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Autore: Roxanne Potter    04/08/2011    8 recensioni
Mio banale tentativo di rendere onore a Lavanda Brown, descrivendo la sua morte durante la battaglia finale.
[MOVIEVERSE.]
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il coraggio di Lavanda Brown.

Finalmente capiva perché era finita in Grifondoro. Mentre correva lungo i corridoi del castello, con la bacchetta in mano, schivando e lanciando incantesimi, le tornarono in mente le parole che il Cappello Parlante le aveva rivolto, anni addietro: Nonostante l'apparenza, nascondi lealtà, senso dell'amicizia e grande coraggio. Dipende tutto dalle situazioni in cui ti trovi. Grifondoro ti aiuterà a forgiare il tuo carattere e tirare fuori il coraggio. Farai strada in quella casa...
Aveva paura, ma cercava di nasconderla in fondo al suo cuore.
Hogwarts era in battaglia, e lei avrebbe dato il suo contributo. Finalmente il suo coraggio stava emergendo. Finalmente avrebbero capito che lei non era solo una sciocca ragazzina avida di pettegolezzi.
-Expulso!
Il suo incantesimo colpì in pieno un Mangiamorte, che venne scaraventato contro una parete.
Lavanda mosse la bacchetta.
-Petrificus Totalus!
Ora il Mangiamorte era immobilizzato a terra. Lavanda sorrise e riprese a correre. Evitò appena in tempo un raggio verde, che andò a infrangersi su un'armatura, facendola esplodere.
-Protego!- esclamò.
La barriera le impedì di essere colpita da uno dei pezzi dell'armatura, che era schizzato verso di lei.
Sbatté le palpebre e arretrò, guardandosi intorno. Parte del muro accanto a lei era crollata, un paio di ragazzi erano riversi a terra, mentre i Mangiamorte e gli altri studenti continuavano a combattere.
-Crucio!
Si spostò appena in tempo per evitare la fattura, poi si voltò verso una donna dai lunghi capelli neri e il viso deformato da un ghigno.
-Stupeficium!- gridò Lavanda.
La donna evitò facilmente l'incantesimo e mosse di nuovo la bacchetta, e un raggio nero avvolse la ragazza. Lei cercò di respirare a fondo e mantenere la calma, mentre il raggio si stringeva intorno al suo corpo. Strinse la bacchetta e si concentrò.
-Finite!
I raggi svanirono lentamente e lei fu libera di muovere le braccia. La Mangiamorte le puntò la bacchetta contro ma Lavanda fu più veloce.
-Bombarda Maxima!
Il soffitto sopra di loro esplose e Lavanda corse via prima di essere investita in pieno dai detriti.
Raggiunta la porta in fondo, si voltò e vide la donna che giaceva in mezzo a un cumulo di macerie, il sangue che le rigava la fronte e un braccio, la bacchetta che le scivolava via dalle dita.
L'ho uccisa...” pensò, notando gli occhi vuoti e l'espressione ferma.
Ma non era il momento dei rimpianti e dei sensi di colpa. In quel frangente, combattere significava uccidere. I Mangiamorte lo stavano facendo con loro, e se lei ci fosse riuscita, avrebbe continuato a uccidere dei Mangiamorte.
Aprì la porta e corse giù, lungo la scala, fino ad arrivare nella Sala d'Ingresso, anch'essa affollata di combattenti e illuminata dagli incantesimi.
Corse verso il portone principale, schivando maledizioni. Ogni tanto puntava la bacchetta verso i Mangiamorte e gridava: -Stupeficium! Expelliarmus! Incarceramus!
Uscì di corsa nel cortile, quando avvertì un bruciore improvviso alla spalla.
Una voce alle sue spalle gridò: -Stupeficium!
Cadde a terra, sulla pietra fredda, e tentò di rimanere ferma e ignorare il dolore alle ginocchia e al resto del corpo. Strinse forte la sua bacchetta, mentre alcuni passi si facevano sempre più vicini.
Mani fredde le afferrarono i capelli e la spinsero di lato, facendola rotolare di schiena.
D'istinto, Lavanda alzò la bacchetta.
-Expelliarmus!- gridò. Il Mangiamorte in piedi davanti a lei venne colto di sorpresa e disarmato. Rimase fermo per alcuni istanti, con espressione sbigottita e stupida. Lavanda si affrettò ad alzarsi e gridare: -Everte Statim! Incarceramus!
Il Mangiamorte cadde, per poi venire avvolto da solide funi che lo inchiodarono al terreno.
Lavanda sbuffò e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi tornò a voltarsi e si gettò nella mischia. Corse tra i combattenti, cercando di colpire i Mangiamorte, finché non arrivò all'estremità del cortile, sotto il portico. Ansimò e si preparò a lanciare un incantesimo contro due Mangiamorte poco lontani, che affrontavano un ragazzino dall'aria spaurita.
-Cosa ci fa qui una ragazza carina come te, tutta da sola?
Quella voce la gelò. Un uomo si piazzò davanti a lei, guardandola con i suoi occhi malevoli, la bocca dischiusa che lasciava intravedere i denti affilati.
-Stupe...
L'uomo mosse la bacchetta, e quella di Lavanda volò via prima che lei potesse finire di pronunciare la formula. Atterrò ad alcuni metri di distanza, e Lavanda si fece guidare dall'istinto.
Spiccò una corsa per recuperare la bacchetta, ma inciampò e una mano afferrò il suo braccio, per poi trascinarla indietro.
-No!
L'uomo la scagliò a terra, e la testa sbatté contro il terreno, lasciandola stordita per alcuni secondi, ad ascoltare i tonfi sordi del suo cuore. Un rivolo di sangue scese lungo la tempia, mentre l'uomo si chinava su di lei e affondava i denti nel suo collo.
Il dolore fu di una terribile intensità, come se le stesse lacerando l'intero corpo. Urlò e si divincolò, ma non riusciva a sottrarsi alle mani dell'uomo, che la tenevano bloccata.
Non può finire così, non...”
Tentò di tirare un calcio, ma le forze le venivano a meno, il dolore sembrava esplodere dentro di lei.
La vita le stava scivolando via. Cercò di rimanere cosciente, ma la testa le girava e la vista si faceva sfocata, i rumori della battaglia erano più bassi.
Altro sangue colò dal suo collo fino a terra. Era finita, stava morendo. Senza che chiudesse gli occhi, su di lei calò il buio, mentre il dolore si faceva sempre più lieve.
Sto morendo.”
E non aveva paura.
Il suo ultimo pensiero, prima di perdere coscienza, fu la sua consapevolezza di aver combattuto con coraggio e onore, di essere morta in battaglia.
Sì, sono una degna Grifondoro.”
   
 
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