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Autore: apochan kenshiro    05/08/2011    0 recensioni
Diletta è una ragazzina normale, come tante: frequenta la seconda media, studia, si diverte, ha la sua prima cotta... ma basterà una giornata e vivrà un'avventura completamente fuori dal comune...
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Salve, sono apochan kenshiro... pubblico per la prima volta qui fra le storie comiche... spero che le premesse vi abbiano incuriosito...
Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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On the road ...


 

Il viaggio procedeva tranquillo, nel migliore dei modi, e la famiglia Casoni non poteva chiedere meglio, mentre attraversava spedita la A12, verso la Provenza. Il padre Calogero, che guidava, canticchiava a squarciagola tutte le canzoni anni '60 che gli passavano per la testa, mentre la moglie Agata lo seguiva allegra fischiettando e muovendo gli indici delle mani a tempo; i figli, dietro, Massimo e la sorella minore Fiorenza, si tappavano le orecchie come meglio potevano, sorridendo spudoratamente per non offendere il padre; alternavano a questi momenti di follia a lunghe partite ad Uno, partite spesso interrotte da simpatiche buche in mezzo alla strada.

Massimo e Fiorenza era proprio nel bel mezzo di una partita, quando udirono un rombo. "Ma che fa ora, si mette a piovere?" fece la bambina, immusonitasi, "Sì certo, come no .... e dove sarebbero le nuvole scusa?". Fiorenza guardò oltre il vetro della bauliera, vedendo solo il sole che brillava nel cielo sgombro, causando anche un discreto caldo, che faceva tenere accesa al padre l'aria condizionata. "Ma allora cos'è questo rumore se non sono i tuoni?". Massimo si mise ad ascoltare con attenzione ... ora lo sentiva anche lui: un curioso e continuo rombo che aumentava esponenzialmente di rumore. "Ma che ..." "Guarda Massimo!". Il ragazzo non fece in tempo a parlare, che la sorella gli indicò nel traffico una vettura grigio metallizzata che sfrecciava a massima velocità, sfidando le leggi del codice della strada e quelle della fisica. Zigzagava impazzita in mezzo alle corsie, sorpassando una ad una tutte le macchine che sembravano intralciare il suo cammino. In poco tempo quella fu a meno di duecento metri dall'auto della famiglia Casoni e Massimo, aguzzando la vista, potè vedere, mentre gli si gelava il sangue della vene, chi erano gli occupanti.

"Ommioddio, Diletta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" "Cosa hai detto figliolo?". Agata si girò indietro vedendoil figlio in preda ad una crisi mistico – epilettico – esistenziale. "Tesoro, ma rilassati! Stiamo andando in vacanza!" "Ma quale relax!!! ci stanno inseguendo!!!" "Eh? Ma quante sciocchezze, figghiu mio ...". Massimo, davvero terrorizzato, piantò le proprie unghie nella stoffa del sedile ed osservò l'incedere sempre più rapido della maledetta vettura, mentre la madre ed il resto della famiglia continuavano ad ignorarlo.

Quando infine l'auto grigia fu a pochi centimetri dalla sua, e Diletta lo ebbe salutato con un sorrisone a trentadue denti ed un esagerato sbattere di ciglia, non ce la fece più: colto da un irrefrenabile ed autentico attacco adrenalinico, a sua volta causato dal panico, urlò a squarciagola, mentre scaraventava il padre, tutto intento a cantare "I Watussi", nel sedile posteriore. Si slanciò dunque al posto di guida e cominciò a pigiare il pedale dell'acceleratore, staccandosi dai suoi inseguitori. "Massimo Casoni, cosa diamine stai facendo?!?!?!" urlò isterica la madre mentre anche la station – wagon blu notte sfrecciava ormai già oltre Ventimiglia, in territorio francese. "Non lo vedi mamma?!? ci sto salvando le chiappe!!!" "Modera il linguaggio ragazzino!" "E va bene: ci sto salvando il deretano, contenta?!?!" "Ora va molto meglio...".

