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Autore: Alys93    06/08/2011    6 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Hola a tutti! sn di nuovo tra voi, cn un nuovo cappy! ritengo di aver aggiornato abbastanza presto, ma nn saprei... ^_^ Cm vi avevo annunciato, in questo cappy ci sarà molta + azione... spero apprezzerete. e ke nn vorrete uccidermi alla fine del capitolo... ò_ò Mi auguro ke siate abbastanza curiosi da lasciarmi in vita... Beh, ora bando alle ciance! buona lettura a tutti!

Capitolo 39: Naraku e lo stregone dell’anima
 

“Quelle nuvole non promettono niente di buono” mormorò Kagome “Secondo me, sta per arrivare un bel temporale”.
In effetti, il cielo era di un intenso color piombo e cumuli di nuvole scure si avvicinavano velocemente da est.
“Beh, sembra proprio che il tuo umore abbia influenzato il tempo, Kaori” mormorò Miroku, cercando di fare dello spirito.
La demone lupo lo fissò appena, poi si sistemò lo zaino sulle spalle e continuò a camminare, scura in volto.
“È da questa mattina che è strana” commentò Sango “Ma che le è preso? Di solito, è Inuyasha quello che tiene il muso!”.
Il diretto interessato le rivolse un’occhiataccia infastidita, ma cambiò espressione quando vide l’amica in volto.
Sembrava quasi una condannata a morte che stesse andando al patibolo…
“Ehi, si può sapere che ti è preso?” chiese brusco “Cos’è, ti sei svegliata con luna storta? Guarda che il plenilunio è lontano”.
L’espressione vuota che si ritrovò davanti gli ricordò a tal punto Sesshomaru che arretrò istintivamente di un passo.
Infilò le mani nelle maniche rosse e sbuffò “Ah! Fa’ un po’ come ti pare… Tu guarda che mi tocca vedere”.
“Inuyasha!” lo rimproverò Kagome “Non credo che il tuo modo di parlarle sia tanto adatto, sai? Aggredirla così non ti porterà a niente”.
“Neanche parlarle, se per questo” mormorò Reito, decisamente preoccupato “Non ha aperto bocca da quando si è svegliata, stanotte”.
“Come, stanotte?” chiese Miroku “Non toccava a lei fare i turni di guardia, non stavolta…”.
“Lo so” replicò il demone lupo “Si è svegliata di soprassalto mentre ero di guardia. Dire che sembrava terrorizzata è un eufemismo…”.
“Ti ha detto cos’ha sognato di così tremendo?” domandò Kagome, che sentiva una vaga sensazione di disagio alla bocca dello stomaco.
“No, ma si fissava le mani come se dovessero esploderle… o chissà che altro” mormorò il giovane “Non l’ho mai vista così spaventata”.
“Che abbia avuto qualche premonizione?” suggerì la sterminatrice “Anche la notte in cui ti salvò la vita, si svegliò decisamente stravolta”.
“Beh, qualunque cosa abbia sognato, dev’essere stata tremenda” disse Miroku “Anche se non è da lei tacere su delle cose importanti. Soprattutto se la inquietano”.
“Io sono convinto che c’entri il sangue” borbottò Inuyasha, attirando l’attenzione dei compagni “Avete visto come fissa ogni cosa di colore rosso? Diventa più bianca di un cadavere!”.
“Hai ragione” sussurrò Shippo, saltandogli in spalla “Quando le ho passato una mela, ha iniziato a tremare come una foglia. E anche quando ti sei alzato e le sei passato davanti”.
L’hanyou fece una smorfia, facendo letteralmente danzare le sue orecchie per il nervosismo, “Qualcosa non va, me lo sento”.
“Ma Kaori ce l’avrebbe detto, se avesse sognato qualcosa che rischia di avverarsi” ribatté Sango “Non ci metterebbe mai in pericolo, senza avvertirci di quello che ci aspetta”.
“Soprattutto se è una cosa importante” aggiunse convinta “Forse, ci stiamo preoccupando per niente”.
“Sango ha ragione” rincarò Kagome “E non siamo nemmeno sicuri che sia stato un sogno premonitore. Magari era un incubo e basta”.
Reito sospirò “Mi auguro che abbiate ragione… ma non mi sento tranquillo. Sarà meglio che teniamo gli occhi aperti”.
Un pesante silenzio scese sul gruppo, mentre continuava la sua faticosa marcia lungo la catena montuosa.
Ognuno era perso nei propri pensieri ed uno strano senso d’angoscia serpeggiava tra loro, concentrandosi sulla figura di Kaori, che camminava davanti a tutti.
Aveva chiesto di andare in avanscoperta per non trovarsi più la veste di Inuyasha davanti agli occhi; la vista di quel colore le chiudeva la bocca dello stomaco, rammentandole l’incubo avuto la sera precedente.
Se, quella notte, non ci fosse stato Reito accanto a lei, accorso a rassicurarla quando si era svegliata in preda al terrore, probabilmente sarebbe fuggita.
Gli si era aggrappata con la forza della disperazione e, solo dopo lunghi minuti, era riuscita a calmarsi tra le sue braccia.
Un brivido di paura le percorse la schiena, mentre le immagini che cercava di tenere a bada le invadevano la mente.
Si morse il labbro inferiore per impedirsi di singhiozzare ed aumentò il passo, pregando che gli amici non si accorgessero del suo stato d’animo.
Sta’ calma s’impose rabbiosa Non sei sicura che fosse un sogno premonitore. Potrebbe essere stato solo un incubo… Cerca di calmarti!.
