dall’alto, quindi con un movimento fulmineo abbassò una delle sue teste e serrò le mascelle attorno alla Maga, polverizzandola.

Era stato un attacco devastante e repentino, che costò a Yami 1400 Life Points e lo fece scendere a 600 Punti Vita. Cadde in ginocchio, e sentì la sensazione spiacevole del sangue caldo scorrergli lungo il viso, si portò una mano al volto e si accorse di un profondo taglio sulla guancia.

“Sono caduto in una specie di Gioco delle Ombre…”pensò “Tutto quello che accade qui dentro è reale!” si sentì indebolito, sentì la testa dolergli, per un momento fu stanco di combattere. Guardò davanti a sé e vide la figura di Caleb confondersi nel bianco attorno a loro. “Yugi…” pensò e vide il nero sovrapporsi al chiarore.

 

§ Another head hangs lowly, / Child is slowly taken. / And the violence caused such silence, / Who are we mistaken? [Un’ altra testa pende lentamente / Un bambino è preso lentamente / E la violenza ha causato così silenzio  /Ma chi stiamo fraintendendo?] (Cranberries – Zombie) §

 

Quella che lo circondava adesso era la familiare penombra in cui riposava il suo Spirito all’interno del Puzzle del Millennio. Come ci era arrivato? Si guardò attorno e fece qualche passo che echeggiò nel vastissimo spazio.

Avanzò ancora, infine si fermò e sospirò: non c’era nessuno.

Ma allora perché era lì?

Gli sembrò, infine, di scorgere una figura familiare, cercò di acuire la vista e quindi si avvicinò veloce al ragazzino seduto per terra.

-Yugi!-lo chiamò –Non può essere vero!-esclamò felice –Ti ho ritrovato, amico mio!-ma la  felicità venne annullata e sul suo viso tornò un’espressione di incredulità. Guardò gli occhi spalancati del suo migliore amico, un abisso vuoto, privi d’emozione e si accorse solo allora che la testa del ragazzino era rovesciata su una spalla, e l’aria non attraversava più i polmoni, le membra rilassate in maniera innaturale, fredde, pallide, del sinistro colore della morte.

Allungò una mano per poi ritirarla subito dopo, si lasciò cadere in ginocchio davanti al corpo inanimato di Yugi. –E’ colpa mia…-disse –Yugi…-chiamò invano –NON PUOI FARMI QUESTO!-gli urlò contro con tutto il dolore che provava –TU NON PUOI ABBANDONARMI!- gridò -YUGI!

 

Spalancò gli occhi lottando contro se stesso. Vide nuovamente bianco, abbassò lo sguardo e vide il suo avversario guardarlo imperturbabile. “Quello che ho visto è falso…” si convinse “Arriverò in tempo…” si disse.

-Sei stanco Faraone?-domandò l’Araldo con un ghignò. –O a turbarti è ciò che hai visto?-aggiunse malizioso.

Yami si rimise in piedi e strinse il pugno –La stanchezza non fa parte del mio vocabolario in questo momento!-rispose e non volle replicare alla seconda domanda postagli  –Tocca a me, ora!-esclamò cominciando il suo turno pescando una carta –Gioco FORMULARIO MAGICO*  grazie al quale sia tu che io per due turni possiamo pescare quattro carte!- disse per cominciare e pescò altre quattr carte, cosi come Caleb –A questo punto non mi resta che scoprire  RICHIAMO DEL POSSEDUTO e riportare in campo la MAGA NERA!-disse.

Mentre l’Incantatrice prendeva nuovamente posizione, e guardava meravigliata l’imponente Idra che dondolava sinistramente le sue teste, Yami attivò un’altra carta.

-Attivo CURTAIN OF BLACK MAGIC!-esclamò – In questo modo evoco specialmente sul terreno il mio MAGO NERO (ATK 2500)!- spiegò e mentre scendeva a 300 Life Points per via del costo di attivazione della magia che prevedeva anche il non poter evocare altri mostri per quel turno, sul terreno di gioco una cortina violacea lasciò intravedere la sagoma del Mago Nero.

