Ghiaccio di fuoco.
Solo per una volta, vorrei trovare un ragazzo normale.
Una cosa semplice del tipo io piaccio a lui e lui piace a me.
Risate, ottimi baci, e nessuno che si metta in mezzo.
E' forse chiedere troppo? Le altre persone sembrano riuscirci
senza problemi, allora perchè io no?
Forse sulla testa, ho un trasmettitore radar che emette segnali
captati solo ed esclusivamente da ragazzi con gravi problemi emotivi.
-Ripetilo-
Risi, quanto
adoravo prenderlo in giro.
-Bieberon. Bie-ber-on-.
Vuoi lo spelling? B… I… E… B… E….-
-So come si
scrive quel dannato nome!- esclamò
irritato lui.
-R… O…-
-Prova a dire
l’ultima lettera Scarlett, l’ultima lett…-
-N…- Poi la
mia espressione da bastarda mutò. -Ooops!- feci
portandomi una mano alla bocca, come una bambina che si era appena fatta
scappare una parolaccia. –Troppo tardi!-.
Gli sorrisi amabilmente.
-Tu! Piccola…-
Mi cinse i fianchi e mi montò sulla sua spalla destra in modo davvero poco fine.
-Ehy! Ma sei
ancora più idiota di quello che pensavo?-. Dopo averlo detto mi soffocai con la
mia stessa saliva, quindi l’offesa risultò alquanto patetica.
-Perché? Sai
anche pensare?- Mi chiese lui divertito, scimmiottandomi.
Battei i pugni
contro la sua schiena –Vaffanculo Bieber, okay? VAFFANCULO-.
-Justin!-
Meredith, la mia migliore amica, nonché super sfigatissima fidanzata di Justin,
ci seguiva, preoccupata, correndo.
Intanto mezza
scuola si girava a guardare e quella che probabilmente vedeva non era da tutti
i giorni, infatti ai loro occhi si prometteva uno spettacolino davvero
interessante: Un ragazzo con gravi problemi emotivi con sopra le spalle una
ragazza isterica e una bionda affannata e mezza zoppicante che li rincorreva;
era raro da vedere.
-Metti giù Scar!- gridò Dith, sembrava stesse
per svenire.
-Scusa amore,
prima gliela faccio pagare, poi te la ridò d’accordo?- Justin si girò un
secondo verso la sua ragazza, scoccandole una delle sue tipiche occhiate da
bell’imbusto, per poi ripartire alla carica con una me davvero scazzata sulle
spalle.
-Ma non ho
fatto nulla di cattivo! Dai Biebz, faccio la brava-. Cercai di fare la carina,
magari avrebbe funzionato…
Intanto dentro di me immaginavo una me stessa stile cartoon vomitare o sbattere
la testa contro un muro di cemento armato. Che cosa mi toccava fare…
Intanto Justin
rise, -Sfortunatamente Scar ti conosco davvero bene, so che lo stai cercando di
manipolarmi-. Mi diedi una pacca su culo.
-Non toccarmi
con quelle mani da maniaco psicopatico-. Urlai battendo con un pugno sulla sua
schiena.
La povera Dith
rinunciò a rincorrerci, e si fermò riprendendo fiato e limitandosi a fulminarmi
con lo sguardo.
Mimai uno scusa con le labbra prima che Bieber svoltò l’angolo ma dubito
l’avesse visto e anche se l’avesse fatto non ci avrebbe dato peso.
Caddi
rumorosamente sul pavimento, e mi ci vollero un po’ di secondi per capire
dov’ero.
-Mmmh…- fu l’unico rumore che riuscii ad emettere, massaggiandomi la testa
dolorante.
Ero nello spogliatoio
vuoto della palestra, affianco le docce, Justin mi stava davanti, in piedi,
intento a massaggiarsi le spalle.
-Coglione
esalato che non sei altro- Lo accusai. -… Che bisogno c’era di portarmi qui?-.
Esclamai incazzata.