Ma il suo istinto le suggeriva che i suoi timori più grandi rischiavano di avverarsi e lei non poteva permettere che accadesse.
Fu difficile dover aspettare la fine del temporale, al riparo di una grotta, soprattutto perché sentiva addosso gli sguardi ansiosi dei compagni.
Ma non osava parlare di quello che aveva visto in sogno; temeva che se lo avesse fatto, quelle terribili immagini si sarebbero tramutate in realtà.
Ogni goccia di pioggia che vedeva cadere, le rammentava le lacrime che le avevano percorso le guance in sogno, assieme al dolore straziante che le aveva attanagliato il cuore.
Prese a grattare nervosamente il suolo roccioso, fermandosi solo quando Reito le afferrò il polso, dicendole “Fermati. Stai sanguinando”.
La ragazza fissò inorridita il liquido rosso che le imbrattava la mano e si allontanò di scatto, come se l’avesse morsa un serpente.
Iniziò ad ansimare in preda al panico, incapace di distogliere lo sguardo dalla propria pelle ferita.
Le sue mani erano piene di sangue, proprio come nel suo sogno… No! Non poteva essere!
“Kaori” la richiamò il giovane “Sta’ calma. Non è niente, è solo un graffio. Non c’è bisogno di allarmarsi così”.
La vide alzare appena gli occhi, fissando prima lui ed infine gli altri amici, come per accertarsi che il sangue fosse il proprio.
“Cosa c’è, Kaori?” sussurrò impensierito “Perché sei così tesa? È per via del sogno che hai fatto stanotte?”.
La yasha lo guardò, rivelando la paura che le aleggiava nello sguardo “Hai.. Io ho detto qualcosa, mentre sognavo?”.
L’altro si strinse nelle spalle “Gemevi, più che altro. Solo alla fine, hai detto qualcosa del tipo: Quella non sono io…”.
Si rabbuiò quando notò la sua espressione; ormai era prossima al pianto e nessuno di loro riusciva a capire cos’avesse.
Kaori guardò fuori dalla grotta e, vedendo che il temporale era ormai finito, mormorò “Kirara, vieni con me”.
“Andiamo a vedere se, più avanti, la pioggia ha causato qualche danno al sentiero” spiegò con voce piatta, davanti agli sguardi sorpresi degli amici.
Salì sul dorso del demone gatto e lo spronò dolcemente, allontanandosi tra la leggera nebbia che si andava formando.
“Qualcosa non torna” mormorò Inuyasha “Si sta comportando in maniera assurda!”.
Fissò il kitsune ai suoi piedi e disse “Seguila, Shippo. Sei l’unico che può passare inosservato, tra le rocce”.
Il cucciolo annuì e si trasformò in un uccello, seguendo rapidamente Kirara attraverso l’atmosfera.
“Questa situazione non mi piace” sussurrò Reito “Non ha mai reagito così, vedendo del sangue… Aveva lo stesso sguardo di stanotte”.
Sango tormentò il laccio dell’hiraikotsu “Mi auguro che Shippo riesca a scoprire qualcosa. O non capiremo come aiutare Kaori”.

Era pomeriggio inoltrato quando il gruppo raggiunse una piccola vallata, riparata dai venti che aleggiavano sulle creste rocciose.
Kaori era tornata dopo una mezz’ora, rassicurandoli sullo stato del sentiero e li aveva guidati per una scorciatoia tra gli alberi.
“Beh, almeno abbiamo evitato quel declino così ripido” mormorò Miroku, tendendo la mano a Sango.
“Già” replicò lei “Kirara avrebbe dovuto prenderci in groppa, o non ci saremmo riusciti”.
Fissò di sottecchi l’amica, che camminava nuovamente davanti a tutti, e sussurrò “Shippo è cupo in volto, ma non è ancora riuscito a dirci cos’ha sentito”.
Accarezzò la testa di Kirara, sorridendo appena nel sentirla miagolare grata, ma non le sfuggì la tensione che avvolgeva il piccolo felino.
La faccenda si faceva preoccupante.
“Ci sto capendo sempre meno” ammise al monaco “Kaori deve aver sognato qualcosa di davvero terribile, se anche Shippo e Kirara sono così cupi”.
“Ma cosa avranno sentito?” chiese Reito “Inizio ad avere una brutta sensazione, ragazzi. C’è qualcosa di oscuro nell’aria”.
Aggrottò la fronte nel vedere Inuyasha annusare l’aria e gli si affiancò “Cosa senti? Non mi piace la tua faccia”.
“Se per questo, neanche a me piace la tua, al momento” commentò l’hanyou “Annusa. Sbaglio, o c’è un odore simile a quello di Naraku, qui in giro?”.
“Sì, hai ragione” ringhiò lui “Non è quello di quel bastardo, ma ci va vicino. È malvagità pura”.
“Ma bravi, mi avete percepito” ridacchiò una voce alla loro destra e l’intero gruppo si mise in posizione di difesa.
“E tu chi diavolo saresti?” lo apostrofò Inuyasha, senza tanti complimenti “Sei un’emanazione di Naraku?”.
Il demone ridacchiò divertito, mettendo in mostra un paio di orecchie rossicce dalla punta nera, “No, ma non negherò di conoscerlo”.
Kagome si fece avanti, socchiudendo gli occhi “Ha due frammenti di sfera nelle braccia… Ma c’è anche qualcos’altro”.
Incoccò rapidamente una freccia, sussurrando “E qualunque cosa sia, non mi piace affatto. Stiamo attenti, ragazzi”.