-Due maghi contro la mia Idra?-chiese Caleb –Sei cieco forse?-proseguì –Sono troppo deboli per impensierire il mio mostro!

-Scommettiamo che riuscirò ad eliminare quella bestia orribile?-fece Yami e allungò la mano, scoprendo la sua seconda carta coperta –Grazie ad ATTACK TRANSFERAL BARRIER, trasferisco all’istante i punti d’attacco della mia Maga al Mago Nero!

La Maga Nera stese la bacchetta magica verso l’Incantatore alla sua destra e trasferì a quest’ultimo la propria energia, facendo salire l’attacco del Mago a 5000.

-Impossibile!- Caleb non poteva crederci.

-Cosa ti avevo detto?- Yami guardò il suo avversario –Mettiamo fine ai giochi!-esclamò –Mago Nero attacca l’Idra e distruggila!

Il Mago balzò in alto, raggiungendo l’altezza delle teste dell’Idra e sferrò il suo attacco, in quale andò a segno, ma sortì un effetto totalmente diverso da quello che si aspettava il Faraone.

Una nube scura si sollevò quando l’energia magica del Mago venne a contatto con l’Idra, ma quando essa si dissolse, Yami si accorse che la gigantesca creatura era ancora in gioco e che Caleb non aveva subito alcun danno.

-Com’è possibile?-chiese.

-Ancora una volta vedo che ti colgo di sorpresa!-replicò il Demone –Devi sapere che non ho fatto altro che attivare il potere speciale dell’Idra, il quale mi consente per una volta di rendere i danni da combattimento pari a zero e rende indistruttibile il mio mostro! -spiegò –In antichità essa era un animale estremamente pericoloso, perché ritenuto indistruttibile! Di fatti, se una delle sue teste veniva recisa, subito ne cresceva un’altra al suo posto, cosicché essa risultasse invincibile!-raccontò –L’unico modo per sconfiggere l’Idra è quello di eliminare la sua testa principale… se e solo quando la distruggerai, allora questo ti permetterà di attaccare anche i miei Life Points!- continuò –Ma saprai trovarla tra le altre mille?-chiese e rise sarcastico –Ti faccio notare che è un’impresa impossibile!

Yami non era dello stesso avviso. Le parole sarcastiche del Demone non facevano altro che acuire la rabbia che provava, la frustrazione per aver lasciato solo Yugi nel momento del bisogno e, per di più, ai suoi occhi si riproponeva l’orribile vista del corpo inanimato del suo migliore amico che aggiungeva alla rabbia e alla frustrazione il dolore e la speranza che non fosse vero quello che aveva visto.

-Dovessi metterci anche l’eternità, io demolirò pezzo per pezzo il tuo mostro!-disse –E alla fine, ti assicuro che ti pentirai amaramente di avermi sfidato!

-Non ne avrai il tempo!-replicò Caleb –Tocca a me!-esclamò pescando dal deck e aggiungendo la carta appena presa alle cinque già in mano grazie a Formulario. Decise di non giocare nulla, mentre osservava i due Incantatori del suo avversario tornare ad avere i loro punti d’attacco originari. –Ti annuncio che ho deciso di attivare il secondo effetto della mia carta magia terreno!-disse –Quando Lete è attiva e l’Idra di Lerna è in campo, allora posso pescare dal mio deck fino ad incontrare una trappola o una magia…-spiegò –Ma per ogni mostro pescato, la mia Idra guadagnerà 300 punti d’attacco extra!

“Questa non ci voleva…” pensò Yami “Spero solo che la fortuna gli volti le spalle!”

