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Autore: Struzzo    05/08/2011    1 recensioni
"Per un attimo gli balenò in mente l’immagine di suo nonno: baffoni bianchi e faccia rossa dopo qualche bicchiere di buon vino.
«Jack» ripeteva sempre agitando le mani come uno sciamano «Caro ragazzo, non devi aver paura delle donne! A parte di tua nonna, che sa essere tanto cattiva se la fai arrabbiare. Come quella volta che.. » e vagava nei suoi ricordi, ma alla fine tornava sempre al succo del discorso «Ho girato il mondo e ho visto tante donne, ma alla fine ho capito una cosa: a loro piace l’uomo deciso, capace di farle innamorare, sognare, pronto a portarle in cima ad una montagna con la sola forza di volontà» e giù un altro bicchiere.
«Ma nipote, fidati di me: fai sempre la cacca prima di uscire con una ragazza. Ti scappa ora? Eh, Jack? Ti scappa la cacca?».
«No, nonno, non mi scappa la cacca».
Momento di silenzio imbarazzante.
«Come scusa?» disse Zoe avvicinandosi al ragazzo «Hai detto “cacca”?» chiese lei sorridendo.
Jack realizzò di aver detto la risposta, che voleva dare al nonno nei ricordi, ad alta voce.
Arrossì."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le urla di Julia risuonavano in tutta la zona, ma ormai Jack non ci faceva caso, concentrato sulla figura che aveva davanti: la piccola Zoe che lo fissava con i suoi occhioni; il ragazzo doveva pensare a cosa fare, cosa dire, come reagire a domande o proposte, se aspettare che fosse lei a parlare o dire lui la prima parola.
Per un attimo gli balenò in mente l’immagine di suo nonno: baffoni bianchi e faccia rossa dopo qualche bicchiere di buon vino.
«Jack» ripeteva sempre agitando le mani come uno sciamano «Caro ragazzo, non devi aver paura delle donne! A parte di tua nonna, che sa essere tanto cattiva se la fai arrabbiare. Come quella volta che.. » e vagava nei suoi ricordi, ma alla fine tornava sempre al succo del discorso «Ho girato il mondo e ho visto tante donne, ma alla fine ho capito una cosa: a loro piace l’uomo deciso, capace di farle innamorare, sognare, deciso, pronto a portarle in cima ad una montagna con la sola forza di volontà» e giù un altro bicchiere.
«Ma nipote, fidati di me: fai sempre la cacca prima di uscire con una ragazza. Ti scappa ora? Eh, Jack? Ti scappa la cacca?».
«No, nonno, non mi scappa la cacca».
Momento di silenzio imbarazzante.
«Come scusa?» disse Zoe avvicinandosi al ragazzo «Hai detto “cacca”?» chiese lei sorridendo.
Jack realizzò di aver detto la risposta, che voleva dare al nonno nei ricordi, ad alta voce.
Arrossì.
«Ahah, macchè “cacca”, ho detto “bacca”!» disse grattandosi la testa.
Jack sperò con tutto il suo cuore che non gli chiedesse il perché dell’aver pronunciato quella parola e per fortuna non lo fece, ma cambiò argomento.
«Dici che Julia ha bisogno di aiuto?» disse sporgendosi dal ponte e vedendo la ragazza che si dimenava in mezzo alle anatre allegre di aver una nuova compagna di gioco.
«Passerò io a dargli una mano tra poco.. Se lo meritava».
Veder sorridere Zoe lo faceva star meglio, ma sapeva anche che doveva andarsene al più presto da quella situazione, non resisteva più.
«Va bene, Jack, allora io vado dagli altri, poi raggiungeteci!» disse sempre con quel suo magnifico sorriso stampato sul volto, girandosi e correndo dall’altra parte del ponte.

Jack, Julia e Zoe facevano parte della stessa compagnia; i primi due si conoscevano dall’asilo e per questo diventarono migliori amici. Si capivano alla perfezione, si completavano e l’uno poteva contare sempre sull’altro. Zoe si era aggiunta da quando iniziarono le superiori: fu Julia a conoscerla durante l’intervallo, quando aveva perso di vista il suo migliore amico. Da quel momento si unì a loro, assieme al miglior amico di Jack, Adam e il fratello di Julia, Sean.

L’alta ragazza uscì dall’acqua starnutendo e si distese sulla terra alla fine di un percorso, che Jack aveva appena preso, diretto verso lei.
«Cosa ti è passato per la testa?» chiese arrabbiata Julia quando vide una sagoma avvicinarsi.
«Potrei farti la stessa domanda» rispose il ragazzo con le mani in tasca e lo sguardo rivolto verso l’alto.
«Sarà meglio che ti porti a casa prima che ti prendi un raffreddore. Com’era l’acqua?» aggiunse ridendo il ragazzo. Tese una mano alla sua amica e si avviarono verso casa di lei, lasciando goccioline lungo il percorso.
«Fottiti» disse non riuscendo a trattenere le risate.

Quella sera Jack si mise davanti alla finestra, osservando le poche stelle che coloravano il cielo scuro, accompagnate da aerei che attraversavano il tutto come se niente fosse.
Sospirò e si immaginò come doveva essere imbarazzante la scena del ponte vista da uno spettatore. Lui, però, era felice. Se l’era cavata bene, infondo. Molto.. molto infondo.
Abbandonò il suo corpo e cadde sul letto, pensieroso.
  
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