“Ma che miko astuta” commentò sarcastico il misterioso avversario “Ma vedremo se riuscirai a sopravvivere, o morirai anche tu con una freccia piantata nel cuore”.
I suoi occhi neri si ridussero a fessure oscure quando aggiunse “Proprio come l’altra sacerdotessa, che ho eliminato lo scorso inverno”.
Inuyasha strinse spasmodicamente l’elsa di Tessaiga, ringhiando furioso “Quindi, sei stato tu ad uccidere Kikyo!”.
“Esattamente” rise l’altro “E ricordo bene che tu le sei rimasto vicino, mormorando chissà quale idiozia”.
Un sorrisetto beffardo gli apparve in volto “Patetico, mezzo-demone. Davvero patetico. E dire che mi aspettavo di doverti affrontare”.
L’hanyou ringhiò di nuovo, estraendo la spada con un rapido movimento “Bene, allora preparati! Perché sto per farti a pezzi!”.
Il demone si piegò in due, scosso da un attacco d’ilarità, e la miko, che era di lato rispetto a lui, mormorò incredula “Ha una coda a piumino, come quella dei conigli!”.
“Quello è un demone lince, Kagome” imprecò Kaori “E sono famosi, quanto rari. Si dice che siano una sorta di stregoni tra i demoni”.
E che possano controllare l’anima delle loro vittime aggiunse tra sé, rammentando alcune leggende.
Un tremore sconosciuto le scosse le membra, facendola sentire improvvisamente inerme davanti a quegli occhi neri come un abisso senza fondo.
Improvvisamente, lo sguardo del demone lince divenne di un intenso rosso sangue e sembrò che un filo, sottile come un capello, lo unisse a quello della yasha.
La ragazza s’irrigidì di colpo, per poi afflosciarsi su stessa come se fosse stata colpita da un fulmine.
“Kaori!” urlò Reito, precipitandosi al suo fianco e stringendola a sé, “Kaori! Kaori, rispondimi! Cosa ti è successo?”.
Sentì la paura stringergli il cuore nel vedere gli occhi vacui della giovane e si voltò verso il nemico, ruggendo “Che cosa le hai fatto, maledetto?”.
“Non temere, ragazzo” rise quello, scendendo dal ramo che l’aveva sorretto fino a quel momento “È ancora viva, se è questo che ti preme”.
“Al contrario di voi” aggiunse letale, affilando lo sguardo e raccogliendo tra le mani la propria aura oscura.
Sotto lo sguardo stupito del gruppo, la nebbia tenebrosa assunse la forma di un arco, che venne immediatamente teso dalla presenza di una freccia della stessa sostanza.
“Non posso crederci” sussurrò Miroku “Nessun demone può essere in grado di fare una cosa del genere!”.
“Beh, credici bonzo. Perché sarai il primo ad essere spedito all’altro mondo!” ruggì il demone, scoccando la freccia.
Kagome innalzò rapidamente una barriera spirituale, ma il viso le si contrasse in una smorfia quando il colpo s’infranse contro la sua difesa.
“È dannatamente forte” ammise preoccupata “Non so quanti colpi potrò deviare…”.
“Tu e Shippo preoccupatevi di Kaori” le disse Inuyasha “Noi penseremo a quel bastardo”.
Senza perdere altro tempo, afferrò più saldamente Tessaiga e si slanciò contro il nemico, mancandolo di un soffio.
“Tu mi sembri il tipico avversario tutto muscoli e niente cervello” lo canzonò quello “Dopotutto, non sarà così difficile battervi”.
“Tu credi?” rise l’hanyou, lanciandogli contro un secondo attacco “Secondo me, ci sottovaluti troppo!”.
Il demone lince evitò un altro affondo, rendendosi conto solo all’ultimo che quel dannato mezzo-demone lo stava spingendo verso una barriera spirituale innalzata dal monaco.
“Maledetto!” sibilò furioso, evitando appena in tempo un fuda incendiario “Ma se credi di battermi con questi trucchetti, ti sbagli di grosso”.
“Senza contare” aggiunse sorridendo “che, se mi uccidete, la vostra amichetta non si riprenderà mai più”.
Reito digrignò furiosamente i denti, stringendo a tal punto l’elsa di Nelseiga da farsi sbiancare le nocche.
“Maledetto bastardo!” ringhiò furibondo, scattando contro l’avversario e cercando di colpirlo con un fendente.
“Non dirmi che sei legato a quella ragazzina” esclamò il demone lince, sorridendo maligno “È forse la tua compagna?”.
Una risata terrificante gli invase la gola, facendogli reclinare la testa all’indietro “Sento che vedervi morire sarà uno spettacolo davvero impagabile!”.
Sempre con il sorriso sulle labbra, scoccò diverse frecce in rapida successione, mirando ai vari componenti del gruppo.
Miroku si lasciò sfuggire un gemito quando la sua barriera venne colpita da uno di quei dardi.
La Divina Kagome aveva ragione, deviare quei colpi era dannatamente difficile!
Kirara si alzò velocemente, portando lui e Sango al di fuori della portata del nemico, e lanciò un ruggito di sfida.
“Credete di sfuggirmi, ningen?” chiese il nemico, lanciando altri dardi oscuri “Così non farete altro che irritarmi!”.
Sango usò l’hiraikotsu come scudo, prima di lanciarglielo contro con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Il boomerang fu facilmente evitato, ma non le sfere infuocate lanciate da Shippo, che invece centrarono il bersaglio.
Reito non si fece attendere e, con una Cometa di Ghiaccio, immobilizzò il demone lince, bloccandogli le gambe in una morsa gelata.