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Nella piccola utilitaria grigia, Diletta urlava come una forsennata, incitando il padre ad andare più veloce. "Di più, di più, di più!!!" "Ma più di così ciambellina rischiamo l'osso del collo! Ho già commesso centinaia di infrazioni, da ritiro per cinquanta patenti!" "Non è ancora abbastanza! Non vedi, non vedi!!! Sta scappando il mio tesoruccio!!" "Ah, la nostra bambina è innamorata...". Sospirò la madre con fare ebete, ormai estraniatasi dalla situazione assurda.

"Mi spiace davvero, orsacchiotta, ma io non accelererò ancora!" "Ah, no papino?" "No Diletta!" "Allora togliti da qui!!!". La ragazza con un'agile mossa, schiumante di rabbia, lanciò il povero padre allibito nella bauliera, mentre prendeva a sua volta possesso del volante. "Massimino arrivooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!".

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Massimo vide l'improvvisa accelerazione dell'inseguitrice. I motori ruggivano, rombavano; c'è chi era disperato, chi terribilmente determinato. Cadde una goccia di sudore dalla fronte del ragazzo e l'inferno si scatenò: utilitaria e station – wagon si rincorrevano a velocità da brivido sulla corsia di percorrenza e quella di accelerazione, procedendo a zig zag, andando talvolta a fare le equilibriste sul guard rail; l'asfalto fondeva al loro passaggio, rimanendo dopo di loro solo un informe e viscosa poltiglia di catrame, che rallentava o bloccava i poveri sfortunati che vi si imbattevano. Poco dopo lo slalom cessò e cominciò un inseguimento serrato, lanciato a folle velocità, in rettilineo, mentre le auto ed i loro occupanti, vittime improvvisate, venivano scaraventati fuori dall'autostrada, in mezzo a fossi o campi, o, peggio, finivano nella corsia a marcia contraria, dove si scatenava il vero e proprio inferno, fra esplosioni, macchine accatastate, tamponamenti, testacoda ed air – bag.

La folle corsa dei due ragazzini continuava e vittime innocenti venivano mietute, quando, così, come una folgorazione, un'apparizione mistica, Massimo vide sbucare davanti a sè un autogrill: la sua mente stravolta gli fece sentire una musica celestiale, seguita da festose campane, e vedere deliziosi angioletti che svolazzavano ovunque. Pigiò dunque l'acceleratore a tutta, facendo segnare al tachimetro i 280 chilometri orari, e si diresse senza tanti complimenti all'agognata meta.

Parcheggiata in tutta fretta l'auto, mentre la sua famiglia dava allegramente di stomaco, si fiondò oltre le porte automatiche e, come un specie di supereroe dei telefilm degli anni '60, declamò a gran voce i suoi intenti:"Al cestone dei pupazzi!". Il suo propositò non si rivelò vano: poco dopo Diletta entrò come una furia, abbattendo selvaggiamente ogni povero inserviente che osava solo anche dirle "bonjour!".

La forza distruttiva della ragazza devastò interi reparti, dal discount, al bar, ai bagni, ma al suo occhio sfuggi il cestone dei pupazzetti, dove si trovava ogni sorta di animale peluche. "No, è già andato via!!!!! Amore mio, giuro che ti troverò, anche in capo al mondo!!!!!!!", gridò lei, uscendo poi con una risata da maniaca dagli scorrevoli automatici. Il ragazzino fu colto dai brividi, mentre cominciava a covare istinti omicidi per i suoi genitori, che avevano deciso per lui quella vacanza.


 

To be continued ...


 


 


 


 


 


 

Allora... la questione ora si fa interessante ed il suo tasso di demenzialità sta aumentando: quale sarà la prossima mossa di Massimo? Diletta lo cercherà davvero in capo al mondo? Ed il signor Bellinzoni? Riuscirà a tenersi la sua patente? La famiglia Casoni prenderà un lassativo? Gli asini volano davvero?

Le risposte saranno tutte nel prossimo capitolo!!!

Ringrazio quei coraggiosi che hanno tentato la lettura e Struzzo per la sua recensione.

Alla prossima! 

  
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