-Zitta brutta
stronza. Se non mi avessi provocato non saremo qui…- Aggiunse fulminandomi con
lo sguardo.
-Provocarti?
Io ti ho solo chiamato per nome, Bieberon—. Gli sorrisi.
-Adesso te la
faccio pagare…-.
-Me l’hai
detto anche prima, ma sembra che tu sia troppo piccolini per farla pagare a
qualcuno- ridacchiai.
Justin stava letteralmente
per esplodere, un motivo in più per punzecchiarlo ancora.
-Quanto sei
alto? Un metro meno un succo di frutta?!-. Sbattei le palpebre, dolcemente.
A questo punto
non resistette più, mi prese in braccio e mi portò alle docce, ci infilammo
dentro una e aprì l’acqua. Ci volle più di qualche secondo per realizzare dove
mi trovavo e cosa mi stava accadendo.
Gelida.
Così fredda
che dovetti appoggiarmi al suo petto per riscaldarmi, lui ridacchiò, l’aveva
fatto apposta quel brutto bastardo.
Alzai il viso,
a pochi centimetro dal mio, i nostri occhi in contrasto, il mio castano scuro
contro il suo miele fuso.
Il suo sguardo
calò sul mio petto, e arrossì.
-Che c’è?-.
Chiesi mezza rincretinita, e non chiedetemi il perché.
-Niente.-
scosse la testa lui, imbarazzato e guardando altrove.
Mi guardai il
petto… -MERDA!- non seppi trattenere quest’urlo.
Perché, dico
PERCHE’, dovevo mettere l’unica maglietta aderente bianca che avevo e il
reggiseno di pizzo nero che mi aveva regalato la mia cara dolce e fuori come un
balcone nonnina?
-NON GUARDARE
TU!-. Esclamai agitata.
-Non guardo,
non guardo!-. Rise studiandomi negli occhi.
Silenzio
mentre mi raggomitolavo la maglietta per non far vedere la biancheria intima.
-STAI
SBIRCIANDO!-. Lo accusai poco dopo averlo visto scrutare verso dove avevo chiesto
esplicitamente di non fare.
-Ehy no, non è
vero!-. Si giustificò ridendo come un cretino.
Alzai una
mano, stavo per dargli uno schiaffo quando mi prese il polso bloccandomi.
Ci fu qualcosa
di particolarmente speciale in quel gesto.
Riuscì a
cambiare tutto.
Cambiò le
nostre espressioni, i nostri stati d’animo, i nostri sentimenti.
Eravamo
entrambi seri, non ci provocavamo più, non ne avevamo la forza.
Ed ecco che si
accendeva la magia, i nostri occhi di nuovo in contrasto, forse erano questi la
fonte di quel sentimento.
-E’ una
posizione un po’ imbarazzante...- ridacchiai, per sciogliere un po’ la
tensione, visto che mi teneva ancora in braccio appoggiata al muro della
doccia.
-Lo è… ma non
mi da fastidio- sorrise beffardo lui.
-Neanche a
me…-.
Non resistemmo
più, era il momento, le nostre labbra si unirono, le sue braccia mi sfiorarono
le gambe dorate, mi spinse voracemente contro il muro della doccia, mentre la
sua lingua s’insinuava nella mia bocca.
L’eccitazione
saliva.
-Sarebbe
questo, il tuo modo di farmela pagare, Bieberon?-. Lo provocai continuando ad
assaporare i suoi soffici baci sul mio
collo.
-Stai zitta o
ti infilo qualcos’altro in bocca-. Aggiunse sorridendo tra la mia pelle.
-Spero non sia
una citazione sessuale- risi maliziosa.
-Beh potrebbe
esserlo… chissà…- le sue mani mi presero il seno, la maglietta era caduta a
terra, bastava solo…
-Meredith-
spalancai gli occhi. -Meredith… io…
non posso farle questo!- continuai, mi staccai dal ragazzo e mi liberai dalla
sua presa.