Inuyasha si preparò a lanciare uno dei suoi colpi, ma l’amico lo bloccò “Se lo ammazzi, Kaori non si riprenderà. Prima deve farla risvegliare”.
“Sai bene quanto me che non lo farà” replicò l’hanyou “Kaede saprà sicuramente cosa fare. Ora, lasciami spazio”.
“Kaede non sa niente dei poteri di questi demoni!” ribatté il demone lupo “Senza contare che è a giorni di marcia da qui!”.
Lo vide incrociare le braccia, decisamente irritato da quella situazione, prima che si rivolgesse all’avversario “Ehi, vedi di far risvegliare la ragazza. Così vedrò di renderti più semplice il trapasso”.
Il demone lince iniziò a ridere sommessamente, e la sua voce aumentò di volume finché non divenne insopportabile.
“Credete davvero di avermi sconfitto?” sussurrò derisorio “Forse avete bloccato me, ma il vostro incubo peggiore sta per iniziare!”.
Tese una mano verso la figura immobile di Kaori, che venne sollevata in aria ed avvolta da una coltre scarlatta.
Kagome e Shippo cercarono di riportarla a terra, ma il contatto con quella nebbia color sangue causò loro un intenso dolore e furono costretti a mollare la presa.
Il demone sorrise più ampiamente, mentre gridava “Sorgi, mia creatura! Ed accorri in aiuto del tuo signore!”.
La ragazza venne illuminata da una scintilla nera come la notte, mentre ricadeva al suolo senza un rumore.
Sotto gli occhi attoniti degli amici, si rialzò a scatti, simile ad un automa, fino a ritrovarsi in piedi.
Miroku strinse spasmodicamente il bastone “Non mi piace quell’aura che la circonda. È maligna… E fin troppo simile a quella di Naraku”.
“Ma cosa le sta succedendo?” chiese Sango, “Lo vorrei sapere anch’io, ma temo che i nostri guai siano appena cominciati”.
Videro la yasha avanzare lentamente, trascinando i piedi come se facesse una fatica immane a muoversi.
“Kaori” sussurrò Reito, facendo un passo verso di lei “Kaori, che cosa ti succede?”, ma sentì il sangue gelarsi nelle vene quando la vide alzare la testa.
Un ghigno raccapricciante le curvava le labbra, mettendo in mostra lunghe zanne affilate.
La giovane si portò una mano davanti al viso, segnato da due strisce nere, rivelando la lunghezza spropositata degli artigli, che tese con aria minacciosa.
Kagome deglutì a fatica “Ma… si sta trasformando? Com’è possibile una cosa del genere? Non le era mai successo… non così”.
Fece per correrle incontro, decisa a farla riprendere come una volta aveva fatto con Inuyasha, ma Reito tese il braccio a bloccarla.
“Resta indietro” le disse serio “E preparati a creare una barriera. Temo che ne avremo bisogno”.
Un brivido terrorizzato li percorse tutti, quando Kaori reclinò il capo all’indietro e scoppiò in un’orribile risata, facendo scintillare gli occhi rossi come il sangue che bramava.

Un gemito le sfuggì dalle labbra e cercò di portarsi una mano alla testa, ma si accorse di potersi muovere affatto.
Sentendo il respiro accelerare, si guardò freneticamente intorno, ritrovandosi in un luogo oscuro e privo di luce.
Per un attimo, ebbe l’impressione di essere finita nel nulla più assoluto; non c’era che ombra, intorno a lei.
Provò a divincolarsi, ma le strane corde vischiose che le bloccavano le braccia sopra la testa ressero ad ogni suo sforzo.
“Dove sono?” sussurrò preoccupata “E perché cavolo sono legata in questo modo? Che cosa sta succedendo?”.
“Semplice” ridacchiò una voce tristemente nota “Il tuo incubo peggiore sta per avverarsi, figlia di Masaru”.
“Naraku!” sibilò Kaori, fissando con odio la figura avvolta nella candida pelliccia di babbuino che avanzava lentamente nell’oscurità.
“Dove mi hai portata, bastardo?” ringhiò furiosa, facendo nuovi tentativi per liberarsi.
“Da nessuna parte” rise il demone “Sei semplicemente intrappolata nel tuo stesso corpo. O, per essere più precisi, nella tua mente”, “Che cosa?”.
“Guarda davanti a te” le suggerì divertito, svelando il suo volto da sotto la maschera di scimmia “Che cosa vedi?”.
La ragazza sentì il cuore balzarle in gola quando vide i suoi amici, a pochi metri di distanza.
Fece per chiamarli, ma si rese conto che la stavano fissando in modo strano; sembravano… terrorizzati.
“Che cosa sta succedendo?” chiese spaventata “Perché mi fissano in quel modo? Che cosa..”.
Le parole le morirono in bocca quando si vide riflessa nei loro occhi e sentì il cuore batterle all’impazzata contro le costole.
“No!” gemette “No! Non è possibile! Non può succedere davvero… Ditemi che è un incubo”.
“E lo è” la derise Naraku, prendendole il mento con una mano “Il tuo incubo peggiore… che sta per diventare realtà”.
Kaori iniziò a tremare come una foglia, mentre le immagini del sogno avuto la notte precedente si facevano largo dentro di lei come un fiume in piena.
Rivide tutti i suoi amici, riversi al suolo e privi di vita, immersi nel loro stesso sangue, con i volti eternamente bloccati dal dolore e l’incredulità.