-Vediamo cosa ha in serbo la sorte per me…-disse Caleb, posò l’indice sul proprio deck e ne prese una carta, la guardò e la mostrò al suo avversario con un ghigno –Mastino Infernale!-esclamò e scartò la carta al Cimitero –Ancora!-proseguì pescando nuovamente –Demone Carnefice!-esclamò mostrandolo a Yami –La fortuna è dalla mia!-proseguì –Perché la terza carta che ho pescato è Orchetto della Mano Bianca!- Caleb scartò anche questa carta a Cimitero, quindi prese una quarta carta e rise lievemente voltandola verso il Faraone –Spiacente, ma è ancora un mostro!-lo avvisò –Si tratta di Signore della Guerra! Che mi permette di prendere un’altra carta…-pescò ancora –Ti è andata bene, Faraone!- disse infine –E’ una trappola….-gli disse –Ma tutto sommato i 1200 punti fanno più che comodo alla mia creatura che in questo modo raggiunge i 4200 punti d’attacco!

-Vediamo…-riflette Caleb portando prima gli occhi sul Mago Nero e infine sulla Maga Nera –Credo proprio che spedirò nuovamente al Cimitero la Giovane Maga Nera!-disse alla fine –Attaca Idra!-ordinò.

Per la seconda volta, l’Idra fece scattare le sue innumerevoli teste verso il mostro avversario e afferrò la Maga Nera, distruggendola e spedendo con lei al Cimitero anche Richiamo del Posseduto.

Tuttavia, Yami era ancora in piedi, teneva lo sguardo fisso negli occhi di Caleb e aveva appena portato una mano verso il suo Cimitero.

-Tu non puoi essere ancora in piedi!- reclamò l’Araldo

-Posso avendo scartato dalla mano al Cimitero Kuriboh…-rispose Yami con gelida calma.

Caleb strinse i denti, in un’espressione irritata –Non vuoi proprio arrenderti eh? D’accordo! Continuiamo pure! Metto una carta coperta e passo la mano!-concluse

-Stiamo a vedere chi avrà la meglio!-esclamò il Faraone pescando una carta dal deck e quindi altre quattro per Formulario Magico. –Ho in mano una carta che mettere fine alla disputa!

-Quale sarebbe?! Qualche altro maghetto da quattro soldi? - domandò Caleb sicuro che il suo nemico stesse bluffando.

-Qualcosa che ha a che fare con il mio maghetto se può farti contento!-rispose Yami con tono carico di disprezzo. -Forse sarà anche vero che l’Idra ha un effetto speciale che le impedisce di essere distrutta dagli attacchi dei miei mostri…-cominciò a dire -…ma dubito che sia assicurata anche contro le carte magia!- fece una pausa e quindi inserì una carta nel duel disk –Attivo THOUSAND KNIVES!-esclamò mentre in campo compariva una carta magia scoperta –Grazie a questa carta posso eliminare automaticamente l’Idra!-spiegò.

Una raffica di pugnali partì dalla carta magia fino a conficcarsi nel gigantesco corpo dell’Idra che venne spedita a forza al Cimitero.

-No, maledizione!-esclamò Caleb –Come hai osato?!

-Oserò molto altro!-rispose Yami –Come ad esempio attaccarti direttamente con il mio Mago Nero!

Il Mago si apprestò a scagliare il suo incantesimo, ma Caleb scoprì la sua trappola.

-MIRAGGIO OSCURO* nega l’attacco del tuo mostro e mi fa acquisire la metà dei punti del Mago!-disse prontamente Caleb e osservò il proprio duel disk dove c’era segnato adesso 1850.

Yami posizionò un mostro in difesa e una carta coperta e chiuse il suo turno senza una parola.

-Alla carta appena pescata, se ne aggiungono altre quattro grazie al tua magia…-disse il Demone –Devo ringraziarti per questo!-aggiunse –Gioco SEPOLTURA PREMATURA e pagando solo 800 Life Points posso riportare in campo l’Idra di Lerna!-esclamò mentre scendeva a 1050 Punti Vita. –Anche se non posso sfruttare nuovamente il secondo effetto speciale della carta magia terreno Lete, grazie ad essa il mio mostro sarà comunque dotato di un attacco pari a 3000!-proseguì -E tu sai cosa significa vero?-domandò Caleb –Vuol dire che il tuo mostro sarà distrutto immediatamente!- rise lievemente mentre sul campo da gioco ricompariva la mostruosa Idra che spalancò tutte e mille le bocche ed emise il suo acuto verso. –Attacca!-ordinò stendendo la mano a indicare il Mago Nero che mantenne un’espressione impassibile, sollevò la verga magica e si preparò ad affrontare l’imminente offensiva.