Girai la
manopola e chiusi l’acqua.
Eravamo
entrambi con lo sguardo nel vuoto, come pieni di rancore, pentiti, bagnati e
gocciolanti.
-Dith…-
sussurrai. -Questa storia non può continuare…-.
Soffocai il senso di colpa che mi pesava in petto.
-Lo dici da
mesi oramai- rise isterico lui.
-Questa è
l’ultima-. Lo guardai dritto negli occhi.
-Dici sempre
anche questo quando succede-. Sussurrò accarezzandomi la guancia.
-Be questa è
DAVVERO l’ultima!-. Mi scansai dal suo tocco morbido, uscendo dalla doccia e prendendo
la maglietta fradicia.
-Dobbiamo
smettere di frequentarci Justin-. Sussurrai più a me stessa che a lui.
-E come?-.
Chiese flebile lui.
-Lo dobbiamo
fare e basta-. Lo guardai negli occhi.
-Come?!-
Mi prese per
un braccio e mi trascinò a se con violenza, i miei capelli castani sfiorarono
le sue spalle, dove lui vi affondò il capo. –Come, se ogni santo giorno siamo
costretti a vederci tramite Meredith? Come, se ogni santo giorno siamo nella
stessa classe, per di più in banco assieme? Come, se ti vedo tutti i giorni in
pista da ghiaccio? Ma soprattutto- mi
scosse con il braccio, perché guardavo altrove e mi costrinse a guardarlo negli
occhi. –Come, se io sono innamorato di te?-. Era sincero, Dio.
Lo guardai
negli occhi, mordendomi il labbro inferiore.
-Come…?- mi
chiese disperato.
Silenzio.
-Come?-
Ancora
silenzio.
-COME?! -.
-Non lo so!
Non lo so Justin, okay? Non ne ho idea… ma lo faremo, lo dobbiamo fare, per Dith, per la nostra amicizia, ha fatto tanto per noi, non si merita
questo…-.
-Scarlett-.
Aggiunse prendendomi per le spalle, -Perché io me lo merito? Perché mi tratti
così di merda? Io ti amo, non farmi questo-. Sussurrò guardandomi negli occhi,
i suoi erano così belli, belli e persi in qualcosa di troppo grande e doloroso
per lui.
-Scusami-.
Lo spinsi via
e me ne andai per i corridoi.
Questa, questa
è la mia storia, ma per saperla bisogna incominciare dal principio, dalla prima
volta che vidi Justin Bieber in vita mia.
Arrivata a
scuola parcheggiai il motorino e vidi Meredith correre verso di me, con quei
capelli biondi e le guance rosse sembrava appena una ragazzina e non una quasi
diciottenne.
-Scar, Scar!-.
Presi Meredith
per le braccia in modo da fermarla -Dith piano, respira!-. Le ricordai.
Fece un
respiro profondo. -Hel ho il ragazzo-. Urlò su di giri come una che aveva
appena sniffato una dose elevata di nesquik.
La mia faccia
in quel momento doveva essere un misto tra ah e oh.
La cosa
infatti non era una novità, Merdetih era una tipa molto superficiale, in senso
buono giustamente. Forse un po’ ingenua, ma anche molto dolce. E ovviamente
aveva uno stuolo di ragazzi ai suoi piedi, nonostante non fosse una di quelle
bellezze da star del cinema. Quindi il fatto che avesse un nuovo ragazzo non mi
stupiva molto.
-Ehi!...Grande
Dith...E com'è?-. Dissi fintamente entusiasta.
-Oh- batte le
mani come le foche. -E' un figo terribile, ha i capelli di un castano chiara e
gli occhi dello stesso colore del miele- . La cosa iniziava a spaventarmi…
-E magari si
chiama Justin-. Esclamai ridendo isterica.
La sua mandibola
toccò metaforicamente il pavimento. –Esatto, come hai fatto?-.
-Hockey….-. La
buttai sul vago, e fortunatamente lei sembrò accontenta sene.