Risentì quella risata inumana echeggiare tutt’intorno, così come rivide se stessa fissare le proprie mani, sporche di sangue.
Del sangue delle persone a cui teneva di più, che lei aveva barbaramente ucciso senza un perché.
“No!” gridò angosciata, cercando disperatamente di spezzare le corde “Non posso farlo davvero!”.
“Oh, sì invece” le disse Naraku, con una scintilla deliziata negli occhi rossi “Anche se non sarai tu, a controllare questo corpo, non potrai fare niente per impedirlo”.
La ragazza cercò di mordergli la mano, continuando a dibattersi come una furia, decisa a non far realizzare l’orribile incubo che l’aveva assalita quella notte.
Preferisco morire, piuttosto che fare del male ai miei amici! ringhiò furiosa Non permetterò che tutto questo accada, anche a costo della mia vita!.
Sentì il suo stesso pensiero riecheggiare in quel luogo oscuro, come se fosse in una caverna, inseguito dalla risata del demone.
“Molto nobile da parte tua” commentò sorridendo “Peccato che non puoi fare nulla per fermare tutto questo. Rassegnati, ragazzina”.
La razionalità prese velocemente il posto della sorpresa; era nella propria mente, quindi era logico che non potesse tenere nascosti i propri pensieri.
Inferocita, iniziò a pensare a tutti gli insulti più tremendi che conosceva, nella speranza di stordire il nemico con quella cacofonia e riuscire a liberarsi, in qualche modo.
Naraku si coprì le orecchie sensibili, ringhiando il proprio disappunto, ma, con somma angoscia della yasha, le corde non cedettero minimamente.
“È inutile che provi a ribellarti” le disse l’hanyou, costringendolo a guardarlo negli occhi scarlatti “Assisterai impotente alla morte dei tuoi compagni. Prima di soccombere a tua volta, per il rimorso”.

“Reito, che diavolo facciamo?” chiese Inuyasha, stringendo Tessaiga “Perché si è trasformata?”.
Lo youkai non rispose, ma afferrò il demone lince per la gola, sibilando “Falla tornare com’era! Subito!”.
L’altro rise sguaiatamente “Ormai è troppo tardi, moccioso. Il veleno che le ho fatto respirare sta facendo effetto e neanche la tua compagna può fare qualcosa per fermarsi”.
Uno sguardo compiaciuto gli apparve in volto “Adesso è una mia creatura e darà ascolto solo a me… ed al mio padrone, Naraku”.
“Naraku?” gemette Miroku “Adesso si spiega tutto. Solo quel maledetto poteva pensare a qualcosa di così crudelmente ingegnoso”.
Le sue mani si strinsero attorno al bastone “E credo di aver capito cos’abbia sognato Kaori, la scorsa notte”.
“Ha capito che ci avrebbe uccisi” ringhiò Inuyasha “Ecco perché rabbrividiva ogni volta che vedeva qualcosa di rosso”.
“Dobbiamo aiutarla a ritornare normale!” esclamò Kagome “Naraku sa, che se il suo piano andrà in porto, Kaori non reggerà al rimorso”.
“E si ucciderà con le sue stesse mani” sussurrò cupa “Così, quel verme si sarà liberato di buona parte dei suo nemici ed infliggerà una grave perdita a Masaru”.
“Maledetto bastardo!” ringhiò Reito, continuando a scuotere il demone lince “Falla tornare com’era!”.
“Te l’ho detto, è troppo tardi” replicò l’altro “Verrete tutti uccisi ed il mio signore mi ricompenserà”.
“Se può consolarti” aggiunse ridendo “Non sarà esattamente lei a farvi fuori, ma un secondo demone che le è entrato in corpo, assieme al mio veleno”.
In preda alla rabbia, il giovane gli piantò gli artigli nel petto, trapassandogli il cuore e mettendo bruscamente fine a quella risata diabolica.
“Dobbiamo far tornare in sé Kaori” sussurrò ansimando “Ci sarà pur un modo per fermare quest’altro demone che la manipola!”.
“Al momento, sarà meglio che tu non le tolga gli occhi di dosso” suggerì Miroku, evitando gli artigli affilati della ragazza, che si era lanciata all’attacco.
“Ma non possiamo colpirla!” gemette Kagome, lanciandosi a terra per evitare un colpo mirato alla sua testa “Non è lei ad attaccarci!”.
“Beh, certo questo ospite inopportuno non sarà altrettanto clemente” replicò Inuyasha “Cerchiamo di stordirla, almeno avremo un po’ di tempo per capire cosa fare”.
Usò Tessaiga per parare un affondo ed afferrò l’amica per il colletto “Fermati, razza di stupida! Vedi di ritornare in te!”.
La yasha rise di nuovo e gli rifilò un colpo di testa sul naso, strappandogli un gemito quando questi iniziò a sanguinare.
“E poi dice che non ha la testa dura” commentò l’hanyou, allontanandosi di scatto per evitare altri colpi.
L’hiraikotsu di Sango falcio l’aria tra loro, attirando l’attenzione di Kaori, che scattò contro la sterminatrice.
Questa fece appena in tempo a scansarsi, mentre la roccia alle sue spalle si frantumava in più punti.
“Maledizione!” gemette affaticata, mentre usava la katana per tenerla a bada “Di questo passo, ci farà fuori davvero!”.
Shippo inviò contro l’amica, ormai in balia del nemico, una sfera di fuoco, che distolse la sua attenzione da Sango.
La giovane gli corse incontro, puntandogli gli artigli alla gola, ma il kitsune creò una barriera infuocata, che la costrinse ad allontanarsi.