Quando l’Idra si avventò sul suo avversario, Caleb vide la carta coperta del Faraone sollevarsi: si trattava della trappola SHIELD OF INTERCEPTION.

-Sacrifico Gardna Grande Scudo per poter trasferire i suoi 2600 punti di difesa al mio Mago Nero!-esclamò il Faraone.

Gardna venne spedito al Cimitero, ma il suo sacrifico permise al Mago Nero di salire a 5100 punti d’attacco. L’Incantatore si erse a fronteggiare l’Idra che nonostante tutto non aveva fermato il suo assalto, ma che adesso risultava nettamente più debole, non potendo competere con i suoi 3000 punti d’attacco. Una potente sfera d’energia color verde smeraldo colpì il mostro dalle mille teste e lo costrinse ad indietreggiare, ferito, latrò aggressivamente, ma non ebbe l’ardire di avvicinarsi nuovamente al Mago. L’Idra non venne distrutta per via del suo effetto speciale, e al posto della testa che era stata ferita, ne comparve un’altra.

Tuttavia, anche se l’Idra non poteva venire distrutta, il danno stavolta si ripercorse sui Life Points di Caleb, il quale venne sbalzato dalla potenza d’attacco del Mago Nero all’indietro. Si ritrovò per terra, con il respiro mozzato e il segnapunti del proprio duel disk che scendeva vertiginosamente a zero. Mentre la Prigione dell’Essenza era già pronta a catturare l’energia perduta dopo tre turni di inattività.

-E così il duello si è concluso…-sussurrò Yami e stava per voltarsi lasciando l’Araldo al suo destino.

-Non è la fine…-disse il Demone –Non illuderti, Faraone!-aggiunse alzando la voce e attivò una carta magia.

Yami si voltò all’istante e vide Caleb rialzarsi e tornare nella sua posizione originaria –Che cosa hai in mente?- chiese.

-Questa è ULTIMO ISTANTE*…-rispose Caleb e la sua voce era incrinata dall’ira. Lui non poteva perdere. Si era lasciato cogliere alla sprovvista quando aveva tutto sottocontrollo. Gli sarebbe bastato così poco per vincere… -E’ una carta magia che può essere attivata solo quando i propri Life Points scendono a zero…-spiegò.

-Ne ho abbastanza dei tuoi giochetti!-sbottò Yami al culmine della sopportazione.

-Non l’avrai vinta!-replicò l’Araldo e scartò una carta al Cimitero come costo d’attivazione per la sua magia –Ho scartato una carta e posso pescarne una nuova…-continuò –Se si tratta di una magia allora potrò tenermela e guadagnare 1000 Life Points tornando così in gioco…

-Se è invece una trappola o un mostro perderai non è vero?-fece Yami

-Un rischio che voglio correre…-ribattè Caleb

-Mi auguro che tu perda all’istante…- disse il Faraone con voce colma di disprezzo

Caleb pescò e rise leggermente anche se sentì una fitta al torace –Devo darti l’ennesima delusione!-gli disse e voltò la carta che aveva preso dal deck.

Era una magia.

Il destino si era preso gioco di lui. Aveva sperato che quel duello fosse finito e che potesse andare avanti per la sua strada… e invece… chi era che si divertiva tanto a fargli scherzi simili? Chi voleva rendergli la vita tanto difficile?

-Maledizione…-imprecò sottovoce –Resuscita mostro…-disse incredulo.

Anche stavolta la fortuna era stata dalla sua. Caleb ottenne 1000 Life Points contro ogni aspettativa del suo avversario.

-Sono ancora in gioco!-gli disse –E per chiudere il mio turno posiziono una carta coperta!