La cosa però
non era che mi piacesse molto…
Bieber era uno di quei tipi rozzi che dividevano la pista di ghiaccio con me e
le altre ragazze del gruppo di pattinaggio. Tra noi e loro le cose che potevano
capitare erano due: o amore incondizionato o odio profondo e competitivo per
l’altro.
Eh già. Tra me e Justin non era scoccata la scintilla, quindi non era difficile
dedurre i nostri rapporti amorevoli.
E per mia sfortuna fu a ricreazione che incontrai di nuovo Meredith, tutta emozionata e saltellante.
-Corri,
corri!- e detto questo mi prense per un polso e mi trascinò verso i bagni
maschili.
-Eccoci qui-
mi stava davvero per spingere dentro al bagno maschile quando riuscii a
liberarmi dalla sua stretta.
-Ehy Dith, sei
matta? Questo è il bagno maschile, non possiamo mica entrarci!-. Aggiunsi con
sguardo ovvio.
-Oh- Sembrò
che la mia amica se ne accorse solo in quell’istante. -Si è vero- mi riprese per il polso e tentò di trascinarmi dentro
il bagno, di nuovo.
-Dith! Se è
maschile significa per maschi!-. Esclamai spazientita.
Mi guardò con
fare interrogativo.
-Possono
entrarci solo maschi-. Aggiunsi lentamente e scandendo bene le parole.
Ancora il fare
interrogativo.
-Dith… noi NON
SIAMO MASCHI-. Urlai isterica.
-Oh!- fece
lei, decisamente sorpresa (come se avesse scoperto il suo sesso solo in quel
momento) poi si strinse nelle spalle.
-Ma Justin
tanto ci va sempre nei bagni femminili quindi per una volta possiamo entrarci
anche noi!-
“Bieber in un
bagno femminile? Santi numi….” pensai irritata mentre entravo per la prima
volta in vita mia in un bagno maschile. “Perfetto. L’avevo giudicato anche
troppo bene. E’ anche un maniaco con gravi problemi di personalità”,
considerai.
Sbuffai, ero
ancora in tempo per tornare indietro…
-Dith!-. Una
voce frantumò i miei progetti di fuga.
Quando lo
vidi, esattamente come me l’ero immaginato, mugugnai in maniera poco femminile.
-Ciao, io sono
Justin Bieber. Alcuni fanno gli spiritosi chiamandomi “Bieberon” o cose simili.
Non sono divertenti…-. Storse il naso.
-Nano da
giardino ti sta già bene- commentai sarcastica.
I due mi
guardarono a bocca e occhi spalancati, sarebbe stato divertente se anche le
loro orecchie lo avessero fatto, ma okay, okay.
Justin, povero
Justin, cercò di rimediare e arrossì un po’.
-Ehm.. dicevo
io sono Justin Bieber… gli amici mi chiamano Biebz-.
-Per ma va
bene anche Bieberon-. Gli sorrisi.
Di nuovo l’atmosfera
imbarazzata.
-Non è solito
chiamarmi per cognome, soprattutto dalle ragazze- ribatté infastidito lui.
-Giusto
giusto… scusami profilattico-.
-Scarlett!-
gridò Meredith, incredula.
-Tsk!- sbuffai
e me ne andai.
-Ciao Dith!-
diedi un’ultima occhiata sprezzante a Justin. –Nano da giardino…- fu il mio
saluto amorevole e pieno di calore.
Justin qui non è famoso.
E inoltre ho
deciso che il tema principale sarà il ghiaccio.
Scar è una pattinatrice temeraria, e Justin un giocatore di Hockey orgoglioso che
ha bisogno di una borsa di studio per il collage.
Oltre a questo c’è il loro odio-amore che li lega e li accumuna.
L’unico problema è Meredith la ragazza di Justin e la migliore (e unica e sola)
amica di Scar.
Ci vediamo al
prossimo capitolo, un bacio.