“Kaori, fermati!” la supplicò con le lacrime agli occhi “Per favore, torna in te! Io so che tu non ci vuoi fare del male. Lo so che sei buona…”.
Le lacrime del demone volpe ebbero un effetto inaspettato sulla ragazza, che si bloccò di colpo.
Per un fugace istante, Reito fu sicuro di scorgere la vera Kaori dietro quell’espressione feroce.
Stava lottando. In modo diverso da loro, ma stava lottando.
“Kaori” mormorò avvicinandosi “Kaori, so che puoi sentirmi. Ti prego, torna in te. Non permettere a Naraku di manipolarti in questo modo!”.
Dall’interno della propria mente, Kaori sentì il cuore gonfiarsi di speranza e non fece nulla per fermare le lacrime che le invasero le guance.
“Reito” sussurrò a stento “Ci sto provando. Ti prego, non abbandonarmi. Non permettermi di farti del male”.
Stupita, si rese conto che le parole degli amici la stavano aiutando a creare un contatto con il proprio corpo.
I ricordi delle avventure passate insieme, le giornate allegre ed i battibecchi… tutto l’aiutava a contrastare quella parte maligna che cercava di prendere il sopravvento.
Non poteva perdere quell’occasione! Facendo un grosso sforzo di volontà, tese le corde che la bloccavano, impedendo al demone che la possedeva di attaccare ancora.
“Allora… Sono queste le redini del mio corpo” comprese “Bene, allora vediamo come posso fermare questo imbucato!”.
Ma i suoi sforzi non valsero a niente, perché lo sgradito ospite non faticò a riprendere il controllo e continuò ad attaccare il gruppo.
“Sta piangendo” notò Kagome, riparando sé e Shippo dietro una barriera “Ragazzi! Dobbiamo continuare a parlarle! Kaori sta cercando di riprendere il controllo!”.
Sollevati da quella notizia, gli amici cercarono in ogni modo di sostenere la demone lupo in quella battaglia che solo lei poteva vincere.
“Noi siamo con te, Kaori” assicurò Miroku, bloccandola da dietro con il bastone “Continua a lottare! Non arrenderti”.
Il demone lo scaraventò via come se fosse una bambola di pezza, per poi scagliare l’hiraikotsu al mittente con un poderoso pugno.
“Sappiamo che ce la puoi fare, Kaori” gridò Kagome “Non arrenderti! Tu sei più forte di Naraku, devi solo crederci!”.
“Accidenti” ringhiò Inuyasha, afferrando la miko prima che cadesse al suolo dopo il colpo subito “Non basta!”.
Si allontanò con un rapido balzo, mormorando “Ma non aveva dei poteri spirituali, quella baka? Perché diavolo non li usa, allora?”.
“Non ci riesce ancora bene” spiegò Kagome “Può controllarli al meglio solo se riesce a richiamare il potere del bracciale di Nazuna-sama”.
Di colpo, il suo sguardo si puntò sul polso sinistro dell’amica, dove avrebbero dovuto splendere le perle spirituali.
“No…” gemette spaventata, tirando il bracciale fuori dalla propria tasca “Me l’ha dato ieri, quando si è fatta il bagno… E non se l’è più rimesso!”.
“Di bene in meglio” commentò sarcastico Inuyasha “Beh, vediamo di rimetterle questo bracciale!”.
Lanciò un’occhiata d’intesa a Reito, ed i due scattarono da due punti diversi, bloccando Kaori al suolo.
“Adesso ci pensiamo noi” la rassicurò il demone lupo “Vedrai, Kaori. Riusciremo ad aiutarti”.
Prima che Kagome potesse chiuderle il bracciale attorno al polso, la yasha si sollevò di scatto e scagliò i compagni a metri di distanza, lasciando loro diverse ferite superficiali.
Con passo lento e sicuro, si avvicinò a Reito e lo afferrò per il colletto della casacca, sogghignando feroce “Sei finito”.
Il giovane si preparò a fermare il colpo letale, quando l’altra lo mollò di colpo, portandosi le mani all’addome.
No!” gemette “Non ti permetterò.. di farlo! Dovessi uccidermi con le mie stesse mani, non lo farai!”.
Lo youkai la fissò incredulo, accorgendosi che gli occhi tendevano a tornare di quel verde brillante che tanto lo aveva colpito.
“Continua a lottare, Kaori!” la incitò, poggiandole le mani sulle spalle “So che ce la puoi fare. Coraggio!”.
La vide piegarsi su stessa, come se si stesse sforzando di non dare di stomaco ed una lacrima le percorse il viso.
“Kirara!” urlò angosciata “Kirara, ti prego! Devi mantenere la promessa! Non permettermi di farlo!”.
Il demone gatto lanciò un verso carico di dolore, arretrando di qualche passo; con quale animo avrebbe potuto fare quello che, a malincuore, le aveva giurato?
“Kirara, devi farlo!” gemette la ragazza, la voce strozzata dall’angoscia “Ti prego… Fallo. Ora! Prima che sia troppo tardi”.
“Che cosa stai dicendo, Kaori?” mormorò Miroku, “No, Kaori!” urlò Shippo, ricordando le parole udite ore prima, “Non farlo, ti scongiuro!”.
Grosse lacrime gli solcavano il viso, segno evidente della sua paura “Non chiederci di farti del male. Non puoi chiederci di ucciderti”.
Cosa?!” esclamò Reito, raggelato dalla sola idea “No! Non potremmo mai farti una cosa del genere!”.