-Tocca ancora a me, allora!-fece Yami e pescò nuovamente.

In quel momento la magia continua Formulario Magico, dopo i suoi due turni di attivazione, si auto distrusse lasciando il gioco.

-Ultimo Istante ti consente di pescare un’altra carta…-lo informò Caleb con noncuranza, convinto di aver riportato la situazione in equilibrio.

Yami pescò la carta che gli toccava e quindi la giocò immediatamente –Grazie a SCAMBIO OBBLIGATO* mi è consentito dichiarare il nome di una carta magia e se questa si trova nella tua mano, allora diventa mia!- disse –Hai usato questo giochetto con me e adesso sono pronto a ricambiarti!-esclamò –Nella tua mano c’è di sicuro Resuscita Mostro!

La carta di Caleb si illuminò tra le sue mani, si sollevò, si smaterializzò e riapparve dinanzi al Faraone.

-E gioco proprio questa carta!-disse quindi Yami –Chiamo in campo la Giovane Maga Nera!-disse.

La maga bionda ricomparve in campo e sorrise al Mago Nero accanto a lei.

-Affianco i miei due Incantatori evocando GUARDIANO CELTICO!-proseguì mentre l’elfico guerriero si materializzava alla sinistra del Mago Nero con la spada stretta in pugno.

-Comunque troppo deboli per la mia Idra!-gli disse di rimando l’Araldo, indicando il proprio mostro.

-Ma io avevo tutt’altra intenzione…- disse Yami a voce bassa e sicura, sollevò lo sguardo e abbozzò a un sorriso –Sacrifico tutte e tre le mie creature per chiedere l’intervento di OBELISCO DEL TIRANNO (4000 ATK)!

Nel momento in cui il Faraone posizionò la carta della Divinità dell’Obelisco sul duel disk, un fascio di luce accecante si sollevò dalla carta stessa, il Puzzle del Millennio prese a brillare di luce propria e il terreno tremò; sembrò quasi che gli anfratti rocciosi tra i quali si stava duellando potessero crollare da un momento all’altro; le acque le Lete sembrarono ribollire e esalarono vapore, perché l’aria si fece più calda.

Alle spalle del Faraone comparve l’incommensurabile Obelisco, più alto e più terribile dell’Idra di Lerna, la quale fece schioccare le mascelle minacciosa, mentre il Dio dell’Obelisco teneva fissi su di lei i suoi occhi lampeggianti.

Caleb restò senza parole: quella divinità terribile e potentissima lui l’aveva già vista 3000 anni prima, nel deserto, in una notte di luna piena, prima di venire condannato a trascorrere secoli e secoli nel mondo sotterraneo senza via di fuga. Proprio Obelisco del Tiranno aveva segnato la sua sconfitta e adesso se lo ritrovava davanti, unica creatura che avesse mai temuto nella sua vita demoniaca dopo Ghavalhon.

-Sono io che ti lasciò senza fiato stavolta!-gli disse il Faraone forte della presenza di una delle sue Divinità. –Preparati perché ancora una volta l’Idra lascerà il duello, stavolta per non tornare più indietro!

-Non troverai mai la testa principale!-obiettò l’Araldo –E fino a quel punto io sono al sicuro!

“Ha ragione…” pensò Yami “Devo concentrarmi e capire dove colpire!”

-Yugi guidami tu!-disse tra sé e sé

Quella che sentì fu la risata di Caleb –Se fossi in te non farei tanto affidamento su qualcuno che è già morto!-lo provocò il Demone malignamente.

Strinse il pugno, sentendo tornare a galla la rabbia, sentendola in ogni fibra del suo corpo. Non gli diede ascolto e cercò di individuare il punto debole dell’Idra.

“Obelisco i tuoi occhi saranno i miei occhi!” pensò e la Divinità sembrò recepire quel pensiero, tant’è vero che spostò lo sguardo sul Faraone e rimase immobile a guardarlo “Tu che puoi sovrastare il tuo nemico, individua il suo punto debole e colpisci!”

