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Autore: Jo Shepherd    06/08/2011    1 recensioni
La vita di un ragazzo cambia all'apparire di una maschera...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una maschera per la città

 

Solita amministrazione.

 

La falce di luna era ancora alta e splendente nelle acque del canale, e buona parte della città cominciava appena a scendere dal proprio letto, quando Sante terminava appena lo stancante andirivieni che già ore prima cominciò.

Stringeva a sé le ultime pesanti casse stracolme di frutta e verdura.

Doveva rifornire al meglio il suo bancone, in modo da accontentare quante più richieste dei clienti.

 

Procedeva lesto fra l'aria umida e fresca, e solo un ultimo ponte lo divideva dal suo banco.

Salì gli scalini cauto; non voleva completare tutto quel lavoro con un frullato immangiabile.

 

Inaspettatamente, qualcosa arrestò il suo cammino.

La coda dell'occhio lo avvertiva della presenza di un'insolita ombra al suo fianco. Voltò il capo, sussultò, s'agitò e urlò come una donnicciola per lo spavento; scaraventò casse e contenuto in acqua.

I tonfi del disastro vibrarono nell'aria.

 

Egli era ancora lì, immobile; si teneva al parapetto con il volto contorto in una smorfia di terrore.

Gli occhi sgranati puntati su di un enorme naso aquilino, che sporgeva dalla penombra.

Allargando la visuale e con l'occhio abituato alla fioca luce, i contorni si fecero netti; si scoprì essere una maestosa, quanto inquietante, maschera.
Constatando che non era affatto nulla di vivo, che avrebbe potuto minacciare la sua giovane e miserabile vita, il ragazzo cominciò a calmarsi prendendo una serie di profondi respiri.

 

Cauto, passo dopo passo arrivò di fronte l'immenso faccione.

A ben vederla non era poi così mostruosa ma, di una gran bellezza.

Diede un paio di colpetti sul nasone e il suono di risposta confermò essere di porcellana.

Tornò, camminando a ritroso, verso il parapetto senza mai scollarle gli occhi di dosso.

 

Mille dubbi ora percorrevano la sua mente: Chi l'aveva posta fra quei due palazzi? Aveva fatto numerosi viaggi quella stessa notte, era passato decine di volte proprio su quel ponte e mai l'aveva notata; possibile fosse così distratto? E poi, come faceva a sorreggersi nell'aria? A ben vedere non c'erano agganci di metallo o di qualche altra lega resistente, ma solo fluttuanti nastri neri, che delicatamente scivolavano, inscrivendo cerchi sulle mura degli edifici.

 

S'alzò una forte brezza, la leggera bruma scivolò fin sul ponte, i nastri dondolarono agitati e così anche la maschera parve oscillare pericolosamente.

Un labile sussurrò rintronò nella sua nera bocca schiusa.

Il fruttivendolo Sante s'impaurì di nuovo, impietrendosi.

La brezza s'infuriò maggiormente, e tutto il complesso si piegò in avanti; Sante istintivamente si coprì con le braccia rannicchiandosi in terra, pregando che i parapetti gli evitassero di morire da frittata.

 

Attese immobilizzato il momento dell'impatto.

 

Attese e attese.

 

Ancora nulla s'era schiantato fragorosamente sul ponte né l'aveva ucciso.

Rialzò lo sguardo e la maschera era lì; resse alla forte spinta del vento. Fluttuava placida nel suo ristretto spazio.

< < Accidenti i rifornimenti! > > Ricordò improvvisamente.

Si sporse dal parapetto quasi cascando anch'egli nell'acqua fredda e torbida del canale.

In quel momento, un cigolio proveniente dall'alto catturò la sua attenzione.

 

Un vecchietto raggrinzito e assonnato, s' affacciò dalla propria stanza.

Quest'ultimo stropicciò gli occhi, ora li aveva increduli e fissi proprio su quella gigantesca maschera alle spalle di Sante.

Dopo vari secondi di contemplazione, il vecchietto chiamò entusiasta gli altri abitanti della casa, poi questi ultimi, a loro volta, chiamarono i propri vicini nel palazzo di fronte e così via.

Nel giro di una decina di minuti una folta folla s'accalcò su balconi e finestre, un boato di stupore e meraviglia inondò l'intero quartiere.

Il vecchietto vide il ragazzo e, con voce roca ma possente, gli disse:

< < Complimenti vivissimi giovanotto! E' un meraviglioso regalo per i prossimi festeggiamenti della città! > >

< < Oh... > >, Sante, dapprima, si sentì felice per quel complimento, pensò anche per un secondo di farla passare come vera farina del suo sacco e materia plasmata dalle sue stesse mani, ma la semplicità ed onestà prevalsero facendogli raccontare di non essere stato affatto lui; disse a tutti, che pendevano dalle sue labbra, che quella maschera era comparsa da un momento all'altro o almeno così gli sembrò, visto che prima non la notò.

Ma il vecchietto e l'altra gente risero di gusto di quella che presero come una storiella divertente.

 

Passarono i giorni e quel posto fu meta di piccoli pellegrinaggi proveniente da ogni parte della città e persino da fuori i suoi canali.

Il giovane fruttivendolo vide le proprie vendite schizzare alle stelle, divenne una vera e propria celebrità in tutta la regione per la sua grande dote: creare qualcosa di così maestoso in pochissimo tempo; tutto da solo poi... non era da tutti!

Il giovane Sante, nonostante più di una volta si sgolò, affermando che non era affatto una sua opera, decise di rassegnarsi e di prendere tutto il buono che veniva da quella stramba storia.

 

Ma, continuava a chiedersi: Come fanno a pensare che un semplice fruttivendolo abbia potuto fare una cosa simile? Perché non sembrano porsi il minimo dubbio? Non si domandano come faccia a restare in quel modo senza ingombranti agganci e o sostegni?

 

Sante interrogava qualche volta i suoi clienti ed ammiratori su questi quesiti, ma rispondevano che importava solo la sua bellezza ed imponenza, il resto non contava.

Col tempo smise di cercare delle risposte, riuscendo a placare il suo animo sempre tormentato dal dubbio; si limitava ad osservare la calca di turisti totalmente rapiti dall'opera che affollavano il ponte a pochi passi dal suo banco di frutta.

 

La maschera divenne un simbolo, e il suo presunto creatore una leggenda.

Entrambi divennero fonti di guadagno e oggetti di vanto e orgoglio dell'intera città.

 

La maschera rimase lì, ad aleggiare su quello stretto canale fino alla morte del ragazzo, dell'intera città e dell'intera nazione.

  
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