Kaori si accasciò su se stessa “Dovete farlo! Prima che questo bastardo riprenda il controllo sul mio corpo… Vi prego”.
La sua sofferenza era tremenda e gli amici rimasero immobili, incerti sul da farsi; ma come potevano fare quello che chiedeva?
Gli occhi della yasha si stavano nuovamente tingendo di rosso e gemette più forte “Sbrigatevi! Non riuscirò a trattenerlo ancora per molto!”.
“No, non lo faremo” replicò il lupo bianco con voce ferma “Troveremo un altro modo. Cerca di resistere”.
“Reito, non posso” singhiozzò lei “Sta riprendendo il controllo… Uccidetemi, prima che lui uccida voi”.
Gli rivolse uno sguardo implorante, ormai allo stremo delle forze “Non potrei sopportare l’idea di non essere riuscita a fermarlo. Ti prego.. uccidimi!”.
Kagome sentì un singhiozzo squassarle il petto “Non possiamo farlo, Kaori. Ti abbiamo già persa una volta… Non puoi chiederci una cosa così orribile”.
L’amica lanciò un grido agonizzante, cadendo supina sul terreno roccioso, ormai impotente davanti al sanguinario demone che la controllava.
Kirara afferrò appena in tempo Sango e Miroku, trascinandoli lontano prima che gli artigli della demone lupo li ferissero gravemente.
“Maledizione!” sibilò il monaco “Cosa possiamo fare? Non possiamo certo purificarla! La condanneremmo a morte certa!”.
“Dobbiamo fare qualcosa!” esclamò Reito “Ci sarà pur un modo per liberarla da quel demone!”.
Si abbassò di scatto, evitando un colpo d’artigli particolarmente violento, ed afferrò la giovane per la vita, bloccandola a terra.
“Torna in te, Kaori” la scongiurò angosciato “So che ce la puoi fare. Ti prego, non cedere adesso!”.
Un gemito strozzato gli invase la gola quando lei lo colpì al petto, sbalzandolo via come se non fosse niente.
Inuyasha digrignò i denti, furioso con Naraku e con se stesso; possibile che non fosse un’altra possibilità per liberarla da quel maledetto?
Stava per scattare contro la ragazza, che minacciava di spedire all’altro mondo lo youkai del Nord, quando la sentì urlare.
Kaori strinse i denti fino a sentirli stridere e si afferrò il polso destro con l’altra mano, sforzandosi di allontanare gli artigli dalla pelle del compagno.
Lo sforzo che quel gesto richiedeva era ben visibile nei suoi occhi, tornati quasi alla normalità, e, conscia di fare l’unica scelta possibile, continuò imperterrita.
Si puntò le sue stesse unghie al petto, cercando di affondarvele e mettere così fine alla propria vita.
Preferisco morire, piuttosto che farti del male esclamò decisa, trattenendo un gemito quando gli artigli iniziarono a penetrarle nel corpo.
“Kaori, no!” gridò lui, cercando di fermarla “Ti prego, non farlo!”, “Devo” sussurrò la yasha “Se non mi fermo, vi ucciderò tutti”.
Altre lacrime le invasero gli occhi “Se io muoio, voi sarete salvi e Naraku avrà fallito. E so che voi lo sconfiggerete, un giorno”.
“Non senza di te!” ringhiò il giovane, afferrandola per le spalle “Kaori, ti prego… Non posso permetterti di sacrificarti per tutti noi. Ti prego, non farlo”.
“Ricordami per come sono sempre stata” sussurrò lei “Ricorda tutto quello che abbiamo passato insieme… E non dimenticare che ti ho amato più di qualsiasi cosa”.
Si morse il labbro per non urlare, mentre continuava a spingere gli artigli più in profondità.
Doveva andare fino in fondo, o per i suoi amici non ci sarebbe stato scampo.
Il demone insinuato nel suo corpo tentò in ogni modo di fermarla, ruggendo e dimenandosi e, prima che Reito potesse fermare la mano della ragazza, venne trascinato via da Inuyasha.
“Temo che non abbiamo altra scelta” sussurrò cupo, disgustato dal profondo per quello che doveva fare.
Costretto ad uccidere la sua amica, l’unica demone che gli aveva insegnato ad essere orgoglioso di se stesso.
Non avrebbe più avuto il coraggio di guardarsi allo specchio…
“Cerchiamo di farla soffrire il meno possibile” disse Miroku, controllando a stento la voce, incrinata dal dolore “Glielo dobbiamo”.
“Ma siete impazziti?” esclamò Kagome “Non possiamo ucciderla! È Kaori, la nostra Kaori! Non possiamo…”.
“Credi che lo faremmo, se avessimo un’alternativa?” ringhiò l’hanyou “Sta soffrendo le pene più atroci che si possano provare, pur di salvarci!”.
Le sue mani si strinsero spasmodicamente attorno all’elsa di Tessaiga “Esaudiamo il suo ultimo desiderio. Mettiamo fine al suo dolore”, “No!”.
Reito si frappose tra lui e Kaori, con una scintilla furiosa nello sguardo color ghiaccio.
“Che altre possibilità abbiamo?” gli chiese Miroku “Credi davvero che spezzeremmo la sua vita così alla leggera?”.
“Datemi la possibilità di farla tornare in sé” disse il giovane “Posso farcela, lo sento. Ma dovete fidarvi di me”.
“Ti vuoi far ammazzare, razza di stupido?” gridò Inuyasha, “Ho fiducia in Kaori. E, se dovessi fallire, morirò con la consapevolezza di averci provato”.