Obelisco del Tiranno fissò l’Idra, nel groviglio delle sue mille e più teste cercò quella che era la principale e che avrebbe comportato la distruzione dell’intero animale. La Divinità soffermò lo sguardo su una testa nascosta dalle altre e che sembrava avere qualcosa di diverso.

Come se realmente il Faraone potesse vedere attraverso gli occhi della sua Divinità, Yami vide tra gli occhi di una delle teste del mostro una strana pietra nera. “E’ lei!” si disse “Trovata!” esultò mentalmente.

Riaprì gli occhi e sollevò il capo verso il suo mostro –Obelisco del Tiranno attacca con Pugno Furente!-ordinò

La Divinità avanzò inarrestabile, afferrò con una mano il collo della testa principale dell’Idra, incurante delle altre teste che cercavano di morderlo e dilaniarlo, con l’altra mano tranciò di netto il lungo collo. Ne sprizzò una sostanza verdognola e corrosiva, l’Idra si contorse, le sue teste emanarono un acuto verso agonizzante e il mostro ricadde nelle acque del Fiume Lete dinanzi a lui scomparendo, finalmente sconfitto.

-A questo punto, distrutta l’Idra, mi è concesso di attaccare direttamente i tuoi Life Points!-disse infine il Faraone –Un attacco supplementare è il recto della medaglia!- gli fece notare -Preparati perché il duello si conclude veramente adesso!

Caleb non voleva ammettere che la sua sorte sarebbe stata quella di concludere lo scontro con una sconfitta. –Ho ancora qualcosa da mostrarti!-disse quasi con una nota disperata nella voce –Scopro la mia trappola CORTINA ASSORBI POTERI*, la quale può essere attiva solo se non ho mostri in campo, come in questo caso! –disse –Questa trappola mi consente, scartando tutte le carte che ho in mano al Cimitero, di rendere l’attacco del tuo mostro pari alla metà dei miei Life Points!

I 4000 punti d’attacco di Obelisco si ridussero a 500.

-Tu credi di averla passata liscia?!- sbottò Yami –Ho avuto fin troppa pazienza! Sono stato fin troppo attento a lasciare da parte la rabbia e il disprezzo che provo nei tuoi confronti!-alzò la voce –Hai eliminato il Drago Alato di Ra, hai ridotto l’attacco del mio Obelisco e quel che è peggio, hai osato portare via Yugi! Pagherai per tutto questo! Vendicherò la sconfitta di Joey, vendicherò i miei amici! Non ti rialzerai alla fine di questo scontro, lo giuro su me stesso!- il tono era decisamente alterato, strinse convulsamente il pugno, tanto che si conficcò le unghie nella pelle e non ne provò alcun dolore, perché non sentiva altro che l’ira pulsargli nelle vene.

-E’ per fartela pagare che gioco ANIMA FURENTE!- esclamò quindi, scartò le ultime tre carte che teneva in mano al Cimitero –Questa carta mi permette di pescare dal deck e per ogni mostro che prenderò, potrò attaccarti ancora!-spiegò rapidamente.

-Tu non puoi…-tentò di obiettare Caleb realizzando che bastavano due semplici attacchi a mettere la parola fine al duello.

Le dita del Faraone si fermarono sulla cima del deck, Yami estrasse una carta e la mostrò –Elfo Mistico!-esclamò.

Obelisco avanzò e lanciò il suo attacco direttamente contro l’Araldo che barcollò e si tenne malfermamente sulle gambe.

Yami pescò ancora –Elfi Gemelli!-esclamò.

Obelisco attaccò nuovamente e stavolta Caleb ricadde in ginocchio, gli occhi sgranati, il sangue gli bagnò le labbra e colò lungo il mento e il collo. I suoi Life Points scesero a zero.

Ma il Faraone non sentiva più ragioni, non riusciva più a trattenersi, voleva solo sfogare la frustrazione che sentiva. Pescò ancora –Ma guarda un po’! Ancora un mostro!-disse –Curse of Dragon!

