Quando
l’ispirazione non arriva
[Tramonto.
Da qualche parte in America]
<<
Il caldo mi sta
uccidendo! >> Svogliata mi alzo e vado in cucina a
prendere da bere.
Riempio un bicchiere con del the freddo e bevo tutto d’un
sorso.
È
agosto, tutti sono in
vacanza. Le case del mio quartiere sono sbarrate e senza macchine nei
vialetti.
Nemmeno un rumore arriva dall’esterno.
Io
invece sono a casa a lavorare sul mio ultimo libro, o almeno questo era il programma.
In realtà l’unica
cosa che riesco a fare è guardare lo schermo davanti a me.
Il caldo è così
torrido che il solo pensare mi fa sudare.
Picchietto
con una matita sul piano della scrivania, con l’altra
sostengo il mento.
L’ispirazione per questo nuovo capitolo proprio non arriva e
la scadenza si sta
avvicinando pericolosamente. Sbuffo. A volte odio essere la famosa
Robin
Winchester, scrittrice di libri d’avventura. Questo comporta
lavorare anche
quando dovrei (o forse sarebbe meglio dire: vorrei) essere su
un’isola sperduta
nel pacifico a prendere il sole e bere cocktail dai colori sgargianti e
con gli
ombrellini. Per farmi ancora più male, della musica hawaiana
esce dalle casse
del mio computer ricordandomi la triste realtà.
“Brava
Robin! Sempre a ridurti all’ultimo e
ora, invece che prenderti una meritata vacanza, devi stare giorno e
notte
davanti a questo dannatissimo schermo a scrivere. Mancano due settimane
alla
consegna e tu sei solo al terzo capitolo. Mi spieghi come pensi di
cavartela
questa volta?”
Mi
rimprovero mentalmente per la mia pigrizia. Dopo qualche altra ora
senza
risultati, prendo il mio fidato lettore MP3 e vado sul tapis roulant.
“Chissà
forse mi verrà qualche idea! Deve
venirmi in mente qualcosa! Oggi la mia ispirazione è finita
chissà dove!”
Faccio
partire della musica rock e corro finché non mi sfinisco.
Nemmeno così riesco
ad avere idee. Prendo un bel respiro e mi lancio con poca eleganza sul
divano.
“Niente!
Oggi proprio non ce la faccio!
Robin stai invecchiando… Non riesci più a seguire
i tuoi vecchi ritmi!”
Mi
dico tra me e me accendendo la televisione. Stacco il cervello.
Finisco
su uno di quei canali musicali che passano video ventiquattro ore al
giorno. Il
sonno sta prendendo il soppravvento. L’ultima cosa che
ricordo è una rock band
che suona all’interno di quella che sembra la
Città Proibita.
[Il
mattino seguente]
Ho
dormito sul divano. La televisione manda ancora musica e io stordita mi
alzo e
comincio a girare per casa. Per prima cosa mi faccio una doccia, sento
addosso
il sudore della giornata precedente.
Ancora
coi capelli bagnati scendo e vado a sedermi davanti al PC. Riapro il
documento
su cui stavo scrivendo e mi rimetto a pensare a un seguito per la mia
storia.
In quel momento ricordo il video visto la sera precedente.
<<
Ma certo!!! Cina! Rob non c’è mai stato!
È perfetto! >> Mi sbatto la mano
sulla fronte con veemenza e subito apro una finestra di internet in
cerca di
qualche informazione.
Subito
la testa mi si riempie di idee. Comincio a digitare le lettere senza
fermarmi
un secondo. Non mi accorgo nemmeno di non aver mangiato quel giorno. A
fine
giornata la bozza di tutto il libro era pronta. Ora dovevo solo
aggiungere i
particolari.
[Due
settimane più tardi. Dopo la consegna]
Sono
riuscita a scrivere tutto. Madeline, la mia editrice, non credeva ce
l’avrei
fatta. Sapeva che, fino a poco tempo fa, il libro era a un punto morto.
Quando
stamattina le ho portato il manoscritto, lei sorpresa mi ha chiesto:
<<
Come diavolo hai fatto a scrivere cinquecento pagine in quattordici
giorni?
>>
Io
le ho sorriso e con nonchalance le ho detto:
<<
Maddie, lo sai! Ci metto sempre un sacco a ingranare ma quando
l’idea geniale
arriva, non mi ferma nessuno! >>
Madeline
legge il titolo “Robin Winchester: Il tesoro
dell’imperatore”.
<<
Sembra interessante. Come sempre. Dov’è finito Rob
questa volta? >>
Sorrido
nuovamente. La mia editrice vuole sempre sapere qualcosa prima che il
libro
venga revisionato e poi mandatole nella versione definitiva.
<<
In Cina. L’idea questa volta mi è venuta in un
modo davvero strano… >>
Mi
osserva. << In che senso? >>
<<
Beh… In realtà devo tutto a un gruppo rock di cui
non so nemmeno il nome. Ho
visto il loro video e dopo una notte di sonno, mi si è
accesa la famosa
lampadina! >>
Lei
sorride. << Sempre la solita! L’importante
è che ci sia il nuovo libro di
Robin Winchester! >>
Sto
per congedarmi ma mi accorgo di non aver detto la cosa più
importante. Poso
nuovamente gli occhi sulla donna davanti a me.
<<
Ho ancora una cosa da dirti. La dedica all’inizio del libro.
So che è strana ma
vorrei restasse così. >>
Lei
mi sorride nuovamente. << Certo! Nessun problema!
>>
<<
Grazie Maddie! A presto. >> Esco dal suo ufficio e corro
verso casa dove
la valigia mi attende. Finalmente le vacanze sono arrivate anche per me.
[Qualche
tempo dopo]
Il
mio libro è finalmente nelle librerie. Una copia
è già nella mia biblioteca
personale. Mi è stato consegnato subito dopo la prima stampa.
Questo
libro lo dedico a quattro uomini.
Non
so il loro nome…
L’unica
cosa che so è che senza di loro,
senza
il loro videoclip,
Rob
non avrebbe vissuto questa nuova avventura!
Questo
libro è dedicato alla rock band che ha suonato nella
Città
Proibita.
Grazie!
La
mia dedica campeggia sulla terza pagina
nella speranza che il mio ringraziamento arrivi a loro, la mia salvezza.
***
Ho
scritto questa storia dopo aver visto
“Alla Ricerca dell’Isola Di Nim”. Alex
Rover mi ha salvata! Senza di lei non mi
sarebbe venuta l’idea della scrittrice senza ispirazione!
Il
video esiste davvero e anche la Band:
Sono i 30 Seconds To Mars e la canzone è “From
Yesterday”.
Ho
scritto di getto. Quello che mi passava
per la testa… Spero possa essere di vostro gradimento. ^^
Fatemi sapere cosa ne
pensate! =)