“Se fossero Kagome o Sango, a trovarsi in questa situazione, non fareste di tutto, pur di salvarle?” chiese, con un tono che non ammetteva repliche “Io non la lascerò morire così!”.
Il suo sguardo era così feroce e determinato che nessuno osò replicare, ma fu con il cuore in gola che lo lasciarono andare.
Kaori ansimava pesantemente, con le dita affondate per un terzo nel petto, dal quale sgorgava un piccolo fiume rosso.
Il demone di Naraku stava riprendendo il sopravvento e sentiva le sue forze scemare velocemente.
Vi prego, ragazzi li supplicò, ormai allo stremo Fate in fretta. Non riesco a continuare… Aiutatemi a morire, vi scongiuro.
Di colpo, una mano prese gentilmente la sua, estraendola dalla ferita “Non ti permetterò di farlo, Kaori. Non posso”.
“Perché, Reito?” singhiozzò la giovane “Se non muoio, il demone vi ucciderà tutti!”, “Non accadrà”.
Il servo di Naraku si fece sentire con più forza, facendola gemere “Allontanati! Presto! Sta.. sta tornando..”.
“Troppo tardi, ragazzina” ridacchiò una voce roca, proveniente dal suo corpo “Ormai, il tuo amato non ha scampo!”.
Sango si lasciò sfuggire un grido quando vide il demone riprendere il controllo del corpo in cui si era introdotto ed attaccare Reito, ma lui fece nulla per evitarlo.
Si lasciò ferire al braccio senza batter ciglio, continuando a fissare la yasha negli occhi come se nulla fosse accaduto.
Poi, improvvisamente, avanzò di scatto e strinse Kaori a sé, bloccandole ogni movimento.
“So che sei lì dentro, Kaori” sussurrò flebile, ma deciso “So che puoi sentirmi. E che puoi ancora combattere”.
“Ormai, lei non può opporsi a me” rise il demone “La tua cara amichetta è troppo debole per contrastarmi!”.
Divincolandosi come un’anguilla, affondò gli artigli della mano destra nel fianco del giovane, che strinse i denti, senza però allentare la presa.
“Io invece ho fiducia in lei” replicò, determinato a salvare la ragazza “E sappi che non mi arrenderò tanto facilmente”.
Reito, vattene lo supplicò Kaori, bloccata all’interno della propria mente Ti prego… Non posso sopportare l’idea che… Ti prego, allontanati da me.
Come se avesse sentito i suoi pensieri, il ragazzo la strinse maggiormente “Non ti abbandonerò, Kaori. So, che da qualche parte, c’è ancora la ragazza che conosco così bene”.
“Ti prego, torna da me” la pregò, la voce ridotta ad un sussurro “Torna la yasha dolce ed agguerrita che sei sempre stata”.
“Piantala con queste smancerie disgustose!” urlò il demone “Tanto è inutile e te lo dimostrerò!”.
Riprese a divincolarsi e, disposto a tutto pur di riuscire a liberarsi, affondò crudelmente i denti nella spalla dello youkai, che non riuscì a trattenere un gemito.
Tuttavia, nonostante il dolore che lo pervadeva, non desistette “So che puoi farcela, Kaori. Mi fido di te”.
La strinse a sé con dolcezza, accarezzandole i capelli con fare rassicurante “Non lasciarti manipolare in questo modo… Torna da me, te ne prego”.
Una lacrima gli percorse lentamente la guancia, mentre sussurrava “Ti scongiuro… Torna ad essere la ragazza che amo”.
Pura e brillante come una perla, la lacrima cadde sul viso della yasha e lei chiuse gli occhi, pervasa da una strana pace.
Improvvisamente, fu come se nel suo corpo fosse esplosa una sfera di luce bianca, che ne illuminò totalmente la figura.
Gli artigli e le zanne tornarono alla loro naturale lunghezza, mentre le strisce nere scomparirono, lasciandole il viso pulito.
Gli occhi persero gradualmente la tonalità rosso sangue, tornando ad essere di un verde brillante.
Lo stupore di essere libera le invase la mente, ormai sgombra da sgraditi ospiti, e sentì il cuore batterle più forte.
Sentiva le braccia di Reito cingerla con dolcezza, così come il suo viso affondato tra i suoi capelli.
Avvertì dei lievi sussulti provenire dal suo corpo e si rese conto che erano singhiozzi; stava piangendo per lei.
Lacrime di gioia e sollievo le sgorgarono dagli occhi e gli si strinse contro, Grazie per non avermi abbandonato, Reito.
Improvvisamente, la gioia venne spazzata via dai ricordi di quello che non era riuscita ad impedire mentre il servo di Naraku le manovrava il corpo.
Come aveva potuto permettere a quel maledetto di ferire i suoi amici? Perché non era riuscita a fermarlo prima?
Un singhiozzo carico di sofferenza le squassò il petto, mentre affondava il viso nella casacca di Reito.
“Che cos’ho fatto?” gemette terrorizzata “Reito, cos’ho fatto? Che cos’ho fatto?”. 
 
Fatto!  anke questo capitolo è andato! ke ne pensate? vi è piaciuto? *Alys i lancia di lato per evitare una serie di coltelli, mannaie, asce ed anke un colpo di bazooka* Ok, ok, ho capito l'antifona... ò_ò cmq, certo nn la facevo finire in tragedia, mica mi kiamo William Shakespeare! Reito è stato folle o geniale? sta a voi deciderlo! mi auguro ke il cappy vi sia piaciuto. alla prossima, ragazzi! besos, vostra Alys-chan ^.^

   
 
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