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Autore: Angus Young The God of Rock    01/04/2006    2 recensioni
Spark è un ragazzo solo.
Non ha una ragazza, pochi amici, tutti, per altro, dei personaggi poco raccomandabili. Desidera una vita nuova ma non troverà mai il coraggio di cambiare, schiavo dell'alcol, pateticamente convinto che il satanismo e il fascismo siano il rimedio ai problemi del mondo. Idee folli e stupide, insinuatesi nella sua testa come unico appiglio e motivo per sentirsi diverso dagli altri e, un pochino, speciale.
Spesso si trova dinanzi a noi l'interruttore della luce ma noi, incapaci di vederlo, restiamo nella nostra oscurità persi, senza nome, ne convinzione.
Angus
Genere: Dark, Drammatico, Generale, Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 : “Solo”

 

Spark si sedette sul divano aprendosi l’ennesima bottiglia di birra. Ne sorseggiò velocemente buona parte del contenuto e si ritrovò, come al solito, da solo ad osservare vecchi porno visti un centinaio di volte e trattenere convulsamente un conato di vomito che prima o poi sarebbe venuto fuori.

Una piccola montagna di lattine di birra stava disordinamene arredando il piccolo soggiorno, alcune gia aperte e finite altre in attesa d’esser bevute. Una bava appiccicosa collegava il naso con il labbro superiore del ragazzo, così come buona parte del braccio destro, che aveva usato più volte come asciugamano. Uno sbuffo veloce fuoriuscì dalla sua bocca facendolo sussultare e lasciandolo a boccheggiare per qualche istante, prima di tornare a respirare correttamente.

Una bella bionda ansimava da dentro lo schermo e il ragazzo la indicò con un dito.

<< Te sei solo una… lurida… prostituta… >> disse con gli occhi semichiusi dalla sbornia.

<< Te >> continuò con il braccio che ondulava lievemente di fronte a lui << sei solo una stronza…>> e cadde bocconi sul pavimento, dove lasciò che la bottiglietta rotolasse per la sua strada. Essa concluse il suo cammino contro una gamba d’un piccolo tavolino sopra il quale si trovava un pacchetto di sigarette mezzo vuoto. Non si sentiva benissimo.

Vedeva tutto in maniera offuscata e non sentiva che un lieve battere nel suo cranio, che comportava dei leggeri balzi della sua vista ad ogni battito. Così non si sentiva stabile, e tremava. Bevendo aveva sperato di poter dimenticare ma in realtà ora il dolore era più forte. E soprattutto sentiva disgusto per se stesso…guardati... rimbombava una vocina dentro le sue orecchie…non sei più in grado di reggerti in piedi… insisteva.

<< A’fanculo tutti… >> disse prima di scoppiare in rochi colpi di tosse.

Ti serve una mano…ancora quella sorta di senso di colpa persisteva…su dai, basta che lo ammetti e sei gia d’un gradino avanti

Spark scoppiò a ridere sommessamente ma ne uscì solo un lieve rantolio raschioso e animale che si concluse ancora in colpi di tosse e sostanze verdognole sul tappeto del pavimento.

A lui non serviva una mano. Non gli era mai servita perché lui se l’era sempre cavata, anche da solo. E nessuno avrebbe osato entrare nella sua vita per cambiargliela…nessuno. Aveva solo bisogno di sentirsi stordito e magari non pensare…ah e adesso cos’è che staresti facendo scusa? Stai pensando! Bere non ti è servito a nulla...oh Santi Cazzi ma queste voci leggono anche nel pensiero?...ma che domanda è? Queste voci sono i residui della tua materia grigia che lentamente sta andando in pensione, pronto ci siamo?! Vogliamo crescere si o no?!...taci minchione, da come parli mi sembri una persona di mia conoscenza…ah cazzo però è vero che bere non mi ha fatto dimenticare…se tutto mi fa pensare ancora a lei allora significa che è stato uno spreco di tempo! Devo smetterla…

Devo smetterla?...lo prese in giro la voce. E su questo non sapeva più che obbiettare.

Se lo ripeteva ogni volta e ogni volta, con puntualità quasi incredibile, si ritrovava su quel punto del pavimento della sua sudicia casa a parlare con persone immaginarie o fantasticare su una vita migliore. Non sarebbe mai riuscito a smettere. Sarebbe diventato un alcolista anonimo sporco e zozzone e avrebbe osservato i suoi amici maturare e crescere fino al matrimonio, ma lui sarebbe stato ancora li, a vomitare rancore e merda. Merda, merda e ancora merda. Per cui tanto valeva continuare ancora a bere: a quanto pareva il destino lo aveva giocato in partenza.

Ecco, è proprio questo il coraggio che mi aspettavo da te...Spark ignorò il commento arguto del suo ego. Che se ne andasse a fanculo lui e tutti i no global della sua specie!

No global? E cosa centravano in quel momento? Stava diventando per caso uno di quelle persone che stanno sempre li a pensare alla politica e giudicano la gente come i cani fiutano la spazzatura nei cestini? Era forse così che stava diventando? Forse avrebbe dovuto smetterla di girare con le collanine del duce e i fasci in giro per il collo. Forse avrebbe dovuto fare a meno del tatuaggio dell’aquila sulla schiena…va beh, per quello ormai non c’era più speranza.

Ma perché anche fascista? Perché legato a quelle cose ormai concluse e finite? I suoi amici che uscivano con molte ragazze non li aveva mai visti cantare loro Faccetta Nera per conquistarle, ne portare quelle magliette assurde riguardanti i campi di concentramento robe simili che portava lui. Lui di ragazze ne avrebbe voluto avere un sacco…allora perché si comportava così? Perché faceva di tutto per essere emarginato? << Perché io sono così di natura>> …sbagliato…anche questo era vero, perspicacie questo ego.

Spark voleva una vita allegra. Allegra.

E sin ora aveva fatto di tutto per rendersela difficile.

Un campanello suonò lugubremente per la stanza. Forse qualcuno stava chiedendo di entrare da fuori. Alzò il capo e sbatté più volte le palpebre. Un mare di birre e schifosa merda lo circondava come tanti nemici che hanno sopraffatto da tempo il loro rivale. Il campanello suonò nuovamente.

S’alzò con fare stanco brancolando come un cieco senza il suo bastone, e si diresse verso la porta d’entrata, aggrappandosi alle pareti della casa. Giunse davanti alla porta vetrata. Una sagoma familiare s’intravedeva da dietro di essa. Amici? No. Lui non aveva amici.

Era solo e solo sarebbe morto.

 

Angus

 

  
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