Obelisco attaccò ancora. Caleb sentì le ultime energie abbandonarlo, vide fluttuare una nera aura al di sopra di sé e la vide raggiungere la Prigione dell’Essenza inesorabilmente. Vide rosso davanti agli occhi e si accorse che il sangue si scorreva anche dalla fronte. Per un attimo non sentì più il cuore battergli, ma un lento e inesorabile calore emanato da invisibili fiamme.

La sua vita di demone stava lentamente declinando, stavolta non sarebbe più stato punito con la prigionia: quella sconfitta avrebbe richiesto la sua vita.

Con una luce quasi feroce negli occhi d’ametista, Yami volutamente fece finta che non stesse accadendo nulla al suo avversario, lo vedeva lentamente spegnersi e non gli importava, anzi, per un secondo gioì alla vista del Demone impotente. Volle pescare ancora e anche stavolta ottenne un mostro –Tartaruga Catapulta!-esclamò

A quell’ennesimo attacco della Divinità dell’Obelisco, alte fiamme comparvero attorno a Caleb e lo inghiottirono: era quello il destino di morte riservato ad ogni Demone.

-Ancora una carta da poter prendere!-disse Yami.

Caleb avvertì la sua voce fioca, avvertendo intanto le membra bruciare e non ebbe la forza di gridare la sofferenza che sentiva.

Il Faraone pescò ancora e stava per annunciare il nome dell’ennesimo mostro quando avvertì una voce nella sua mente.

‘FERMO! NON FARLO!’

‘Yugi!’ disse lui

‘NON E’ DA TE!’disse ancora Yugi a voce alta ‘E’ finita!’ continuò ‘Hai vinto il duello e non c’è bisogno di infierire oltre!’

‘Non puoi capire Yugi! Quindi non immischiarti!’ rispose Yami mentalmente, con tono duro, trattando malamente quell’amico che cercava di proteggere ‘Lui deve pagare! Se lo merita!’

‘TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE STAI DICENDO?!’ urlò Yugi nella sua testa ‘Non farlo o diventerai proprio come lui: un malvagio! E tu non sei così!’ gli disse accoratamente.

‘Ma Joey e gli altri…’obiettò Yami ‘E’ stato lui a rapirti! Come fai a non provare rancore verso di lui?’chiese

‘Perché lui è un Demone: è nella sua natura!’replicò Yugi con voce più gentile ‘Tu invece sei stato un sovrano giusto e ora sei un amico leale e dall’animo nobile!’

‘Yugi… ne sei così sicuro?’ chiese Yami accorgendosi solo in quel momento, a quelle parole, che stava sbagliando tutto, si stava mettendo sullo stesso piano di un Demone…

‘Certo che ne sono sicuro, amico mio!’ assicurò Yugi ‘Ti conosco…’

‘Yugi, perdonami…’ pensò Yami ‘Hai ragione! La rabbia mi ha accecato, mi ha reso folle e io…’ deglutì come se stesse mandando giù un boccone amaro.

-Cosa sto facendo?-si chiese ad alta voce e osservò Caleb che lentamente veniva divorato da fiamme provenienti dal mondo demoniaco –Io non sono un assassino, anche se il mio nemico è un Demone…-si disse –Grazie Yugi…-disse a voce alta.

Sentì il cuore divenirgli pesante alla vista dell’Araldo completamente sconfitto. Aveva avuto ragione: non si sarebbe più rialzato. Provò compassione per il suo avversario, pensando che avrebbe potuto fermare la mano prima invece di lasciarsi andare a sentimenti tanto negativi che lo rendevano quasi inumano.

- La via adesso è aperta…-disse mentre il bianco tutt’attorno spariva, il Fiume Infernale scomparve a poco a poco, e finalmente il Faraone potè rivedere il cielo notturno e respirare l’aria fredda d’inverno.

Si voltò e vide dinanzi a sé il sentiero alberato e buio.

Doveva andare, adesso.

   
 
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