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Autore: _Sapphire_    05/08/2011    3 recensioni
Fece un passo avanti, come a sfidarlo a farle del male come stava minacciando. “Tu non mi farai male, Draco, lo sai.” La sua voce pareva una leggera brezza, che arrivava alle sue orecchie solo perché trasportata dal vento. Ha ragione, io non posso farle del male, non posso, pensò, serrando le dita attorno alla bacchetta.
“Chi lo dice?” Chiese, ma il suo tono di voce confermava le parole della ragazza.
Ormai non c’era più di una spanna di distanza fra i loro visi pallidi, e i loro occhi erano quasi sullo stesso piano, e ancora la Weasley non dava segno di timori. Si avvicinò ancora di più. “Sei felice, Draco?” Chiese di rimando. “Sei sicuro che è questo ciò che vuoi? Stare solo in un corridoio buio a minacciare una ragazzina?” Si avvicinò ancora di mezzo centimetro, e qualcosa nel petto del ragazzo iniziò a battere e divincolarsi, come a voler spiccare il volo. “Lo senti, Draco? È il tuo cuore che batte, vuole far vedere chi è veramente.”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Can you feel my pain?
  

Era lì. E ancora dopo tutti quegli anni, Draco non poté trattenere un fremito.
   Ginny era davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo, al settimo piano. La pioggia batteva sui vetri, il corridoio era deserto e solo la flebile luce bluastra che scaturiva dalla sua bacchetta illuminava in qualche modo il buio attorno a lui. I capelli rossi della ragazza riflettevano il debole bagliore, e pareva quasi che avesse la testa infuocata.
Il giovane fece un passo avanti, cercando di aumentare la luce della bacchetta. “Lumos maxima! Lumos maxima!” Sussurrò, tentando di far smettere di tremare la dita pallide, serrate attorno al legno di biancospino della bacchetta.
   La Weasley si girò in fretta sentendolo, cosicché con il riflesso brillante della sua chioma sembrò quasi che l’incantesimo di Draco avesse funzionato. Ma la luce rimase uguale, mentre gli occhi luccicanti di Ginny lo scrutavano con curiosità. Era sicuro che vedessero le sue dita tremanti, ma faceva finta di nulla.
   “Quindi vi nascondete ancora qui, eh? Come con la Umbridge?” Chiese, il tono di voce sprezzante, mentre dentro di sentiva morire.
   “Di cosa stai parlando, Draco?” Chiese educatamente la ragazza, cosa che gli ricordò di sfuggita il tono educato di Silente.
   “Non fare l’idiota, Weasley!” Scattò Malfoy, alzando la voce. “Non riuscirete ad andar avanti a lungo.”
   “Non so davvero cosa intendi, Draco.” I suoi occhi brillarono un attimo con una luce strana, per tornare subito a spegnersi.
   Il ragazzo iniziò ad arrabbiarsi; era incapace di dominare i sentimenti come faceva lei, eppure doveva essere la ragazza ad avere paura, a tremare, a piangere e a supplicarlo di non dire nulla ai Carrow. Ma lei era lì, impassibile anche se sapeva che lui era al corrente della Stanza delle Necessità. “Smettila di chiamarmi Draco, non sono nessuno dei tuoi amichetti, Weasley! E ti consiglio di non fare l’insolente con me se non vuoi ritrovarti come Paciock, uno di questi giorni.”
   Fece un passo avanti, come a sfidarlo a farle del male come stava minacciando. “Tu non mi farai male, Draco, lo sai.” La sua voce pareva una leggera brezza, che arrivava alle sue orecchie solo perché trasportata dal vento. Ha ragione, io non posso farle del male, non posso, pensò, serrando le dita attorno alla bacchetta.
   “Chi lo dice?” Chiese, ma il suo tono di voce confermava le parole della ragazza.
Ormai non c’era più di una spanna di distanza fra i loro visi pallidi, e i loro occhi erano quasi sullo stesso piano, e ancora la Weasley non dava segno di timori. Si avvicinò ancora di più. “Sei felice, Draco?” Chiese di rimando. “Sei sicuro che è questo ciò che vuoi? Stare solo in un corridoio buio a minacciare una ragazzina?” Si avvicinò ancora di mezzo centimetro, e qualcosa nel petto del ragazzo iniziò a battere e divincolarsi, come a voler spiccare il volo. “Lo senti, Draco? È il tuo cuore che batte, vuole far vedere chi è veramente.”
Forse aveva ragione, perché ad un tratto sembrò che il cervello si spegnesse e il suo cuore, che batteva così forte da quasi scoppiare, prese il comando sul suo corpo. In un battito di ciglia il Serpeverde tagliò la distanza fra loro, trovando le sue labbra rosate e premendole disperatamente sulle sue, come qualcuno che cerca di aggrapparsi allo stelo di un fiore per non cadere in un abisso. Qualcosa in lui si era liberato, la sua maschera dura e senza sentimenti si era infranta come un’onda sulle rocce, e anche se sapeva che ciò che stava facendo era sbagliato, non gli importava.
L’unica cosa importante era sentire le labbra dolci e calde di Ginny sulle sue, sentire i suoi capelli setosi fra le dita e inalare il suo profumo di fiori, farfalle e sole; l’unica cosa importante era sentire che per lei era uguale.
   Perché in quel mondo buio e disperato sentiva di non essere solo; che la sua anima era irrimediabilmente legata alla sua.  
   Quando si staccarono lei gli passò una mano sul viso, con un sorriso triste.
   E fu solo quando si fu allontanata che si accorse che stava piangendo.

   

So never mind the darkness / We still can find a way / 'Cause nothin' lasts forever /
Even cold November rain




 

Angolo dell'Autrice;
Eccomi qui, alla mia primissima fanfic su EFP!
Dopo qualche litigio col sito per pubblicarla, ci sono.
Generalmente non sono una grande fan delle Draco/Ginny - sinceramente non ho mai scritto di loro!- ma mi è venuta l'ispirazione (Eureka!), e ce l'ho fatta.
E' un po' tristanzuola, sì, ma non è nemmeno tanto male, no? No?
Spero che vi sia piaciuta almeno un pochino. La citazione è della canzone dei Guns N'Roses November Rain :)

Baci♥

  
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